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Autore: esmeralda92    11/09/2012    0 recensioni
Sono i pensieri di uno dei miei personaggi preferiti del romanzo "L'ultima legione". Rufio Elio Vatreno, personaggio secondario nel romanzo ma che mi ha sempre affascinato. Un legionario romano leale fino alla morte ai suoi ideali e che muore per essi. è la prima volta che scrivo in 2 persona e non sono sicura del risultato... Critiche e suggerimenti sono ovviamente ben accetti!!! Grazie a tutti!!
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sole pallido, coperto dalla nebbia è già alto nel cielo quando arrivate nell’accampamento barbaro. Niente a che vedere con le costruzioni regolari e geometriche degli insediamenti romani. Le tende sono messe in circolo, intorno a uno spiazzo rotondo dove risiede la tenda del comandante degli Eruli. Un uomo non alto, né con la presenza fisica che converrebbe a un grande conquistatore. I capelli arruffati e rossi crescono irregolari e insieme alla barba coprono il suo viso bianco. Gli occhi scuri sono tutto ciò che potrebbe far pensare che l’uomo che ti sta davanti è un comandante. Come tutti i barbari si vestono solo di rudimentali pelli, e anche il mantello che usa per coprirsi non è che una grezza raffinatura della lana del bestiame. Tu, nobile romano, guardi quei barbari con lo stesso orgoglio che avrebbe spinto Cesare o Mario a guardare i Galli o i Cimbri e i Teutoni dall’alto della superiorità militare e culturale romana.
-E questi sarebbero i sopravvissuti della Legio Nova Invicta?- chiese lui, con fare sarcastico ai propri compagni, che sogghignano e ridono. La terra è gelata e umida, e nonostante il gelo, tu, inginocchiato e tenuto da dietro da uno di quei barbari, ti senti la rabbia montare dentro, incontrollabile.
-Sì, siamo noi.- ti lasci sfuggire in un duro sibilo; quando comprendi l’errore, però, è troppo tardi.
-Allora potete ancora parlare… E dimmi, soldato, dove sono i vostri commilitoni?- chiese, caricando di scherno gli appellativi.
-Sono morti sul campo di battaglia, con onore.- rispondi rimarcando le ultime parole e guardandolo duramente negli occhi.
-E dove vi ha portato l’onore?-
-Nell’aldilà!- risponde uno ridendo e suscitando il riso degli altri.
-A impegnare anche l’ultimo uomo delle vostre truppe fresche, per sottomerci.- ribatti tu, incurante di ciò che accadrà: non c’è fine peggiore dell’essere prigioniero di un barbaro. E lui, che ora ti guarda con attenzione e a fondo, lo sa.
-Portateli a Miseno. Non voglio più sapere niente di loro. E teneteli d’occhio: non sono soldati qualsiasi.- risponde per poi rientrare nella tenda, seguito dal suo braccio destro.

  
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