Non dovresti essere tu a piangere.
Non dovresti essere tu quello che si sta disperando sulla mia spalla, o
che
chiede continuamente scusa per il suo comportamento.
Io.
Io dovrei piangere e tu dovresti consolarmi.
Sono io che ho sbagliato, non tu.
Eppure, eccoti qua, tra le mie braccia, il volto affondato tra le tue
mani e la
fronte sulla mia spalla, che piangi come un bambino.
Piangi perché sei stupito, piangi perché nessuno
si aspettava che potesse
succedere altro, dopo quello che è successo a Daesung.
Pensavamo di aver toccato il fondo, di aver provato il dolore massimo,
ma tu ci
stai dimostrando che il peggio è arrivato ora.
Sorrido.
Già, sorrido.
Sorrido, perché la tua reazione mi lascia senza parole.
Non ti credevo capace di provare un simile dolore per me.
Tu che sei sempre così allegro, che mi scaldi il cuore, che
dimostri in ogni
modo possibile l’affetto che provi per me.
Mi viene da piangere anche a me, però, in quel sorriso.
Non sono un buon leader, non sono un buon fratello maggiore.
Perdonami.
Perdonami per quello che ho fatto. Che razza di esempio ti ho dato?
Soffoco un singhiozzo di dolore contro il tuo collo e ti stringo ancora
più
forte.
- Perdonami. -
Sento le tue mani scivolare lungo il mio petto e poggiarsi sulla mia
schiena.
Finalmente ricambi la stretta e mi coccoli.
Finalmente inizio a piangere.
Ora è tutto perfetto.
Adoro stare tra le tue braccia, adoro il modo in cui mi massaggi la
schiena per
consolarmi.
Adoro tutto di te, mio piccolo Panda.