L'Elfo
Si dice che nel momento in
cui capisci di star per morire, tutta la tua vita ti scorra davanti
agli occhi, con le scelte giuste e sbagliate che non potrai
più
cambiare e i rimpianti che avresti voluto evitare.
Si dice che i
ricordi siano nitidi e precisi, e che ogni sensazione sia come quando
l'hai vissuta.
Si dice che ogni svolta della tua esistenza ti
appaia chiara, e che trovi altre strade che al momento non hai visto,
o che ti sono sembrate soluzioni peggiori, e invece si sarebbero
rivelate migliori e ti avrebbero fatto avere un passato più
felice.
Tu non devi piangerti addosso per quello che avresti
potuto avere, però.
No, tu devi pensare che tutto quello che hai
fatto ha definito ciò che sei e sei stato, e ne devi essere
orgoglioso.
Personalmente, mentre la lama affusolata mi
colpiva fra le scapole, pensai soprattutto a
Yliar, lanciandogli
un ultimo, disperato, grido d'amore e d'aiuto.
Che non udì mai,
purtroppo.
Ricordo che prima che l'oblio scuro della Nera
Falciatrice mi inghiottisse, rivissi tutti i momenti meravigliosi che
avevamo passato insieme: il giorno in cui l'avevo conosciuto, lui,
che mi aveva subito conquistata con quegli occhi stupendi, di quel
viola tanto intenso da farmi quasi male e quei capelli così
lisci,
del colore dell'ebano, le cui lunghe ciocche avrei voluto accarezzare
e stringere tra le dita. Il giorno in cui mi aveva parlato,
arrabbiato, perché continuavo a non ascoltare le sue
preghiere
disperate, che mi imploravano di smettere di essere una crudele
assassina e di aprirmi all'amore. Il giorno in cui, finalmente, le
sue labbra morbide si erano posate sulle mie, esitanti, per
poi
farsi sempre più decise. Il giorno in cui mi aveva detto
“ti amo”
per la prima volta, con quella sua voce simile ad un canto, che mi
aveva sempre affascinata, e che in quel momento aveva espresso solo e
soltanto un amore profondo, devastante. E molti altri, prima che
finissi su quella torre, intrappolata in quelle anguste e umide
scale, con un sicario qualificato (come me) alle calcagna, che mi
lanciava coltelli intrisi di veleno.
Scoprii, sorpresa, che
ero contenta della strada che avevo percorso, e che non
l’avrei
cambiata per nulla al mondo, perché nonostante tutto il
dolore che
mi aveva portato, mi aveva dato anche la gioia più grande
che si
possa provare.
Quando il mio inseguitore mi colpì, avevo un
sorriso sulle labbra ed ero pronta a morire, anche se ciò
significava lasciare Yliar solo con il dolore immenso della perdita.
Ma lui era forte, sarebbe andato avanti.
E poi, tutto fu nero. Per
sempre.
O almeno così credevo.
Angolino
autrice:
*Entra piano piano e aspetta il verdetto a testa
china, pregando con le mani giunte che nessuno le tiri sassi*
Questo
piccolo sfogo è stato scritto in dieci minuti, quindi niente
di
elaborato XD
Non credo che continuerò questa storia, ma non si
può mai dire. Mi affascina il fantasy romantico ^^
Che ne
dite??
Ho trovato molto più facile descrivere le emozioni,
rispetto ad anche poco tempo fa...chissà perché.
Ditemi che ne
pensate, mi farebbe piacere.
Personalmente, mi piace parecchio
^^
Ciao,
Sof
<3