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Autore: destinyWeb    09/09/2012    1 recensioni
John Egbert è un ragazzo allegro, sempre pronto a prendere le cose di petto e con la risposta sempre pronta nei confronti di Karkat. Ma è davvero sempre stato così sicuro di sè o è una cosa che ha dovuto imparare?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Egbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Everydaystuck '
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John si dondolava leggermente sulla sedia della presidenza. Il cuore del ragazzino di quasi dodici anni batteva talmente forte che sentiva che prima o poi sarebbe esploso dalla paura.
Era aprile, mancava poco al suo compleanno. In otto mesi di scuola media, aveva sempre temuto che prima o poi sarebbe finito lì dentro, accanto al padre e davanti al viso severo del preside, ma sicuramente non in una situazione del genere.
Teneva stretto sulla guancia un piccolo sacchetto pieno di ghiaccio per attenuare un po' il dolore, e di tanto in tanto lo sguardo gli finiva sul paio d'occhiali rotti che teneva in mano.
"Signor Egbert." cominciò il preside con una voce talmente seria che fece tremare sia John che suo padre "Credo che sia più che evidente ciò che è successo a suo figlio.
Il professore di matematica l'ha colto in flagrante mentre si stava picchiando con un suo compagno di classe, con cui ho parlato poco prima. Questo suo compagno ci ha detto che vostro figlio l'ha aggredito senza nessun motivo-"
"Bugiardo!" John si sbilanciò un po' sulla sedia "Mark mi prende in giro e mi picchia dall'inizio della scuola! E-Era autodifesa!"
Tutto ciò che ricevette in cambio fu uno sguardo innervosito da parte del preside. 
Il padre si limitava a stare lì seduto, senza aprire bocca. Era forse il silenzio del signor Egbert che metteva John ancora più in ansia. Non l'aveva mai visto così silenzioso e rigido.
"...Ora." Continuò il preside "John è un bravo ragazzo. I suoi voti sono nella media, e in genere in classe è attento. Per questa volta chiuderò un occhio, limitandomi a dargli una nota di demerito, ma se riaccadrà qualcosa del genere finirai sospeso. Sono stato chiaro?"
"...Sissignore."
 
Il viaggio di ritorno fu ancora più silenzioso, ma John doveva ammettere che avrebbe preferito continuare quel giro silente piuttosto che tornare a casa, dove sicuramente gli avrebbe fatto una ramanzina terribile.
Beh, tanto valeva togliersi subito quel dente.
"Papà, io..."
"John."
Silenzio. Ansia ansia ansia!
"Che diavolo ti è preso?"
"Io..."
"Quel bambino ti prendeva in giro così tanto da fartelo picchiare? Non è da te!" La voce era fin troppo seria per i gusti del bambino. "In più, potevi anche dirmelo prima! Avevi intenzione di tenermi nascosto per sempre questa storia? Eri vittima di un bullo!"
John abbassò lo sguardo, giocando con le sue dita. "Credevo di riuscire a pensarci da solo...Insomma, era più grande di me, ma speravo che la smettesse di-"
"Da quanto va avanti questa storia?"
"...da ottobre, credo."
"E dimmi, c'è qualcos altro che mi hai tenuto nascosto? Ormai, tanto..."
John rimase di nuovo in silenzio per un po', prima di uscire con un "Mark non è l'unico che mi prende in giro. Anzi, non credo che ci sia uno solo in classe che si mi parla senza uscire con una presa in giro."
Il padre si voltò verso di lui. Ora il suo volto sembrava meno severo di prima, ma John non poteva esserne sicuro. Teneva ancora lo sguardo basso, e tentava in ogni modo di non piangere.
"Sono battute stupide." continuò "Mi chiamano tipo Egderp, o a volte mi rubano la merenda. Però sono solo Mark e i suoi amici che mi picchiano." disse tutto d'un fiato "Tu poi tornavi a casa tardi, quindi potevo anche lavarmi la faccia e mettermi cerotti vari senza che tu te ne accorgessi..."
La macchina si fermò. John finalmente alzò lo sguardo, notando che erano arrivati davanti a casa. Ma probabilmente si sarebbero fermati anche se fossero stati in mezzo alla strada; nel giro di pochi secondi John si trovò tra le braccia del padre, che lo stringeva in un forte abbraccio.
"...p-papà..."
"John, scemo! Dovevi dirmelo prima! Io sono qui per questo, lo dovresti sapere!"
"...papà, n-non respiro..."
"Sai che devi fare quando la gente ti prende in giro?"
"...no...?"
"Non mostrarti triste, nè arrabbiato! Ridici sù, ma non rispondere per le rime! Questo li diverte e basta! Devi mostrarti superiore, devi guardarli dritti negli occhi e dire loro qualcosa di divertente, come se non te ne importasse assolutamente niente dei loro insulti! Chiaro?"
"..." sorrise "Chiaro!"
"Per quanto riguarda la questione di essere solo come un cane, dammi un paio d'ore. Intesi?"
 
"JOHN! Vieni in camera!!"
Erano davvero servite un paio d'ore. John si era messo a riguardare i Ghostbusters, quando il padre l'aveva chiamato da camera sua.
Salì in fretta le scale. Il padre era seduto fiero davanti al computer, sulla quale c'era solo una grande scritta colorata: DOWNLOAD COMPLETED!!
"Ecco, ho sentito parlare di questo coso...Pesterchum, mi sembra. E' una specie di chat, o qualcosa del genere.
Ho pensato 'Hey! Le persone che incontra tutti i giorni non sono all'altezza di John! Proviamo a vedere se online ha più fortuna!'"
"...papà, io..."
"Non c'è bisogno di ringraziarmi, sai?" Gli scompigliò un po' i capelli, prima di uscire dalla stanza "Divertiti! E non dar retta agli sconosciuti!"
"...papà questa frase non ha senso!"
John rise un po', mettendosi seduto davanti al computer. Seguì il procedimento per entrare su Pesterchum in fretta.
Il padre a quanto pare aveva già deciso un username per lui: ghostyTrickster. 
Non male. Bravo, papà!
Accese la chat causuale, trovandosi a chiacchierare con una certa gardenGnostic.
"GG: ciao, mi chiamo jade!!! :D"
Beh, tanto valeva mettere da parte la timidezza, eh, John?
"GT: piacere, sono john."
 
~ End ~
  
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