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Autore: NotFadeAway    12/09/2012    5 recensioni
Severus, adesso tu sei libero, libero di andare avanti, di là c’è qualcosa che ti aspetta, potresti rivedere chi hai perso e chiudere qua la tua partita con il mondo. Hai già dato tanto, hai sofferto, adesso di meriti un po’ di pace. Oppure potresti scegliere di aiutare me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Severus si svegliò di soprassalto, scattando a sedere. Ansimando, si guardò attorno. Provò la fastidiosa sensazione di stare fissando il sole a occhio nudo, a circondarlo c’era infatti una luce bianca ed accecante. Solo riparandosi la fronte con la mano e strizzando gli occhi, poté rendersi conto che, in effetti, non c’era nient’altro da vedere, neanche la linea dell’orizzonte.
Nella sua testa, Severus lavorava velocemente, cercando di capire cosa fosse accaduto. La risposta che gli parve più ovvia fu che in realtà si trovasse in un sogno, in uno di quelli in cui sei cosciente che stai sognando.
Cercò di alzarsi, facendo leva sulle braccia, e in quel momento si accorse di essere nudo. Si sentì profondamente vulnerabile, avrebbe preferito avere qualcosa in dosso, anche se non c’era nessun altro.
In quell’istante accaddero tre cose: Severus si ritrovò vestito, attorno a lui iniziarono a disegnarsi, nella luce,  i contorni di alberi e cespugli, a pochi passi da lui, apparve una figura.
Quest’ultima si confondeva quasi con la luce, era candida quanto il suo nome e avanzava verso l’uomo ancora per terra.
-Silente?- disse Severus, incredulo.
-Severus! Vieni qui!- fece lui, indossando il suo solito sorriso semplice e gioviale.
Diede all’uomo davanti a lui a stento il tempo di alzarsi, poi lo abbracciò.
Severus, che non era molto a suo agio in quell’abbraccio, stava iniziando a fare due più due. Ma doveva ancora togliersi un dubbio.
-Silente… sto sognando? – chiese appena lui i scostò.
Il vecchio lo guardò, grave, per un istante, poi disse, calmo:
-No.-
All’udire quella risposta, la mano dell’uomo andò d’istinto alla propria gola. Severus senti la pelle lacerata al contatto con le sue dita, ma nessun dolore.
-Sono morto. – mormorò, prevalentemente a se stesso.
-Sì.- rispose compito Silente, ma Severus non stava ascoltando.
Non sapeva se essere spaventato o felice di  quella scoperta. Certo, era strano essere morto e potere effettivamente pensare di esserlo, era quasi una contraddizione, eppure era così. Una parte di lui era morta, forse il suo corpo, ma l’altra parte di lui era ancora viva, in qualche modo. Lui pensava, quindi in un certo senso esisteva ancora.
-Sei confuso, non è così?- chiese Silente, dopo un po’, come se gli avesse lasciato il tempo per quei pensieri. – Be’, ti svelerò un trucco. Non cercare di far quadrare le cose, non ragionarci su, ragazzo mio, perché è impossibile venirne a capo seguendo le logiche con cui sei stato abituati sin ora.-
-Probabilmente hai ragione. – disse, rimandando la cosa solo a più tardi – Allora, sei venuto a prendermi per portarmi da Dio o cosa?- fece lui, sardonico.
-Oh, ci sarà tempo anche per quello, se vorrai, Severus. Ma prima, vieni qui, sediamoci. Ho una cosa da dirti.-
Severus stava per puntualizzare che, a meno che non volesse sedersi per terra, non c’era niente attorno a loro, quando notò che una panchina era comparsa vicino ad uno degli alberi. Andando vicino ad essa, Severus si prese un momento per guardarsi ancora una volta attorno: adesso, delineati nella luce, c’erano alberi, cespugli, staccionate lontane, un paio di panchine e un’altalena.
L’uomo non poté fare a meno di sussultare alla vista del parco giochi dove aveva trascorso tanto tempo con quella che era una bambina dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Quando furono seduti, Severus aprì la bocca per parlare, ma Silente lo bloccò con un cenno della mano.
-Prima che tu mi chieda qualsiasi cosa, lascia che sia io a parlare. Se non avrò soddisfatto le tue curiosità, allora potrai farmi tutte le domande che vuoi.-
L’uomo annuì, senza discutere.
-Questo posto, Severus, è una sorta di limbo, la ragione per cui ti sto trattenendo qui non è per chiederti se tu voglia o meno tornare indietro come fantasma. Se tu l’avessi voluto, non saresti nemmeno mai arrivato qui, saresti già ad Hogwarts a girovagare bellamente tra i corridoi. No, il punto è un altro, voglio offrirti una possibilità e, al tempo stesso, chiederti aiuto – fece una brevissima pausa, l’uomo davanti a lui era più attento che mai – La vedi questa – e gli mostrò un aggeggio dorato e contorto – questa è una sorta… diciamo così, di Giratempo, il cui meccanismo, assai più complesso ed efficace, fa al caso nostro. Questa Clessidra, questo è il nome con cui è conosciuta, dona la possibilità di cambiare il passato e di riscrivere il futuro.-
-Vuoi dire che…  -
-Che con la Clessidra un uomo può tornare indietro nel tempo e, nel nostro caso … -
-Uccidere il Signore Oscuro. – Severus aveva risposto quasi automaticamente, come se quella potesse essere l’unico possibile completamento della frase di Silente.
Il vecchio fece un sorriso indeciso – Vedo che hai colto subito il punto, quindi sarò breve. Severus, adesso tu sei libero, libero di andare avanti, di là c’è qualcosa che ti aspetta, potresti rivedere chi hai perso e chiudere qua la tua partita con il mondo. Hai giù dato tanto, hai sofferto, adesso di meriti un po’ di pace. Oppure potresti scegliere di aiutare me. -
Si fermò un istante, guardava l’uomo davanti a lui cercando di capire quale fossero le sue reazioni a quelle parole. Ma Severus era impassibile come sempre.
-Se tu scegliesti questa seconda opzione, allora questo sarebbe ciò che accadrebbe: dovresti tornare al tempo in cui Lord Voldemort era ancora il piccolo Tom Riddle e ucciderlo; una volta compiuto ciò, grazie alla Clessidra, torneresti nel futuro che Voldemort non ha mai martoriato, esattamente a un anno prima da oggi, il 2 maggio 1997. A quel punto avresti un anno di tempo per decidere se far tornare tutto come prima o se lasciare che questa “realtà alternativa” o “parallela” diventi anche la nostra. Tutto, dunque, dovrebbe accadere entro il 2 maggio 1998. – si fermò.
La tentazione di accettare la prima proposta inizialmente fu forte in lui: Severus era stanco, non voleva tornare a vivere, non la sua vita vuota e solitaria, non ne sentiva alcuna mancanza. E poi sapeva che in qualche modo Lily era lì ad aspettarlo, ora poteva raggiungerla. Sarebbe stato facile lasciare perdere. Ma quando Silente gli spiegò meglio la seconda possibilità, un nuovo disegno si fece spazio nella sua mente: se Voldemort non fosse mai esistito, allora di certo non avrebbe mai potuto desiderare di diventare un Mangiamorte e quindi, forse, il suo rapporto con Lily era salvo! Quella che gli stava venendo offerta era una seconda possibilità! Quella che aveva sempre desiderato avere, per tutto il corso della sua vita, ma che aveva sempre ritenuto stupida e irrealizzabile. Ora era lì. Come poteva rifiutarla?
-Accetto. – disse – accetto la seconda proposta. Sono sempre stato quello delle seconde possibilità, mi vengono meglio. –
Silente ridacchiò, stupito nel vederlo improvvisamente più leggero.
-C’è un rischio, tuttavia. È assai remoto, ma devo comunque mettertene a parte, Severus. –
-Quale?-
-Uccidendo Voldemort, andresti ad alterare il tempo in maniera profonda ed imprevedibile, c’è dunque la possibilità che venga compromessa l’esistenza di non poche persone. Anche la tua esistenza. Basterebbe una sciocchezza e tu, a quel punto , non saresti mai esistito. –
Albus si fermò, Severus rimase in silenzio, pareva ponderare attentamente la situazione. Dopo un po’ parlò.
-E in quel caso, si potrebbe tornare… indietro?-
Silente chiuse un istante gli occhi, si passò la lingua sulle labbra ad inumidirle.
-No. –
-Quindi cosa accadrebbe? Tornerei qui o cosa? -
-Nessuno può dirlo. Ma è probabile di no. È probabile che tu improvvisamente cessi di esistere. –
Pausa.
Come si era già detto, non aveva niente da perdere, non sentiva la mancanza della sua vita. Non esistendo si sarebbe risparmiato tutta la miseria e la sofferenza che erano state tanto generose con lui in quegli ultimi 38 anni. E poi aveva passato anni a fare il doppio gioco e a rischiare la vita, cosa sarebbe cambiato adesso?
Pensò questo e così si convinse.
Forse in fondo sapeva che tra giocarsi la vita e l’esistenza c’era un abisso intero, ma non volle pensarci.
-Accetto. – disse alla fine.
-Bene – sorrise Silente – Ti sei sempre dimostrato coraggioso al di là di ogni logica e  aspettativa, ragazzo mio, e ancora una volta posso ritrovare in te questa preziosa dote.
Comunque, tornando al punto, se tutto andrà come io spero, e cioè non succederà alcuna catastrofe e tu esisterai ancora, ti ritroverai al 2 maggio del 1997 nella tua “vita alternativa”, ma sia tu che io conserveremo memoria di quanto è accaduto nella vita che abbiamo trascorso qui. –
Severus annuì, ma rispose con una domanda:
-Posso chiederti una cosa, Silente?  Perché hai aspettato me? Non potevi farlo da solo? Non mi farai credere che tu hai bisogno del mio aiuto. –
-Domanda dovuta, ragazzo mio, ma sì, in effetti è così, ho bisogno del tuo aiuto. Vedi, quello della Clessidra è un incantesimo estremamente complesso, che, sebbene io riesca a gestire da solo, è preferibile praticare in coppia, di modo che un mago sia il Suggello e l’altro sia l’Autore. Il Suggello è colui che non può  agire per cambiare il corso del tempo, ma rimane comunque cosciente della situazione, senza che la sua memoria venga modificata. L’Autore, invece, è il braccio, l’unico che può effettivamente influire sul corso degli eventi. Inoltre, nel mio caso, non posso agire in solitaria, poiché, essendo già andato avanti, non posso più ricoprire il ruolo di Autore, cosa che, invece, tu che sei ancora nel Limbo, puoi fare. –
-Fammi capire bene, quindi quale sarebbe il tuo compito? -
-Il ruolo del Suggello non è fondamentale, Severus. Come ti ho detto, teoricamente una persona sola può essere sia Suggello che Autore al tempo stesso, ma è considerata una scelta pericolosa, che pochi osano fare. E’ il Suggello che, infatti, ha pieno controllo sulla Clessidra, che, dunque, ha il compito di farla scattare ove mai le cose andassero per il verso sbagliato, ed è lui che ha l’ultima parola sulla scelta finale, se restare nella nuova realtà o tornare alla precedente. Il Suggello, infatti, di solito si mantiene più lucido, spesso l’Autore si lascia trascinare dal corso degli eventi e non è portato a fare la scelta migliore, per questo gli si affida un minimo controllo sulla Clessidra. –
-Quindi sarai tu a decidere alla fine? –
-Se la nostra decisione sarà la medesima non ci saranno problemi –
Severus esitò – Capisco. -
Detestava l’idea di non essere autonomo in quella scelta in particolare, ma a quanto pare non aveva alternative. – Va bene, facciamolo. –
-Perfetto. – e iniziò ad armeggiare con la Clessidra, mormorando lunghi mantra di parole mentre faceva scattare e girare gli anelli di metallo. L’uomo lo guardò con attenzione, poi, conclusa quella parte dell’operazione, il vecchio si rivolse nuovamente a lui.
-Non ci resta che scegliere la data. Tom Riddle è nato il 31 dicembre 1926 e ritengo opportuno che quanto devi fare, tu lo faccia prima che Voldemort vada ad Hogwarts, quindi prima dell’estate 1938. Adesso dimmi tu, puoi scegliere quando preferisci… farlo… - esitò sul finire della frase.
La situazione era alquanto paradossale: era seduto con Albus Silente nel suo vecchio parco giochi che in realtà era un limbo post-mortem e stavano discutendo su quale fosse l’età più adatta per uccidere il futuro Mago Oscuro più potente di tutti i tempi.
-Non m’importa l’età, Silente. Potrà anche avere tre anni, ma sarà sempre l’uomo che ha ucciso… Lily. – l’asprezza con cui aveva iniziato la frase sparì al suono dell’ultima di quelle parole. Solo dopo so ricordò di aggiungere: – E me. –
Silente sospirò, non doveva essere bello per lui vederlo di nuovo così pieno di rancore, ma alla fine era lui che gli aveva fatto quella proposta e, in fondo, anche lui desiderava che Voldemort morisse, aveva lottato buona parte della sua vita per raggiungere esattamente questo scopo. Ma forse stava iniziando a trovare fastidiosa l’idea di uccidere un bambino per le sue colpe di adulto.
-Va bene, allora credo sia meglio farlo il prima possibile, prima che… diventi cosciente della morte –
Severus annuì.
-Allora, torniamo al 2 maggio 1929. Tre anni non sono abbastanza perché cresca in lui già tutto il disprezzo e l’amarezza che aveva quando l’ho conosciuto io. Se ne andrà più felice, spero. –
L’uomo fece un secondo cenno di assenso, ma fu infastidito dal comportamento di Silente. Il vecchio sembrava, infatti, voler cercare di mostrarsi risentito all’idea dell’omicidio, che lui stesso, però, gli aveva proposto e stava progettando. Per Severus quel comportamento era da vigliacchi, avevano preso quella decisione a sangue freddo, nessuno li aveva costretti,e dovevano agire di conseguenza. Era sciocco mostrare un rimorso che, in realtà, nessuno dei due aveva, bisognava avere il coraggio di restare coerenti con le proprie scelte e stabilire le proprie priorità; la scelta di Severus al momento era quella, la sua priorità era salvare Lily e la propria possibilità di vivere la loro vita assieme; stava andando a uccidere un bambino di tre anni e non aveva alcun problema a farlo, ma soprattutto era abbastanza onesto da ammetterlo. Sarebbe stato più corretto e nobile da parte di Silente smetterla di girarci tanto intorno e ridurre il tutto all’essenziale.
- Un’altra delle caratteristiche che distingue la Clessidra da un qualsiasi Giratempo è che ti premette di muoverti anche nello spazio. Per questo ti farò trovare davanti all’orfanotrofio di Tom Riddle, quando quest’ultimo avrà poco più di tre anni. Non ti dirò come agire, credo tu sappia meglio di me come si fanno certe cose, Severus, solo lascia meno tracce possibili e falla sembrare una morte naturale, di modo che non vi capiti di mezzo qualche innocente. –
-Va bene. – disse – Quindi, è come se tornassi… vivo? –
-In un certo senso sì, perché, quando si viaggia nel tempo, non contano date di nascita o di morte. Inoltre, se uccidiamo Voldemort, lui non potrà mai uccidere te oggi, né mai io ti obbligherò mai a uccidere me, quindi con ogni probabilità, tu ed io saremo di nuovo in vita. A meno che non scegliamo di riportare le cose a prima, in quel caso, no, tornerai al 2 maggio 1997 di questa realtà, quindi si ripeterà tutto come è già stato, e il 2 maggio del ’98 morirai di nuovo. –
-Capisco – fece lui – Potrò tornare ad usare la magia, giusto? –
-Ovviamente. –
-Perfetto. Sono pronto a partire. –
A quel punto, Silente sganciò un paio di ingranaggi della Clessidra e la diede all’uomo davanti a lui: non appena avrebbe  terminato il suo compito, avrebbe semplicemente dovuto far scattare tre volta quell’aggeggio e sarebbe stato trasportato nella nuova realtà. Quindi lo coinvolse in una serie di complicati incantesimi in lingue sconosciute a ormai qualsiasi essere ancora in vita, poi fece cigolare uno degli ingranaggi e Severus si ritrovò avvolto da un vortice di colori confusi.
   
 
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