Titolo:
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Iron Breaks, Soldiers Fall
Autore: Iria
Fandom: The Avengers
Personaggi/Claim/Coppia: Steve
Rogers (Capitan America)/ Tony Stark (Iron Man)
Generi: Introspettivo, Malinconico,
Slice of Life.
Avvertimenti: Missing Moments, Slash, What if..?.
Rating: Giallo
Set: Delta
Note: Ecco la mia prima STony.
Ammetto di non esserne particolarmente soddisfatta, avendola scritta a
cavallo
tra le ripetizioni per la Maturità e lo studio -non fatto XD- per i
test
d'ingresso all'università.
Ma almeno ci ho provato e sono giunta alla fine, quindi meglio non
lamentarsi
del tutto!
In alcune frasi ci sono diversi riferimenti agli avvenimenti della
"Civil
War" e, in generale, a quelli che sono i rapporti tra Steve e Tony o i
problemi di alcolismo di Stark. Il titolo della raccolta si riferisce
ad un
arco narrativo della Marvel contenuto in "Fear Itself".
Il titolo completo di questo arco narrativo è "Iron Breaks, Soldiers
Fall,
Gods Die".
Bhé, spero che possiate gradire almeno un po' queste frasi! Grazie per l'attenzione, a chi leggerà e, ovviamente, a chi sarà disposto a darmi un'opinione!
Un bacio!
Iria.
(*) Una frase tratta dall'ultimo volume della Civil War: l'intera scena
riprende un momento del fumetto. =)
*Partecipante all'iniziativa 1frase su lj*
~
Iron Breaks, Soldiers Fall
1 – Terra.
Stark
-il dannato Stark- cade verso il
suolo ed il Cap spera davvero che quel moccioso
-che di Howard ha ereditato tutti i difetti perfettamente amplificati
all'infinito- riesca a riprendere il volo evitando di sfracellarsi;
eppure Iron
Man continua a fendere il vuoto, come un pupazzo sfuggito alle mani di
un
bambino annoiato, ed è spaventoso
avere anche solo il sospetto che sia semplicemente
morto.
2 – Orgoglio.
"Orgoglio
americano, orgoglio di
soldato..."
Riflettendoci
su, Stark ride a tale insulso sentimento e lo fa con gusto,
perché non comprende come il cuore umano (il
cuore di quel vecchio ghiacciolo) possa ancora essere
incatenato a muffiti ideali
in cui, ormai, sono ben pochi a rimporre fiducia; ma la risata di Tony
scivola
via assieme ad un bicchiere di whisky lungo la sua gola ed il
miliardario sa di
aver infranto in quel gesto una promessa -la
sobrietà-
e la propria fottuta superbia.
3 – Spirito.
Rogers
non ha uno spirito di iniziativa particolarmente spiccato quando si
tratta di sesso -evidentemente, il nonnino deve aver avuto i suoi
traumi, o
forse più semplicemente non c'è mai stata, per lui, l'opportunità di
condividere la propria intimità con qualcuno troppo spesso-, sta di
fatto che,
comunque, dopo una forte riluttanza iniziale, è poi il caro Cap ad
afferrare le
redini di Tony
con una facilità che tante
volte innervosisce ed indispettisce il povero
miliardario.
4 – Storia.
Tony
borbotta e si lamenta, perché avere un pezzo da museo che, accompagnato dal
puzzo di storia e di
vecchiume, gironzola per casa indossando delle mutande a stelle e
strisce, non si
adatta per niente all'arredamento dell'ambiente!
5 – Tempo.
Tony
sa che spesso Steve, quasi con fare malinconico, si sofferma a
contemplare un ricordo lontano ed impalpabile; ed allora il miliardario
-con
un calore che non crede possibile-
spera di poter essere, seppur in minima parte, un buon sostituto per
quel tempo
che il Cap ha perduto senza mai aver avuto la possibilità di viverlo davvero.
6 – Guerra.
"Che
stai aspettando, Steve?
Finisci."
(*)
Cap -rabbioso, disperato- osserva
l'occhio di Stark che, gonfio e tumefatto -arrogante come sempre, in
verità-,
facendo capolino dai frantumi della maschera di Iron Man è fisso sui
suoi, e
Rogers vorrebbe davvero sentir gemere e gridare Tony, desidererebbe
ferirlo ed
urlargli contro, per poi stringerlo a sé e mordere
quelle labbra livide con l'unico scopo di fargli ancora più male, perché ciò che hanno
fatto è follia pura, una guerra fratricida, ed i feriti ed i
morti sono inacettabili; allora, abbassa lo scudo, china il volto e le
lacrime
gli solcano il viso gridando all'unisono una sola verità: in battaglia il ferro si spezza,
riducendosi a lamiere informi... in battaglia
i
soldati cadono,
divenendo cenere
nel vento.
7 – Tradimento.
Cap,
con la sua indole patriottica ed il suo senso di appartenenza totale agli Stati Uniti, non
concepisce
il tradimento, ritenendolo la più sudicia delle bassezze: ecco perché trema di rabbia nel vedere
Tony
schierato contro di lui, ecco perché ringhia come una bestia
nell'osservarlo
contrapporsi ad una parte degli uomini straordinari ai quali, volente o
nolente, appartiene
-e
Rogers si
tappa le orecchie, restio ad ascoltare ragioni o dichiarazioni...
"Whose side are
you on..?"
8 – Sentore.
Steve
si muove in maniera circospetta nell'officina di Stark, poiché ancora
deve abituarsi a tutta quella tecnologia che gli è completamente aliena
e sa, ha
il vago sentore
che Tony è lì disperso da qualche parte,
probabilmente
caduto addormentato dopo aver lavorato per giorni e giorni senza alcuna
sosta ;
però, ad un certo punto, il Cap si rende
conto che il suo problema principale più che recuperare il miliardario
e farlo
riemergere alla luce del sole, sia orientarsi fra quel dedalo di
macchinari
dall'aspetto grottesco e decisamente malvagio -ed allora sceglie di
iniziare
a pregare, perché teme davvero di non poter più tornare indietro..!
9 – Giovinezza.
Durante
la giovinezza il piccolo Stark ha collezionato decine e
decine di action
figures del suo adorato Capitan
America, poi, deciso a lasciar marcire tali giochi in chissà quale
angolo
sperduto di casa, solo da qualche tempo ha rispolverato quei volti
sorridenti o
corrucciati, osservando, suo malgrado,
che quegli occhi azzurri dipinti e sbiaditi non rendono giustizia al
luminoso
colore degli originali.
10 – Orme.
Steve
ritiene che essere un eroe voglia anzi tutto dire prendersi la
responsabilità di lasciare delle orme degne di venire calpestate, un
giorno, da
giovani combattenti; e da parte sua Tony si augura che, mai, nessuno decida di
percorrere il cammino di un fottuto
alcolizzato
incastrato in una pseudo relazione
-leggersi: conflitto- platonico-sessuale
alquanto surreale con un super-soldato
in tutina
di spandex azzurro.
11 – Preda.
Tony
non lo ha mai ammesso, ma spesso è stato preda della paura e di un
timore tale da paralizzarlo e lasciarlo lì, a fissare il vuoto nella
luce
artificiale della sua officina: l'irrazionale sensazione d'esser solo,
senza più
la possibilità di specchiarsi negli occhi azzurri di Steve.
12 – Stirpe.
Stark
non ha mai avuto fiducia nella sciocca stirpe degli uomini e, d'altra
parte, lui per primo si considera uno degli esempi più eclatanti della
loro
corruttibilità; però, poi, sollevando lo sguardo, nota di fronte a sé
l'espressione interrogativa di Steve e le sue belle iridi che non
smettono di
fissarlo e, inaspettatamente, uno strano calore lo investe, tanto
simile alla
speranza di poter vivere senza preoccupazioni -fragile e falsa,
certo, ma bellissima.
13 – Passi.
Steve
ha notato come i passi di Tony, decisamente pesanti quando indossa
l'armatura, diventano quasi
impercettibili nel momento stesso in cui il miliardario sveste i panni
dell'eroe ed indossa quelle sue banalissime
Prada e quel suo solito abito di
McQueen che né gli conferiscono chissà quale speciale abilità e né mascherano la stanchezza al di
là del
suo sguardo sempre più artificialmente tronfio.
14 – Rito.
Tony
ha notato che prima di entrare in azione, quasi fosse un rito, il Cap
rigira per tre volte in senso orario il
proprio scudo, per poi farlo altrettante volte in senso antiorario; ed
il
miliardario non può non sorridere a tale gesto, poiché anche lui, da
bambino, col
suo scudo di plastica da Capitan America
faceva lo stesso identico gesto prima di assaltare
il laboratorio di Stark Senior.
15 – Vittoria.
Per
Steve e Tony vincere non deve essere una possibilità, ma un dato di fatto
ed un risultato oggettivo e
palpabile, perché solo trionfando possono continuare ad esistere l'uno
in
funzione dell'altro.
16 – Languore.
Tony
alle volte stacca completamente col proprio mondo: abbandona
l'officina, ordina a Jarvis di non disturbarlo, non fa risuonare alcun
brano
degli artisti che preferisce; semplicemente si stende sul pavimento del
soggiorno e lì, in un cupo languore, passa le ore a fissare il soffitto
fra la
veglia ed il sonno e spesso nemmeno si accorge -o forse semplicemente
lo ignora-
che Cap si accomoda al suo fianco, sorridendo malinconico per
quell'improvvisa
e troppo
frequente
apatia.
17 – Mortale.
Tony
ancora non comprende come Steve abbia potuto ingannarlo così
crudelmente: il Cap era fottutamente vulnerabile, anche per il Cap tre
colpi di pistola allo stomaco erano mortali e
Stark ancora osserva la sua bara, mentre sente il corpo svuotarsi dai
rimasugli
della propria anima, mentre avverte la disperazione mordergli ogni
lembo di
pelle e strappare, leccare e stuprare quelle sue membra annegate nelle
lacrime
amare che non è in grado di fermare e nelle parole che non riesce a
bloccare:
"No, non doveva
andare così."
18 – Favorito.
Tony
ha un grande, anzi, un enorme
segreto: Capitan America è sempre stato il suo eroe preferito fin da
bambino;
ma il miliardario mai avrebbe
sospettato o mentalmente
concepito l'idea
che un giorno si sarebbe risvegliato proprio al suo fianco nudo e
dolorante
come solo una lotta feroce e bestiale è in grado di ridurre due uomini.
19 – Giardino.
Avere
una bella casa con un giardino dove lasciar giocare i suoi tre probabili figli è stato uno dei
sogni di
Steve prima della guerra, prima che tutto cambiasse e si ritrovasse
proiettato
in un futuro sconosciuto; ora l'unico desiderio del Cap è quello di
riuscire ad
arrivare a fine serata senza provare un acuto prurito alle mani
nell'osservare
il -detestabilmente bello- sorrisino
sghembo di Tony.
20 – Eros.
Piove,
ma Mr Stark e il Cap restano comunque avvinghiati l'uno all'altro su
quel terrazzo bagnato: l'odore della pioggia si insinua prepotente
nelle loro
narici, le gocce d'acqua rendono più umidi i baci ed i tuoni coprono il
suono
delle grida e dei gemiti che ad ogni spinta si alzano con
soddisfazione, appagandoli.
21 – Canto.
A
Steve proprio non piace la musica che Tony tanto adora: la trova
alquanto
caotica e rumorosa, però ha imparato a tollerarla soprattutto quando è
il
compagno ad accompagnare quelle note con la propria voce.
22 – Tocco.
Tony
allunga un braccio con la sola speranza di afferrare Steve e scrollarlo, stringerlo a sé; e il desiderio di
tale tocco, di tale contatto non
desiste neanche quando è lo stesso Rogers a scomparire, a farsi più
evanescente
tra le sue mani sporche di sangue e bagnate di lacrime come quelle di
un
moccioso, che si chiudono in un pugno sferrato nell'aria pungente degli
incubi.
23 – Silenzi.
Tony
detesta -con
tutto ciò che può
essere definito il suo cuore- avvertire il
silenzio cadere tra lui e il
Cap, per questo non perde mai tempo e prontamente stuzzica Rogers con
le sue
battutine più acide: ecco perché l'ombra di un sorriso, in simili
occasioni,
tinge sempre l'espressione, altrimenti sprezzante, del miliardario.
24 – Movenze.
Le
movenze di Tony quando indossa l'armatura non sono particolarmente
rigide o meccaniche, ma Steve non può comunque fare a meno di
considerarne
l'essenza inumana, che priva il caro
Stark di quel suo vago charme di cui
il miliardario stesso è tanto consapevolmente
un estimatore -che
tremendo narcisista.
25 – Calore.
Ogni
volta che Steve sfiora il reattore Arc sul torace di Tony, resta
piacevolmente sorpreso, in quanto dimentica sempre
che quell'oggetto artificiale riesce a trasmettere contro le sue dita
un calore
rassicurante, vivo e, soprattutto, umano.
26 – Apparizione.
Da
quando Cap è morto, spesso Tony lo vede materealizzarsi nei suoi sogni -anche se sarebbe più
corretto definirli
incubi-
e in tali apparizioni, Steve si limita a fissarlo con una luce
severa negli occhi azzurri, mentre lui, smarrito, tenta disperatamente di ripulirsi le mani
sporche di sangue in una
bacinella ricolma di whisky, nella quale si ritrova ad anneggare attimi
o
secoli dopo,
avvertendo chiaramente la
mano di Rogers stretta contro la propria nuca; e allora non si agita,
allora si
lascia lentamente morire nel sogno, perché è di certo ciò che merita: Capitan America non
sbaglia mai.
27 – Inebriare.
Tony
si rifiuta di bere e per un attimo comprende di star sbagliando;
quindi getta via il bicchiere di cristallo dove si è appena versato
della
vodka: desidera inebriarsi, certo, ma vorrebbe che fossero la lingua e
i tocchi
e il corpo del Cap contro il proprio a donargli nuovamente l'ebrezza di
un
dionisiaco piacere senza conseguenze disgustose per sé o la sua igiene
-svenire
nel vomito non è piacevole, affatto-;
poi, però, Stark scuote la testa in una smorfia e preferisce mandar giù
l'intera bottiglia di quel suo liquore russo.
28 – Dita.
Tony
prova ad ignorare lo sguardo incuriosito e al tempo stesso perplesso
di Steve e preferisce continuare ad
osservare le dita del Cap: le sfiora ad una ad una, solo per
assicurarsi che
siano lì, vive, calde e reali sotto
il suo tocco -ed è più facile così, piuttosto che tentare di affrontare
quei
suoi occhi da pesce
lesso.
29 – Nostalgia.
Steve,
passeggiando per le strade di New York, alle volte si ritrova
proiettato in quella stessa via negli anni trenta, e riesce persino a
riassaporare il profumo dell'aria o a sentire il ticchettio dei tacchi
di donne
impellicciate che fumano sigarette dai lunghi bocchini di giada; quindi
sospira, quasi con la sensazione d'essere tornato a casa,
consapevolezza che,
però, va in frantumi nel momento stesso in cui la mano di Tony,
poggiata sulla
sua spalla, lo trascina nuovamente alla realtà, lasciandogli nello
stomaco solo
il vuoto di una sbiadita nostalgia.
30 – Legame.
Scava
nella carne e brucia, è doloroso come carboni ardenti strusciati
contro la pelle, come sale lanciato sulle membra martoriate dal fuoco:
è
triste, ma Tony non saprebbe come altrimenti descrivere il legame che,
strigendolo a Steve, lo consuma lentamente.
31 – Erba.
Stark
ricorda la delusione, il disgusto ed il rammarico impressi sul volto
del padre quando il genitore lo scoprì a fumare erba sotto "il suo
stesso
tetto"; ed in quell'istante l'espressione incolore che tinge il viso di
Steve mentre svuota le bottiglie di liquore nel water con lui accasciato
contro la
vasca -o meglio, la piscina- ad
idromassaggio, gli provoca lo stesso acuto dolore al petto... e Tony si sente morire.
32 – Sembianze.
Steve
ritiene che Tony sia abbastanza abile nell'assumere le sembianze
dell'eroe sicuro di sé e delle proprie risorse -o quanto meno incurante
di
eventuali rischi-, però il Cap ha imparato a riconoscere un lato di
Stark ben
più oscuro che ha intravisto
spesso
in quei suoi occhi che, distanti, in diverse occasioni annegano in
chissà quale
segreto o
tormento.
33 – Nettare.
Tony
sa -o meglio, Steve non
fa
altro che ricordarglielo ogni santo
giorno- di dover mantenere la propria lucidità e conosce anche le
condizioni
non particolarmente incoraggianti del suo fegato o del suo stato
mentale, però
davvero non riesce a smettere di bagnarsi le labbra col nettare a volte
aspro,
a volte dolce dell'alcool: rende accettabili, se non comprensibili persino quei baci
amari che scambia col Cap.
34 – Rossore.
Tony
geme senza risparmiarsi qualche imprecazione poco ortodossa, mentre
poggia del ghiaccio sullo zigomo dove il rossore d'un pugno bene
assestato -può
perfettamente distinguere le nocche di
Steve-
non accenna a sparire: il dolore resta lì, pulsante, come se Rogers
stia continuando nel suo intento di distruggergli la faccia e quella
sua
espressione strafottente; e Stark a tale constatazione ride, lo fa con
gusto -ed
isteria-,
nascondendo il volto -e la
frustrazione- contro lo specchio del bagno.
35 – Possesso.
La
prima volta che si sono scambiati un bacio -in maniera piuttosto
animalesca, in verità-, Tony lo ha morso a
sangue, imprimendo il segno rosso vivo dei denti sul suo labbro
inferiore; poi,
finalmente soddisfatto del proprio lavoro, Stark si è semplicemente
limitato a
scrollare le spalle con un sorriso sghembo:
"È una mia
proprietà, Rogie."
36 – Crepuscolo.
Tony,
ogni giorno, desidererebbe sparire assieme alla nebbia del crepuscolo
che precede il sorgere del sole, però, inevitabilmente, avverte sempre
il
respiro di Steve che lì, al suo fianco, lo riscalda e sa, comprende che è inutile sperare
di dissolversi quando non si è
altro che un'ombra dipendente dalla propria luce .
37 – Fautore.
Tony
ancora non ha ben compreso cosa
possa essere considerato il fautore del suo rapporto col Cap: insomma,
hanno
una personalità completamente agli antipodi, eppure continuano, anzi, riescono a
sostenersi l'un l'altro
e a proteggersi reciprocamente -in gran segreto
per loro, in maniera decisamente evidente per gli altri eroi.
38 – Sfrontatezza.
Steve
ritiene che la sfrontatezza di Tony sia troppe volte distruttiva ed
infatti il miliardario pare non essere
in grado di tenere a freno quella sua lingua di serpente; e proprio per
questo
motivo il Cap, quando ne ha l'occasione,
la morde senza troppi rimorsi, sorbendosi con un pizzico di sana
soddisfazione
le lamentele di Stark.
39 – Fato.
Steve
crede che il fato si diverti davvero tanto a dannare la vita degli uomini
e d'altra parte la sua è la
dimostrazione lampante di tale teoria, in quanto non è stato
sufficiente avere
avuto a che fare con uno Stark; no,
affatto: ora gli tocca fronteggiare ogni giorno l'arroganza ed il
sarcasmo del
caro signor Anthony Stark e molto, troppo
spesso,
Rogers -esasperato- rimpiange il fatto che non gli abbiano concesso
di continuare ad essere Capitan
Ghiacciolo.
40 – Labbra.
Le
labbra di Tony sono ruvide e sembrano perennemente imbevute di alcool,
ma Steve le accarezza e le assaggia con delicatezza, ben sapendo di irritare il
compagno -così desideroso ed impaziente
di essere troppo impegnato a godere, per poter avere anche solo lucidità di baciare.
41 – Pensiero.
Il corpo di
Tony non è perfetto, e per quanto Stark si alleni conosce i propri
limiti che, nell'osservare la muscolatura di Steve, non gli vanno
particolarmente a genio; così alle volte il miliardario si blinda in
palestra,
con l'unico e fisso pensiero di poter riuscire ad ottenere degli
addominali anche
solo lontanemente paragonabili a quelli dell'inopportuno -quando si tratta di
avere un fisico migliore del suo- compagno.
42 – Ritorno.
Tony
e Steve sono consapevoli che, un giorno, potrebbero non fare ritorno
assieme, sanno che la Morte è sempre al loro fianco e che di tanto in
tanto
accarezza amorevolmente i loro colli,
quindi alle volte abbandonano ogni diverbio o lasciano che una
discussione
galleggi fra di loro sospesa nell'immobile silenzio, perché comprendono
che un
abbraccio, l'aggrapparsi
l'uno all'altro
possa rappresentare un motivo in più per essere sempre
decisi a tornare e, quindi, una giusta ragione per
schiaffeggiare l'invadente Signora scheletrica che li accompagna.
43 – Ferita.
Tony
ha imparato che è più facile nascondere una ferita fisica, che uno
squarcio del cuore: le bende insaguinate possono essere bruciate, ma è
ancora
più complicato rattoppare un'anima e, quindi, passare inosservati sotto
lo
sguardo attento di chi, che tu lo voglia
o meno,
ti ama con tutto quel suo fottuto spirito a stelle e strisce.
44 – Confine.
Tony
è in grado di oltrepassare il confine della pazienza del Cap senza che
quest'ultimo se ne renda davvero conto: semplicemente, ad un certo
punto Steve
si ritrova con un sopracciglio inarcato fino all'inverosimile -tanto che inizia a
fargli male-
e Stark
che tranquillamente continua a blaterare a pochi centimetri dal suo
viso su
quanto lo spirito di eroe senza macchia e senza paura sia
fortunatamente
passato di moda... ed è ancora più
irritante il fatto che, pur avendo le labbra di Rogers praticamente
attaccate
alle proprie, il miliardario sia comunque riuscito a mandare a segno la
sua
acida frecciata.
45 – Furore.
Il
Cap sarebbe capace di ammazzarlo e Tony lo sa fin troppo bene -è
ubriaco, ma tale consapevolezza si è ben piantata nella sua testa- ed
in verità
Stark desidera davvero che il furore, la delusione e l'amarezza che
induriscono
in quel momento i lineamenti di Steve si scatenino a suon di pugni e di
calci
sul suo corpo sino ad ucciderlo; però Rogers si limita a chinarsi al
suo fianco
e, zitto -odiosamente
zitto-,
aiuta quel
rottame umano del compagno a sollevarsi:
"Perché non mi
fai fuori, Rogie..?"
46 – Volto.
Steve
ha osservato spesso il volto addormentato di Tony, memorizzandone
ogni piccola imperfezione o ruga d'espressione, imparando -soprattutto- a riconoscere le
reazioni di Stark agli incubi, quindi
col tempo ha anche capito come
calmare il terrore e l'angoscia che in quei momenti tingono i
lineamenti del
compagno; così, ogni notte, il Cap poggia
una mano sul cuore del miliardario,
in quanto persino
in
Tony Stark
quell'organo umano necessita delle attenzioni
e delle cure di un altro essere vivente.
47 – Candore.
Alle
volte, quando i suoi occhi sono gonfi per il sonno e, soprattutto, appannati
dall'alcool, Tony
trova fastidioso persino il candore delle lenzuola del suo letto;
allora con
una certa irruenza prova a sfilarle via, perché proprio non può
sopportare tutto
quel bianco troppo bianco e,
tremante, riesce a calmarsi solo quando avverte le mani del Cap
aiutarlo in
quell'insensato -ed ubriaco- intento.
48 – Vino.
Il
vino è uno dei piaceri che Tony Stark si concede senza troppi
ripensamenti: non bada alle annate, gli basta semplicemente perdersi in
quella
densa ebrezza, senza preoccuparsi troppo delle parole lontane ed
indecifrabili
che il Cap, lì davanti a lui, sembra rivolgergli con fare truce; ed
infatti
preferisce zittirlo con un bacio bagnato dall'alcool -ed il nostro caro
Iron
Man non è affatto toccato dal fatto che un'intera bottiglia di
Romanée-Conti
del 1939 si stia versando sul Persiano del soggiorno.
49 – Incisione.
Lo
negherebbe fino alla morte: sotto tortura, urlante e sanguinante,
eppure
continuando a fare sfoggio dei suoi mezzi sorrisi canzonatori, Tony
Stark non
lascerebbe mai trapelare quanto profonda sia l'incisione che il colpo
dello
scudo del Cap gli ha lasciato nell'anima.
50 – Lanterna.
Quando ne ha
bisogno, Tony non riesce a restare da solo per niente ed in risposta alle
sue occhiate seccate, il Cap si
limita a scrollare le spalle, accomodandosi al suo fianco:
"Con quel coso
sei una lanterna, Stark."
"Oh,
incredibile! Rogie ha
imparato a fare dello spirito! Sono commosso, la mia magnifica influenza inizia
a dare i
suoi frutti!"
*Owari*