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Autore: ryuzaki eru    10/09/2012    13 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 


 

34. Giorni, ore, minuti, secondi

 
Il silenzio e la quiete della stanza furono rotti dal trillo della sveglia del cellulare e dal suo fastidioso e rumoroso vibrare sulla superficie liscia e dura del comodino.
Erano le sette del mattino di una calda ed immobile giornata di sole.
Emma allungò pigramente e con gli occhi chiusi il braccio sul comodino, a tentoni afferrò il telefono e a memoria premette il tasto che avrebbe posto fine a quell’antipatico e noto risveglio o che vi avrebbe posto fine almeno per un po’.
Perchè tanto la sveglia avrebbe risuonato dopo cinque minuti. Era impostata così.
Emma l’avrebbe spenta di nuovo e dopo cinque minuti ancora il trillo avrebbe ripreso.
Lei allora l’avrebbe azzittita per la terza volta e quella avrebbe risuonato ancora, inesorabile, dopo i fatidici cinque minuti…
Il “massacro” sarebbe durato finché Emma non avesse deciso che le ripetizioni erano sufficienti, se non più che abbondanti, e si fosse finalmente alzata, con la convinzione di aver dormito un poco di più e di aver così addolcito il suo risveglio, attraverso più tappe.
La verità era che così quell’eventuale mezz’ora in più di sonno era uno stillicidio, un inferno tartassato dai continui e ripetuti intermezzi di una sveglia molesta che non mollava.
La cosa migliore sarebbe stata puntarla direttamente mezz’ora dopo e alzarsi subito.
Emma sapeva benissimo che la cosa più logica per riposare veramente meglio e di più sarebbe stata quella, ma le abitudini possono essere irrazionali e prive di logica e, soprattutto, se tali abitudini non ledono nessuno, ci si può anche permettere di perpetrarle senza indugio.
L’essere umano è dotato di una ragione, ma per fortuna non per questo è privo di irrazionalità, libertà o leggerezza. Caratteristiche, queste, che lo salvano a volte dalla pesantezza dell’ “errore” e dalle sue conseguenze. Se una consuetudine, anche illogica, ma tuttavia innocua, è congeniale a chi la perpetra, perché modificarla in nome di una razionalità obiettiva e assoluta?
La diversità degli individui è unica, fondamentale e prolifica. La diversità, l’ “anomalia” e l’“errore” possono essere un limite, ma a volte sono anche libertà ed evoluzione.
Emma pensava questo. E proprio per questo aveva sempre adorato Elle come personaggio e adesso lo amava ancora di più come persona…
L’essere più logico, razionale e disincantato che avesse mai conosciuto era pieno di abitudini e manie strampalate, assolutamente illogiche, insensate e incomprensibili. Consuetudini e vezzi personali che a prima vista magari sarebbero potuti apparire castranti e limitanti, propri di una vita destinata ad essere assoggettata ad essi e quindi non libera…
Ma non era così.
L’essere più logico che avesse mai conosciuto era anche paradossalmente il più libero. Era un ibrido affascinante di razionalità e irrazionalità.
Sdraiata in modo scomposto sul suo letto Emma iniziò a sentire caldo.
La finestra era spalancata e le tende leggere che vi erano davanti erano immobili ed in pieno sole. Non tirava un filo d’aria.
Durante la notte, da quando era arrivata l’estate con tutta la sua arsura, Emma aveva acceso l’aria condizionata, chiuso i vetri e tirato le tende pesanti e spesse che impedivano alla luce del giorno di filtrare e quindi di svegliarla, solo nei giorni in cui sapeva che avrebbe potuto dormire fino a tardi. Negli altri lasciava la finestra aperta e schermata soltanto dalle cortine leggere e trasparenti che permettevano  all’aria fresca della notte di invadere la camera, e non si preoccupava di essere per questo svegliata dalla luce e dal calore del mattino, dato che si alzava sempre poco prima che il sole, ruotando, raggiungesse interamente la sua finestra e scaldasse la stanza rendendola invivibile.
Ma in quel momento faceva stranamente caldo… ed i raggi del sole la colpivano in pieno, filtrati troppo poco dalla leggera tenda sottile…
Emma socchiuse gli occhi e li richiuse subito, accecata dalla luminosità…
Strano…
Il dubbio si trasformò lentamente in un timore, mano a mano che riacquistava un barlume di lucidità dopo il nulla del suo sonno…
Dannazione!
Si sollevò di scatto a sedersi sul letto, spalancò gli occhi e tenendoli poi socchiusi per il fastidio arraffò il telefono.
Era spento.
Al polso niente orologio.
In vacanza l’orologio era la prima cosa ad essere abolita. In vacanza.
Sì, perché Emma avrebbe dovuto alzarsi alle sette, o poco più tardi vista la sua intenzione di far suonare la sveglia più volte, ma non per andare al lavoro.
E adesso non aveva la più pallida idea di che ora potesse essere.
Scese di corsa dal letto e raggiunse il display del cordless dell’albergo…
Erano quasi le 8.30!
Cosa aveva combinato? Invece di premere il tasto della funzione “snooze” della sveglia sul suo cellulare, aveva irrimediabilmente premuto quello dello spegnimento e il telefono, ovviamente, non aveva più suonato.
Scherzi della stanchezza accumulata, del leggero abbandono delle vacanze e naturalmente delle libere abitudini irrazionali di cui sopra.
Riaccese l’oggetto di quell’inconveniente e telefonò subito a Misao, ancora stordita «Ohi…Siete già alla stazione? Domanda sciocca, certo che siete alla stazione… L’appuntamento era alle 8.45 al binario… Senti, io mi sono svegliata adesso e non ce la farò mai ad arrivare in tempo…» rapidamente acciuffò il costume e andò al bagno per indossarlo, «…ma non preoccupatevi di aspettarmi! Prendete il treno delle 9, come avevamo deciso, io cambierò il biglietto e prenderò il successivo… Ci vediamo direttamente alla spiaggia! …Scusatemi…» nella doccia si sfilò la conottiera con cui dormiva e gli slip, «…Ma no Misao, non ce n’è bisogno! Non c’è problema!» si mise il costume, poi uscì e aprì i rubinetto per lavarsi al volo «…Riuscirò a trovarla anche da sola, veramente, non preoccupatevi.» li salutò rapidamente e attaccò.
Si lavò di corsa, legò i capelli e acciuffò lo zaino dove buttò i primi indumenti che le capitavano e lo spazzolino da denti.
Mai bagaglio fu fatto con maggiore celerità.
C’era anche da dire che Emma era ormai abituata a fare i bagagli velocemente. Erano mesi che non faceva che spostarsi da un albergo a un altro… Motivo per cui non si era minimamente preoccupata di preparare la sua valigia la sera prima, certa che in breve tempo l’avrebbe fatta l’indomani mattina. C’era anche da aggiungere che Emma non aveva grosse esigenze dal punto di vista dell’abbigliamento, tanto più se doveva andare qualche giorno al mare…
Si infilò un paio di short di jeans scoloriti e usurati, che le stavano anche un po’ grandi, una canottiera e le infradito e poi schizzò fuori dalla porta della sua stanza.
Era il primo giorno della breve settimana di vacanza che la Todai aveva concesso ai tre archeologi. E loro avevano deciso di trascorrerne una parte tutti e tre insieme, a Kamakura, una piccola cittadina sul mare, nei dintorni Tokyo, una delle mete più famose per turisti di ogni genere, sia per le sue spiagge che per la storia che racchiudeva.
 
«E Ryuga, lo lasci tutto solo?» aveva chiesto Misao quando, sedute vicine al bancone del The old docks mentre Kei si era allontanato per prendere da bere, stavano decidendo di organizzarsi per partire tutti e tre insieme.
Emma aveva sorriso divertita «Ryuga? Ryuga sopravvive benissimo, da solo, fidati.»
L’amica allora aveva guardato Kei che faceva la fila davanti al barman,  lontano da loro, era rimasta un attimo in silenzio e poi… «…E tu invece…? …Tu come sopravvivi da sola?» le aveva domandato titubante, con una leggera preoccupazione nello sguardo…
Emma allora aveva fatto sparire la sua espressione divertita e canzonatoria e ne aveva assunta una intenerita… Misao si preoccupava per lei, ma lo faceva immedesimandosi.
«Misao…» aveva iniziato Emma dolcemente «Mi conosci… Non preoccuparti per me. Io credo che tu soffriresti molto se fossi al mio posto, se Kei non venisse insieme a noi… Ed è bello che sia così, lui è onorato e si riempie del fatto che sia così, che tu sia così. Ma per me è diverso, non so spiegarti perché, ma è diverso… Anche ora Ryuga non c’è, ma io non mi sento carente o sola. Il rapporto che c’è tra noi tre ed il nostro stare insieme non è collegato a lui. Se ci fosse anche lui ci sarebbe, credo, un valore aggiunto e quando infatti lui c’è stato io l’ho percepito e mi è piaciuto moltissimo. Ma è un’altra cosa. Noi tre siamo “noi tre” e il nostro stare insieme sarà sempre completo, noto, rassicurante e appagante. Voi fate parte della mia vita indipendentemente da Ryuga. Così come il lavoro. Fa parte di me e non mi sentirò mai sola o mancante di qualcosa finché farò qualcosa che mi appartiene… Sono fatta così…» e l’aveva abbracciata…
Misao aveva risposto calorosamente ed erano rimaste in silenzio per qualche istante, poi la piccola giapponese si era scostata e aveva guardato la solida Emma negli occhi «…Sai cosa penso? Penso che per una come te ci voleva solo un tipo stimolante, intelligente, ma anche strano, riservato e “solitario” come Ryuga… Credo che qualunque altro ragazzo “appiccicoso”, magari irrispettoso della tua vita, “irrispettoso” dal tuo punto di vista naturalmente, e bisognoso di sentirsi indispensabile, l’avresti mandato a quel paese in meno di una giornata!» e poi aveva riso.
E lo aveva fatto anche Emma, sebbene quell’affermazione di Misao le avesse impercettibilmente smosso un qualcosa nel profondo, un qualcosa che sarebbe dovuto rimanere lì, immobile, sopito e poco chiaro e che invece era stato appena scalfito perché ciò che aveva detto Misao era terribilmente vero… Elle era unico o, forse, l’ unico…
E questo Emma non lo voleva vedere…
Perché l’incubo della sua morte era stampato nella sua mente, sempre.
E quindi lei aveva solo percepito una sensazione di fastidio e angoscia appena accennata, ma non vi aveva indugiato. La sua mente, così facendo, l’aveva inconsciamente e istintivamente difesa «Comunque, a parte questi discorsi, Ryuga è molto impegnato… E poi, guarda, Ryuga al mare? Ryuga sotto al sole? Ryuga con i suoi piedini puliti in mezzo alla sabbia bollente e fastidiosa? Onestamente mi riesce più facile immaginare Ken Shiro in tutù!»
Ed era finita così.
 
Ancora stordita e senza aver avuto il tempo di prendere il suo indispensabile caffè, Emma passò i tornelli affollati della metro e in men che non si dica si ritrovò in piedi, a reggersi traballante ad uno dei sostegni che pendevano dal soffitto del vagone, diretta alla stazione.
Solo venti minuti prima era nel letto.
Non aveva avuto modo di pensare ad altro che a sbrigarsi. Il treno successivo per Kamakura era alle 9:30 e se lo avesse perso avrebbe dovuto aspettare tre ore per prenderne un altro e la mattina al mare sarebbe andata in fumo, per non parlare del tempo perso ad annoiarsi in stazione nell’attesa…
Ma adesso era sulla metro e non c’era più bisogno di sbrigarsi.
E stava facendo mente locale.
Un risveglio devastante.
Fortunatamente era per andare in vacanza…
Sollevò distratta il capo verso i display luminosi della metro su cui scorrevano le notizie della giornata.
Martedì 10 Luglio 2007 h. 8.52 AM. Disagi sull’autostrada per Kyoto…
Il primo giorno di vacanza…
Martedì 10 Luglio 2007 h. 8.52 AM. Foto compromettenti per il presentatore della NHN…
Dovrei arrivare alla stazione fra una ventina di minuti, credo… Farò in tempo…
Martedì 10 Luglio 2007 h. 8.53 AM. La borsa ha aperto con un forte rialzo delle azioni della…
È quasi un mese e mezzo che non lo vedo.
Gli omicidi dei criminali sono ricominciati il 14 Giugno, quasi un mese fa.
Light in questo momento è nella sua cella. Il Light che adesso farebbe di tutto per catturare Kira…

Più i giorni erano trascorsi, più Emma si era abituata ad una quotidianità in cui il caso Kira era diventato un sottofondo perenne, ma quasi e stranamente normale…
Era stato così per tutti.
Martedì 10 Luglio 2007 h. 8.53 AM. Kira giustizia altri cinque criminali…
Da quando tutta quella storia era iniziata il mondo da principio aveva reagito esterrefatto e non aveva parlato d’altro, poi si era passati alla fase di panico collettivo, poi quel feroce assassino era stato anche esaltato e giustificato, anche ad alte sfere, infine lo si era accettato.
Lentamente la presenza di Kira era diventata un dato di fatto, una notizia come le altre…
Martedì 10 Luglio 2007 h. 8.53 AM. Oggi in uscita nelle sale il nuovo film di…
Kira faceva ormai parte di quel mondo, come le guerre, la morte, le malattie, le disgrazie…
Ogni giorno il pianeta era infestato da tante di quelle cose orribili a cui nessuno pensava mai quotidianamente, che la presenza di Kira era diventata soltanto una in più… Soltanto una brutta cosa esistente che si cercava di scansare e della quale si parlava solo quando si aveva la voglia di commentare le notizie dei media. E poi, in fin dei conti, Kira a chi dava fastidio? Forse agli onesti lavoratori che tutte le mattine prendevano la linea super-veloce della metro per andare in ufficio? Forse agli studenti che organizzavano i loro festival scolastici? O magari alle donne che andavano a fare la spesa con i bambini innocenti nel passeggino?
No. Per tutti loro la vita era rimasta la stessa. Non c’era nulla che la intaccasse o minacciasse, anzi…
Ognuna di quelle persone ora passeggiava in strada più serena.
Ed Emma aveva tentato di fare lo stesso. Tentato…
Tentato perché lei sapeva di più di tutti loro… Molto di più.
Avrà fatto quello che gli ho chiesto? Avrà preso l’orologio di Light? L’avrà fatto il 14 Giugno, quando i criminali hanno ripreso ad essere giustiziati, o prima, quando Light ha rinunciato al quaderno? In teoria dovrebbe aver percepito bene il momento in cui Misa e Light hanno dimenticato e con ciò che gli ho detto dovrebbe aver avuto degli elementi in più per essere certo del fatto che quella percezione fosse corretta…
 
«…Perciò Misa, rinuncia alla proprietà del Death Note e lascia che sia Light ad occuparsi di tutto…»
Le voce calda e rassicurante di Rem giunse come ovattata alle sole orecchie della piccola Misa, stanca, annullata…
Elle impassibile la osservava attraverso lo schermo, orrendamente legata, imbavagliata e cieca, sola, in una cella sconosciuta…
La giovane ragazza abbassò appena il mento, rassegnata e svuotata, ed una lacrima le scese sulla guancia, da sotto l’orribile maschera metallica che le copriva gli occhi e la fronte…
E poi, una ciocca bionda di capelli lentamente si sollevò nell’aria, in modo lento e armonioso, come dolcemente accompagnata da qualcosa di inesistente, per poi ricadere leggera, pesante e scomposta…
Elle allungò il collo e sgranò gli occhi…
Poi alzò lo sguardo vero l’alto e si osservò le ciocche corvine che gli si adagiavano scompostamente sulla fronte e parzialmente davanti agli occhi, soffiò verso di esse, osservandole bene. In un lampo se ne sollevarono alcune, veloci, che poi gli ricaddero subito dopo di nuovo davanti agli occhi.
No. Non è assolutamente questo quello che ho visto… Devo veramente ritenere che non sia sola lì dentro? Chi c’è lì con lei? O forse dovrei dire… “cosa”?
E poi Misa risollevò il mento… «Signor maniaco! Ehi, signor maniaco! Dove sei?» con una vocetta squillante, frivola e ignara.
Uhm… “I due Kira non ti sembreranno più loro…” Misa Amane non è più Misa Amane? No… Semplicemente Misa Amane non è più Kira…
 
Emma continuava a pensare, in piedi nella metro…
Ma l’avrà fatto? Avrà preso l’orologio di Light? Oddio, come ci ripenso mi assalgono mille dubbi… Ma sì che lo ha fatto! È Elle! E l’avrà fatto al momento giusto… Sì, deve averlo fatto al momento giusto, così come gli ho detto io!
Il punto X era fondamentale e su esso Emma aveva ragionato a lungo… Elle avrebbe dovuto prendere l’orologio a Light a sua insaputa, certo, ma avrebbe anche dovuto prenderglielo quando lui avesse rinunciato al possesso sul death note. Non si poteva correre il rischio che Ryuk vedesse o sapesse. Era certa che lo Shinigami se ne sarebbe fregato di aiutare o di fare sapere qualcosa a Light, ma non si poteva rischiare… Tutto doveva rimanere in apparenza esattamente identico a Death Note.
Per Misa, Light, Rem e Ryuk tutto doveva essere identico, almeno fino ad un certo punto…
 
Light Yagami era seduto a terra e col capo chino, in silenzio.
I secondi della registrazione scorrevano, sull’angolo in basso a destra dello schermo…
7/06/2007  h. 18:31:42
18:31:43…
18:31:44…

Ed Elle lo fissava imperterrito, in attesa.
18:31:45…
«Basta. Ci rinuncio.» Light ruppe il silenzio.
Elle portò il pollice sul labbro e si avvicinò interessatissimo allo schermo…
E poi, quello che non era più Kira sollevò il capo, mostrando a colui che continuava ad essere il più grande detective del secolo i suoi occhi grandi, innocenti, puri e veri… di nuovo veri…
Elle ebbe un impercettibile sussulto.
«…Lo so che sono stato io a volere tutto questo e a lasciarmi rinchiudere…Ma ora ho capito che è tutto inutile! Io non sono Kira! Fammi uscire!» gridò Light infervorato.
Questo è Light? …
“I due Kira non ti sembreranno più loro…”
“Il potere di Kira passerà a qualcun altro…”
“Dovrai fare in modo di entrare in possesso del suo orologio da polso. Fallo solo quando saranno trascorsi i tredici giorni o quando ti accorgerai che in lui c'è qualcosa di diverso, che Light sembrerà un altro... Soprattutto fallo senza che lui possa sapere che tu l’hai fatto”.
Adesso.

Light continuava a parlare in modo assolutamente diverso da come aveva fatto fino a quel momento… Ed Elle rispondeva…
«Tirami fuori, è solo una perdita di tempo!» disperato e arrabbiato.
«No. Non posso farti uscire.» gelido e lapidario.
«…Ma cosa gli prende a Light?» chiese Aizawa perplesso, avvicinandosi a Matsuda…
Mentre i due agenti parlavano e facevano le loro considerazioni alle spalle di Elle, Ryuzaki continuava a guardare lo schermo. Poi con tutta la tranquillità e il candore del mondo disse «Magari è affamato…» si grattò la nuca «…anche io ho fame…Watari, portagli da mangiare e da bere. Non ho intenzione di affamare nessuno. Per me invece del gelato…» 
Dagli altoparlanti del pc l’assenso di Watari fu noto a tutti.
Gli agenti avevano smesso di sconvolgersi troppo per le uscite di Elle.
Una giovane donna indifesa sospettata di essere quanto di peggiore potesse esserci, l’onesto e irreprensibile sovrintendente Yagami, distrutto per la posizione tragica in cui si trovava il primogenito, e suo figlio, sulla cui giovane testa gravava una lama ancora più affilata di quella che sfiorava la ragazza, tutti e tre erano brutalmente rinchiusi in una cella.
Gli omicidi dei criminali erano cessati proprio da quando loro erano stati incarcerati.
Ed Elle pensava che Light avesse fame e voleva per sé del gelato…
Poco dopo Watari, col viso coperto e senza parlare, entrò nella cella di Light e poggiò un vassoio davanti a lui. Yagami sollevò il mento, lo guardò e poi accasciò di nuovo la testa.
L’uomo col volto nascosto si inchinò e gli tolse lo scotch che gli legava i polsi.
Avveniva così a tutti i pasti.
Light non si mosse.
Watari allora gli avvicinò un po’ di più il vassoio, sempre senza parlare.
«Non ho fame…» sussurrò annichilito e angosciato quello che non era più Kira.
«Non mangiare e non bere non ti servirà a nulla, Light. Non è che se non lo fai Kira ricomincerà a giustiziare i criminali o io deciderò di farti uscire.» uscì la voce calma e priva di tatto di Elle.
Light sospirò e allungò la mano verso il bicchiere colmo d’acqua poggiato sul vassoio…
Lo avvicinò alle labbra…
E bevve…
Bravo Light. Così. Perfetto. Era esattamente quello che dovevi fare…
«Lascia il vassoio lì, mangerà se e quando vorrà. Lo scotch glielo rimetterai dopo. Puoi andare adesso.» disse Elle e Watari annuì e poi uscì.
 
Troppi salti?
Su su, mettete in moto il vostro cervellino che li potete sostenere benissimo. Siete perfettamente in grado di capire che si tratta di salti temporali, che sto andando ripetutamente indietro nel tempo, in momenti diversi, per rendervi participi di cose che non avevo voglia di raccontarvi in modo pedissequo una dopo l’altra e di cose che Emma non sa. O meglio, cose che Emma sa, ma con l’aggiunta di piccoli particolari.
Quindi torniamo un attimo da lei, in metropolitana, in quel martedì di Luglio…

 
Emma scese dalla metro, si incamminò nei corridoi sotterranei e risbucò davanti alle biglietterie.
E si ritrovò davanti Misao e Kei.
L’avevano aspettata.
Perché anche il viaggio insieme faceva parte della vacanza. Perché si sarebbero divertiti anche a fare quello. Perché sapevano che Emma sarebbe arrivata in tempo per il treno successivo e perché in vacanza la fretta doveva andare a farsi benedire.
Questo le dissero.
E così cambiarono tutti e tre i loro biglietti, presero posto sul vagone e alle 9:30 in punto partirono.
Mentre parlavano del gossip universitario e dei colleghi il treno passava ancora dentro Tokyo, a velocità ridotta. Emma guardò fuori dal finestrino e lo vide…
Vide un enorme grattacielo in costruzione, nella zona sud della città…
Lei non passava mai in quella parte della metropoli nipponica, né mai avevano alloggiato in qualche albergo che fosse lì…
Oddio…
«Chissà che ci faranno… È bello grosso eh? Non è che costruiscano grattacieli proprio tutti i giorni. Poi questo qui l’hanno tirato su in brevissimo tempo! Lo vedo semprei dalla sopraelevata quando vengo all’università, è cresciuto a vista d’occhio!» commentò Kei.
Il quartier generale… è il quartier generale…
Il quartier generale… Quando Light sarà liberato andranno lì… E non ci manca molto… E io? Ho cercato di scansare questo pensiero fino all’ultimo…
Be’, almeno ora so dov’è… Oh, accidenti! Sto ragionando come se io non dovessi mai mettere piede lì dentro, né dovessi saperne nulla… Certo che sto facendo così… Perché non ha senso che Elle mi porti anche lì e perché sono sicura che lui non mi dirà niente, ecco perchè…
È lì che inizieranno a indagare sulla Yotsuba e quindi è lì che Elle vedrà, finalmente, quello che deve vedere… Ma quando? Comunque dopo che Light sarà stato liberato… Dopo la “scazzottata”… ma quando?
Il quartier generale… E lì che potrò dirgli finalmente tutto… Ma se io non ci sarò…
Basta! Ho sempre pensato che Elle sa che ho da dirgli dell’altro e eventualmente troverà lui il modo! E alle brutte saprò comunque cosa fare!

 
“…È lì che Elle vedrà, finalmente, quello che deve vedere…”
È ovvio che questo qualcosa che Ryuzaki deve guardare è uno Shinigami, questo l'avevano capito anche le mosche ormai. Perché il vostro amato detective, toccando un frammento del death note, sarà in grado di vedere un Dio della morte.
Ma quale Dio della morte?
A questo Emma aveva dovuto pensare accuratamente, a suo tempo, quando aveva formulato il piano. E a me tocca dirvelo per evitare qualunque dubbio…
Da quale dei due quaderni, di cui Light era in possesso, lui aveva ritagliato il pezzettino di carta che aveva messo nel suo orologio?
Era stato piuttosto faticoso per Emma ricordarsi i vari passaggi e le regole del death note, anche perché la storia dei molteplici quaderni aveva decisamente ingarbugliato la sua mente già al tempo, e non solo la sua. Tutti i lettori erano ritornati indietro per capirne meglio tutti i passaggi.
Vi risparmio le sue elucubrazioni in proposito e vi do la risposta sintetica: Emma era arrivata alla conclusione che il ritaglio nel cronografo appartenesse certamente al quaderno di Light, cioè a quello che lui aveva avuto fin dal primo momento, con Shinigami Ryuk, e che in seguito ai vari scambi che lui aveva pianificato nel bosco era passato a Rem. Lo stesso quaderno che poi era andato ad Higuchi.
Vi basta?
Be’, se non vi basta andate a rileggervi il manga e le regole dei quaderni della morte o fidatevi di me e di Emma.
Ciò che conta è che lo Shinigami in questione è Rem.
E per vedere Rem… Be’, bisognerebbe aspettare che Light sia liberato e che inizino a indagare sulla Yotsuba…
È un bel po’ di tempo in effetti…
Eh eh eh…

 
Elle mangiava lentamente i pasticcini che aveva davanti.
E fissava lo schermo.
Light dormiva profondamente.
Gli agenti se n’erano andati. Era notte e non aveva senso che rimanessero ancora lì.
Watari, sempre col volto coperto, entrò nella cella. Guardò il vassoio col cibo appena toccato.
Non era importante che avesse o meno mangiato. Era invece fondamentale che avesse bevuto… E Light, infatti, aveva bevuto ciò che gli era stato portato…
Wammy si avvicinò lentamente, si chinò sul ragazzo addormentato e con cura e attenzione armeggiò per rimettergli lo scotch ai polsi.
Light non si mosse.
Era come sprofondato in un sonno irrecuperabile…
Era stato drogato da un sonnifero potentissimo a lento rilascio, mischiato nell’acqua che aveva bevuto.
Watari, con accortezza, trafficando ancora con i polsi di Light, fece attenzione a che il proprio corpo coprisse alla telecamera il suo finto e falso armeggiare con lo scotch e con facilità sfilò l’orologio, senza che nemmeno Elle potesse accorgersene, lo nascose sotto il polsino della propria maglia, si raddrizzò e si voltò verso la telecamera, mostrando il rotolo di nastro adesivo, come a far capire che non riusciva a metterlo.
Era il segnale.
La voce di Elle raggiunse la cella «Lascia stare, glielo rimetterai meglio domani mattina, tanto sta dormendo adesso ed io lo controllerò tutta la notte. Puoi andare.»
Watari annuì, prese il vassoio e se ne andò.
L’ennesima sceneggiata. Anche se era improbabile, non si poteva rischiare che qualcuno, riguardando magari quelle registrazioni, si accorgesse di quel piccolo furto temporaneo… Tutto doveva essere perfetto.
Light non è più lo stesso, non è più Kira…
Quindi da questo momento in poi non potrò più intuire nulla dai suoi comportamenti o dalle sue false parole. E per questo, da questo momento in poi, i due Kira sono fuori dal mio interesse e dalle mie indagini. Da questa assidua sorveglianza non verrà fuori nulla e rimarranno dentro per buona pace della squadra anti-Kira e perché le cose dovranno rimanere tali e quali a come le conosce Emma…
Cinquanta giorni di prigionia…
Cinquanta giorni “sterili” per le indagini…
Uhm…
A quanto dice Emma Light ha architettato qualcosa privandosi addirittura del suo potere, almeno temporaneamente, e l’ha fatto per essere sicuro di non tradirsi mentre sarebbe stato costantemente sotto il mio sguardo … Ma, a parte questo, dove vuole andare a parare in questo modo? Qual è l’obiettivo finale di questo suo piano?

E a questo punto la sua mente iniziò a viaggiare ancora più velocemente.
Non tradirsi mentre sarà in cella. Gli omicidi riprenderanno. Prova che Kira non è lui. Light scagionato. Emma: Light ritornerà ad essere Kira. Quindi il fine di Light non è concludere la sua “missione” definitivamente, ma solo ottenere prove della sua innocenza. O c’è anche dell’altro?
Mi mancano troppi elementi… Capire il piano di Light non mi è possibile attualmente. Devo passare ad altro.

E così Elle abbandonò immediatamente una pista che sarebbe stata sterile per passare a deduzioni forse più proficue e fertili.
“Il potere di Kira passerà a qualcun altro”…
Chi?
“Dopo tredici giorni le esecuzioni dei criminali riprenderanno.” Quindi il primo elemento è che, come mi ha detto Emma, anche questo qualcun altro ucciderà i criminali. E questo scagionerà apparentemente Light…
Si può parlare di un terzo Kira?
Direi di sì… Ed ecco la mia nuova eventuale fonte di informazioni…
Come posso arrivare a lui nel più breve tempo possibile…?
1. La sua comparsa è stata architettata da Light anche col fine di provare la propria innocenza.
2. Quindi presumibilmente Light ha “scelto” questo soggetto di proposito e secondo dei canoni che gli torneranno utili. E se lo ha scelto sa chi è.
Anche se fosse così e anche se lui fosse a conoscenza dell’identità di questo futuro e presunto terzo Kira, io so che Light “ora” non è più in possesso del suo “potere omicida” e, anche se ancora non so effettivamente cosa comporti questa assenza, so che essa è stata voluta da lui proprio per “non rischiare di tradirsi”. Quindi Light non parlerà. Non può essere una mia fonte da questo punto di vista, da lui non ricaverò nessuna informazione o intuizione circa l’identità del terzo Kira.
3. Sulla persona di quest’ultimo quindi ho tre possibilità.
a) Il terzo Kira è come Light, quindi è una persona con un forte e deviato senso della giustizia, che lo porterà a giustiziare solo i criminali, ed è molto intelligente. In tal caso le mie armi ed i miei metodi di indagine si limiteranno a quelli che ho avuto finora e sarà difficile scovarlo o produrre ipotesi sulla sua identità, così come lo è stato su quella del primo Kira.
Questa ipotesi è però la meno probabile…
Essa presupporrebbe che possa essere stato solo Light a scegliere il soggetto in questione. Scovare un invasato con velleità di presunta giustizia non è molto difficile, vista la eco che Kira ha avuto sul web. La cosa complessa sarebbe trovarne uno dotato anche di un’intelligenza superiore e fuori dal comune… Solo una persona molto brillante e dotata può giudicare a pieno il livello di intelligenza di una altrettanto abile…
E Light quanto tempo a disposizione avrebbe avuto per individuare un soggetto con entrambe queste caratteristiche?
La sua scelta di farsi imprigionare è seguita alla cattura di Misa Amane, che lui non poteva prevedere. Quindi sembrerebbe in apparenza una mossa imprevista, calcolata ed attuata all’ultimo momento e non programmata fin dal principio.
Misa è stata catturata il 28 Maggio. Light si è fatto imprigionare il primo di Giugno. In tre giorni Light può aver avuto il tempo per pianificare qualcosa di molto brillante, ma non quello per individuare un “sostituto terzo Kira” invasato ed intelligente.
Quindi presumibilmente Light non ha avuto il tempo di “scegliersi per bene” il terzo Kira.
Sempre che queste fossero le sue intenzioni e sempre che questa ipotetica ricerca di un “adepto” non fosse comunque nei suoi piani già da prima, indipendentemente dalla cattura della Amane, e che quindi ora non l’abbia sfruttata solo in modo diverso da come aveva pensato…
Ma questo non posso saperlo e fa parte delle variabili ignote che non posso considerare e che infatti non mi permettono di escludere del tutto questa ipotesi che quindi posso classificare solo come “meno” probabile.
b) Il terzo Kira è un invasato seguace del primo Kira con le sue stesse idee di giustizia, quindi ugualmente si limiterà ad uccidere solo i criminali, ma non è intelligente come lui. Anche in tal caso il tipo di indagine per scovarlo per me sarà lo stesso attuato finora, con la differenza che, essendo il soggetto in questione meno astuto e capace, potrà tradirsi o commettere degli errori. Quindi le possibilità per me di scovarlo saranno superiori, ma solo in teoria, perchè non è detto né certo che effettivamente questo presunto terzo Kira sbagli o si tradisca, è solo una probabilità più plausibile. Ed io potrò solo attendere che lo faccia continuando ad indagare allo stesso modo.
È probabile che il soggetto ipoteticamente scelto da Light sia di questo tipo. Tre giorni sono più che sufficienti per scovare un invasato di Kira con un’intelligenza media o bassa, internet ne è pieno. Ma in questo caso la scelta potrebbe essere stata effettuata anche da qualcun altro, perché non ci vorrebbe un genio per scovare un qualunque soggetto del genere. Ma chi potrebbe essere questo qualcun altro?
c) Il terzo Kira non ha nulla a che vedere col primo, ucciderà comunque i criminali, forse solo per copertura o per altri motivi che ignoro, ma soprattutto agirà anche per fini personali, quindi facendo fuori anche persone che ostacolino eventualmente la sua vita, il suo potere, la sua fama o ricchezza e quant’altro.
In questo caso le indagini dovranno vertere anche su altro, dovrò vigilare e puntare l’attenzione anche su eventuali morti sospette o attacchi cardiaci di gente comune, cercare di individuare un filo conduttore e quindi un unico “beneficiario” di tali decessi. E prima o dopo arriverò al terzo kira, cioè al colpevole, come avviene nei normali casi di omicidi seriali compiuti per interesse o follia…
Uhm…
Anche in questo caso la “scelta” del soggetto potrebbe anche non averla effettuata direttamente Light Yagami… Di persone senza scrupoli non ce ne sono certo poche, né si nascondono…
Però… c’è dell’altro…
4. Emma ha detto che “i due Kira ritorneranno ad essere due assassini esaltati”. Quindi Light e Misa riacquisteranno il loro potere omicida, anche se non so né come lo faranno né se per farlo avranno bisogno del terzo Kira…

Watari entrò nella stanza di controllo. Senza dire assolutamente nulla diede il cronografo ad Elle e rimase alle sue spalle.
Ryuzaki lo osservò bene, tenendolo sospeso in alto, per il cinturino…
Poi lo poggiò disteso sul tavolo che aveva davanti, toccò la corona, sollevò più volte le viti laterali e…
Click…
Si aprì un minuscolo scomparto…
Un ago…
Un ago e un pezzetto di carta…
Elle tirò fuori quest’ultimo, lo sollevò tenendolo tra il pollice e l’indice e lo guardò bene, alzando il mento…
A righe… Un pezzetto di foglio di un comunissimo quaderno a righe…
È un quaderno veramente…

«La mia fragile ipotesi che ci sia un collegamento stretto tra il potere di Kira ed un “quaderno” dove scrivere i nomi delle persone da uccidere è adesso più palpabile e meno assurda, qualunque cosa essa significhi.» poggiò il pezzetto di carta sul tavolo. Watari gli passò le forbici e lui ritagliò una minuscola striscia di carta, come gli aveva detto di fare Emma.
Questa era una precauzione che lei aveva voluto che lui compisse, perché non poteva sapere come sarebbero andate le cose, quali sarebbero state le scelte di Elle nel futuro, né che fine avrebbe fatto il quaderno e tutta quella faccenda… E la perdita della memoria era in agguato… In quel modo, perlomeno, ci sarebbe stato sempre un piccolo frammento di death note in circolazione…
Il “quaderno” è collegato al potere dei due Kira o comunque è un loro punto in comune.…Scambiarsi i quaderni, mostrarsi i rispettivi Shinigami
Non ce n’è uno solo… Ne hanno uno a testa? A giudicare dai disegni di Emma pare proprio che ci siano due dei della morte. Quindi, sempre in teoria e secondo questo ragionamento, dovrebbero esserci anche due "quaderni"...
E poi ci sarà anche un terzo Kira…
Anche lui connesso a questi quaderni e agli Shinigami? Per forza. Ma il terzo Kira nasce da una necessità di Light Yagami… Light Yagami può a suo piacimento sfornare quaderni a righe con poteri sovrannaturali e Dei della morte? È assurdo…
No.
Io credo che sia più plausibile che il terzo Kira “rimpiazzi” in qualche modo Light, anche perché Emma ha detto esattamente che “il potere di Kira passerà a qualcun altro”. Quindi si sostituirà.
Ergo Light, per riottenerlo, avrà bisogno del terzo Kira, lo dovrà trovare.
E se, secondo il mio ragionamento di prima, Light veramente “ora” non conoscesse più l’identità del terzo Kira che però lui stesso potrebbe aver scelto, è probabile che al momento della valutazione del soggetto più adatto abbia optato per quello che sarebbe stato il più facile da scovare per qualcuno che fosse ignaro dei fatti…
Io avrei fatto così.
Quindi l’ipotesi apparentemente più plausibile riguardo l’identità del terzo Kira è la terza, che è anche quella che mi porterebbe ora ad indagare anche su decessi diversi da quelli dei soli criminali…

Tutto questo avvenne nel giro di pochi secondi… «Watari, io credo che il terzo Kira sia una persona senza scrupoli che userà il potere omicida a suo vantaggio personale. Non ho elementi più solidi dei miei ragionamenti per accertarmi di questo, ma è anche vero che vederla così è l’unica chance che ho per ottenere eventuali nuovi dati.»
Watari guardava il suo pupillo in silenzio, cogliendo da solo i passaggi mentali che Elle ometteva… Del resto era stato il geniale inventore Wammy a scovare il futuro geniale detective Elle… Solo una persona veramente intelligente poteva giudicare la mente altrettanto brillante di chi aveva avanti.
Nei primi due casi infatti mi dovrei limitare a svolgere le indagini così come le ho svolte finora, nell’attesa di un colpo di sfortuna o di un errore del terzo Kira, intelligente o meno, ma comunque giustiziere di soli criminali. Nel terzo caso amplierei il raggio d’indagine e avrei quindi più probabilità di avere informazioni e, se queste non arriveranno, non mi resterà che scartare questa ipotesi, che ora invece mi sembra la più logica e probabile. Scartarla definitivamente mi porterà a ragionare con sicurezza solo sulle altre due senza sbagliare.
«Quindi dovremo concentrare le nostre indagini in questa direzione. Da quando le morti dei criminali riprenderanno ci concentreremo su questo fronte…» rimise accuratamente il pezzetto di quaderno nell’orologio, richiuse lo sportellino e lo ridiede a Watari «Domani mattina presto il sonnifero starà ancora facendo il suo effetto e prima che gli agenti arrivino, porterai la colazione al nostro Light… Gli rimetterai bene lo scotch ai polsi e gli restituirai il suo orologio…»
 
Il 10 Luglio del 2007 alle ore 11.30 Emma, Misao e Kei approdarono in spiaggia.
Light, Misa e il sovrintendente Yagami erano ancora nella loro cella, a Tokyo.
Higuchi si godeva la bella vita, col suo Shinigami bianco costantemente alle spalle.
Ryuk forse giocava a carte annoiato con qualche altro dio della morte e aspettava, contorcendosi, che il piano di Light procedesse e si pregustava le mele succose che avrebbe assaporato.
La squadra anti-kira osservava i monitor e continuava ad indagare sulle morti dei criminali che erano ormai ricominciate da tempo.
Watari, alla guida della Rolls-Royce, percorreva l’autostrada verso Tokyo.
Elle invece prendeva con le dita l’amarena che guarniva l’apice dell’enorme coppa di gelato che aveva davanti. La sollevava in alto e poi la faceva cadere sulla lingua. La assaporava e poi affondava languidamente e accuratamente il lungo cucchiaino nella panna spumosa, fin dentro la crema più solida che c’era sotto e tirava  su un boccone bicolore che faticava a stare in equilibrio… E lo ingoiava tutto insieme…
Poi alzava lo sguardo e osservava con fare disinteressato Emma, che ignara si tuffava in acqua, a capelli sciolti, schizzando così la povera Misao che invece tentava di entrare per gradi e di abituarsi alla temperatura fredda…
E poi, sempre arrampicato su una bella poltrona sotto un gazebo, il detective riprendeva a dedicarsi di nuovo al suo gelato, che piano piano si squagliava, al calore del sole di  Kamekura…
 
Com’è che ha detto la nostra archeologa? “Ryuga sotto al sole? Ryuga con i suoi piedini puliti in mezzo alla sabbia bollente e fastidiosa? Onestamente mi riesce più facile immaginare Ken Shiro in tutù!”
Mia cara Emma, l’essere più razionale che tu conosca è anche il più imprevedibile…
Eh eh eh



 

 
Ed eccomi qui…
Finite le vacanze e di nuovo a lavorare :(
E, sempre di sera tardi, ho sfornato un capitolo più lungo, che però di estivo ha poco, rispetto a ciò che mi ero prefissata… Immagino che il prossimo lo sarà di più… Che devo farci se poi quando vado a mettere nero su bianco diventa tutto più lungo?
Cooomunque, spero che i ragionamenti di L non siano noiosi o eccessivi, spero che comunque si smorzino con l’imprevisto di Emma e con l’aria vacanziera (che ho ancora nelle vene, ahimè), spero che tutto fili liscio… E spero che possiate perdonarmi l’attesa…
Onestamente se dovessi farmi una recensione non saprei cosa dirmi… E’ come se in questo capitolo io non riuscissi a trovare niente che sia degno di essere notato… Va be’… Sorvoliamo ^^
Il Cantastorie è poco carino riguardo le spiegazioni sul perché il ritaglio di quaderno dell’orologio sia quello del quaderno iniziale di Light e quindi quello collegato poi a Rem…
Il punto è che all’inizio avevo pensato di inserire i ragionamenti di Emma nel capitolo, ma poi mi sono resa conto che avrebbero appesantito ancora di più la narrazione (non esattamente leggera, specialmente in quest'iltimo chappy -.-), senza peraltro aggiungere nulla di nuovo a ciò che già sapete sulla trama di DN.
Però io non sono menefreghista come il narratore e se voleste avere la spiegazione per intero, ve la lascio qui di seguito e vi risparmierò quindi di andare a spulciare per conto vostro ciò che eventualmente potreste aver dimenticato (io l’avevo dimenticato… o.O)
Light, toccando in elicottero il quaderno di Higuchi, ricorda  tutto, ma per non dimenticare nuovamente deve continuare a toccare il quaderno che ha tra le mani, che è quello di cui era stato proprietario. Chi è stato proprietario di un quaderno della morte, se vi rinuncia e poi viene nuovamente in contatto con esso, deve continuare a toccarlo per continuare a ricordare; solo se ne diventerà di nuovo il proprietario ricorderà e basta, senza bisogno di averlo costantemente appiccicato. Quindi è solo scrivendo il nome Higuchi su quel foglietto tirato fuori dall’orologio che Light ridiventa il proprietario proprio del death note in questione, cioè di quello di Higuchi, che era stato il suo e da cui aveva staccato quel brandello. Insomma scrivendo su quel foglietto lui divento proprietario di quel quaderno. Ergo quel foglietto appartiene a quel quaderno.
Detto questo vi lascio (era ora!!!) con un altro bellissimo disegno di Hanny… La nostra Emma ed L col cielo di Tokyo…Mi dà i brividi!!! *__*
Grazie a tuttissimi!!
Spero abbiate pazienza ancora e mi continuiate a seguire… Oddio, eccomi che ricomincio!! Ma come devo fare??? ^^,
Alla prossima!!
 

Eru

 
 

  

   
 
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