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Autore: 9Pepe4    12/09/2012    8 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24 – Tu sarai nel mio cuore

Udendo quell’urlo, Trunks si sollevò a sedere di scatto.
«Bra?!» esclamò, stupefatto.
La bambina era sulla soglia, gli occhi arrossati dal troppo piangere, l’espressione stravolta… Di colpo, chiuse la bocca, mentre Goku faceva capolino da dietro di lei, controllando allarmato l’interno della stanza…
Trunks scambiò appena un’occhiata con l’uomo, ma poi dovette distogliere lo sguardo, poiché Bra gli si era gettata addosso.
La bambina si inerpicò sulle ginocchia del fratello, gettandogli le braccia al collo. «Sei forte, sei forte, sei forte» singhiozzava.
«Bra, che cosa…?»
Lei, però, non rispose: stava piangendo così forte che non aveva fiato per parlare.
«Bra…» sussurrò Trunks.
Non riusciva a credere di averla sulle proprie gambe, non riusciva a credere che lei si stesse davvero premendo contro di lui con autentica disperazione… Dopo la scena di poco prima, aveva pensato di non vederla mai più… Okay, forse di vederla sì, ma solo durante i pasti o quando si fossero incrociati casualmente in casa… Di certo, aveva pensato che non l’avrebbe mai più toccata.
Il pianto della piccola si calmò un po’, quel poco che bastava per permetterle di mettere in fila qualche parola senza soffocare.
«Non… Tristezza…» farfugliò. «Per favore, guarisci, guarisci! Io ho detto a Trunks che la sua mamma sarebbe guarita subito, non appena lui fosse tornato da lei!»
Stranito, Trunks portò una mano sulla nuca della sorellina.
In quel momento, si accorse che sulla soglia non c’era più nessuno: Goku si era dileguato in tutto silenzio…
«Io sono tornata» continuò Bra, «e allora tu… Guarisci!»
Sollevò gli occhi lacrimanti sul fratello.
«Io… ti faccio guarire?» domandò, con un fil di voce.
Trunks impiegò qualche istante prima di riuscire a parlare. Quella bambina poteva fare di lui tutto, tutto… Poteva guarirlo e poteva distruggerlo.
E in quel momento stava certamente facendo la prima cosa.
«Sì, Bra» le rispose perciò, con forza. «».
La bimba tirò rumorosamente su col naso. «Tu non sei cattivo…» piagnucolò. «Il cattivo è Algid, e io non voglio un altro fratello…»
Lo abbracciò di nuovo, mentre Trunks si sentiva quasi stordito.
Le diede un bacio delicato sulla guancia, sfiorandola appena con le proprie labbra. E poi ripeté il gesto, per asciugarle le gote bagnate.
Bra, intanto, gli accarezzava la spalla. Aveva smesso di tremare.
Improvvisamente, irruppe in una sorta di risatina. Trunks, stupito, alzò gli occhi a guardarla, e lei rise più forte. Il ragazzo, allora, contagiato da quell’allegria forse immotivata – forse dovuta più a una crisi nervosa che ad autentica felicità –, si mise a ridere a propria volta.
Lei gli fece il solletico, lui la imitò, e continuarono a ridere insieme.
Poi si fermarono, e Bra si strinse contro di lui, e insieme piansero un po’.
Quando ebbero esaurito tutte le loro lacrime, Bra inarcò la schiena, premendo la faccia contro il petto del fratello. Ecco, sì… Era lo stesso odore del ragazzo del futuro, però… Però era questo, il suo Trunks.
«Trunks?» sussurrò la bambina, con voce esilissima.
Lui le accarezzò i capelli.
«Non è vero che ti odio…»
Il giovane le rivolse un’occhiata timorosa. «No?»
Bra scosse la testa, con decisione.
«Ne avresti tutte le ragioni, sai?»
La bambina annuì. «Sì, ma non voglio» rispose. «Io ti voglio bene».
Trunks la guardò attentamente, mentre sentiva il proprio cuore gonfiarsi di sollievo. «Non mi merito il tuo perdono» obiettò, giusto perché gli sembrava di doverlo dire.
Bra, però, gli picchiò una mano sul petto, senza fargli male. «Lo decido io!» pretese. «E io ti perdono!»
Dopo averlo detto, sembrò abbastanza soddisfatta.
«Sono buona?» s’informò poi, guardando il fratello dritto negli occhi.
«La bambina più buona che io conosca» confermò lui. La abbracciò, affondando le labbra nei suoi capelli turchini, e pensò che stare così per sempre… Gli sarebbe bastato.
Bra fece un piccolo sbadiglio. «Posso dormire qui?» pigolò, timidamente.
Trunks sorrise debolmente, perché era più di quanto avesse mai sperato. «Certo» sussurrò.
La bambina gli si spostò dalle ginocchia con agilità, andando a rannicchiarsi sul materasso del letto del fratello.
Quest’ultimo la seguì con lo sguardo.
Bra sembrava assonnata, ma continuava a tenere gli occhi aperti e ad osservare il ragazzo.
«Trunks?» chiamò, dopo un po’, con voce triste. «Le cose non torneranno più come erano prima, vero?»
Lui sentì una stretta al cuore. «No» si ritrovò costretto ad ammettere.
«Però» mormorò Bra, confusamente. «Però… Possono diventare più belle di come sono adesso, giusto?»
Trunks annaspò, come se le parole pronunciate dalla sorellina fossero per lui come una boccata d’ossigeno dopo anni di apnea.
Bra, non udendo nessuna risposta, parve riscuotersi. Fissò Trunks e ripeté, un po’ preoccupata: «Giusto?»
Lui tese la mano, accarezzando la testa della bimba. La piccola chiuse gli occhi, come un gattino che si crogiola nell’affetto del proprio padrone.
«Giusto» confermò Trunks, in un sussurro.

Bulma era sinceramente perplessa.
Goku, infatti, l’aveva salutata con un mezzo sorriso, con l’aria di chi pregusta una felice sorpresa, e se n’era andato senza protestare o attendere con aria speranzosa che lei lo invitasse a restare per cena.
In più, nonostante ormai fosse sera tarda, l’unico ad essersi presentato per reclamare l’ultimo pasto della giornata era stato Vegeta.
E dire che tanto Trunks quanto Bra facevano solitamente onore al proprio sangue saiyan con un appetito decisamente fuori dal comune.
Improvvisamente preoccupata, la donna si avviò verso la porta della sala da pranzo, ignorando lo sbuffo seccato di Vegeta.
Il saiyan occhieggiò con un certo desiderio la pentola posata in mezzo al tavolo, poi si accigliò e si alzò da tavola, seguendo la sua donna.
Bulma passò dapprima in camera di Bra ma, visto che della bimba non vi era traccia, decise poi di proseguire verso la stanza di Trunks.
Quando giunse a metà del corridoio, però, le parve di udire qualcosa. Si arrestò d’istinto, tendendo le orecchie… E si sentì raggelare.
Prima che Vegeta potesse dire alcunché, si rimise in moto, quasi di corsa, precipitandosi verso la stanza del suo primogenito.
Non poteva star succedendo di nuovo, non poteva!
E invece, quando fu accanto alla porta, capì che stava accadendo eccome.
«Prendi solo la mia mano
Stringila forte» cantava la voce di Trunks, in tono sommesso, ripetendo le parole che per un lunghissimo tempo avevano infestato gli incubi di Bulma.
La donna cercò gli occhi di Vegeta, che rispose con uno sguardo imperscrutabile.
Prima di chiedersi perché il saiyan sembrasse così poco preoccupato, Bulma posò una mano sulla maniglia. Aprì la porta piano, silenziosamente…
E fece bene, perché la scena che si stava svolgendo all’interno della camera era assai diversa da quella che lei si stava immaginando.
Trunks cantava sì, ma lo faceva senza lo sguardo vacuo e perso che aveva accompagnato quella melodia tempo addietro. E lo faceva non rivolto al vuoto, ma alla bambina che dormiva accanto a lui.
Bulma trattenne il fiato, osservando la piccola Bra raggomitolata sul letto del fratello.
Abbassò appena gli occhi, notando la manina della bimba aggrappata inconsciamente a quella più grande del fratello, e improvvisamente si sentì come se il cielo avesse esaudito il più grande dei suoi desideri.
Sentendo voglia sia di ridere che di piangere, perché era felice e commossa allo stesso tempo, si tirò silenziosamente indietro, richiudendo piano la porta.
«Io ti proteggerò
Da tutto ciò che ti circonda
Sarò qui
Non piangere».
Bulma scambiò uno sguardo con Vegeta. Ora capiva perché lui le era sembrato molto meno allarmato: il saiyan doveva aver percepito subito che il figlio non era solo, e che quindi stava cantando la ninnananna alla sua sorellina. Davvero, questa volta.
«Andrà tutto bene?» sussurrò.
Lui mosse il capo e lei lo interpretò come un sì.
Più serena, gli diede un colpetto scherzoso sullo stomaco. «Vieni, saiyan» mormorò, prendendogli un braccio, «andiamo a riempire quel tuo pozzo senza fondo».
Lo trasse con sé con un sorriso, mentre dietro di loro ancora si sentiva la voce di Trunks.
Una voce emozionata, incredula e piena di speranza.
La voce di un Trunks che non sarebbe più tornato come prima, ma che sarebbe riuscito a sentirsi un po’ meglio.
«Perché tu sarai nel mio cuore
Sì, tu sarai nel mio cuore
Da questo giorno in avanti
Ora e per sempre».














Spazio dell’Autrice:
E così si conclude la storia.
Non. Ci. Credo.
E sono anche un po’ triste, a dire il vero >.<””
Scusatemi per la posticipazione dell’aggiornamento, ma ieri dovevo proprio studiare...
Non sono del tutto convinta di come è venuto questo capitolo, spero di sbagliarmi e che vi sia piaciuto!
La ninnananna, naturalmente, è la traduzione di You’ll be in my heart di Phil Collins (quella di Tarzaaaan! :D).
Comunque, grazie a tutti!
A tutti quelli che hanno letto;
a tutti quelli che hanno recensito;
a tutti quelli che hanno inserito questa storia tra le preferite;
a tutti quelli che l’hanno messa tra le seguite;
a tutti quelli che l’hanno aggiunta alle ricordate.
GRAZIE, davvero!
Ah, se vi mancano già Trunks e Bra, sappiate che presto riprenderò in mano un’altra fanfiction in cui compaiono loro due, anche se decisamente diversa (il genere è comico, e poi non è così incentrata sul legame fraterno, quindi... XD). Se vi interessa, non avete che da cliccare qui (oddeo, ora mi sento in colpa per essermi fatta pubblicità da sola O_O).
Alla prossima (prima o poi)!
  
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