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Autore: parveth    10/09/2012    1 recensioni
una ragazza amante della lettura e per questo derisa dai suoi conoscenti scopre che esiste un mondo dove poter coltivare la sua passione...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   Quel giorno la pioggia cadeva fitta fitta e sin dal mattino era calata una nebbia densa, era ormai l'una e mezza e Ludovica scese dall'autobus incamminandosi verso casa: dopo un'estenuante mattinata scolastica stava riflettendo sul concetto di "normalita'": "le ragazze normali pensano ad avere vestiti firmati e ad andare in discoteca"  questo almeno secondo i suoi conoscenti, genitori compresi, certo non in quei termini ma il succo era quello, penso' con stizza. No, loro dicevano sempre "le altre"  "perche' un sabato sera non esci con le altre? anche se per una volta fai tardi non c'e' problema e poi non esiste solo la discoteca, potete anche andare a mangiare una pizza".  "tardi" per i suoi genitori significava mezzanotte, certo. Peccato che a quell'ora le sue compagne fossero appena entrate in discoteca , pensava mentre apriva la porta di casa e comunque non avrebbero saputo di che parlare, " semplicemente non siamo compatibili"  pensava mangiando la pasta riscaldata "a loro interessa solo uscire e spendere mentre a me piace starmene in casa a leggere e scrivere". Era vero, sin da piccola aveva amato volare verso mondi lontani  mediante la lettura e da un paio d'anni si dilettava a scrivere brevi racconti che pubblicava su un sito internet specializzato, aveva cosi constatato che erano in tanti come lei, finito il pranzo si sdraio' sul divano in compagnia di un the' caldo e del suo libro fantasy. Dopo circa una cinquantina di pagine si accorse di avere fame e decise di andare in cucina a farsi uno spuntino ma alzandosi si accorse di essere piu nel suo salotto bensi' in una verde radura, stupefatta si guardo' attorno credendo fosse un sogno: si trovava in una valle circondata da dolci colline a pochi passi da un laghetto, il clima non era nemmeno particolarmente freddo e Ludovica col suo maglioncino grigio, i jeans e senza scarpe stava bene, poco dopo udi' una voce alle sue spalle " salve Milady"   disse una giovane donna alta di statura dai lunghi capelli biondi con la fronte cinta da una corona di fiori, il suo lungo abito bianco era molto semplice ma la sua persona emanava un'indicibile maesta'. Lusingata ed insieme imbarazzata da quell'appellativo che non pensava certo di meritare la ragazza rispose: " salve" intanto aveva notato che la giovane donna aveva orecchie a punta, "un'elfa"  penso'.  "Io sono Elhael, la custode di questa parte della terra dei lettori esiliati, posso sapere a chi ho l'onore di dare il benvenuto?"  Intimidita, Ludovica le porse la mano  "io sono Ludovica, posso chiederti perche' mi hai chiamato Milady se neanche mi conosci?"  "Vieni con me e ti spieghero'"  disse l'elfa invitandola con un gesto a seguirla, cosi si avviarono lungo una strada sterrata ed uscirono dal bosco per ritrovarsi in aperta campagna, in mezzo a campi fioriti di lavanda e mille altri fiori  "in questa terra tutti i lettori sono benvenuti e ognuno di loro ha diritto ad un rifugio tutto per se'"  spiegava Elhael  "io ed il mio popolo chiamiamo tutti loro Milord o Milady per rispetto". Ludovica a quelle parole sbarro' gli occhi  "il tuo popolo? e quanti sareste esattamente??"  Elhael ci riflette' un momento "beh, contando noi elfi, le fate dei quattro elementi , gli gnomi e i folletti...direi circa un migliaio" , Ludovica a quelle parole sbarro' ancora di piu' gli occhi ma non riusci' a chiedere nient'altro poiche' la sua attenzione venne richiamata da una bassa costruzione in mattoncini color oro e pietre con due torrette ai lati che si ergeva in un piccolo giardino circondato da un muretto, "ecco, questi sara' il tuo rifugio personale tutte le volte che verrai qui"  disse Elhael indicando la casetta. La ragazza a quel punto era senza parole: una volta entrate vide una piccola cucina di legno chiaro  completa di stufa a legna e tavolo con quattro sedie, piu' avanti c'era un salottino nei toni del malva completo di soffici poltrone, dietro c'era una camera da letto con un'amaca e un piccolo bagno, dopo il breve giro Ludovica chiese alla sua accompagnatrice: "hai detto che ogni volta che verro' posso restare: ma a dire il vero non ho ancora capito come ci sono arrivata qui"  .  L'elfa si sedette sul divano e le spiego':  "ogni volta che tu leggerai un libro arriverai qui cara, questo mondo e' stato creato apposta per te e per tutti quelli come te, qui potrai fare tutto cio' che vuoi quando vuoi, ah, a proposito"   si diresse verso la porta ed entro' una giovane elfa con corti capelli rossi vestita con un abitino marrone corto   "salve" la saluto'  " lei e' Alcare ti aiutera' se ne hai bisogno" la presento' Elhael,  "piacere"  rispose Ludovica stringendole la mano,  "bene, ora vi lascio, a presto"  disse Elhael uscendo.

Ritornando nella camera da letto per osservarla meglio  Ludovica si accorse che c'era anche una scrivania ingombra di penne e quaderni di tutti i tipi  "ho saputo che le piace scrivere, cosi mi sono permessa di portarle l'occorrente" disse Alcare che l'aveva seguita,  la ragazza si volto' colma di riconoscenza  " grazie, ma dammi pure del tu non preoccuparti"  disse sedendosi alla scrivania ed afferrando una penna "se vuole io sono di la'"  disse l'elfa con un sorriso, ma la ragazza  tutta presa dalla sua ispirazione quasi non l'ascoltava mentre scriveva,  dopo un po', la ragazza mise insieme circa dieci pagine scritte e soddisfatta ando' a sdraiarsi sull'amaca e si addormento'.  Non seppe mai quanto tempo trascorse con gli occhi chiusi ma al suo risveglio era di nuovo nel salotto di casa sua col libro in grembo, si alzo' di malavoglia pensando che un mondo del genere era decisamente troppo bello per essere vero ma voltandosi vide accanto a s'e' la penna con cui aveva scritto le dieci pagine, e sorridendo penso' che alla fine un mondo dove poter coltivare tutto cio' che le piaceva esisteva davvero e che vi sarebbe tornata ogni volta che avesse voluto.
  
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