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Autore: ValeAki    09/09/2012    1 recensioni
[HBD!Gokudera][5927]
"È il compleanno di Gokudera, ma Tsuna pare essersene dimenticato!
Come tenterà di aggiustare la situazione?"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The most beautiful birthday

 
Soffiava un vento leggero, piacevole, a Namimori, una brezza che non dispiaceva per nulla; l'estate era passata anche quell'anno e adesso aveva preso il posto l'autunno. Dei nuvoloni sostavano nel cielo, incerti sul fatto di far cadere quella tenue pioggerella o di rimandare il tutto a dopo, ma in ogni caso, la gente ne sarebbe stata felice: di tanto in tanto il caldo faceva capolino dall'angolo, soffiando un vento arido. Una pioggerella del genere avrebbe portato solo sollievo. Non era molto tardi, a Namimori, l’orario giusto in cui ogni studente dovrebbe alzarsi per poi dirigersi a lezione, dopo essersi gustato una piena colazione. Cosa che succedeva in casa Sawada, dove Tsuna si alzava insonnolito dal suo caldo letto e si avviava di sotto, in cucina, dove lo avrebbe aspettato quella sua strana “famiglia”. Il ragazzo sbadigliò, portandosi una mano alla bocca e sedendosi al suo posto in tavola. Diede una breve occhiata al calendario, constatando che era il 9 settembre. “Nove settembre... dovrebbe esserci qualcosa di importante oggi, ma non ricordo proprio cosa...” e mentre si scervellava, venne servita la colazione da sua madre. << Ecco, Tsu-kun! Mangia tutto e poi vai a portare i miei auguri a Gokudera-kun! >> gli sorrise sua madre, mentre tornava ai fornelli. Lo sguardo di Tsuna si rabbuiò. << Gahahaha! Stupidera non riceverà nessun regalo da parte di Lambo-san! >> ghignò il bambino, mentre I-Pin gli si avvicinava per rimproverarlo. << Non si fa così, Lambo! >> esclamò l’assassina, mentre Fuuta sorrideva. << Secondo la mia classifica, il regalo perfetto per Hayato-nii sarebbe...>> il Classificatore non riuscì nemmeno a finire che un urlo disumano si elevò nella casa. << Ecco cosa mi sono dimenticato! Il regalo per Gokudera-kun! >> strillò Tsuna, mentre il senso di colpa lo assaliva. Si sentiva malissimo per essersi dimenticato il compleanno di Gokudera, quel ragazzo che per lui rischiava la vita ogni giorno e quel ragazzo... che stava diventando davvero importante nella sua esistenza. << Stupido ImbranaTsuna, dovrai rimediare. >> disse il suo tutor dopo avergli assestato un calcio dritto alla nuca, mentre sul suo visino compariva quel suo ghigno soddisfatto. Quella scena –del tutto normale nello standard di quella casa- fu interrotta da Nana, che si rivolgeva al figlio. << Tsu-kun! Farai tardi a scuola, così! >> Il bruno, rendendosi conto dell’orario, si fiondò subito verso la porta, in direzione della scuola. “Cavolo! Ora come faccio? Gokudera-kun mi odierà, ne sono certo...” quella  turbina di pensieri fu interrotta proprio dal suo braccio destro, che gli andava incontro. << Juudaime! Buongiorno! >> gli sorrise, affiancandolo e accompagnandolo nel tragitto verso la scuola. Tsuna era un po’ indeciso se intavolare l’argomento ‘compleanno’ e decise che sì, l’avrebbe fatto a scuola, magari a pranzo. Arrivati a scuola, furono accolti da Kyoko e suo fratello, Ryohei, insieme ad Haru e Yamamoto. << Buon compleanno, Gokudera! >> esclamarono in coro, mentre un sorriso appena accennato si formava sul volto dell’argenteo. << G-grazie. >> disse solo, non abituato a cose del genere. In tutta la sua vita, gli unici auguri che aveva ricevuto erano dalla ragazza che veniva a trovarlo di tanto in tanto –che aveva scoperto poi fosse la madre- e da tutte le persone del castello. Quando poi era scappato, era rimasto da solo, sempre, e il suo compleanno era solo un giorno come un altro, forse più triste. In un lampo si accorse però di una cosa: il Decimo non gli aveva fatto gli auguri. Forse, pensò, voleva farlo a parte. Ma sì, era sicuramente così: il Decimo non poteva scordarsi del suo compleanno... no? Decise di non darci molto conto per il momento, e tutti si diressero nelle rispettive classi, salutando prima Haru che si incamminava verso la sua scuola. Le lezioni passarono, ed arrivò l’ora di pranzo. Tsuna, Gokudera e Yamamoto andarono a pranzare come sempre sul tetto. Erano passati pochi minuti da quando erano lì, ma presto Yamamoto dovette andarsene per motivi del club di baseball. “È l’occasione perfetta!” pensò Tsuna, avvicinandosi lentamente verso il suo autoproclamato braccio destro. Stava per parlare, lo stava facendo davvero, se non fosse stato per Reborn, che gli atterrò addosso facendolo finire con il mento sul pavimento. << Auguri, Gokudera. >> disse, mentre l’argenteo lo ringraziava. << Grazie, Reborn-san.>> l’altro sorrise, abbassando di poco la testa per coprire gli occhi col cappello. << Bisogna sempre ricordare i compleanni dei membri della Famiglia. >> esordì, prima di sparire. Gokudera notò allora il Decimo disteso a terra, e l’aiutò ad alzarsi. << State bene, Juudaime? >> gli chiese, sorreggendolo. << S-sì, Gokudera-kun...>> disse solo Tsuna. Voleva introdurre nuovamente il discorso, ma la campanella glielo impedì, suggerendogli invece di tornare alle lezioni –sempre che non volesse essere morso a morte da Hibari.
 
Erano tornati in classe, seduti nei propri banchi con i libri davanti. Solamente che né Tsuna né Gokudera seguivano le lezioni. “Dannazione, ho perso la mia possibilità... però, potrei andare a casa di Gokudera-kun più tardi... e magari prima potrei comprargli anche un regalo! Però... mi sentirei lo stesso in colpa per essermi dimenticato del suo compleanno...” pensò Tsuna, testa sul banco e matita tra le dita, che girava e rigirava quasi servisse ad alleviarlo dallo stress. Gokudera invece aveva lo sguardo spento, rivolto verso la finestra. Quei nuvoloni non si decidevano ancora a versare la pioggia eppure, Gokudera, sperava lo facessero: anche se non dai suoi occhi, delle lacrime sarebbero lo stesso cadute. Si sentiva davvero, troppo, triste e anche se non era affatto da lui deprimersi così, non poteva fare altrimenti. Ciò che lo avrebbe fatto davvero felice erano gli auguri del Decimo: sarebbe stato così felice da toccare il cielo con un dito. Ma lui sembrava quasi ignorarlo. L’ennesima campanella suonò, segno che sarebbero potuti tornare a casa. << Juudaime, posso accompagnarvi a casa? >> chiese il Guardiano della Tempesta, avvicinatosi al bruno, mentre il Cielo si scostava da lui, quasi scottato. << Ehm, mi dispiace Gokudera-kun, ma non vado a casa, devo fare delle faccende. >> spiegò nervosamente, mentre Gokudera annuiva lentamente dirigendosi a casa. << Allora a domani, Juudaime! >> esclamò, mettendo su un sorriso del tutto falso: di certo non poteva far rattristire il Decimo, preferiva tenere tutto per sé, anche se faceva male. Molto male. Così si avviò verso casa con passo lento, trascinato.
Tsuna andò di corsa verso il primo negozio che trovò aperto, constatando che in verità non aveva molti soldi con sé. Avrebbe fatto una figuraccia. Si ricordò d’improvviso, senza motivo alcuno, delle parole di Reborn, qualche ora prima. << Bisogna sempre ricordare i compleanni dei membri della Famiglia. >> E lui non l’aveva fatto. In fondo, l’aveva sempre detto, che non era tagliato a fare il boss. Però questa volta era diverso, non erano messi in ballo le faccende di un boss, bensì quelle di un compagno. Quello di cui si stava parlando non era il compleanno di un subordinato, ma quello di un amico, forse il più caro. Entrò lentamente nel negozio, girando per i vari scaffali, trovando un regalo che forse sarebbe andato bene: una cornice. Certo, era davvero piccola, non era nemmeno molto raffinata, ma lui aveva una foto perfetta da mettere lì: una cosa così preziosa che, secondo lui, sarebbe stato un regalo perfetto. Si diresse così verso la cassa, spiegando al commesso di non incartare il regalo e di aspettare il suo ritorno. Uscì in fretta e furia dal negozio, dirigendosi verso la prima cartoleria che aveva visto –giusto pochi metri più avanti- e si fece far stampare una copia della foto, a colori. Dopo aver pagato,  corse di nuovo verso il negozio, facendo mettere al commesso la foto dentro la cornice e facendo incartare tutto. Pagò di nuovo, e si diresse più felice che mai verso la casa di Gokudera.

Gokudera volse lo sguardo oltre la finestra. Aveva iniziato a piovere. Prese un ombrello e si diresse fuori: voleva stare un po’ sotto la pioggia, ma non per bagnarsi; se avrebbe preso un raffreddore avrebbe fatto preoccupare il Decimo. Sospirò, notando che ultimamente i suoi pensieri erano rivolti sempre a lui. Non che di solito non lo fossero, anzi, era sempre inconsciamente nella sua testa. Ma ultimamente lo pensava davvero tanto, che aveva quasi paura che i suoi pensieri lo raggiungessero. Non passarono tre minuti che Gokudera vide, da in fondo al viale, la figura del Decimo, e si precipitò verso di lui, coprendolo con l’ombrello. << Juudaime, cosa fate qui? >> chiese, mettendo un braccio dietro la schiena del ragazzo e accompagnandolo verso casa. Non aspettò nemmeno una risposta, che andò a prendere un asciugamano per farlo asciugare. Tsuna aspettò fosse davanti a lui, per poi piegare le labbra in sorriso gioioso ed esclamare un << Buon compleanno, Gokudera-kun! >> così forte da sfondare i timpani. E la Tempesta era davvero felice, e si chiese come mai fosse stato possibile che lui avesse dubitato del suo Boss. Lo ringraziò sottovoce, rivolgendogli un sorriso, uno dei suoi sorrisi più belli. Tsuna allora estrasse dalla sua tasca il pacchetto e lo mise nelle mani del suo Guardiano. << Di nuovo auguri, Gokudera-kun. >> disse, stavolta più calmo, ma sempre con quel sorriso in volto. Hayato allora scartò il regalo, rivelandone una cornice con una foto raffigurante lui e il Decimo. L’aveva scatta Reborn-san quella foto, se lo ricordava bene. A quel punto, tutto il suo autocontrollo sul fare cose avventate sparì, e si fiondò verso il Decimo abbracciandolo. << Grazie, Juudaime, grazie. Sono davvero così felice. >> sussurrò contro il suo orecchio, mentre il più piccolo era rimasto piacevolmente sorpreso da quell’improvviso abbraccio. E allora si chiese se forse non provava più che della semplice amicizia nei confronti di quel ragazzo argenteo, tanto che le volte in cui rimaneva da solo con lui il suo cuore batteva veloce, forsennato nel petto, quasi volesse sfondarlo. In quel momento, fece allora la cosa più naturale che potesse fare: si mise in punta di piedi, arrivando al viso del ragazzo, appoggiando delicatamente le sue labbra su quelle dell’Italiano. Era un bacio casto e lieve, a cui l’argenteo non partecipava per via dell’iniziale stupore. Ma rendendosi conto della situazione, rispose al bacio, come se l’avesse fatto altre milioni di volte prima di allora. Si scostarono poco dopo, le goti arrossate e respiri affannati, la testa di Tsuna sul petto di Gokudera e le braccia di quest’ultimo attorno al corpo del più piccolo. Rimasero per un po’ così, in rigoroso silenzio, per non interrompere quel momento. Poi, dopo quegli interminabili minuti, Gokudera si ricordò di una cosa importante: il Decimo era ancora bagnato. Si sarebbe ammalato così! << Juudaime! Siete tutto bagnato, vi prenderete un malanno! Venite, vi do degli asciugamani caldi e dei vestiti asciutti! >> disse, prendendolo per la mano e accompagnandolo nell’altra stanza. Quando Tsuna finì di cambiarsi, l’italiano entrò nella stanza, sedendosi vicino a lui. << Juudaime... ti amo. >> sussurrò, senza nemmeno essersi reso conto di aver dato voce ai propri pensieri. E forse quella era la prima volta che usava il ‘tu’ con il Decimo, ma in fondo, andava bene così. Non si accorse nemmeno di averlo detto in un dolce sussurro italiano, che probabilmente il Cielo non aveva capito. << Cosa, Gokudera-kun? >> chiese, accigliato. Hayato gli sorrise, stringendolo a sé. << Ti amo. >> disse, stavolta in giapponese, così che l’altro capisse, ma sempre in un dolce e lento sussurro. Tsuna si accucciò meglio contro il suo petto, sorridendo. << Ti amo anche io. >>
                                                                                                        
Nel salone di casa Sawada, Fuuta se ne stava davanti al suo Libro delle Classifiche, scrivendone una nuova, mentre tutto intorno a lui fluttuava. << Classifica del regalo perfetto per Hayato-nii, primo posto: sentimenti da parte di Tsuna-nii. >> disse, senza specificare quali sentimenti. In fondo, era un bambino, non poteva comprendere proprio tutto. Intanto, seduto sulla poltrona a sorseggiare del delizioso espresso, Reborn sorrideva. “Goditi il compleanno insieme a Tsuna, Gokudera.”

Fine.
 

N/A
Rieccomi, con questa fluffosa 5927!
Queste righe risalgono ad Agosto, lo stile di allora era un po' diverso da quello che uso adesso xD
Beh, spero comunque che vi sia piaciuta! ^^
Alla prossima!

 

   
 
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