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Autore: Kilaren    10/09/2012    3 recensioni
Quando avevo cinque anni vivevo con la mia famiglia a Osaka, in un normale quartiere piuttosto solitario. Ricordo che un giorno la mamma mi disse che si era trasferita una famiglia nella casa accanto alla nostra, i Kagamine, e che avevano un figlio della mia età, più o meno.
[...]
“Buuuongiorno gente! Siete pronti per un’altra giornata elettrizzante? Noi di radio TokyoPop vi auguriamo una mattinata serena al ritmo del nuovo singolo di Kaai Yuki! “
Tiro un cuscino contro quello stramaledettissimo aggeggio, ma sopravvive comunque. Irritato, esco dal mio rotolo di lenzuola e coperte, e mi strofino gli occhi per svegliarmi del tutto. La Golden Week è terminata, si torna a scuola... che noia micidiale, l’unica cosa positiva è che rivedrò Miku. Aah... Miku! Lei... lei...!
“ E qui per voi, abbiamo un buongiorno direttamente dalle labbra di Kaai Yuki-chan!”
- Zitto tu, non me ne frega niente di Yuki! – esclamo, riafferrando il cuscino di poco prima e rilanciandoglielo contro.
[...]
- GUMI MEGPOID, COSA C’E DI ANORMALE IN TE? – urlo, alzandomi di scatto, attirando – inevitabilmente – l’attenzione
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credo siano in molti quelli che, vedendo il mio nome, siano fuggiti in lacrime senza nemmeno dare uno sguardo alla storia, e li capisco, sul serio. Ho rovinato più volte i Kagamine, ma mi sono spinta anche oltre ogni limite possibile e immaginabile, ho rovinato quasi tutti i Pairing principali in una sola botta. [...]
Sono un genio del male! Ahahaha!... Conquisterò il mondo...!
- Si rende conto di essere un insulso elemento col complesso dello Hikikomori che abita in un appartamento da sei tatami ed esce ogni tanto giusto per fare la spesa al konbini vicino casa sua. -
. . .
Ok, da ciò potete facilmente supporre che sono torna molto, molto più fumata di prima. {E che ho letto Welcome to the NHK, ma sono dettagli. }
Allora... firmo il mio glorioso ‘Buonsalve’ con questa roba di nome ‘Yellow.’, dove si nota che ho dato il meglio di me. – Ma anche no. Semplicemente sono riuscita a portare alla luce più di dieci pagine di Word. Gioite, gente, gioite.
Non disperatevi – no, cioè, esiste qualcuno che si dispera per me? Ow – tornerò tra poco con un’altra chicca... spero di postarla entro il venti. Perché proprio quella data? Lascio a voi anime pie intuirlo { ergo, se qualche scansafatiche si fa un giro sul mio profilo e da uno sguardo alla data in cui mi sono iscritta su EFP... }
Maaa comunque, non la dedico a nessuno in particolare... diciamo un po’ a tutti che – inconsapevolmente – mi donano un gasamento incredibile ogni volta che leggo le loro recensioni... ah, e alla nuova presentazione di AliYe, che trovo sia una cosa mostruosamente figa. Sì, dear, ti faccio pubblicità ovunque! o
E poi, mi piace narrare le cose dal punto di vista di Len, mi ci trovo bene. Anche se Rin è una delle mie Vocaloid preferite, credo che non riuscirei a parlare per conto suo. Per me lei è viziata, dolce, romantica, credulona... è Rin.

Ja ne,
Kila.

 




Attenzione: Fanfiction piena di richiami alla cultura giapponese, quindi armatevi di Wikipedia e pace e amore. In questa storia Rin e Len non sono fratelli, ma amici d’infanzia. Sì, per una volta non scrivo qualcosa di incestuoso. [...]
 

 
 
 



Yellow.

“Come ti chiami?”
“Rin.”







Quando avevo cinque anni vivevo con la mia famiglia a Osaka, in un normale quartiere piuttosto solitario. Ricordo che un giorno la mamma mi disse che si era trasferita una famiglia nella casa accanto alla nostra, i Kagamine, e che avevano un figlio della mia età, più o meno. Le chiesi come mai avessero il nostro stesso cognome, e lei mi spiegò che in una nazione popolosa come il Giappone non era un evento raro, quindi non dovevo spaventarmi. Mi chiese se volevo andare a giocare col mio nuovo ‘amico’, e io, da bravo figlioletto, annuì con un cenno del capo, uscendo di casa e dirigendomi verso l’abitazione di fianco la mia. Scrutai attentamente il cancelletto nero, indeciso se entrare o no. Essendo io particolarmente timido, decisi di fare dietrofront e tornare da mia madre, ma una vocina fermò i miei piani.
“ Ciao. “
Mi voltai per capire a chi appartenesse quel saluto, e mi ritrovai davanti a una bambina. Una graziosa bambina.
Aveva i capelli corti, biondi, e due occhioni blu decorati dalle lunghe ciglia nere. Gli angoli della bocca erano curvati per formare un sorrisino, mentre con quelle iridi simili alle mie mi squadrava da capo a piedi. Fisicamente mi assomigliava parecchio, dovevo ammetterlo. 
“Ciao”, ricambiai il saluto, in attesa di una sua reazione.
Scoppiò a ridere.
Era una risata angelica, meravigliosa, contagiosa...! In tutta la mia vita mai avevo udito tale suono sublime.
E poi?

“Driiiin”


E poi è suonata la sveglia.




“Buuuongiorno gente! Siete pronti per un’altra giornata elettrizzante? Noi di radio TokyoPop vi auguriamo una mattinata serena al ritmo del nuovo singolo di Kaai Yuki! “
Tiro un cuscino contro quello stramaledettissimo aggeggio, ma sopravvive comunque. Irritato, esco dal mio rotolo di lenzuola e coperte, e mi strofino gli occhi per svegliarmi del tutto. La Golden Week è terminata, si torna a scuola... che noia micidiale, l’unica cosa positiva è che rivedrò Miku. Aah... Miku! Lei... lei...!
“ E qui per voi, abbiamo un buongiorno direttamente dalle labbra di Kaai Yuki-chan!”
- Zitto tu, non me ne frega niente di Yuki! – esclamo, riafferrando il cuscino di poco prima e rilanciandoglielo contro. Miku Hatsune è una delle ragazze più carine, socievoli, allegre e disponibili della mia scuola, nonché mio eterno amore da quando avevo undici anni. Non le ho mai rivolto la parola, non ne ho il coraggio, ma un giorno di questi mi dichiarerò, sì!
Mentre immagino un ipotetico matrimonio con Hatsune-san, la porta di camera mia si apre – o meglio, viene praticamente distrutta.
- Oniiii-chaaan – mia sorella Lenka mi corre in contro, - Buongiorno, Onii-chan! – esclama, sorridendo.
- Nee-chan! Quante volte ti ho detto di non aprire la porta così forte? Sii più femminile, per favore. – la sgrido, prendendola in braccio. Lenka non è molto più piccola di me, abbiamo solo quattro anni di differenza, ma si ostina a comportarsi in modo infantile.
Il perché non l’ho ancora scoperto, con tutta sincerità.
- S-scusa, O-onii... non lo farò più... p-promesso... – balbetta, sul punto di piagnucolare. Sospiro, abbracciandola, - Su... non importa, andiamo a fare colazione, ok? -
Annuisce con un cenno del capo, sorridendo. Adoro quando sorride, specialmente quando è tutta rossa in viso. Ha un’aria dolce.
- Cooolazioneee! – urla allegramente, ‘uscendo’ dal mio abbraccio stritolatore e correndo a tutta velocità verso il piano inferiore. Aah, i ragazzini d’oggi!
Mi alzo dal materasso, dirigendomi verso il bagno.
- Len, questa è la tua occasione, oggi ti dichiarerai a Miku, sì! Devi essere un figo, chiaro? – mi dico, guardandomi allo specchio. Dopo essermi lavato, vestito, profumato e tutto, corro giù in cucina per salutare la mia famiglia prima di andare a scuola.
- Ehy nanetto, cos’hai fatto? Hai usato una puzzola come dopobarba, per caso? - 
Eh?
- Gumi? Si può sapere che ci fai qui?! – sbraito indicandola. Gumi Megpoid, la mia migliore amica: un Otaku incallita con la fissa per lo Yaoi. Ci conosciamo da quando vivo qui a Tokyo, quindi da più di dieci anni. Aah, beh, amicizia duratura, eh?
- E’ ovvio, Kagamine, mi nutro. – mi risponde, mantenendo la sua solita strafottenza assoluta.
- Gumi-chan non aveva fatto colazione, poverina! – esclama Lenka appolipandosi alla ragazza dai capelli verdi.
-  Che scena pietosa... – mormoro portandomi una mano alla testa.
- Ma zitto tu! Io e Lenka-chan ci vogliamo bene, non puoi capire! – replica Gumi ricambiando l’appolipamento di mia sorella. Sospiro.
- Per favore, Megpoid, muovi il culo. E’ tardi. – affermo, afferrandola per il colletto della divisa alla marinaretta e trascinandola fuori dalla porta di casa.
- Ciaoo fratelloneee! Ciao Gumii-chaaan! – urla Lenka, salutandoci con un gesto della mano.
- Ci vediamo dopo. – dico, sorridendole, mentre Gumi ricambia il saluto imitando il gesto dell’altra, con in bocca una fetta di pane tostato.
Ci incamminiamo fino a scuola – che non è molto distante da casa mia, ma sono dettagli – parlando del più e del meno, come sempre.
- Allora, Kagamine? Hai intenzione di dichiararti alla Hatsune, oggi? – mi chiede la ragazzina dai capelli verdi saltandomi addosso
- Smettila di chiamarmi Kagamine, per te sono Len-chan, lo sai... – mormoro, ignorando la domanda riguardante Miku. Oh, lei ama prendermi in giro, questo lo so bene.
- Va bene, va bene! Ma ora rispondi! Hai intenzione di rivelare il tuo immenso, grande, infinito amore nei confronti di lei, la tua divinità, Miku Hatsune? – blatera gesticolando.
Come sempre, d’altronde. Erano discussioni monotone che si ripetevano ogni santo, benedetto giorno.
- Forse. – sbuffo, continuando a camminare. Riesco già a intravedere alcuni ragazzi correre all’interno dell’istituto.
- Gumi, che ore sono? – le chiedo, prima che possa urlare come una matta per ottenere una risposta decente
- C-cos? Ah, che ore sono? Le... – la sua voce si blocca poco prima di finire la frase. Mi volto per capire qual è il problema, - Gumi? -
E’ paralizzata, le iridi simili a gemme sono puntate sull’orologio che ha al polso.
- ...Len, inizia a correre. Siamo fottuti. -

E fu così che io, Len Kagamine, arrivai in ritardo il primo giorno di scuola.



***
 


Per fortuna la Homeroom non era ancora iniziata, quindi io e Gumi eravamo salvi.
- Ehy Len, conto su di te! Fai del tuo meglio per conquistare la Hatsune! – mi sussurra quella pazza di una Yaoista spintonandomi contro il banco di Miku.
- Uh? Ah, Kagamine-kun! Ti ricordi di me? – mi chiede l’ottava meraviglia del mondo, sorridendo.
Aah, come faccio a non ricordarmi di lei? Dì qualcosa Len, dì qualcosa...!
- Buongiorno ragazzi! -
Quella voce...
- Sensei Kamui! – esclama Gumi avvicinandosi al nostro insegnante, Gakupo Kamui, nonché protagonista della love story della mia migliore amica – finta love story, sia ben chiaro.
Mi allontano dal banco di Miku – che, in tutto quel tempo, era stata trascinata da delle sue amiche nel ‘circolo dei pettegolezzi mattiniero’ – e prendo posto.
Dopo un chiacchiericcio generale, cala il silenzio in aula. Kamui si schiarisce la voce, per poi sorridere e aprir bocca – Ragazzi miei, ho l’onore di annunciarvi che è arrivato un nuovo membro nella nostra grande famiglia. Prego, vieni avanti, non farti problemi! – annuncia, indicando la porta
Un nuovo alunno? Chi cambia scuola dopo la Golden Week? Bah...
Non mi interessa nulla del nuovo studente, piuttosto... come farò per dichiararmi a Miku?
- Su, presentati! – esclama Gakupo. Probabilmente sta parlando con il novellino...

- Il mio nome è Kagamine Rin, piacere. -

 
- Cos?! – mormoro, alzando lo sguardo istintivamente verso la cattedra. Al fianco del ragazzo dai lunghi capelli viola – rigorosamente legati – c’è una ragazzina minuta, della mia età, quasi sicuramente. Capelli corti e biondi, iridi blu, lunghe e folte ciglia nere, pelle cerea, aria familiare.
Io la conosco, quella lì.
- Su, Rin-chan, prendi pure posto. – Kamui le indica un banco non molto distante da quello di Gumi – rimasta anche lei sconvolta, nel frattempo.
Quello scimmione viola si prende sempre troppa confidenza con noi studenti, ora che ci penso... m-ma non è questo il punto!
Osservo Rin camminare tra i banchi, per poi sedersi al proprio posto, il tutto in silenzio. Gira il volto di scatto, rivolgendomi uno sguardo disinteressato, per poi sorridere compiaciuta e tornare a guardare la lavagna. Rimango con un sorrisetto ebete in volto.

***


- Coooosa? -
Gumi ha in viso un espressione sorpresa.
- Cioè, mi stai dicendo che conoscevi quella lì già prima!? – esclama, indicando Rin, che sembra immersa nel mondo dei sogni.
- Shhh, fa meno rumore! Ti ho detto che non ne sono del tutto sicuro... sembra solo... una persona familiare, ecco. – affermo, dandole un pugnetto sulla spalla.
- Ow... perché non le parli? – mi propone, massaggiandosi il punto dove l’ho colpita
- Stai scherzando? Meglio evitare brutte figure... piuttosto, che abbiamo dopo la ricreazione? – le chiedo, appoggiando la testa sul palmo della mano
- Uhhhm... – si porta l’indice alle labbra, pensierosa - ... credo educazione fisica! -
- Che noia... – borbotto. Già, considero educazione fisica una materia noiosa, più noiosa di storia. E’ stancante.
- Su, Kagamine-kun, è bella come materia. – replica Gumi imitando la voce di Miku. Ooh... quanto la detesto quando fa così...
- Ma smettila! – esclamo spintonandola – per scherzo, ovviamente.
Scoppiamo entrambi a ridere come due deficienti.
- Senti un po’, hai detto che Kagamine Rin ti sembrava  una persona familiare... ma chi, in particolare? – mi chiede poco dopo
- Uh? Ahn... nessuno di speciale, se devo essere sincero... credo una bambina che conobbi tempo fa a Osaka... ma, però, perché c’è un però, non ne sono del tutto sicuro. – rispondo, guardando con disinteresse le frasi riportare sul mio banco.
- Osaka? – domanda Gumi sedendosi sulle scritte che stavo attentamente studiando.
- Ow... – mormoro, dispiaciuto, per poi risponderle - ...sì, Osaka. Ricordi? Prima di venire qui, a Tokyo, abitavo lì con la mia famiglia. Ho memorie confusionarie riguardo a quel periodo, poiché ero ancora un bambino... -
- Un bambino come Lenka? – mi interrompe, guardandomi
- No, avevo cinque anni, Lenka ne ha dodici. E poi, scusa, non è più una bambina, ormai è grande! – esclamo alterando lievemente il tono della voce. Odio quando paragonano mia sorella a una poppante, ormai è una donna, sa cavarsela da sola.
- ...Ma comunque... dicevo, avevo cinque anni, e ricordo che un giorno si trasferì alla casa di fianco la nostra una famiglia col nostro stesso cognome... -
- Kagamine? -
- Esatto. Non ricordo altro... solo... aveva un bellissimo sorriso. -  continuo, riflettendoci su.
- E poi? Che fine ha fatto? – mi chiede, incuriosita
- Niente, dopo essermi trasferito qui, a Tokyo, ho perso ogni contatto con lei. D’altronde, avevamo solo cinque anni... – rispondo, spostando lo sguardo verso Rin. Chissà...
Gumi scende dal banco, ridacchiando, - Kagamine, ascoltami! Tu, oggi, non ti dichiarerai a Miku, ma a Rin! -
La fisso. Guardo Miku, poi Rin. La fisso.
- GUMI MEGPOID, COSA C’E DI ANORMALE IN TE? – urlo, alzandomi di scatto, attirando – inevitabilmente – l’attenzione di tutti. Gakupo mi fissa.
- Len-kun, va tutto bene? – mi chiede, notando che sono sul punto di uccidere la ragazzina dai capelli verdi
- Posso andare in infermeria? – chiedo, sbuffando. Kamui annuisce con un cenno del capo, lasciandomi andare. Mi dirigo, infuriato, fuori dall’aula, blaterando su quanto Gumi sia idiota.
Cammino per il corridoio, quando a un tratto decido di fermarmi.
- Mannaggia a lei... – borbotto, sedendomi sul davanzale della finestra.
- Kagamine-kun?-
Miku?
- S-sì? – balbetto, non ho il coraggio di guardarla in viso
- Va tutto bene? Prima ho sentito te e Megpoid parlare... –  sento che si sta avvicinando, ne sono certo. Dio, perché a me?
- A-ah... m- mi spiace se ci hai sentito parlare... i-io...! – continuo a balbettare, arrossendo
- E’ tutto ok, Kagamine-kun. Tu mi piaci tanto, sai? -
Il mio cuore perde un battito.
- C-cosa? – non riesco a crederci, non riesco a guardarla. Dio, dio, dio!
Sento delle mani delicate – e profumate, soprattutto – afferrarmi il mento. E’ questione di pochi secondi, le mie labbra entrano in contatto con quelle di...


...Rin?
 

Spalanco gli occhi dallo stupore. Non era Miku?! Dov’è la mia Miku?!?! Miiiikuuuu! Che ci fa qui Rin...?!
Mentalmente continuo a sbraitare, però... però quel bacio... mi piace. Le labbra di Kagamine Rin sanno di arancia, hanno un buon sapore... non riuscirei a descrivere le mille sensazioni che mi sta provocando quella ragazza... ma... cioè...
E’ bello.
All’improvviso quel contatto – meraviglioso – si interrompe. Rin mi sorride, ha un sorriso stupendo, angelico, meraviglioso...!
- Aspetta un momento... tu sei... sei... – balbetto indicandola
- Gemellini! – esclama una voce che, questa volta, riesco a riconoscere per bene. Miku ci corre in contro, ridacchiando.
- H-Hatsune-san...! – la guardo, però non arrossisco, stranamente.
- Hatsune-san, come mai sei qui? – borbotta Rin, irritata.
- Aah, Sensei si stava preoccupando per voi, gemellini biricchini! – ridacchia
- Gemellini biricchini? – chiedo io, massaggiandomi la testa, confuso. Mi ero perso qualcosa?
- Ma sì, Kagamine-kun! Sia tu che Rin-san vi assomigliate incredibilmente, inoltre avete lo stesso cognome. – risponde, continuando a sorridere.
- Che stupidaggine... in Giappone esistono molte persone che non si conoscono e hanno lo stesso cognome! – replica la mia ‘gemella’, portandosi le mani ai fianchi
- Sì, ma voi vi assomigliate anche fisicamente, anzi, siete due riflessi. – continua Miku, indicandoci
In effetti...
- Bah... io torno in classe... – mormora Rin allontanandosi e dirigendosi verso l’aula, rimanendo me e Hatsune da soli. Non so, mi sento come quando sono da solo con Gumi.
Dopo qualche minuto di silenzio, Miku inizia a parlare.
- Len... dimmi una cosa... -
- Uhm? -
- Tu e la nuova studentessa... insomma... state insieme? – mi chiede, senza guardarmi. Non ne sono del tutto sicuro, ma mi sembra apparentemente triste.
- Beh, fino a prova contraria... no. – rispondo, convinto.
- Allora... quel bacio era insignificante, giusto? – continua, stringendo i pugni
Quindi era presente al momento del bacio? Maledizione...
- ...Se è così, che ne dici di... ecco... insomma... Kagamine Len, tu mi piaci! Sono innamorata di te! – esclama Miku, arrossendo
Perché non sento nulla?
- Hatsune... anzi, Miku... mi spiace, ma io... sento di non ricambiarti. – le dico, avvicinandomi a lei.
Cosa diamine sto dicendo? Questo è la mia occasione, la donna che ho sempre amato mi si sta dichiarando, mi ricambia, lei mi ama e io an... che?
- Capisco... mi spiace... allora, io vado... –
Sento che sta per piangere. La guardo correre via, ma non si dirige verso l’aula. Me l’avevano detto che era molto sensibile, anche troppo... io, però, non posso farci nulla.
Mi incammino verso la mia classe, anche se c’è un dubbio che mi assale. Apro la porta d’ingresso e mi ritrovo come ‘spettacolo’ tutte le mie compagne mezze nude che si cambiano per l’ora di educazione fisica.
Ecco qual’era il dubbio.
Vengo cacciato fuori dall’aula a calci nel sedere, tra urla e ‘va a quel paese’ vari. Oh, ho una memoria scarsa, non c’è che dire...
- Aah, Len-kun, sporcaccione! – afferma Gakupo ‘pattandomi’.
Ci mancava solo un pat-pat da parte di un pervertito...


***


L’ora di educazione fisica è stata stressante, ma la pausa pranzo mi ha ridato le forze. Non me la sentivo di rimanere anche per i corsi del doposcuola, quindi con una scusa me la sono svignata e sono tornato a casa. A dirla tutta, non ho voglia di tornare a casa...è da un ora che sono seduto qui, su questa sottospecie di collinetta, a fissare il tramonto. Era da tempo che non trascorrevo momenti del genere, ne sentivo la mancanza. Cerco di distrarmi dai pensieri riguardanti quel bacio, la depressione di Miku, l’ira di Gumi per non aver assaggiato i suoi biscotti al limone – che odio, tanto per precisare. Sono meglio i dolci a base di banane.
Ma niente, non ci riesco. Mi distendo sul prato, socchiudendo gli occhi, nel vano tentativo di ricordare qualcosa sugli eventi di ben undici anni fa. Il suo sorriso, Len, riparti dal suo sorriso!

“C-come ti chiami?” balbetto, chinando il capo
“ Rin”  risponde, avvicinandosi a me
“ Io... Len. “ dico a mia volta
“ Qual è il tuo colore preferito, Len-chan?” mi chiede all’improvviso, prendendomi le mani. La guardo, confuso, “Giallo”
Rin sorride.
“E’ anche il mio colore preferito! Il fratellone Rinto mi ha detto che in inglese si dice ‘Yellow’! Yellow, yellow, yellow! “ esclama, ridacchiando.
“Y-yellow?” chiedo, osservandola. E’ così allegra, la invidio...
“Ya, yellow!”



Apro di scatto gli occhi, sorpreso. Un ricordo, finalmente!
Mi alzo dall’erbetta e comincio a correre a per di fiato. Devo chiarire la situazione con Rin, e forse so dove trovarla, ma magari sono solo supposizioni prive di basi sensate. Chi lo sa.
Vicino scuola c’è un templio Shintoista. E’ un templio molto particolare, poiché all’interno della struttura c’è un Maneki Neko giallo enorme. Si dice che il monaco che ci vive sia un fissato di Maneki Neko, e che oltre a quel gatto enorme ce ne siano altri più piccini, ma sempre gialli. Ho sentito alcuni chiamarlo ‘Kami Neko’ proprio a causa della sua fissazione, ma questi sono dettagli. Rin amava il giallo, se non sbaglio, quindi dovrà pur conoscere quel templio, no?
Arrivo a destinazione, col fiatone, ma ci arrivo. Osservo lo shimenawa appeso all’asta orizzontale del torii, elemento presente in tutti i templi shintoisti. Non notando nessuno nel cortile, entro all’interno della struttura.
Mi ritrovo davanti a una scena a dir poco... stramba? Rin e il Kami Neko stanno venerando il Maneki Neko con delle frasi piuttosto inusuali. – Trovo tutto ciò inquietante, in effetti.
- Yellow-sama, chiedo aiuto a te! Realizza il mio desiderio, fa che Len mi ami! – blatera la ragazza imitando le pose strane del monaco
- Ottimo lavoro, Rin-san! Potresti fare la Miko, sei eccezionale! –afferma l’uomo – anziano, a quanto pare – stringendole la mano. Tossisco per far notare la mia presenza, e Rin si volta per guardarmi. Sembra sorpresa.

- Len? -
- Rin. –

- Allora io mi dissolvo... e ricorda, Rin-san, Maneki Neko! – esclama Kami Neko uscendo di scena. Rin non risponde, mi guarda in silenzio.
- Perché non me l’hai detto prima? – le chiedo, avvicinandomi
- Perché tu amavi Miku. Come ho detto in passato, ho ascoltato la discussione tra te e Megpoid. – mi risponde, rivolgendo lo sguardo verso tutt’altra parte
- Hai ragione, però... -
- No, Len, non c’è un però. Non puoi amare una persona solo perché ti ha baciato, non puoi innamorarti in un giorno di qualcuno, è impossibile, capisci? Ho visto Hatsune, prima di andarmene da scuola. Stava piangendo, era sul tetto, voleva buttarsi. Voleva morire per colpa tua, ma l'ho fermata in tempo. – mi interrompe, guardandomi negli occhi
Sento un colpo al cuore.
- Non volevo tutto questo...! – mi giustifico.
- Sapevo fin dall’inizio che, pur tentando l’impossibile per venire qui, dalla persona che ho amato per anni, il mio amore sarebbe rimasto insignificante. Credo che sia meglio che tu stia con Miku, sai? Il mio è stato un amore nato da un’amicizia piuttosto infantile, un colpo di fulmine, la tipica cottarella sull’amico d’infanzia. C’è una canzone di Kaai Yuki che parla di certi argomenti, se non sbaglio... -
- E’ il suo ultimo singolo. – preciso, afferrandola per un polso.
- Len? – Rin spalanca gli occhi.
E’ questione di pochi secondi.


“Perché l’amore può sbocciare anche in una mattinata
Perché amiamo una persona per le sensazioni che ci dona
E non ha importanza chi essa sia
Se ci rende felice, se ci fa perdere un battito ogni volta
Quella persona merita di ricevere tutto il nostro amore
Perché quella persona sarà il nostro amore.”



La bacio, le dimostro che la amo. Quel contatto è qualcosa di sublime, è come se stessi mangiando un’arancia in piena estate mentre guardo il tramonto sulla spiaggia. Vorrei che non finisse mai, ma sento l’aria mancarmi, così abbandono quella meravigliosa sensazione. Rin mi guarda, sta piangendo.
- Perché...? – mormora
- Perché cosa? – le chiedo, asciugandole le lacrime
- Perché mi hai baciata? Tu... tu non puoi innamorarti di qualcuno in una mattinata! – urla, continuando a piangere
- Questo lo credi tu, - la abbraccio, la stringo forte a me – prima hai citato la canzone di Kaai Yuki, e dimmi... cosa dice quella canzone? -


“ Ama e lascia amare
Vivi ogni singolo giorno al fianco della persona che ti dona il sorriso
Quella sensazione d’armonia che ti circonda
Quando c’è lei
Quella sensazione non è altro che
Amore”


- S-siamo nati per amare, non per odiare...- balbetta, confusa
- ...Quindi doniamo il nostro amore a qualcuno, scegliamo una persona e... – continuo, afferrandole il mento
- E doniamole la nostra essenza, condividiamo il nostro amore... con lei. -
Le nostre labbra si incrociano ancora una volta.


“E’ incredibile, se ci pensi, ma non così tanto
C’è una cosa chiamata ‘colpo di fulmine’
E’ quando ti innamori di qualcuno al primo sguardo
Quando senti che quel qualcuno è perfetto per te
Quindi, lascia che sia.”



E poi è suonata la sveglia.








Five years later.

 

“Buuuuongiorno gente! Vi auguriamo un buongiorno speciale con una canzone di IA!”
Lancio il cuscino contro la radiosveglia. L’anno scorso ha debuttato una nuova cantante, IA, e quindi la carriera della giovane Kaai Yuki è terminata frettolosamente. Sembra essere scomparsa nel nulla, e un po’ mi dispiace.
- Leeen... ho sonno... – borbotta Rin, rannicchiata tra le coperte. Sbuffo.
Cinque anni fa, dopo quel bacio, io e Rin Kagamine ci siamo fidanzati. Gumi era incredula, blaterava cose del tipo “CIOE’, TU TI SEI MESSO CON UNA CHE CONOSCI DA UN GIORNO?!”, ma poi le ricordavo che io e la mia fidanzata eravamo amici d’infanzia. Lenka reagì come Gumi, mentre Miku...
Miku?
Con lei ho perso i contatti. Si trasferì qualche giorno dopo, senza dar spiegazioni. Tutt’ora la cosa mi inquieta.
Ma comunque... io e Rin ora conviviamo, andiamo alla stessa università, facciamo più o meno le stesse cose... proprio come gemelli.
“Gemellini biricchini!”
E’ come se ci leggessimo nel pensiero, sul serio...!
- Leeen?! – esclama, irritata
Ecco, ecco! Subito, lasciatemi riflettere, voglio custodire ogni ricordo nel mio cuore per non perderlo!
- Rin, il tuo colore preferito è giallo. – affermo, tutt’un tratto
- Uh? Sì, qui... -
- Yellow. – la interrompo, sorridendole.

 
Voglio custodire ogni ricordo nel mio cuore, così da non perderlo.

Yellow.
E’ quando ti innamori di qualcuno al primo sguardo
Quando capisci che quella persona è perfetta per te
Quando il tuo cuore perde più di un battito in sua presenza
Quel momento nel quale rischi un infarto ogni volta che le rivolgi la parola
Yellow.
Le sue labbra dal sapore della brezza mattutina
Quell’aroma d’arancia
Quella sensazione di guardare il tramonto in agosto inoltrato
Disteso sulla spiaggia, avvolto dall’armonia e dal silenzio
Yellow.
E’ quando vedo Rin sorridere.
Yellow.
E’ una parola insignificante per tutti
Ma che per me, è più importante di qualsiasi altra cosa.



“Let it be.”


 
 
 
 
 










 


 
 

Finito. Finalmente finito. Ammetto che la fine mi lascia perplessa, con tutta sincerità. Forse dovevo approfondire di più gli eventi dopo il bacio. – In realtà, se vogliamo essere sinceri, tutta la storia è nonsense. Ma comunque.
Non so quanti di voi lo capiranno, ma meglio precisare:
- Kaai Yuki è una Vocaloid2 non molto popolare. – O almeno credo, eh;
- ‘La canzone di Kaai Yuki’ non è una sua canzone, ma bensì un pretesto per inserire nella storia quei versetti e includere anche lei;
- Il passaggio dalla venerazione di ‘Kaai Yuki’ alla venerazione di ‘IA’ si può interpretare anche come il passaggio da una vecchia generazione dei Vocaloid tanto amata, a una nuova e moderna  versione  dove IA è una delle V3 con la voicebank più realistica;
- Dovrei riempire almeno due capitoli per spiegare per bene tutti i riferimenti alla cultura giapponese e alla religione shintoista che si effettuano nella storia, quindi eviterò. Tanto la storia si può godere benissimo anche senza approfondire {credo.};
- ‘Ma xKé àì insrt rfrm àì cns è nn vuò spiegà?!’!??!!11’
Semplice, dear. Rin e Len sono dei prodotti con origini giapponesi, perché privarli della loro cultura? Credo che tutto ciò dia un effetto più realistico alla storia;
- E’ partito tutto dalla frase ‘Let it be’, ergo ‘Lascia che sia’. Perché a volte è bello abbandonarsi ai sogni, all’amore a prima vista, a tutte queste credenze, no?
Quindi questa è la morale – che non c’è, ma okay – dobbiamo abbandonarci ai sogni, ogni tanto, e lasciare che sia;

Bene. Ringrazio tutte le anime pie che hanno letto questa boiata.
Addio (?).




Ps. Per chi ha letto 'la boiata precedente a questa'... vi ricordate della questione di quelle sottospecie di Nico Nico Singers italiani che si spacciavano per Vocaloid/Fanmade? E che vi avevo promesso di copia-incollarvi la discussione ma non ho fatto nulla di tutto ciò? Ecco, sotto il video di Youtube hanno dato torto a una mia amica che, come me, sottolineava il loro errore, quindi sono partita subito a difenderla - vi ricordo che sono una persona irritante, ma anch'io ho i miei limiti - e mi sono ritrovata assalita da insulti e saputella vari, e addirittura dicevano che i Vocaloid facevano schifo. No, cioè.
Ragazzi, sono una Fan accanita, è ovvio che non voglio che i Vocaloid vengano ridotti in tale stato. Vi do un consiglio in italiano corretto, senza insulti, dandovi solo una dritta -e non sono l'unica che lo dice - e mi trattate così. Capisco che sono snervante, ma arrivare agli insulti è esagerato.
{ Linciatemi pure, ma per me uno può creare un FanMade solo quando è consapevole di cosa sono i Vocaloid, non mi può venire a dire che gli fanno schifo e poi scrive 'siamo Vocaloid che cantano in italiano'.}
Detto questo, chiunque voglia leggere la discussione - e magari intervenire, perché è stressante vedere gente che pubblica video a vanvera e continua a sostenere che VY3 non esiste - mi chieda il link via MP e glielo invio subito, con tanto di biscottino. E basta Note per oggi.


Kila.

   
 
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