Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
Segui la storia  |       
Autore: olor a libros    10/09/2012    0 recensioni
Ritorno a scrivere una fan fiction su Taylor Swift. Questa volta il protagonista sarà una persona che spesso rimane nell'ombra, ma è sempre lì accanto a lei. E tutta questa magica meraviglia creata da Taylor non sarebbe stata possibile, senza la persona dal cui punto di vista cercherò di parlare.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

C'è un tredici grande e colorato in mezzo alla torta, e sopra altrettante candeline.
La mia Taylor soffia, si spengono tutte, no una è ancora accesa, soffia ancora, ecco, tutte spente.
Si è disegnata un tredici sulla mano, oggi, Taylor. Ha gli occhi che brillano, mentre li passa su di noi, e il suo sorriso risponde ai nostri applausi.
E' il 13 dicembre del 2002, Taylor compie tredici anni.

"Che desiderio hai espresso?"
"Non si può dire, Austin, altrimenti non si avvera!"
"Tanto lo sappiamo tutti cos'era."
"Sì, ineffetti mi sa di sì.", ride.
Ridiamo tutti, perché il suo sogno più grande non è certo un segreto. E' sempre lì sulla sua bocca, sulla chitarra, nelle note che ogni sera escono dalla sua stanza, negli infiniti tentativi di convincerci ad andare a Nashville, mamma che dici potremmo trasferirci a Nashville, papà che ne dici di Nashville?, vi prego mi portate a Nashville?

Le sue coetanee sognano di essere invitate alla festa del sabato sera, sognano di uscire con il ragazzo della squadra di football, sognano di essere popolari.
Lei no, lei guarda più in là, lei tutto questo lo prende come qualcosa di temporaneo, il mondo esterno lo vede ma non troppo, sono solo distrazioni, lei è sempre con gli occhi ben puntati su quello che davvero vuole fare: diventare una cantante country.



"Cantante country? Vuoi fare la cantante country?!"
Taylor imita i suoi compagni con una voce nasale. E disgustata.
E io posso facilmente immaginare come gli sguardi che le rivolgono siano anch'essi sguardi di disgusto.
Perché?
Perché lei è diversa, un conto è dire 'voglio diventare una rockstar', o una popstar, ma il country... il country non è 'cool'.
Lei è diversa.
E questo comporta sedersi da sola a pranzo, camminare da sola per i corridoi, non avere nessuno con cui parlare ma anzi avere qualcuno che parla di te. Sempre. Ma con discrezione, di orecchio in orecchio, sono poi solo le risatine quelle che davvero si notano.
Io so cosa sia tutto questo per lei.
Eppure non posso fare niente, se non lasciarmi bruciare da questa rabbia impotente che mi cresce dentro sempre più.




"Non verranno."
"Nessuno? Sei sicura?"
"Sì."
"Ma come fai a saperlo, magari..."
"Si sono messi a ridere."
"..."
"... E hanno strappato i volantini."
Non urla, Taylor.
Non è arrabbiata, con nessuno. E' triste, e non urla, sta piangendo.
 


E il mio cuore piange a vederla così.
Ora hanno passato il segno. Questa mattina mi sveglio decisa a fare qualcosa.
Qualsiasi cosa. Ma non starò più semplicemente a guardare le lacrime di mia figlia mentre gli altri la fanno a pezzi.
Ora lei è a scuola, e non importa se per lei sarà la cosa più imbarazzante della sua vita.
Ora io metto in moto la macchina, e vado dritta alla sua scuola.
Dritta davanti a quelle facce che sanno solo guardare e parlare da un lato della bocca.
Dritta davanti a quelle persone che credono di essere migliori della mia Taylor.







La sera del concerto Taylor è contenta. Non le importa più niente di quegli stupidi dei suoi compagni. Ora lei avrà un primo vero concerto, ossia un piccolo palco in un piccolo locale.
Ma qualcuno è venuto.
Sono lì sulle sedie un po' impauriti, ma la salutano quando entriamo.
E poi ci sono tutti i parenti, e così alla fine i posti a sedere sono tutti occupati.

Davvero un bel concerto. Taylor è radiosa, ha quella sua luce negli occhi.






La sento arrivare, sento che posa le chiavi sul tavolo.
E subito dopo sento le lacrime.
Non aspetto neanche di veder comparire il suo faccino triste.
Afferro le chiavi della macchina e quasi la trascino fuori stretta in un abbraccio.
Le apro la portiera, la faccio salire e poi faccio il giro e salgo anch'io.
Metto in moto.
"Dove andiamo?"
"E' importante?"
Sorride, e allora chi le guarda più le lacrime ora che c'è il suo sorriso.
Accendo la radio.
Ne esce una canzone, non so neanche quale, ma lei si mette a cantare, e lo faccio anch'io.
Così filiamo via lontano, cantando che sembriamo ubriache, con i kilometri dietro di noi e le risate che riempiono l'auto e il mio cuore.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift / Vai alla pagina dell'autore: olor a libros