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Autore: Wake up Dorian    09/09/2012    9 recensioni
Quando ero piccola,andavo sempre con i miei genitori alla festa del paese.
Ero una bambina alquanto curiosa e amavo scoprire ogni singolo dettaglio di ogni singola persona o cosa.
Poi mi fermai assorta, e avvicinandomi a quella piccola vaschetta in vetro,rimasi colpita dalle creature piccole e rosse al suo interno.
Mi avvicinai per vedere meglio:erano degli esseri cosė adorabili,con un espressione assai stanca, forse cercavano qualcosa di migliore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ero piccola,andavo sempre con i miei genitori alla festa del paese.
Ero una bambina alquanto curiosa e amavo scoprire ogni singolo dettaglio di ogni singola persona o cosa.
Poi mi fermai assorta, e avvicinandomi a quella piccola vaschetta in vetro,rimasi colpita dalle creature piccole e rosse al suo interno.
Mi avvicinai per vedere meglio:erano degli esseri cosė adorabili,con un espressione assai stanca, forse cercavano qualcosa di migliore.
Allora chiamai il mercante,l'uomo dalla lunga barba bianca,con i visibili segni del tempo e dagli occhi color ghiaccio.
Lo guardai per un'istante e poi domandai :<<Anche i pesci rossi piangono?>> dissi indicando la conca di vetro.
Lui rise, poi prese una bustina e ne mise uno al suo interno.<<Ecco,tieni.Abbine cura.>>
Mi allontanai incerta, con la bustina in mano e mi diressi verso i miei genitori.
Ecco.Quello credo fu il giorno pių bello e misterioso della mia vita:
Avevo verso i sei anni, ero una bambina furba,decisa ma estremamente sensibile.
Non avevo nulla pių ormai.La mia cara nonna,aveva lasciato questo mondo poco prima ed io fui persa da quel giorno.
Mi dissero che sarebbe tornata da quell'orrendo posto,cosė tetro e cosė spento.
Aveva subito un'operazione al cuore e lei prima di partire mi regalo' un cofanetto.
Ricordo ancora le sue parole,le ho tutte qui,incise sul mio cuore
Ormai vecchio e stanco,ma che un tempo viveva solo di lei.

<<''Io ti aspetto qui,non dimenticarti di me.
Quando finiremo andremo di nuovo 
in quella campagna,quella che ti
piace tanto.
andremo a raccogliere dei fiori,
che ne dici?''>>

 

Non la vidi pių.Mai pių, se non sotto una lapide di marmo.
E da li' smisi anche di credere in qualcosa di superiore, di onnipotente.A che serviva pregare, se il mondo era sempre lo stesso schifo?
A cosa serviva pregare, se non potevo pių riavere in quel campo di margheritine la mia nonna,che chinandosi affaticatamente,ne staccava una ad una, per poi intrecciarle.
A cosa serviva pregare, se lei non c'era pių?

Poi venne il mio pesciolino rosso.E' incredibile come in quasi un'anno riuscė a sorridere di nuovo.
Ero goffo,era anche brutto, ma era simpatico.
Alcune volte mi ricordava me:
L'impacciata ragazzina del paese,mai contenta di niente,mai felice di tutti.
Ma come potevo mai essere felice con il nulla?
Eravamo una famiglia umile,povera.Alcune volte , sentivo mia madre piangere dalla cucina, allora correvo nella mia cameretta per isolarmi dal mondo,con il mio pesciolino rosso, Nanė.
Mi nascondevo sempre in un armadio,dove non avevo nulla.Era completamente vuoto.Come me, del resto.
Sento ancora rimbombare le urla di mio padre con la mia mamma, la mia dolce mamma.
Riesco ancora a percepirne il dolore,ancora a capire le parole.
Quella perō, fu l'ultima volta che le sentii.
La mia mamma scappo' mi dissero,mio padre invece morė.
Forse dal dolore, forse per qualcos'altro.O forse morė semplicemente dentro per non averci dato il massimo.
Ricordo ancora  il mio papa',quello che tornava dal lavoro la sera, ormai esausto, quel papa' che veniva da me e mi salutava con un bacio sulla fronte.
Quel papa' che mi amava e che non mi avrebbe mai lasciata andare.Ma lo fece.
Alla fine mi ritrovai sola.Sola con Nanė  .
Da allora, durante questo trauma, c'era sempre e solo lei ad aiutarmi.
Mettevo la boccia di vetro sul pavimento, con cura, per non romperla, e poi la fissavo.
Lo fissavo per ore, finchč non vidi qualcosa di diverso, di speciale.
Vidi un pesciolino rosso che provava a saltare fuori dalla boccia.
Allora chiesi alla zia di uscire nel parchetto.
Cosė mi avviai portando la sfera di vetro con me.

Mi diressi verso il fiume.
Poi chiesi a Nanė :<<Anche i pesci rossi piangono?>>
Sorrisi e la lasciai andare via,la lasciai percorrere la corrente, la lasciai provare il senso della vita che avrebbe sempre voluto.
Lasciai la mia Nanė.
E l'immagine mi riaffora in mente quando la vidi finalmente nuotare libera, quando vidi finalmente che aveva trovato cio' che cercava.
Quando finalmente vidi quello che era.
Era un pesciolino rosso proveniente da una fiera,regalato da un mercante,era Nanė.

Passai un infanzia infelice, come tutta la vita, del resto.
Non mi sposai, ne ebbi mai un ragazzo.

Rimasi sola.


E adesso che sono qui, nello stesso posto tetro, dove anche mia nonna mi lascio' quel giorno,a dare il mio cuore a qualcun'altro.
Qualcuno che ha bisogno di vivere,di scherzare e sopratutto di amare ed essere amato.


Ma prima di farlo vi chiedo

I pesci rossi piangono?






 

   
 
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