NOTE:
Ammetto che è una fiction
vecchissima! Probabilmente quando l'ho scritta
trasmettevano ancora la quarta serie di Inuyasha!
Rispetto ad allora il mio stile di
scrittura è molto cambiato.
Spero comunque, che tale fiction,
se così possiamo chiamarla, non sia stata
proprio tremenda da leggere!
Danza
Notturna
Lo
aveva chiamato a ripetizione
per l'ennesima volta, ma lui fingeva di non udire la sua voce.
“Inuyasha? Inuyasha!” – Niente da fare il mezzo demone non la stava ad
ascoltare, era completamente assorto nei suoi pensieri. La ragazza dai
capelli
corvini vi rinunciò a parlare con lui, credeva che Inuyasha ce l’avesse
con lei
per qualcosa che aveva fatto, anche se non sapeva cosa.
“E’ da due giorni che Inuyasha non ti rivolge la parola, Kagome è
successo
qualcosa?” – Le domandò Sango all’orecchio.
“Non ne ho idea. Continua a non parlarmi…” – Sospirò.
Quel comportamento era alquanto bizzarro, per quanto loro due
litigassero non
era mai accaduto che lui la ignorasse per due giorni e questo rendeva
Kagome
molto triste.
Giunse sera. E i nostri sei amici erano tutti riuniti attorno al calore
di un
focolare.
Inuyasha ad un certo punto si alzò in piedi e afferrò Kagome
costringendola ad
alzarsi, le prese poi la mano e la trascinò.
“Ehi? Ma che stai facendo?”
“Devo parlarti” - Ammise lei con quel suo tono autoritario.
Sango e Miroku si guardarono.
“Non vi preoccupate per noi, fate pure con calma!” – Affermò il monaco
sorridendo.
Inuyasha si incamminò con Kagome all’interno della foresta che era
davanti a
loro. Si fermò soltanto quando raggiunse un piccolo lago d’acqua
cristallina.
Si sedette a terra. La sua immagine si rifletteva nell’acqua e alcuni
istanti
dopo vide anche l’immagine di Kagome riflettersi vicino alla sua.
“Non sapevo ci fosse un laghetto da queste parti…”
“…” – Lui restò in silenzio.
“Senti Inuyasha, potrei sapere il motivo perché non mi hai più rivolto
la
parola in questi due giorni?”
“Stavo pensando” – Rispose freddamente.
“Ti preferisco quando non rifletti, almeno così mi parli”
“Pensavo a te” – Le disse poi.
La ragazza lo guardò perplessa, davvero lui l’aveva pensata?
“Da-davvero? Allora ti sarai chiesto perché una ragazza petulante e
impulsiva
come la sottoscritta ti sia sempre tra i piedi, non è vero?" – Si
intristì.
“Ma che stai dicendo? Io questo non l’ho mai pensato! – Kagome si
rallegrò. –
Io mi stavo chiedendo come avessi fatto ad incontrare una ragazza così
bella,
sensibile e altruista come te.”
Kagome lo guardò negli occhi cercando di capire se quello che aveva
appena
detto corrispondesse a verità, ma restò intrappolata negli occhi di lui.
“Inuyasha…”
“Kagome…" – Le sfiorò il viso- Perché mi stai facendo questo? – Le
domandò
con quella sua voce profonda che lei tanto adorava.
“Che vuoi dire?” – Lui le prese la mano e gliela poggiò sopra il suo
cuore.
“Lo senti? Senti come batte? E’ così perché tu mi sei vicina. Batte
così forte
ogni volta che scorgo il tuo dolce viso”
Kagome si sentì in imbarazzo, era la prima volta che Inuyasha le faceva
tutti
quei complimenti e sentirlo così vicino a lei la faceva agitare, il suo
cuore
scalpitava ed echeggiava nelle sue orecchie.
“Kagome tu per me sei molto importante”
“Sono importante?! Inuyasha…” – Arrossì.
“E con le gote rosse sei ancora più bella”
Inuyasha le prese il viso e gli si avvicinò. Kagome sentiva sulla sua
pelle il
caldo respiro di lui.
La baciò. Quel bacio la sconvolse, non avrebbe mai creduto che potesse
davvero
succedergli. Lei lo amava, lo aveva sempre amato e sapeva che anche lui
provava
qualcosa nei suoi confronti, ma solo ora capì che quel sentimento che
lui
provava era identico al suo.
Si lasciò andare e si fece trasportare da quel bacio.
“Inuyasha… ma allora tu…”
“Ti amo da impazzire, per tutto questo tempo non ho fatto altro. Sono
stato uno
stupido a capirlo solo ora”
“Inuyasha, Kik—” Lui la sbloccò prima
che riuscisse a pronunciare quel nome.
“Quello che è accaduto con lei fa parte del passato. Io voglio solo te,
io
desidero solo te”
L’attirò a se e stringendola la fece cadere dolcemente sul parto mentre
lui le
faceva scudo con il suo corpo. Kagome era immobile. Inuyasha la guardò
e poi la
baciò. Le loro mani si intrecciarono e fecero divenire quel bacio molto
passionale.
D’improvviso gli artigli del mezzo demone sparirono, le orecchie da
cane
lasciarono il posto a quelle umane e la sua chioma argentea divenne
corvina
proprio come quella di lei.
“Inuyasha, ti sei trasformato.” Lui non dicendo nulla posò il viso
sull’incavo
del collo di lei ed iniziò a baciarglielo.
"Il mio cuore, lo sento
scoppiare dall’emozione" Furono i pensieri della ragazza.
Inuyasha non si fermava, continuava
a baciarla e le sue mani cominciavano a
toccarla più audacemente. Kagome sapeva bene cosa stava accadendo e
sinceramente aveva un po’ paura. Quella per lei sarebbe stata la prima
volta e
si chiedeva se fosse la cosa giusta da fare. I dubbi iniziarono ad
assalirla.
“Hai paura? Vuoi che mi fermi?”
Gli
chiese Inuyasha intuendo le sue preoccupazioni.
La ragazza rifletté alcuni istanti
e poi decise di concedersi al mezzo demone.
“Non preoccuparti, cercherò di
essere più dolce possibile.” La rinfrancò lui.
Ripresero a baciarsi, poi le mani
di lui iniziarono a muoversi sul corpo di lei
e raggiunsero la schiena. Le tolse la maglia e le slacciò il reggiseno,
continuò a baciarla ancora.
Kagome dopo un po’ di insicurezza
si decise a togliergli la sua veste rossa e
la maglietta color panna, anche Inuyasha riprese a svestirla e quando
finalmente furono slegati da ogni abito cominciarono a danzare. Era una
danza
d’amore la loro, una danza d’amore notturna. Le loro mani e i loro
corpi
s’intrecciarono e i loro respiri divenivano sempre più affannati. La
passione
era tanta. La voglia di stare con lei e assaporare quell’attimo gli
bruciava
dentro.
Passarono la notte ad amarsi,
stretti l’un con altra.
La Luna in cielo non splendeva, ma
non per questo quella notte poteva
considerarsi buia, tutt’altro il cielo era costellato da migliaia di
grandi e
piccole stelle luminose come diamanti. Quella era una notte magica per
Inuyasha
e Kagome, era la notte che racchiudeva il loro amore.
Il mezzo demone aveva avvolto la
sua amata con la sua veste rossa per
proteggerla dal freddo.
“Inuyasha…” – Disse lei
abbracciandolo e lasciando che ancora una volta il suo
corpo si sfiorasse con quello di lui.
“Dimmi Kagome” – Affermò dolce
mentre sentiva il seno di lei sopra il suo
petto.
“E’ stata la mia prima volta” –
Kagome arrossì lievemente.
“Se vuoi saperlo è stata la prima
volta anche per me” – L’abbracciò.
“Ti amo”
“Anch’io”
Kagome lo guardò attentamente
lasciandosi rapire dai suoi occhi, i capelli le
ricadevano in avanti e si confondevano con quelli di lui. Lei gli
sfiorò le
labbra e poi lo baciò.
I due amanti stretti nel loro
abbraccio in breve tempo si addormentarono.
Il cinguettio degli uccellini
svegliò Inuyasha.
Era mattina.
Si guardò attorno, tutto era ancora
tranquillo, abbassò il capo e la vide
dormire profondamente ancora stretta a lui.
Il mezzo demone sorrise.
“Sango, svegliati è mattina.
Sango?!” – il bel monaco le palpò il seno e la
ragazza si svegliò all’istante scaraventandogli in pieno volto il suo
Hiraikotsu.
“Diamine che male! – Shippo e
Kirara udendo quel frastuono si svegliarono –
Ehi, Sango, era proprio necessario colpirmi con quell’arma?”
“Monaco pervertito!”
“Miroku non cambierai mai!” –
Affermò la vocina assonnata del piccolo demone
volpe.
“Ehi, ma Inuyasha e Kagome dove
sono finiti?”
I quattro amici si guardarono
perplessi.
“Non sono più tornati da ieri.”
Decisero di andare a cercarli e si
addentrarono così nella folta foresta.
Camminarono per un po’, poi il Monaco trovò a terra dei vestiti da
donna.
“Ehi, Sango questi vestiti sono
forse i tuoi?” – Gli chiese.
“Miroku! D’accordo che sei un
pervertito ma tu credi che io non indossi
l’intimo?”
“Ah!” – Miroku guardò in alto di
fronte a se e trascinò gli amici dietro un
cespuglio.
“Si può sapere perché ci stiamo
nascondendo?”
“Beccati! Guardate laggiù ragazzi!”
– Affermò indicando con il dito.
“Ma quelli sono Inuyasha e Kagome”
Li avevano trovati che giacevano
sopra il ramo di un albero. Inuyasha stringeva
a se la ragazza coperta dalla sua veste rossa di Inezumi e lui era a
rimasto a
torso nudo.
“Sango, ma se quei vestiti non sono
i tuoi allora sono …” Sango capì
l’allusione del monaco.
“Sono di Kagome!”
“Ah!” – Urlarono ma si zittirono
poco dopo.
“Non dobbiamo farci scoprire!”
“Mi spiegate cosa state dicendo? Io
non ci arrivo!” – Disse Shippo sentendosi
escluso dai loro discorsi.
“Niente Shippo, tu non puoi capire
sei ancora un bambino…”
Sango e Miroku seguiti da Shippo e
Kirara si allontanarono con una certa fretta
da quel luogo e tornarono all’loro accampamento.
“Si può sapere cosa vi prende?”
“Niente Shippo, volevamo solo
accertarci che stessero bene tutto qui…ora
lasciamoli da soli” – Si giustificò il monaco ancora scioccato per aver
scoperto cosa era accaduto.
Kagome si destò dal sonno.
“Inuyasha…” – Si accorse che era
ritornato ad essere un mezzo demone.
“Ciao Kagome.” – la voce di lui era
estremamente dolce.
La ragazza mi mosse leggermente.
“Fa attenzione a come ti muovi”
Kagome si guardò attorno e capì
dove si trovava. Era ancora senza veli coperta
solo dalla veste del mezzo demone e per questo arrossì.
“Che bel panorama!” – Esclamò la
ragazza guardando all’orizzonte.
“Il più bel panorama però sei tu” –
Affermò voltandole il viso ed immergendosi
nei suoi occhi castani.
“Inuyasha.” – Nonostante quello che
era caduto la notte precedente, Kagome non
era abituata a quel genere di complimenti da parte di Inuyasha e ogni
volta
arrossiva, non poteva farci niente.
Si baciarono e poi restarono ancora
un po’ sopra quell’albero dischiusi in
caldo un abbraccio.
Kagome si strinse l’inezumi sul suo
corpo cercando i suoi vestiti. Inuyasha non
le toglieva lo sguardo per un momento era totalmente affascinato da lei.
“Inuyasha, ti dispiacerebbe
voltarti mentre io mi vesto?” – Gli chiese
imbarazzata dai suoi occhi.
“Ti ho già vista senza nulla
addosso, di cosa ti imbarazzi?”
“Inuyasha, per favore…”
“Ok, come vuoi tu” – Si voltò e lei
si vestì frettolosamente.
“Inuyasha, Kagome alla buon ora!” –
Disse Miroku vedendoli arrivare.
“Ma dove siete stati?” – Chiese il
piccolo Shippo.
I due a quella domanda divennero di
tutti i colori, non potevano certo dire
quello che avevano fatto…
“Mangiamo! Io ho una fame da lupi!”
– Affermò Kagome cercando di eclissare
l’argomento.
Dopo una sostanziosa colazione
Inuyasha e i suoi amici si diressero verso il
villaggio dell’anziana Kaede.
“Inuyasha, ma tu e Kagome ieri
sera… Avete fatto fuochi d’artificio, Eh?” – Gli
disse il monaco dopo averlo preso in disparte, dandogli una piccola
gomitata.
“Che cosa? E tu Come lo sai?” –
Inuyasha si tradì da solo e diventò rosso come
un pomodoro.
“Ma allora è vero! Inuyasha tu hai
fatto davvero cose così sconce con la divina
Kagome?!”
Inuyasha dopo un po’ di smarrimento
riprese la parola:
“Bèh, veramente, noi….”
“Oh, sta tranquillo non lo diremo a
nessuno io e Sango manterremo la bocca cucina,
puoi contarci!”
“Grazie.”
“Ma dimmi un po’, avrei dato la
vita pur di vedere la visione della divina
Kagome senza abiti…” – Affermò con gli occhi sognati. La sterminatrice
che
aveva sentito tutto lo scaraventò contro il fusto di un albero.
“Sango, no! Accidenti! Ah… mai fare
infuriare le donne.”
“Te la sei cercata monaco!” –
Sbottò Inuyasha allontanandosi.
Per tutta la giornata il mezzo
demone non parlò, si estraniò completamente da
quello che gli era attorno.
“Inuyasha…” – Inutile non
rispondeva, invece che migliorare le cose
peggioravano, ora il mezzo demone si rifiutava di parlare anche con
Kagome. La
ragazza resistette per tutta la giornata però poi scoppiò, non
sopportava più
quel suo silenzio, non dopo quello che si erano detti la sera prima. Se
lui
veramente l’amava perché la trattava in quel modo? Kagome non riusciva
a darsi
pace.
“Inuyasha per favore, mi passi il
mio zaino?” – Lui non la degnò di uno
sguardo.
“E dai Inuyasha, che ti costa? –
Disse Sango cercando di convincerlo, invano.
Kagome offesa e ferita dal suo
comportamento si alzò in piedi e lo
schiaffeggiò. Lo schiaffeggiò con violenza e solo allora il mezzo
demone capì
il suo enorme sbaglio.
“Kagome…”
“Inuyasha, sei uno stupido! – lui
si alzò in piedi – Non provare a seguirmi! A
cuccia!” – Di colpo Inuyasha si ritrovò steso a terra e la ragazza ne
approfittò per scappare in lacrime.
“Kagome!”- La guardò mentre correva
nel buoi della notte.
“Inuyasha sei il solito senza
cuore!” – Gli urlò Shippo.
“Cosa aspetti, va da lei!” – La
voce di Sango lo scosse e rialzandosi la
rincorse.
"E’ uno stupido, è soltanto uno
stupido!" Kagome correva nella
foresta e piangeva a dirotto era stata stupida a concedersi a Inuyasha,
come
aveva potuto farlo?
“Fermati!” – Il mezzo demone la
bloccò stringendole il braccio.
“Lasciami!”
“No!”
“Smettila, lasciami ho detto!” –
Gli urlò contro.
“No, non ti lascerò finché non mi
avrai detto perché sei corsa via in quel
modo!”
“Ma fai il finto tonto o cosa?!
Credi che io sia un bella bambolina da usare solo
quando lo vuoi tu?”
“Kagome…”
“Non riesco più ad accettarlo
Inuyasha! Non puoi far finta che io non esista!
Non dopo quello che ci siamo detti ieri! – Il mezzo demone sussultò-
Ieri io ti
ho dato il mio corpo, la mia verginità credendo che tu fossi la persona
giusta,
ma ora mi accorgo che non è così!” –Kagome si liberò dalla presa di
Inuyasha,
ma quest’ultimo l’afferrò nuovamente.
“Hai ragione, mi sono comportato da
perfetto idiota, ieri mi hai concesso la
cosa più importante che tu possieda e io…e io sono riuscito a ferirti.
Mi
dispiace”
“Inuyasha…”
“Quello che è successo tra noi è
stato meraviglioso e io ti amo da impazzire”
“Se tu mi amassi come dici non mi
ignoreresti ogni volta!”
“Non era mia intenzione farlo è
solo che io… Non sapevo come comportarmi. Sono
un cretino, lo so, ma è stata la prima volta anche per me. Ed io non
sapevo
come dovevo pormi nei tuoi confronti, ma non avevo il diritto di far
star male
te.”
“Inuyasha” – Nel sentire quelle
parole singhiozzò.
“Sono il più grande stupido che tu
conosca, non è così?” – Lei si tuffò su di
lui piangendo.
“Si. Ma sei anche lo stupido che
amo”
“Kagome mi perdoni?”
Lei per tutta risposta lo baciò.
“Questo era un si?”
Inuyasha non avrebbe mai più
permesso che la sua donna soffrisse, se lo era
ripromesso.
Al chiaro di Luna le loro labbra si
unirono ancora una volta e poi si
abbracciarono. Lui la guardò, cogliendone ogni prezioso particolare.
Era bella.
Dannatamente bella. Non l'avrebbe mai più lasciata sola, ora se lo era
imposto,
lei sarebbe stata per sempre l'unica. Ora poteva dedicare se stesso
amandola
liberamente e facendosi riamare a sua volta.
La quiete regnava assoluta, nessun
rumore e l’aria dormiva placida. Come se il
tempo si fosse fermato solo per loro, per non disturbare il dialogo di
due
cuori che s’incontrano nella notte, si sfiorano e, abbracciandosi
sognano che
l’alba tardi ad arrivare.
A Loro, e alle nostre notti insieme.