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Autore: Up_    12/09/2012    3 recensioni
"Sai cosa c'è di sbagliato in te?
Tutto"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kyoya Hibari
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Arianna









"Sai cosa c'è di sbagliato in te?
Tutto.
Dico sul serio.
Non riesco a trovare lati positivi al tuo carettere.
Sei bastardo, egocentrico, io-sono-meglio-di-tutti, ti credi il re del mondo...credimi, ho così tanti aggettivi a cui associarti che sprecherei solamente fiato!
Oh, e vorresti sapere nel dettaglio?
Vediamo...
I tuoi occhi: troppo sottili.
I tuoi capelli: perchè non sono biondo-cenere come quelli di Alaude?
I tuoi tonfa: fai sparire subito quei...cosi, prima che te li nasconda!
Il tuo fisic—no, suu quello non ho niente da ridire...solo in questo caso.
Insomma, odio tutto di te.
E nonostante ciò, riesci ancora a sorprendermi, Hibachin."

Resta in silenzio, con gli occhi chiusi.
Siamo da soli sul tetto della scuola, ormai chiusa da qualche ora.
Mi ha detto di venire qui per parlare.
Ma l'unica che ha parlato, fino ad adesso, sono io.

"Hai finito?"

Assottiglio gli occhi, accarezzando con l'indice la testolina morbida di Hibird, appoggiato sulla mia spalla.
Prima di chiede di parlare...e poi mi prende in giro?!

"Veramente no, ma—"

"Com'era la tua vita? Nel mondo reale, intendo"

Rimango per un attimo in silenzio, con la bocca semi-aperta.
Adesso che ci penso...com'era la mia vita prima di tutto questo?
Chiudo anche io gli occhi, rimanendo in ascolto; c'è un innaturale silenzio a Namimori.
Li riapro, rimanendo con lo sguardo fisso davanti a me.

"Non sono ricca. Anzi, vengo da una famiglia abbastanza povera.
Vivo da sola con mia madre e mia sorella.
E' una lunga storia che non mi va di raccontare.
Sei contento?"

Scuote la testa, riaprendo lentamente gli occhi.
Si alza, sedendosi al mio fianco.

"Voglio che tu mi racconti tutto di te"

"E perchè dovrei farlo?"

"Ho visto come guardavi Iemitsu, stamattina.
Sembra che in tutta la tua vita tu non abbia mai visto un genitore!"

Mi rabbuio improvvisamente, ma lui non smette di parlare.

"Cos'è successo, Arianna?"

Giotto, perchè sto piangendo?
Perchè ci sono delle lacrime slate che scorrono sulle mie guance?
Come ha fatto Hibari a capirlo?

"Non...voglio parlarne"

Mi fa voltare verso di se con uno strattone secco, facendomi anche male (mannaggia a lui).
E' troppo vicino.
TROPPO.

"Credi che mantene il segreto ti faccia stare meglio?"

Mi scanso di fretta, ma non ci mette molto a riacchiapparmi.
E sono di nuovo troppo vicina a lui, che con quegli occhi seri non fa altro che farmi piangere ancora.
E ancora.
A questo punto, non mi resta che fare una cosa.

"E' successo molto tempo fa...
Mio padre beveva, si drogava, ma mia madre continuava ad accettarlo in famiglia.
Io e mia sorella ne avevamo abbastanza, perchè aveva lliquidato tutti i nostri risparmi.
Vivevamo in condizioni miserabili...
Poi—ha cercato di ucciderci.
A tutte quante.
Ha dato fuoco alla casa, buttando del gasolio sul fornello della cucina..."

A quel punto scoppio a piangere, singhiozzando convulsamente.
Mi piacerebbe tanto sapere che faccia ha Hibari in questo momento...
Ma con la vista offuscata dalle lacrime e dai ricordi, non mi sembra una buona cosa.

"E...come vi siete salvate?"

La sua voce trema.
Non mi aspettavo una reazione del genere...soprattutto da parte mia.
Io, Arianna, sono probabilmente l'unica ragazza al mondo che sia mai riuscita a far preoccupare Hibari Kyoya.

"Mia madre ci ha salvate un attimo prima che la casa esplodesse.
Un istante.
Se fossimo rimaste là dentro per un secondo di più—
Ma lui è morto.
E a noi andava bene così.
Ci siamo fatte forza, abbiamo ricominciato da zero.
E ora mia madre è un avvocatessa in carriera, mentre mia sorella studia per l'università."

Silenzio.
Mi volto verso Hibari, convinta che la mia lagnosa storia lo abbia solo fatto innervosire.
E invece no.
Ha gli occhi sbarrati, e sembra che non stia nemmeno respirando.

"Io non..."

"Ormai è tutto passato...non serve che ti scusi, Hibachi—"

Tardi.
Ormai era troppo tardi.
Sento le sue braccia attorno alle mie spalle...innaturalmente delicate.
Come fa, uno come Hibari, a cambiare comportamento così radicalmente?
Smetto di piangere, e mi stacco da lui, in silenzio.

"Sai, mi sento decisamente meglio"

"In che senso?"

"Non so spiegarlo...sembra che parlando con te questa faccenda sia stata archiviata per sempre nella mia memoria"

"Allora dovrei fare lo psicologo"

Sorrido, e sembra che la tensione di prima si sia sciolta in un attimo.
Mi alzo, dirigendomi verso la porta accompagnata da Hibari.

"Non ti ci vedo per niente, Hibachin"

"Adesso che ci penso...no, nemmeno io mi divertirei ad ascoltare le lagne della gente. Naturalmente, non il tuo caso"

Segue un lungo silenzio, accompagnato dal rumore dei nostri passi per i corridoi della scuola.
Non fa caldo, nonostante sia quasi agosto.
Noto la classe 2-A, quella di Tsuna, e più in là la porta della sala del Comitato Disciplinare.

"Dove ci siamo parlati...per la prima volta"

"Che hai detto?"

"Niente. Pensavo a voce alta"

Lui annuisce, in silenzio.
Giotto, è quasi imbarazzante stare in silenzio con Hibari.
Ci fermiamo davanti all'ingresso, guardando le sfumature rosse del tramonto che prendono un colore violaceo.
Viola, come la fiamma della Nuvola.

"Grazie"

Una parola, come ringraziamento.
Un mezzo sorriso, perchè non puoi certo pretendere un sorriso intero da Hibari, come risposta.
Un cenno della mano, come saluto.
Non risponde, Hibari.
Se ne sta zitto come la Nuvola che è, e lo sento mantenere lo sguardo sulla mia schiena, finchè non supero i cancelli.
Mi volto, ma lui non c'è più.
Chissà se dimenticherò mai questa esperienza, quando ritornerò alla normalità.





Hibari è ritornato sul tetto, e segue con lo sguardo la ragazza mora che è appena uscita dalla scuola.
Ha ancora un mezzo sorriso dipinto sul volto.
E tutto, grazie a lei.
Chiuse gli occhi, e si voltò verso Hibird, riaprendoli; l'uccellino giallo era poggiato sulla ringhiera del tetto, e guardava Hibari sbattendo le ali.

"Arianna! Arianna!"

Sorrise, per la prima volta in vita sua.
Come faceva a farlo sentire così bene?
Così...vivo?
Si meravigliò di se stesso solo al pensiero.
Chiuse di nuovo gli occhi, e sospirò. Probabilmente avrebbe dovuto aggiungere una nuova parola al suo dizionario.
Quale?
"Arianna..."





  
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