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Autore: GiulyHermi96    12/09/2012    3 recensioni
So che il titolo potrebbe far pensare ad una Dramione, ma non è così.
Questa è una storia su Andromeda Black e Ted Tonks.
Sì, i genitori di Nimphadora, che spesso non vengono presi in considerazione. Io, invece, li trovo adorabili, ma più di tutto, mi sono chiesta che cosa sia accaduto a questi due ragazzi così coraggiosi. Perché Andromeda si sia innamorata di un mezzosangue benché venisse da una famiglia con regole ferree, composta solo da purosangue
Ecco, questa è la mia versione dei fatti, spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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Amore contro le regole

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Una piccola premessa:

Andomeda Black, almeno secondo Wikipedia, è nata nel 1953. Purtroppo ho avuto questa notizia molto dopo aver iniziato la storia (non avevo la connessione a internet) perciò, secondo la mia storia, Andromeda ha un anno in più. È nata, come anche Ted, nel 1952. So che avrei potuto cambiare le cose, ma per un fatto di maggiore età, non ho potuto... spero mi possiate perdonare questa mancanza :(
Grazie per l'attenzione.

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Cosa fate?” chiese il prefetto correndo in soccorso di alcuni ragazzi a terra.

Oh, bene, abbiamo anche il prefetto Ted Tonks in soccorso... scappate, è arrivato!” lo schernì Bellatrix Black ridendo.

Il ragazzo ascoltò il polso dei due ragazzi svenuti a terra e alzò lo sguardo arrabbiato.

Erano vicino alla foresta proibita, nella ronda notturna aveva notato l'assenza di qualche ragazzo della sua casa, vedendo dei lampi dalla finestra era corso da loro e aveva trovato Bellatrix Black e qualche altro Serpeverde che torturava quei poveretti.

Bellatrix era quel tipo di ragazza che, se non parlava e/o torturava la gente, poteva essere vista come veramente affascinante... peccato che fosse pazza. Completamente.

Lasciali stare Black... non ha senso fargli del male...” disse lui cercando di ragionare con lei.

La ragazza alzò gli occhi al cielo: “Oh cosa farai ora, mi toglierai dei punti? Come se la mia vita dipendesse da quello... ah ah. Sei proprio buffo.” disse puntandogli contro la bacchetta.

Ted si difese. Odiava dover combattere, ma alle volte era necessario. Vide un altro Serpeverde puntargli contro la bacchetta e si difese da lui, ma Bellatrix riuscì a colpirlo facendolo cadere.

Ted sentì il proprio respiro spezzarsi. Pensò che quella ne avesse avuto abbastanza, invece continuò a torturarlo, fino a che lui non sentì una voce arrivare da lontano dire: “BELLA! SMETTILA!” poi, tutto diventò buio.

*      *      *

Quando riaprì gli occhi, il ragazzo dovette schermarli con una mano. La luce non era forte, ma si rifletteva ovunque in quella stanza piena di oggetti bianchi e candidi.

Quando riuscì ad abituarsi meglio alla luce, si guardò intorno. Tutto era sfocato e, quando girò la testa alla sua destra, si mise immediatamente a sedere in allerta, riconoscendo la ragazza seduta sulla sedia di fianco a lui proprio come Bellatrix Black.

Lei allungò le braccia lentamente e lo prese per le spalle spingendolo gentilmente sul materasso: “Non dovresti fare scatti del genere... sei ancora convalescente Ted Tonks...” disse una voce calma a posata.

Lui si stese confuso e prese un sospiro, poi si stropicciò gli occhi e guardò la ragazza di fianco a se.

Era simile a Bellatrix in un modo spaventoso, ma i suoi capelli erano più chiari, del colore del mogano e le labbra avevano un'espressione più dolce e posata, rispetto a quella di scherno dell'altra. Gli occhi di questa ragazza, notò poi Ted, erano più chiari e grandi, forse troppo per quel viso così minuto ma al contempo così determinato.

La cravatta della ragazza era comunque verde-argento.

Bentornato tra i senzienti... ci hai messo un po' a riprenderti...” disse lei con un sorriso che non raggiunse gli occhi.

Lui la guardò confuso: “Perché, quanto sono stato addormentato?” chiese.

Lei alzò le spalle: “Un giorno più o meno... mi dispiace.” disse abbassando la testa: “Mia sorella ha esagerato... come al solito dovrei dire...” disse guardando il pavimento desolata.

Sei tu quella che l'ha chiamata per fermarla prima che svenissi?” chiese lui riconoscendo la voce.

Lei alzò gli occhi e benché fosse arrossita un pochino rimase impassibile: “Mia sorella va fermata alle volte... io sono più piccola di lei, ma si era resa conto di aver esagerato... in fondo siamo ancora a scuola.” disse alzando le spalle.

Che strana ragazza. Sembrava uscita da un romanzo dell'ottocento. Sedeva sulla sedia come una bambola di porcellana, con la schiena dritta, un'espressione ferma, le gambe unite dietro la gamba della sedia e le mani in grembo.

Siete sorelle... pensavo...” cercò di dire lui.

Lei sorrise senza allegria: “Pensavi fossi lei... sì, ci confondono spesso.” disse senza cambiare espressione.

Io...” disse la ragazza decisamente imbarazzata guardando per terra: “Ti devo chiedere un favore...” spiegò senza guardarlo.

Ted guardò la Serpeverde con curiosità.

Un favore?” chiese confuso.

Lei sospirò: “Un favore enorme, per essere precisi...” disse imbarazzata.

Ted attese e lei lo guardò negli occhi: “Ecco... gli altri due ragazzi non ricordano chi sia stato ad attaccarli... solo tu ti sei ricordato di Bella e... ti vorrei chiedere di non fare rapporto agli insegnanti...” disse lentamente.

Come?” chiese Ted sconvolto.

Lei sospirò: “Te ne prego... Bella se ne andrà quest'anno, tra qualche mese avrà i M.A.G.O. e non ci sarà più... lo so che non andrebbe bene... le parlerò, proverò a farle capire che non può fare del male alle persone quando vuole, ma ti prego non farle rapporto...” disse lei.

Lui la guardò incredulo: “Io... non posso farlo. È un mio dovere da prefetto. Non posso evitare di fare rapporto...” disse desolato, poi la guardò: “Perché non mi fai un incantesimo di memoria, sarebbe più comodo.” chiese lui senza capire.

Lei drizzò la schiena piccata: “Non è nel mio stile obbligare le persone a fare cose che non vogliono. Non ti sto ordinando qualche cosa, ti sto chiedendo un favore. Non sei obbligato a seguirlo.” disse seria.

In quel momento il professor Silente entrò in infermeria e si avvicinò al letto del Tassorosso accompagnato dalla professoressa Sprite.

Signor Tonks, spero si senta meglio...” lo salutò il preside.

Il ragazzo annuì: “Si signore, mi sento abbastanza bene.” rispose il ragazzo.

Signorina Black, è un piacere vederla... mi dispiace chiederglielo in questo modo, ma potrebbe lasciare il signor Tonks, me e la professoressa da soli, per cortesia? Potrà tornare tra poco.”

La ragazza abbassò la testa e uscì dalla tenda allontanandosi un po' ma mettendosi in un punto per riuscire comunque ad ascoltare.

Signor Tonks, Madama Chips ci ha detto che si è svegliato poco fa, quindi non le chiederemo molto tempo... le volevamo solo chiedere se si ricorda chi fossero gli aggressori...” disse il preside.

Ted stava per dirlo, sentiva che era la cosa giusta, ma si ricordò delle parole della ragazza: Non ti sto ordinando qualche cosa, ti sto chiedendo un favore. e decise di non dire nulla.

No signore... ricordo tre voci, due maschili e una femminile, ma è tutto... ricordo la signorina Black che ha fermato gli aggressori e mi ha salvato, ma questo è tutto quello che so...” disse guardandosi le mani cercando di sembrare desolato.

La professoressa Sprite gli posò una mano sulla spalla sorridendo gentilmente rincuorandolo e Silente sorrise guardandolo in un modo strano, ma ritirandosi insieme all'altra senza dire altro.

La Serpeverde si riavvicinò subito dopo: “Perché l'hai fatto?” sussurrò sorpresa.

Lui alzò le spalle e si stese meglio sul materasso senza guardarla: “Mi stai simpatica...” disse semplicemente aggiungendo subito dopo: “Non ti ci abituare, comunque... non sono solito dire bugie...” disse passandosi una mano sul viso.

Lei lo fissò confusa ma annuì raccogliendo la sua borsa e i suoi libri.

Sei rimasta qui da ieri?” chiese lui.

Lei, che si era già girata per andarsene, si arrestò e si schiarì la voce: “Più o meno... sono comunque andata a lezione...” disse mettendosi la borsa a tracolla.

Non mi hai detto come ti chiami...” disse lui prima che lei se ne andasse.

La ragazza, questa volta, si voltò e guardò quello strano ragazzo confusa.

Nessuno era mai stato interessato al suo nome, per tutti lei era la sorella di Bellatrix e della piccola Narcissa, che era più riconoscibile rispetto a lei... nient'altro.

Mi chiamo Andromeda...” disse stringendo alcuni libri al petto, come spaventata dal suono che il suo nome faceva.

Ted ci pensò e sorrise: “Come la costellazione?” chiese gentilmente.

La ragazza annuì.

Io sono Ted” disse sorridendole e guardandola andarsene dopo aver annuito.

* * *

Non mi parli più?” chiese la ragazza sedendosi di fronte Ted in biblioteca.

Il ragazzo alzò lo sguardo dal libro che stava sottolineando e fissò Andromeda di fronte a se confuso.

Si guardò intorno e non vide nessuno, poi tornò a guardare il suo libro con calma e continuò a sottolineare dicendo: “Io ti parlerei anche tutti i giorni Andromeda...” disse interrotto subito dalla ragazza: “Allora fallo.” disse spazientita.

Lui sorrise: “Fammi finire...” le disse.

Lei incrociò le braccia e aspettò.

Ti parlerei anche tutti i giorni, ma non credo che la tua famiglia sarebbe molto felice di vederti parlare con un mezzosangue... è così che ci chiamano?” chiese lui sorridendo.

Lei sbuffò arrabbiata.

Sei arrabbiata?” chiese lui continuando a sorridere gentilmente.

Lei annuì: “Sono arrabbiata perché hai ragione... e odio quando gli altri hanno ragione...” disse arrossendo appena un po' sulle guance.

Lui ridacchiò senza fare rumore: “Il punto è che ti avrei davvero voluto parlare, ma se l'avessi fatto probabilmente ti avrei messo nei guai con i tuoi parenti, non è così?” chiese gentilmente lui.

Lei alzò gli occhi al cielo ancora con le braccia incrociate come a dire: sì, hai ragione anche questa volta...

Ted sorrise di nuovo: “Anche se non sono intelligente quanto un Corvonero, alcune cose le capisco...” disse lui passando ad un altro libro.

Lei sospirò: “è ridicolo...” disse arrabbiata.

Lui la guardò confuso: “Ridicolo?”

Lei sbuffò: “Sì, è ridicola questa cosa che la mia famiglia sostiene. Mezzosangue, purosangue, babbano di nascita... che razza di differenza fa? Siamo tutti maghi!” disse alzandosi e andandosene come una furia.

Ted la guardò sorpreso, chiuse i tomi e la seguì in fretta.

Lo pensi davvero?” le chiese.

Lei si girò e lo guardò: “Certo che lo penso davvero... mi sento di vivere nel diciannovesimo secolo, quando le donne non avevano alcun diritto. È la stessa cosa. Solo perché non fate parte di una famiglia completamente magica siete sbagliati? Non capisco... proprio non li capisco...” disse a bassa voce dirigendosi verso il parco.

è strano sentirlo dire da una Black, e scusa se te lo dico.” disse lentamente.

Andromeda alzò gli occhi al cielo: “No che non è strano... Non si possono avere opinioni diverse?” chiese arrabbiata e confusa.

Ted scosse la testa: “Non ho detto questo, dico solo che i Black, di solito sono una famiglia molto unita... almeno sulle tradizioni.”

Lei si fermò in mezzo al prato: “Lo dici come se fosse una cosa cattiva...” disse senza guardarlo.

Ted scosse la testa: “Non è una cosa cattiva... ma le segui anche tu, ne sono certo. Forse non tutte, ma, per esempio, sei comunque una Serpeverde..” disse il ragazzo quasi vergognandosi delle proprie parole.

Andromeda sospirò: “Pensi che sia una Serpeverde solo perché lo è la mia famiglia lo è?” chiese impassibile.

Ted sospirò: “Il dubbio viene...” disse semplicemente.

Lei sospirò di nuovo: “Allora ti sfugge una cosa...” disse lei seriamente.

Cosa?” chiese dopo un po' il ragazzo quasi spaventato dalla risposta.

La ragazza sorrise quasi malignamente, assomigliando ancora di più alla sorella: “Ti sfugge il fatto che, probabilmente, il cappello mi ha messa dove mi ha messa, non per le mie origini, ma per quello che ho qui dentro...” disse indicandosi la testa.

Ted scosse la testa: “Non capisco...” disse.

Lei sospirò, sorrise di nuovo e si girò: “Forse sono portata per quella casa, come tu sei portato per la tua. Forse ho davvero qualche cosa di maligno dentro la mia testa...” disse guardandolo negli occhi infuriata per un motivo che conosceva solo lei e ricominciando ad incamminarsi con passo deciso e svelto.

Ted alzò gli occhi al cielo e la inseguì.


Angolino autrice:
è ufficiale, sono una pazza!
Oltre ad avere la mia long Lily e i malandrini ancora incompleta e nemmeno vicina al suo finale, ho anche la raccolta Welcome to death sulle spalle e mi metto a pubblicare questa storia che non è nemmeno completata sul computer...
Va bé... spero vi piaccia. Quetso è il primo capitolo... non credo saranno più di dieci, anzi credo saranno meno... Penso saranno davvero pochi e che arriverò al massimo fino alla nascita di Nimphadora... vedrò...
Un saluto, grazie a chiunque passerà :)
GiulyHermi96

   
 
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