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Autore: trix334    10/09/2012    0 recensioni
la storia parla di una ragazza che durante una normale serata viene paralizzata, si risveglia il giorno dopo in ospedale ma qualcosa è cambiato nel suo codice genetico
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Era l'alba quando mi svegliai, vidi mio padre con un'agenda in mano scrivere qualcosa, mi avvicinai per sbirciare ma calpestai un rametto, il rumore fece scattare in piedi mio padre che chiuse istintivamente l'agenda su cui stava scrivendo
-Sei sveglia! Pensavo stessi ancora domendo... Ma hai gli occhi gonfi... cos'è successo?-
-N... Non è  niente, solo un brutto sogno- Dissi sfregandomi gli occhi "dannato ragazzino" pensai, non sapevo chi fosse ma era lui che faceva andare avanti il mondo, forse era un dio, o forse solo un idiota -Scusami un attimo, vorrei meditare qualche secondo- Dissi rimettendomi a sedere, incrociai le gambe, tenni la schiena ben dritta, chiusi gli occhi e cominciai a inspirare col naso ed espirare con la bocca
-Non mi avevi detto che sapevi meditare-
-Non lo so fare infatti, mi è venuto tutto naturale- Era poco credibile, ma era la verità
"Sei tornata presto"
-Non sono venuta a parlare con te, voglio parlare con questo "ragazzino"-
-Oh ma tu ci parlerai, solo non oggi, per ora puoi parlare con me-
-Ma tu sei me, mi dici sempre quello che voglio sentirmi dire, sei solo una parte del mio subconscio che sa perfettamente cosa provo-
-No, io sono una portavoce, ho il tuo aspetto per farti sentire a tuo agio, per prepararti ad un incontro non lontano col creatore-
-Posso parlare con Aaron?- L'angelo stette in silenzio qualche istante
-No, non è il momento, ma parlerai anche con lui- Sbuffai sentendo la frase dell'angelo ma mi rassegnai
-Fammi tornare indietro- L'angelo con un gesto della mano mi fece svenire per farmi risvegliare nel mondo reale, Vidi mio padre seduto in un angolo, mezzo addormentato, che si spaventò quando mi vide rimettermi in piedi -Quanto sono stata in meditazione?-
-Quasi un'ora... Cos'hai visto?-
-Niente... Ma ora ho le idee più chiare- Mio padre era sempre più confuso, afferrai il borsone e ripresi a camminare.
Arrivammo dopo poco ad una superstrada, ci fermammo a chiedere l'autostop, durante la prima ora le macchine scorrevano ignorandoci, poi finalmente qualcuno si fermò, entrammo in macchina, era una fiat punto classic, gli interni erano neri e i sedili ricoperti di materiale sintetico
-Dove siete diretti?- Chiese il guidatore
-Qual'è la città più vicina?-
-La città più vicina è Macao, è lì che sto alloggiando per una settimana con la mia famiglia-
-Macao è perfetta-
-Sapete, abbiamo tre figli, un maschio e...-
E' davvero strano- Mi sussurrò mio padre mentre il tizio continuava a parlare
-Cosa?- Gli domandai
-Un uomo che parla Americano in un paese in cui le persone parlano cinese mandarino-
-Beh, ha detto che è un turista-
-Con una fiat? in Asia!?!? No, non ci casco, probabilmente è della ný heim, l'associazione che ti ha fatto tutto questo- Osservai per qualche istante l'uomo che guidava, non aveva per niente l'aria di una persona malvagia
-... E quegli spiedini al pollo? Una gleði...-
-Come scusi?- Chiese mio padre
-Gleði? E' un termine che ho imparato in città, significa "delizia"-
-Potevano mandare una persona più intelligente a catturarci, Gleði è il termine islandese per "delizia"- Disse mio babbo, l'uomo sogghignò e tirò velocemente fuori una pistola con la mano destra, per puntarla contro mio babbo, continuando a tenere il volante con la sinistra
-Forse tu puoi resistere ad una pallottola ragazza, ma lui no, vi conviene stare lì buoni- Minacciò lo sconosciuto, mio babbo sembrava calmo, come se di pistole ne avesse viste abbastanza
-Haukur!- Disse mio babbo in tono minaccioso
-Sono onorato, ti ricordi addirittura il mio nome?-
-Come potrei dimenticare l'assassino di mia moglie- Mi scappò un gemito, lo guardai mentre il suo sogghigno si trasformava in un'inquietante risata -E' uno dei migliori soldati dell'agenzia, lo mandano in missione solo come asso nella manica, uno dei tanti, devono tenere proprio molto a te-
-Già, i superiori hanno detto che vogliono studiarti per creare dei super-soldati, una cosa abbastanza banale ma io mi limito ad eseguire gli ordini, cioè di portarti da loro viva, di lui non mi hanno detto niente quindi potrei anche ucciderlo- Staccò l'altra mano dal volante, ora nessuno stava guidando, l'auto iniziò a sbandare, vidi Haukur scomparire nel nulla un attimo prima che l'auto si schiantò contro un albero, cercai di gettarmi sopra mio padre per proteggerlo ma andammo a sbattere prima che potessi fare niente, non mi feci male, ma mio babbo sbattette la testa e svenne, lo tirai fuori dalle macerie, feci qualche passo con mio padre sulle spalle ma la macchina esplose, lo sbalzo mi fece volare per qualche metro, lo strinsi forte per non farlo volare via, atterrai di pancia, ancora una volta non sentii dolore. Feci in tempo ad appogiarlo al suolo quando venni spinta all'indietro da qualcosa, mi rialzai e Haukur era ora di fronte a me, tirai un pugno ad occhi chiusi ma fu come prendere a pugni l'aria, infatti appena li riaprii Haukur era scomparso, era ora dietro di me che caricava un pugno, mi prese in pieno naso, feci qualche passo all'indietro per lo spavento ma non sentii dolore, lo vidi mentre si massaggiava le nocche, ne approfittai per colpirlo ad un fianco, purtroppo scomparve prima che riuscissi a toccarlo, mi voltai di nuovo e vidi che teneva in ostaggio mio babbo puntandogli la pistola di prima alla tempia, alzai le mani al cielo in segno di resa e lo vidi sorridere soddisfatto -Brava ragazza, sei intelligente, fai onore a tuo padre- disse sogghignando -Ora avvicinati lentamente- Feci come disse
-Dove mi vuoi portare?-
-In Islanda, dovresti essere felice, potrai vedere il luogo dove tua madre è morta!- Disse in tono allegro, strinsi i pugni, sentendomi sottomessa, non potevo fare niente per impedirlo. Arrivai vicino a Haukur, che gettò violentemente a terra mio padre e mi afferrò un braccio, sentii una forte pressione pervadermi il corpo che mi fece svenire
"Due volte in un giorno, sicura di non volerti abbonare?"
-E' forse il ragazzino che ti suggerisce certe battutacce?-
-A me ha fatto ridere-
-Cosa mi è successo?-
-Nulla, sei semplicemente svenuta-
-Da quanto?-
-Qualche ora-
-Mio babbo è rimasto indietro, come farò a trovarlo ora?-
-Troppe domande, la pazienza è la virtù dei forti, e tu dovresti averne un sacco di pazienza-
-Puoi smetterla con queste battutacce e farmi rinvenire?-
-Sì scusa, hai ragione- L'angelo mosse la mano come la volta scorsa e sentii il corpo cedere prima di essere catapultata di nuovo nella realtà.
  
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