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Autore: jede    10/09/2012    4 recensioni
Piccoli attimi della vita di Santana e Brittany, assieme.
-I WANT YOU
-WAIT FOR THIS LOVE
-THE FIRST DAY
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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I WANT YOU

 
 
Brittany non sopportava gli ospedali. Questo, ovviamente, Santana lo sapeva benissimo, ma non si era lasciata addolcire dal suo solito sguardo da cucciolo e l'aveva caricata a forza in auto.
Letteralmente.
Ora, la bionda, se ne stava seduta imbronciata dall'altra parte del corridoio, seduta sopra a quello che aveva tutta l'aria di un armadietto basso, su cui erano state posate alcune riviste e qualche foglietto di carta, di cui Santana non riusciva ad immagine neppur un motivo valido per cui usarli; In fondo, che ne se faceva una persona di un foglietto di carta al pronto soccorso?
Una domanda inutile e poco essenziale, ma almeno era un modo come un'altro per ignorare lo sguardo imbronciato della sua ragazza.
Uno sguardo, che sinceramente, non sarebbe riuscito a far addolcire neppure Kurt Hummel, e tutti sapevano che oggigiorno far addolcire quel ragazzo con la sua innaturale ed improvvisa voglia di maternità, era un gioco da ragazzi.
Innaturale, non perchè fosse gay, d'altronde anche lei era ormai una lesbica dichiarata, ma solo perchè sembrava assurdo a tutti che gli fosse spuntata questa voglia assurda di un bambino da un giorno all'altro, e di sicuro non poteva scordarselo Blaine.
Un sorrisetto fece varco sul suo volto, ripensando a quei due, ma si affrettò a nasconderlo prima che Brittany lo intercettasse: una cosa era ignorarla, un'altra era che arrivasse a pensare che la stava deridendo.
Una cosa impossibile.
Santana lanciò un'occhiata alla segreteria dove pochi minuti prima aveva lasciato i suoi dati, quelli della bionda e che in cambio li aveva dato un bigliettino: cioè, un bigliettino.
Con il numero, stampato su un'adorabile carta colorata. 
In un'altra occasione forse avrebbe ignorato questi dettagli, ma ormai aveva accettato la sua particolare agitazione ogni qualvolta che Brittany si feriva o aveva male da qualche parte, figuriamoci se non la notava proprio ora che solo un'ora prima, la bionda le piangeva su una spalla.
La vera tortura erano stati i minuti precedenti a quel pianto, quando da casa aveva dovuto mollare tutto quanto e precipitarsi alla sala prove dall'altra parte della città perchè un'Andy molto allarmato l'aveva chiamata avvisandola che la sua compagna aveva avuto un'incidente mente provavano. 
E poi, chi cavoli era questo Andy?! Santana ancora non se lo spiegava!
La preoccupazione e la paura che l'avevano accompagnata per tutto il viaggio in auto, erano aumentate davanti alla visione di una Brittany in lacrime, accucciata sul pavimento che si reggeva un piede messo un una posizione molto poco rassicurante; Ringraziava mentalmente quelle lezioni di teatro che aveva fatto poco dopo il diploma, in una piccola accademia di NY, perchè altrimenti non sarebbe mai riuscita a portare Brittany in auto senza farsi uscire qualche lacrima.
Era già visibilmente preoccupata la bionda, la  sua di preoccupazione non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.
Fortunatamente aveva resistito e adesso si trovava seduta in una silenziosa e deserta sala d'attesa di un'ospedale, con una fidanzata che la guardava per storto, un foglietto di carta in mano ormai tutto stropicciato e la faccia ancora sconvolta per il poco sonno; Infatti, la mora, aveva passato le ultime quattro ore in aereo, di ritorno da una conferenza a Manhattan che l'aveva tenuta occupata per una settimana intera.
E quello, di certo, non era il bentornato che si aspettava.
-Sei stanca?-, il sussurro di Brittany la distrasse dai suoi viaggi mentali.
Santana si voltò verso di lei, sedendosi dritta sulla sedia scomoda e passandosi una mano sul volto, cercando di sorridere. -No, sto bene-.
Il labbro inferiore di Brittany non sembrava aver intenzione di ritirarsi, ma la mora vedeva che ormai la maschera di freddezza si stava pian piano sgretolando.
-Forse puoi prenderti un caffè-.
Santana ci pensò un momento, ma alla fine dovette ammettere che un caffè le era proprio necessario. Cosi si alzò, stiracchiandosi appena. -Tu vuoi qualcosa?-.
La bionda negò, distogliendo lo sguardo e ricominciò a dondolare i piedi: o almeno, sul piede destro, perchè quello sinistro non aveva ancora ripreso un'aspetto molto rassicurante; Con i pantaloncini corti e solo i calzetti, era facile notare l'esagerato gonfiore, il colore rossastro della pelle e l'evidente sporgenza dell'osso della caviglia.
Con uno schiocco di lingua, Santana si chiese che razza di mente aveva quella donna nella segreteria per farla aspettare ancora, come se non si notasse la probabilità di un'osso rotto.
Scosse la testa, dirigendosi con passo strisciato verso le macchinette poco distanti e tirando fuori dalla tasca una manciata di monete; Il rumore della macchinetta per un'attimo fece scivolare Santana verso il sonno, ma si riscosse al bip e si battè una mano sulla guancia, per non cedere proprio in quel momento, fissando l'orologio appeso al muro che segnava l'una passata di notte.
Dalle porte a verto scorrevoli non si vedeva altro che buio e qualche fanale di qualche auto passare ogni tanto.
Guardò alle sue spalle, dove Brittany continuava a guardarsi la caviglia con ogni tanto qualche smorfia di dolore; Con un sospiro arreso, Santana si avvicinò all'altra macchinetta, pronta a sventolare una bandiera bianca in direzione della compagna.
Fece ritorno alla loro postazione, ma non si sedette subito, anzi, si piazzò davanti alla bionda e con un sorrisetto le allungò sotto al suo sguardo curioso una barretta di Mars che fece subito accendere i suoi occhietti.
-Mangia qualcosa, okay?-, le sussurrò, facendosi piu vicina fino a posare la sua fronte contro quella dell'altra.
Brittany rilasciò un sospiro tremulo a quel contatto, ma non si allontanò; Allungò le braccia, passandole intorno al collo di Santana per non farla allontanare, e la fissò mentre gli occhi della mora pian piano si chiudevano, affaticati.
Fu difficile trattenere il sorriso che poi le invase il viso davanti a quella visione cosi fragile di Santana: usò le unghie per grattare la base del collo, uno dei suoi punti deboli, per aiutarla a rilassarsi.
Da una parte le dispiaceva che dovesse perdere ancora cosi tante ore di sonno, ma dall'altra sentiva che non ci sarebbe mai potuto essere nessun'altro al suo posto, vicino a lei, quando stava male, e non voleva nessun'altro.
Voleva solo Santana.
Le accarezzò una guancia, partendo dalla tempia e scendendo fino a sotto il mento, per poi ripetere l'operazione al contrario.
-Smettila-, mugolò Santana.
La mano si bloccò sulla sua guancia leggermente arrossata. -Ti dà fastidio?-, sussurrò dispiaciuta la bionda.
Una lieve risata fece capolinea dalla sua gola. -No, ma cosi non mi aiuti a rimanere sveglia e vigile, anzi...-.
-Mi dispiace-, borbottò la bionda.
Santana aprì appena gli occhi, lanciandole un'occhiata di rimporvero da sotto le ciglia lunghe. -Non dirlo neppure. Non dirlo mai-, le posò una mano sulla guancia ancora un pò umida dalle lacrime versate. -Io ci sono sempre per te-.
Brittany sorrise. -Lo so, ma sei cosi stanca Sanny-.
La mora annuì, arrendevole, stringendosi appena nelle spalle e tornando a chiudere gli occhi, facendole capire che il discorso per lei poteva anche chiudersi lì; Brittany sospirò, tornando ad accarezzarla ignorando il suo avvertimento, cercando di darle un pò di sollievo.
Passarono delle ore per Brittany, secondi per Santana, quando finalmente la voce assonnata dlela segretaria le richiamò, facendole poi segno di potersi recare nell'unica sala d'ambulatorio ancora aperta, e da cui stava uscendo una coppia.
Santana aiutò la bionda finchè quella non fù seduta e sistemata sopra al lettino bianco; Il medico di turno le lanciò un rapido sorriso prima di iniziare a scrivere qualcosa al computer e dargli le spalle.
Brittany strinse la mano a Santana, lanciandole uno sguardo di pura paura che rese la mora del tutto lucida e vigile, pronta ad ascoltare ogni piu piccola parola che il medico le avrebbe detto.
Quando vide che l'uomo non aveva intenzione di staccarsi da quella tastiera si schiarì la voce in un modo troppo alto e marco per risultare "normale", che però gli fece ottenere la sua attenzione; il medico le lanciò uno sguardo sorpreso e Santana gli fece un cenno diretto alla sua ragazza.
-Non è che potrebbe..?-.
Il medico sorrise, allontanandosi dallo schermo e scivolare con la sua sedia con le rotelline fino alla bionda e squardarla con sguardo serio e professionale; Dopo un'esame allungò una mano, tastando in modo impercettibile la pelle attorno alla caviglia e scuotere la testa.
-Com'è successo, signorina?-, domandò, sfilandosi il guanto e riprendendo il posto davanti al computer.
Brittany si schiarì la voce e Santana notò come i suoi occhi fossero  diventati piu lucidi quando il medico aveva inziato a toccargli la caviglia. -Stavo facendo delle prove per un balletto di un musical e-, la voce le si incrinò appena, facendo stringere in automatico lo stomaco e il cuore di Santana. -E durante una presa, Andy è scivolato, facendo cadere anche a me di riflesso-.
Ancy, ancora questo Andy, pensò acida la mora, sentendo il suo odio per quell'uomo senza volto aumentare di minuto in minuto.
-Un musical? Quale?-, gli sorrise il medico, in un chiaro tentativo di distrarla.
-Il remake di Cats-, borbottò la bionda.
Santana le si avvicinò, non resistendo oltre e se la strinse al petto, mentre quella faceva cadere qualche lacrima sulla sua felpa e le passò le dita tra i capelli, rassicurandola con pochi sussurri fiochi mentre alle loro spalle il medico continuava a scrivere a macchinetta lasciandole la loro privacy.
Santana posò le labbra sul capo della sua ragazza e cercò di scacciare il groppo che sentiva in gola abbastanza per permetterle di sussurrarle: -Va tutto bene, ci sono io, passa tutto poi-, e restando in ascolto dei suoi singhiozzi trattenuti che pian piano andavano a svanire.
 
 
Nulla, nulla come il loro appartamento poteva rassicurare Santana in quel momento.
Superata la soglia di casa, dopo un lento viaggio in ascensore, la mora aiutò Brittany a zoppicare fino al divano, dove vi si accoccolò stanca e completamente a pezzi; Santana la osservò per un secondo prima di allontanarsi e iniziare a compiere piccole azioni che ormai erano diventate abituali per lei: come chiudere la porta con due giri di chiave, appendere le chiavi e il cappotto e dirigersi in cucina per versarsi e versare alla bionda un bicchiere di quel-che-capitava.
Fece ritorno in sala con due bicchieri di succo di lampone, il preferito di Brittany, e sedersi a sua volta, finalmente, sul divano; Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quando il suo corpo rigido e dolorante per la stanchezza si scontrò con i ciscini morbidi.
-Sono stanca-, borbottò Brittany allungandosi abbastanza per raggiungere la spalla di Santana e lasciarcisi cadere sopra con un sospiro; la mora le fece scivolare il braccio introno alle spalle, sistemandosela meglio addosso, senza neppure dovere aprire gli occhi e sorrise.
-Dobbiamo alzarci però-.
Brittany, dalla sua postazione mugolò infastidita.
Santana ridacchiò annuendo. -Dobbiamo toglierci i vestiti, metterci il pigiama, spegnere le luci, levare le mie valige dal letto, coprirci e dormire come si deve-, lanciò uno sguardo scocciato contro il lampadario del salotto. -Se dormiamo cosi sul divano staremo anche peggio domani mattina, Britt-.
La bionda non si fece corrompere e struscicò con aria stanca il naso contro la pelle tesa del collo di Santana, causandole una piccola scossa di solletico. 
Santana aprì del tutto gli occhi, scacciando la stanchezza e sospirando pesantemente, guardando la caviglia ingessata di Brittany: aveva ragione infatti, l'osso della caviglia si era spezzato in due punti, nulla di non curabile, ma abbastanza doloroso, che aveva portato a piangere la bionda per tutta l'operazione.
Fortunatamente con il nuovo lavoro, l'assicurazione era in grado di pagare tutte le spese, ma non era quello il problema...
La mora si spostò i capelli dal viso, sbuffando. -Non era cosi che me l'aspettavo-.
-Cosa?-, borbottò Brittany.
-Il mio ritorno-, spiegò. -Non che volevo i palloncini o una festa in mio onore, ma anche un semplice "bentornata" sarebbe stato meglio di tutto questo-.
La bionda si scostò, per guardare il viso della sua ragazza. -Cosa ti aspettavi?-, sorrise addolcendo i lineamenti.
Santana lasciò sfuggire l'ennesimo sospiro. -Avevo un piano, un'idea, ma mi sa che ormai è da buttare-.
-Cioè?-, Brittany corrucciò la fronte riconoscendo il tono serio che usava solitamente Santana quando aveva qualcosa di davvero importante da dire o fare.
-Io, ... Non era di certo programmato.. cioè, non che ti stia dando la colpa, tu non potevi... o non ti avevo-, balbettò con lo sguardo puntato al televisore.
Si dovette interromere quando la sua ragazza si scostò del tutto, afferrandole il viso tra le mani e bloccandola, puntandogli addosso i suoi occhi incredibilmente azzurri. La scrutò a lungo prima di piegare all'insù un'angolo delle labbra.
-Calma. Che cosa vuoi dirmi?-.
Santana spalancò la bocca, come per dire qualcosa ma all'ultimo qualcosa la bloccò, facendola scattare, spostando Brittany di dosso e alzandosi in mezzo alla sala; Camminò su e giù per il piccolo spazio permesso dall'appartamento, borbottando qualche frase ogni tanto fino a quando non si bloccò, come pietrificata, proprio al centro e con una calma snervante fece mezzo giro fino a ritrovarsi di fronte alla bionda.
Le mani si torturavano a vicenda e aveva la fronta aggrottata mentre osservava il viso di Brittany.
Dopodichè parlò.
-Okay, non era per nulla questo il modo in cui intendevo dirtelo, ma ormai sappiamo entrambe che tra di noi le cose non sono mai andate nella maniera piu normale e consona, quindi credo che anche per questa volta possiamo fare un'eccezione-, sorrise, avvicinandosi e sedendosi sul tavolino in legno che stava davanti al divano, ritrovandosi a pochi centrimetri di distanza dal viso della bionda.
-Io ti amo, Brittany, e credo che tu lo sappia, ormai; Ho messo in gioco la mia popolarità del liceo, le mie amicizie, i miei principi e tutti i punti fissi che avevo per poter stare con te. Ho perso alcune persone che amavo, ma ne ho anche incontrate di magnifiche restando al tuo fianco, ho sbagliato e ho rimediato sempre con te accanto.
-Ho passato un'anno lontana da te, passando ore incollata a skype e altrettante al volante per poter star pochi attimi con te, ho sentito la tua mancanza, a volte in una maniera cosi assurda e cosi intensa che non credevo di potercela fare un'ora in piu, ma alla fine c'è l'ho fatta. C'e l'abbiamo fatta, Brittany, distanti ma comunque vicine come sempre.
-Ti ho aspettata, ti ho seguita fin a New York, ho atteso e cercato a lungo con te un'appartamento da poter chiamare casa, nel quale condividere con te momenti ed emozioni che, sinceramente, non ne conoscevo neppure l'esistenza-, il sorriso le si allargò, mentre alcune lacrime le annebbiavano la vista.
Brittany invece aveva lasciato scorrere quelle poche goccioline che le rigavano il viso.
-Non avevo idea di poter essere cosi felice, di sentirmi cosi completa e al sicuro con te, non credevo minimamente di poter amare cosi tanto, e di sicuro non immaginavo di poter dare e riceve in questo modo incondizionato; ho creduto anche che io potevo essere la persona sbagliata per te, che non ti avrei potuta difendere e amare come invece volevo. 
-Perchè, tu Brittany, ti meriti tutto l'amore possibile, meriti la vita dei tuoi sogni e soprattutto, meriti una vita cosi piena e cosi felice che anche il piu piccolo dei momenti ti rimanga in mente-, passò una mano sulla sua guancia, prendendo fiato.
E poi sorrise in un modo tutto nuovo, un modo che Brittany non le aveva mai visto: come se fosse emozionata, timorosa e commossa tutto assieme.
-Quello che voglio dirti è che ho messo in gioco tutto, per te. Per noi, e che se potessi, sceglierei sempre e comunque te; Nel male, con gli spintoni e le prese in giro, e nel bene, con le tue carezze e i tuoi sorrisi; in salute e in malattia, anche aspettando per ore dentro ad un'ospedale; in ricchezza, con viaggi e regali improvvisi, e in povertà, con le bollette ammucchiate e i tagli nello shopping-, strinse le labbra infilando una mano nella tasca dei jeans e tirando fuori un piccolo cerchietto d'argento, mettendoglielo davanti al suoi sguardo sconvolto e pieno di lacrime. -Io sceglierei sempre te Brittany, e ho intenzione di vivere al tuo fianco ancora per molto, moltissimo tempo. Ma perchè questo si avveri, ti devo chiedere: mi vuoi sposare?-.
Il silenzio che calò subio dopo quelle tre paroline fece tremare la mano con cui Santana reggeva l'anello, ancora fermo, immobile, in attesa come la sua padrona.
La mora deglutì, vedendo che la bionda non accennava a battere ciglio cosi le posò una mano sulla sua spalla, facendola riscuotere subito; Brittany la guardò, scrutandole il viso e fece saettare lo sguardo da lei all'anello.
Prima di poter capirci qualcosa si ritrovò la bionda in braccio, che le stringeva il collo in una morsa cosi forte da farla quasi soffocare; Ovviamente, quando la bionda parlò fu altro che rischiò di far soffocare Santana.
-Si!-, sbottò Brittany. -Mille volte si-.
L'emozione: quella poteva davvero uccidere la mora se non fosse che aveva ben altro a cui pensare di una stupida morte improvvisa.
Si separò a forza dalla bionda e rimase semplicementa abbagliata dal sorriso che Brittany aveva indosso, che la portò sull'orlo del pianto piu liberatorio che avesse mai potuto vivere.
Ricambiò il sorriso, mentre la bionda sussurrava ad un centimetro dalla sue labbra: -Vivremmo felici e contente come nelle favole-.
E dopo di quello non poteva esserci piu nulla da dire, perchè l'unica cosa ovvia da fare, l'unica che avesse senso in quel momento era baciare Brittany cosi tanto da farsi per davvero mancare il respiro, ed a Santana non serviva altro per accontentare quel pensiero.



NdA ^^

Grazie di aver letto, questa storie era una dedica a mia sorella per il suo compleanno!
Se volete lasciarmi un commento, e dirmi che ne pensate, fate pure io leggerò con piacere tutto, complimenti e critiche! :)
Il prossimo capitolo lo posterò domani o stasera, dipende!
Un bacio Je <3
   
 
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