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Autore: Phoenix3    09/09/2012    13 recensioni
Odiava quello stupido pianeta.
Odiava Kakaroth per essere morto lasciandolo lì senza uno scopo.
E odiava se stesso, più di ogni altra cosa, per aver ceduto al capriccio di quella dannata terrestre.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! ^_^ Prima di tutto vorrei ringraziare moltissimo le persone che hanno letto e recensito le mie one shot "Camera blindata" e "Solo il suo nome", per me è stato davvero piacevole essere riaccolta positivamente. ^_^

In questo periodo sono ispirata, quindi ne approfitto per postare un'altra one shot. Seppur molto breve, non è stato affatto semplice scriverla, dato che ho dovuto soppesare ogni parola per riuscire a esprimere una personalità contorta e contradditoria come quella che appartiene a un "certo personaggio" in questo periodo della sua vita. :) Insomma, anche se non c'è la lunghezza, ho cercato di privilegiare la qualità. :)

La storia è ambientata tre anni dopo Cell.

Buona lettura!



Promessa saiyan

 
 

Il guerriero avanzò con passo deciso.
Il dottor Briefs arretrò, le gambe tremanti.
Il piccolo Trunks, che vagava per il laboratorio, si bloccò a osservare la scena. A quattro anni la curiosità veniva prima di tutto.
«Vegeta» mormorò lo scienziato, mentre la sigaretta che portava in bocca cadeva a terra. «Non credo di aver capito la tua richiesta.»
Il principe dei saiyan strinse i pugni. Ma chi pensava di prendere in giro? Lui doveva allenarsi, non aveva tempo da perdere con quel vecchio.
«Per l’ultima volta» disse, e lo afferrò per il camice. «Dammi quello che ti ho chiesto.»
Trunks continuò a fissarli a bocca aperta.
«I-insomma,» farfugliò il dottor Briefs, «non mi sembra il caso di parlarne in questo modo. E poi, scusa, ma ormai non credo che tu abbia bisogno di chiedermelo!» E indicò il nipotino, che in tutta risposta lo scrutò con un sopracciglio inarcato.
«Tsk, vallo a dire a lei!» esclamò Vegeta spingendo lo scienziato a terra. «Sono mesi che mi tartassa con queste assurdità! Per quel che mi riguarda non me ne può fregar di meno!» concluse, e avanzò di un altro passo.
Odiava quello stupido pianeta.
Odiava Kakaroth per essere morto lasciandolo lì senza uno scopo.
E odiava se stesso, più di ogni altra cosa, per aver ceduto al capriccio di quella dannata terrestre.
«Fammi capire, Vegeta» disse il dottor Briefs rialzandosi. «Sei davvero venuto a chiedermi la mano di mia figlia?»
La tempia del saiyan iniziò a pulsare.
Un giorno sarebbe tornato quello di un tempo.
Avrebbe ritrovato un vero obiettivo, facendo rinascere lo spietato principe dei saiyan.
«Mettila nei termini che vuoi, basta che ti muovi ad accettare!»
Forse non mancava poi molto, a quel giorno.
«Quindi celebrerete le nozze?» domandò lo scienziato.
«Neanche per sogno!» esclamò Vegeta. «Bulma mi ha assicurato che se otterrò la tua approvazione non mi stresserà mai più con le vostre sciocche tradizioni terrestri. Quindi adesso muoviti, prima che perda del tutto la pazienza!»
Il dottor Briefs sussultò. «D’accordo, d’accordo» disse. «Però prima voglio chiederti una cosa. Visto che non avete intenzione di scambiarvi promesse, vorrei almeno che tu le facessi a me.»
Vegeta si sentì infiammare.
Sì, era decisamente da troppo tempo che non faceva fuori qualcuno.
Quanto odiava se stesso.
Un giorno ne avrebbe uccisi a decine, di quei patetici terrestri.
Li avrebbe disintegrati in massa, in un luogo affollato, senza provare alcuna pietà.
«Tsk! Sentiamo.»
Trunks si avvicinò per ascoltare meglio.
«Promettimi che ti prenderai cura di lei» disse il vecchio.
Vegeta inarcò un sopracciglio. «Prendermi cura di lei?» ripeté. «Ma di che diamine stai parlando? Quella ha la lingua così lunga che potrebbe sottomettere al suo volere l’intero universo, che razza di sostegno vuoi che le serva?!»
Lo scienziato si portò una mano al mento. «In tal caso, mettiamola così: promettimi che se ci sarà una nuova minaccia la proteggerai.»
Vegeta aumentò la sua aura. «Sarò io la nuova minaccia se non la finiamo subito con questa pagliacciata!»
Sì, ora lo sentiva.
Era il suo orgoglio saiyan, che mai l’avrebbe abbandonato.
Ora forse era giunto il momento.
Ora doveva dirlo a gran voce. Tutti dovevano sapere che il malvagio principe era tornato.
«Tsk! E va bene. Ma sappi che se non si toglierà di mezzo mentre combatto non garantirò più la sua incolumità.»
Il dottor Briefs sorrise. «E le sarai fedele?»
Vegeta incrociò le braccia. «Se per fedele intendi che non insudicerò il mio corpo di principe dei saiyan accoppiandomi con altre femmine terrestri, ci puoi giurare.»
«Nella gioia e nel dolore?»
«Bulma non sa combattere, non conosce il dolore.»
«Nella salute e nella malattia?»
«Anche mentre starò riducendo in polvere te e questo misero pianeta, contento?!»
«Finché morte non vi separi?»
Vegeta si bloccò. «E questo che diavolo significa? Di certo non mi metterò a pensare a lei mentre vado all’inferno!»
Il dottor Briefs sbatté le palpebre. «In realtà questa frase vuol dire che se uno di voi due morirà, non sarete più legati.»
Il saiyan inarcò un sopracciglio. «Cioè, se io morissi Bulma non sarebbe più mia moglie?»
«Esatto.»
«Anche se la mia anima non venisse reincarnata?»
«Già.»
Sì, ora la sentiva.
La rabbia del guerriero, la rabbia di chi voleva uccidere.
Era tornato se stesso.
Poteva dire addio a queste sciocchezze, perché il vero principe dei saiyan era di nuovo in circolazione.
Si voltò, pronto a testare la crudeltà ritrovata nella camera gravitazionale.
«Ehi, Vegeta, aspetta!» lo chiamò il dottor Briefs, mentre Trunks tornava a gironzolare tra le invenzioni.
Vegeta si voltò di scatto e afferrò lo scienziato per il collo. «Ti avevo detto che prima o poi avrei perso la pazienza! Io sono il principe dei saiyan, non ho tempo da perdere con le vostre stupide tradizioni!»
E lo lasciò a terra, come uno scarto qualunque, mentre una piccola voce nella sua testa gli faceva notare come quella nuova rabbia non avesse nulla a che fare con il Vegeta di un tempo.
Ma lui, anche quel giorno, non l’avrebbe ascoltata.

 

  
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