Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |       
Autore: DeiDeiDei    12/09/2012    11 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Avevano passato di nuovo tutta la giornata a fare ricerche e a discutere piani d’azione. Stiles aveva dato il suo contributo con qualche dato raccolto su internet ed un paio di considerazioni ed aveva aspettato buono buono la fine della riunione, sapendo che il suo nome non sarebbe stato proposto tra quelli di chi si sarebbe occupato delle ronde notturne.  Il fatto che ci fosse forse un Licantropo estraneo al branco che gironzolava per la città aveva messo tutti sugli attenti e, visti i precedenti, gli altri avevano deciso di comune accordo che Stiles non sarebbe dovuto in alcun modo scendere in prima linea. La decisione lo aveva un po’ ferito. Certo, sapeva di non avere le stesse capacità e la stessa invulnerabilità dei membri del branco, ma gli sembrava anche di aver dato dimostrazione della validità delle sue azioni con piani ben architettati, ricerche e, negli ultimi due mesi, con notevoli miglioramenti nell’arte alchemica. Non era colpa sua se il corpo disubbidiva alla testa e si buttava a capofitto in situazioni pericolose e potenzialmente mortali. Era tutta colpa di Scott, continuava a ripetersi ancora dopo quasi un anno, e del suo essersi fatto mordere.

Al termine del meeting Stiles era salito in macchina con Derek e Scott e si era lasciato accompagnare a casa blaterando il meno possibile. Oramai andava avanti così da circa una decina di giorni. Da quando, cioè, la sua jeep era stata presa di mira da un branco di piccoli teppisti ed era quindi finita dal carrozzaio per essere rimessa in sesto. Scendendo dall’auto aveva salutato i due licantropi facendo finta di non notare il fatto che rimanessero li a controllare che entrasse illeso. Quindi era passato in cucina, aveva trangugiato un panino e si era diretto al piano di sopra, ringraziando il cielo che suo padre fosse ancora via in vacanza coi colleghi. Una volta in camera aveva poi tirato fuori dalla tracolla i due libri di alchimia e li aveva poggiati nella libreria assieme agli altri che il Dottor Deacon gli aveva dato da studiare. Ne aveva raccolto un altro aperto da terra e, tenendo il segno con un medaglione ottagonale celtico,  lo aveva accatastato distrattamente sulla scrivania, strisciando a terra il piede per cancellare con la calza i tre piccoli cerchi alchemici che aveva tracciato quella mattina. Effettivamente era molto migliorato in quella disciplina e lo dimostravano ampiamente anche i numerosi oggetti dall’aspetto mistico sparsi per la sua stanza, oltre ai libri e ai barattoli piani di polveri colorate.

 Riportata, comunque, al suo ordine la camera, si era infilato un paio di pantaloni del pigiama e se ne era andato a letto. Ovviamente non stava dormendo seriamente. Non stava proprio dormendo, a dire il vero. Non lo faceva da settimane. Semplicemente si sdraiava e se ne stava ad occhi chiusi o a fissare il buio, rimuginando sulla sua situazione dal punto di vista umano. Anche quella sera stava facendo lo stesso. Solo per questo si accorse del fruscio di qualcuno che scivolava attraverso la finestra aperta e del piccolo tonfo che i suoi piedi produssero toccando la pavimentazione di legno di camera sua. Non c’erano molte persone che si azzardassero ad entrare da lui in quel modo. Ancora meno erano quelle che lo facevano abitualmente, ma dopotutto collaborare con dei lupi mannari comportava anche simili intrusioni indesiderate.

-Hei, Scott, sono sveglio, vedi?- Sbuffò non degnandolo di uno sguardo –So che sei appena entrato in camera mia. Anche se non ho il super udito sovrannaturale di voi imbattibili lupi mannari riesco comunque a sentire quando una persona entra in camera mia dalla finestra. DALLA FINESTRA! Ti rendi conto di cosa fai, vero? Ti introduci nelle case altrui come un malintenzionato. So che volete soltanto controllare che io sia tutto intero o che non me ne sia uscito di nascosto per andare alla ricerca del misterioso lupo che avete sniffato (posso dire “sniffato”?). più probabilmente la seconda. Credo. Ma penso che possiate stare tranquilli. Cioè, vorrei farlo, ma so che è pericoloso. Lo so, non sono completamente idiota! Quella è una tua prerogativa. Quindi potete stare tranquilli e smetterla di entrare di soppiatto in camera mia. Anche smettere di entrare in generale. Sapete, esistono cose come la privacy! A noi comuni mortali non dispiacciono per nulla. E se ero con una ragazza? Eh? Bhè, ovvio che non ero con una ragazza, sono appena tornato dalla riunione con voi… ma sarei potuto essere con qualcuna, sai? Sarei potuto essere nudo! So che sono assolutamente meraviglioso e probabilmente vuoi vedermi nudo, ma per queste cose basta chiedere. Cioè, siamo amici. Anche se non condivido la tua passione, mica è la prima volta che mi vedi nudo. Dopotutto facciamo lacrosse assieme e…- Stiles si bloccò di colpo. Non aveva ricevuto risposta ed era piuttosto anomalo da parte di Scott non interromperlo o non scoppiare a ridere al suo divagare senza fine.

-Oh- Ossignore. Quello nella sua stanza non era Scott! Si morse mentalmente la lingua al pensiero di aver appena parlato davanti a Derek  di se stesso nudo, delle “passioni” del proprio migliore amico e di possibili ragazze intrufolate in camera sua –Derek?- Tentò quindi sperando che il Licantropo non si fosse irritato al punto di ucciderlo seduta stante –Ehm… Bhè, ok! OK! Sto zitto e dormo! Va bene? Lo so che nemmeno tu vorresti stare qui, ma la cosa delle privacy funziona con te allo stesso modo. Anzi, forse con tè dovrebbe essere ancora più obbligatoria. Cioè, noi due non siamo amici, non ci sopportiamo quasi. Tu, di sicuro, non mi sopporti. Non puoi entrare e…- Stiles si fermò una seconda volta. E si morse seriamente la lingua. Irritare un Derek già irritato era la sua specialità, ma non portava mai a niente di buono. Ed era quello che aveva appena fatto, perciò chiuse gli occhi e sperò nella meno peggiore delle ipotetiche punizioni. Ma non arrivò nulla. Nemmeno un ringhio. Stiles riaprì gli occhi, nel buio, e guardò fisso davanti a se. Se non c’era stata nessuna reazione voleva dire che non c’era nessun Derek in camera sua. Aveva già appurato che quello alle sue spalle non fosse Scott. Il suo cuore saltò un battito.

-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura e, col cuore in gola, fece appena in tempo a voltarsi di novanta gradi, prima che una massa nera gli saltasse addosso, riatterrandolo sul letto.

Il colpo gli mozzò il respiro, ma non gli impedì comunque di sputare qualche colorita imprecazione. Si rese conto anche da solo che la sua voce usciva dalle labbra terrorizzata. Ma visto che era spaventato a morte, non c’era nulla di strano. Tentò di muoversi, ma una mano gli teneva pigiato in basso il petto all’altezza dello sterno e un’altra gli torceva il busto, stretta attorno alla sua anca sinistra. Il resto del peso era esercitato sulle sue gambe, immobilizzate come se l’intruso ci si fosse seduto sopra e le stesse comprimendo con le proprie. Le braccia erano libere, grazie al cielo, e provò quindi ad usarle per liberarsi, spingendole a caso nel buio per cercare di colpire l’assalitore. Come unico risultato ottenne un ringhio cupo. Quell’essere esercitava sul suo corpo una forza mostruosa. Il ringhio si ripeté e, questa volta, Stiles vide chiaramente qualcosa nel buio più completo: due rossi occhi da animale che lo fissavano. Ci mise un attimo a capire cosa stesse succedendo. Giusto l’attimo che ci volle al licantropo per abbassare il viso sul suo fianco e mordere. Stiles rimase pietrificato col fiato morto in gola mentre i denti del Lupo gli perforavano la pelle ed affondavano decisi nella carne. Inarcò la schiena. Poi urlò. Urlò come, seriamente, non aveva mai urlato. Un grido di dolore e paura, mentre un calore innaturale si irradiava dal punto dove l’uomo continuava a stringere. E piano piano l’urlo si spense, trasformandosi in un mugolio sofferente e ansante. Il Licantropo staccò troppo lentamente la bocca dal fianco di Stiles, provocandogli soltanto un’altra serie di ondate di calore e dolore. Si voltò verso di lui, con le labbra ancora insanguinate, e gli sorrise. Stiles, nel panico all’idea che lo potesse mordere ancora, allungò più svelto che poté la mano sulla testata del letto e ne prese uno a caso degli oggetti esposti, piantandolo con tutta la forza che aveva in corpo addosso al Licantropo. Non sapeva nemmeno dove l’aveva colpito, ma sicuramente c’era riuscito, perché questo ringhiò rabbioso con un lampo di dolore negli occhi.

In un attimo era sparito. Le mani di Stiles si spostarono tremanti verso il ventre e si strinsero sul fianco dolorante. Il sangue gli passava tra le dita, caldo e scivoloso, e già stava iniziando a macchiare le lenzuola azzurre tutto attorno a lui. Non riusciva a respirare bene, ne a smettere di gemere ad ogni scossa di dolore che investiva le sue ossa. Ma una cosa riusciva a capirla.

Era stato morso.






ANGOLO dell'autrice
Salve a tutti/e! Questo capitolo è un po' più corto degli altri essendo praticamente un'introduzione, perciò non spaventatevi. in quanto al POV... in ogni "parte" sarà differente (varierà tra Stiles, Derek e Scott). OVVIAENTE se notate errori, imprecisioni, uscite di carattere o qualsiasi altra cosa ditemelo pure, sia per recensione sia per messaggio. Detto ciò, spero vi piaccia ^^

 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: DeiDeiDei