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Autore: AGreatSorrow    09/09/2012    1 recensioni
Io avevo te e tu avevi me.
Certo, tu mi hai ancora, nonostante tutto sai che mi troverai sempre con la mano tesa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 26 Settembre, 1973.

Caro Dave,
me ne vado, per un po'.
Non cercarmi, tornerò presto.
                                                
                                               Syd.

 

Se l'era ritrovata sotto la porta, quella lettera.
Poche, pochissime parole che l'avevano fatto piangere un'intera mattinata.
Nemmeno un abbraccio, o un "Ti voglio bene, Dave".
Se n'era andato, Roger, e chissà se l'avrebbe più rivisto.

Londra, 29 Settembre, 1973.

Ti ricordi i bei tempi, Rog?
Quando c'eravamo io e te, insieme, tra una battuta, un caffè e una risata?
Quelle risate che ti fanno venire le lacrime agli occhi.
O magari le lacrime erano anche dovute al fatto che ci appartenavamo.
Io avevo te e tu avevi me.
Certo, tu mi hai ancora, nonostante tutto sai che mi troverai sempre con la mano tesa.

Nonostante la fatica e il tempo che ci impiegherò, sto venendo a cercarti.
Ho pensato di iniziare dal Giappone.
Sai, dicevi sempre che volevi andarci.
Andare ad alloggiare in quell'hotel, al Nikko Nara.
Quanto vorrei passare ancora quei pomeriggi spensierati con te, quando sdraiato sul divano fingevi di riposare e con gli occhi socchiusi mi guardavi mentre stavo in piedi di fronte a te con un sorriso sempre presente.
Eri sempre tu, però, il primo a sorridere.
Poi sorridevo io. Per te. Per quel sorriso.
Sapevo con sicurezza che stavi bene, così anch'io stavo bene. 
Tutto il dolore spariva, se quel sorriso c'era.


Giappone, 01 Ottobre, 1973.

"Roger Barret, stanza 213"
207, 209, 211...213!
Bussò ben sei volte a quella porta bianca.
Silenzio.
Una voce, "Chi è?"
"Un'anima sperduta uscita dalla boccia di pesci, nella quale nuota anno dopo anno, per ritrovare l'altra anima che era solita nuotare assieme a lei".
Silenzio.
Un movimento.
La porta si aprì piano.
Roger stava in piedi con i suoi soliti pantaloni e una sigaretta in mano.
Quella volta, il primo a sorridere fu Dave.
Quella volta, Roger capì cosa provava Dave quando diceva di star bene per il suo sorriso.

"Sapevo che mi avresti trovato.
Sapevo che non saresti stato fermo a farti consumare dalla mia mancanza
".
Un ritratto incompleto alle sue spalle.
"Quello sono io, Rog?"
"Esatto, Dave.
Vedi, ogni giorno, mentre ti aspettavo, dipingevo un particolare, così da sentirti più vicino".
"Non ricordo di avere una foto simile".
"Non essere sciocco, Dave".
Silenzio.
Continuò, "Non mi servono foto per dipingerti. Conosco anche troppo bene i tuoi lineamenti, i tuoi pregi, e quelli che possiamo chiamare i tuoi 'difetti'.
Vedi, quando di notte dormivi, io scrutavo la tua sagoma, facendo attenzione a non svegliarti, che eri così bello
".
Silenzio.
"Come stai?"
"Perchè te ne sei andato?"
"Oh, no, ero sempre lì con te"
"Non proprio"
"Mi odi?"
"Come potrei?"
Silenzio.
Gli occhi dell'uno in quelli dell'altro.
All'improvviso Roger lasciò cadere la sigaretta e abbracciò Dave più forte che poteva.
"Allora, mi dici come stai?"
"Finalmente, nelle tue braccia.
Finalmente, al sicuro
".
 

  
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