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Autore: AstridxAndros    09/09/2012    0 recensioni
due ragazzi. un passato non troppo diverso.
lui figlio di un ricco. lei figlia di un "finto" matrimonio.
lui vuole liberarsi dalla gente falsa.
lei vorrebbe un amico leale.
una storia non troppo sdolcinata, un amicizia che nasce in un modo alquanto singolare.
Leggete e recensite! mi raccomando! baci!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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-oggi  niente scuola, facciamo prima a tornarcene a casa- dissi sbadigliando alla mia migliore amica. Eravamo appena scese dall’auto accompagnate dai nostri genitori per il primo giorno di liceo.
-si come no! credi che il preside chiuda la scuola dato che tu hai sonno?- chiese sarcastica, io iniziai a pulirmi gli occhiali che con quella leggera pioggerella si erano bagnati.
-no, la chiuderà perché qualcuno l’ha allagata…- fece per ribattere quando vedemmo una grande massa di ragazzi davanti ai cancelli,
-scusa, che è successo?- chiesi ad una ragazzina che mi stava davanti,
-la scuola è allagata,  il preside sta’ parlando con i professori, credo che rimanderanno l’apertura…- disse fintamente felice.
-io vi aspetto in macchina!- esclamai, poi girai su me stessa e tornai all’automobile.
-mi dici come hai fatto?!- mi sussurrò Eleonora, io la guardai perplessa,
-cosa?- chiesi,
-a sapere della scuola!- esclamò alterata,
-ho visto delle persone che tornavano indietro e quindi l’ho dedotto…- mentii, ma non potevo dirle la verità.
****
Due giorni dopo la scuola riaprì.
il preside aveva fatto un discorso interminabile sull’onestà e sul rispetto per le cose pubbliche che io reputavo inutile. Nessuno degli studenti appena arrivati avrebbe fatto una cosa del genere senza un motivo. Certo, lo stesso non si poteva dire per quelli bocciati…
Dopo averci smistato nelle classi i professori si presentarono e ci divisero nei banchi.
La professoressa di italiano era abbastanza severa, ci smistò tra maschi e femmine, diceva che dovevamo abituarci a fare amicizia con tutti.
-Fabiani all’ultimo banco sulla destra con…- guardò negli occhi tutti i ragazzi, alcuni di loro rabbrividivano al suo sguardo, altri rimanevano immobili.
-elia…- c’era una punta di disprezzo nella voce. Mi voltai verso il ragazzo, era lui. Affacciato alla finestra si voltò svogliatamente e prese il posto accanto al mio.
****
-Edoardo Elia!-  il preside aveva spalancato la porta e si dirigeva a grandi passi verso il mio banco,
-è tuo questo portacolori?!- chiese arrabbiato, il giovane lo rigirò tra le mani,
-si, è quello dell’anno scorso… ma perché lo ha lei? Io credevo di averlo…- l’uomo lo bloccò,
-il signor Paolo lo ha trovato Lunedì!- esclamò furioso,
-dì la verità, sei stato tu ad allagare la scuola?!-  il giovane rimase impassibile,
-mi scusi… io ho trovato quel portacolori in mezzo al corridoio Lunedì, io l’ho portato da Paolo, e come io l’ho trovato chiunque può avercelo messo… oppure come tanti e come me può essere venuto a chiedere se il giorno dell’apertura era oggi, e può averlo perso- constatai calma.
L’uomo parve calmarsi.
-si… forse hai ragione… quel giorno è venuta tanta gente comunque… scusate… è da martedì che cerchiamo quel vandalo…- poi si congedò. Ero sempre più convinta che il preside fosse un tipo strano.
****
-ma che ti è saltato in mente?!?!- Eleonora era arrabbiata,
-perché che ho fatto?- chiesi fintamente perplessa,
-come che hai fatto?! Ora il preside pensa che lo hai messo tu il borsellino in corridoio!- esclamò quasi spaventata,
-e che motivo avrei avuto? Sarei dovuta entrare a scuola, posare il borsellino uscire, rientrare, salutare Paolo tornare in corridoio prendere il borsellino e darlo a lui? Sarebbe troppo complicato!- scherzai, lei era seria,
-senti, appena sono entrata non avevo nulla né in mano né in tasca, ho abbracciato Paolo, prima andavo sempre a giocare con suo figlio, quindi lui può confermare che io non c’entro. Poi, abito in un altro paese e non ci sono autobus di notte lì! Quindi non sarei potuta venire ad allagare la scuola! e ora smettila di preoccuparti!- le scompigliai i capelli e cominciammo a scherzare.
****

  
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