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Autore: Jane P Noire    13/09/2012    2 recensioni
REVISIONATA
Fabian/Marlene. | Drammatico, Introspettivo, Romantico.| MiniLong.
A Fabian è sempre piaciuta quella sua aria sbarazzina e quella risata da bambina.
A Fabian sono sempre piaciuti quei due nei scuri che macchiavano la pelle bianca del collo.
A Fabian sono sempre piaciuti i suoi capelli biondo cenere, che non si era mai capito se fossero lisci o ricci.
A Fabian sono sempre piaciuti i suoi occhi azzurri e vivaci, che avrebbero illuminato anche il più buio dei posti.
A Fabian è sempre piaciuto farla arrabbiare, perché adorava vedere le sue gote arrossarsi.
A Fabian è piaciuta subito Marlene McKinnon, non appena l’ha vista.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Epilogo
Continuare a vivere

Il Marchio nero lo guarda e sorride beffardo. È lì, sopra la sua casa e lo sta osservando con occhi vittoriosi. È come se gli stesse parlando, è come se si stesse prendendo gioco di lui e della paura che gli sta contorcendo lo stomaco. È verde e spaventoso come non lo è mai stato prima.
Quando James Potter spalanca la porta con un tonfo, lui riesce finalmente ad uscire da quel suo stato di torpore nella quale era stato costretto a causa del terrore.
Inizia a correre entrando nella casa dei McKinnon, percorrendo e osservando con rabbia nera ogni corridoio, ogni stanza, ogni singolo angolo.
Quando la vede, però, non riesce a crederci. Non può crederci.
Tutto ciò non può essere veramente accaduto, perché Marlene gli aveva promesso che sarebbe stata con lui per sempre, che ogni giorno della sua vita si sarebbe svegliata al suo fianco, che gli avrebbe accarezzato il viso ricoperto di lentiggini, che avrebbe baciato le sue labbra, che avrebbe fatto l’amore con lui ogni notte.
E ora, quindi, non è lei quella donna che giace sul pavimento in legno. Non è lei quella donna che sembra morta. Non è lei quella donna con il corpo rotto e bianco. Non è lei quella donna che ha il viso sfregiato dalle torture infinite e gli occhi ancora bagnati dalle lacrime. Non è lei quella donna che fino all’ultimo ha tenuto la bacchetta fra le mani per combattere e proteggere la sua famiglia.
L’urlo agghiacciante e tremante di dolore che esce dalle sue labbra, le sue braccia che vanno ad avvolgere quel corpo – ormai – senza vita, le lacrime che senza pietà iniziano a sgorgare dagli occhi e a graffiargli il viso, però, indicando che il suo fisico ha capito ciò le mente si rifiuta di comprendere.
Marlene è morta.

« Marlene McKinnon è morta per proteggere la sua famiglia, la sua casa e il suo Paese. Marlene McKinnon è morta coraggiosamente. Marlene McKinnon era come un soldato » sta dicendo il celebrante, con tono solenne e con le braccia spalancate.
Fabian non sente più la mano calda di Gideon posata sulla sua spalla, talmente è adirato.
Non ce la fa ad ascoltare quelle gigantesche cazzate sul coraggio e sulla nobiltà d’animo. Non ce la fa più a sentire il pianto di gente che non la conosceva quanto lui, che non l’amava come aveva fatto lui, che non era stato ricambiato come lui... Nessuno ha quel dannato diritto di stare male per lei e per la sua morte. Nessuno!
Ma sì, lui può – anzi deve – disperarsi, urlare, incazzarsi per la sua morte. Perché lui le aveva donato il suo cuore, il suo corpo, la sua mente, la sua anima.
Non si è nemmeno accorto che ha iniziato a muovere dei passi, il più lontano possibile da quel gruppo di gente ipocrita e inutile. Solo quando sente la voce del fratello, che lo chiama, prende coscienza di ciò che sta facendo. Si sente imprigionato nel suo stesso corpo, nei suoi stessi ricordi. Niente ha più senso, niente ha più calore.
« Fab! Dai, non andartene » mormora il fratello, guardandolo dritto negli occhi. « Fallo per lei ».
« Fallo per lei? » sibila lui, ormai al limite. Non può più sopportare tutto questo. « Lei nemmeno la voleva una cosa del genere! Quell’imbecille di un celebrante sta parlando del coraggio di un soldato. Ma Marlene non era né coraggiosa, né un soldato. Marlene aveva paura. Una fottuta paura che non la faceva dormire la notte ».
« Avere paura non ti rende meno coraggioso, lo sai anche tu ».

Piange, piange ancora. Gli sta bagnando la camicia, ma non importa. Lui la stinge sempre di più tra le braccia, nella speranza che i singhiozzi si calmino.
« Ho paura » sussurra lei, dopo un po’, con la voce completamente impastata dalle lacrime. « Tutti dicono che è normale, ma io non ne sono più così tanto sicura ».
Lui le bacia la fronte accaldata dal forte pianto.
« La paura ti rende più coraggioso, sai? »
« Com’è possibile? » chiede, alzando gli occhi azzurri – curiosi e spalancati – verso di lui.
Ridacchia della sua espressione da cucciolo e della sua tenera sorpresa.
« Non lo so. So che è così e basta » confessa, prima di tuffarsi con disperata foga sulle sue labbra.

La terra sta iniziando a coprire la bara nella quale si trova lei, bella come quando era ancora viva e calda. Per Fabian, è come se il suo cuore stesse sprofondando nelle viscere della Terra, fino a raggiungere l’Inferno. Perché in fondo, sì, preferirebbe bruciare tra le fiamme e i diavoli, piuttosto che continuare a vivere una vita senza di lei.
Si avvicina alla fossa e lì vi lancia una rosa rossa come il sangue, in segno che il suo amore spassionato sarà con lei anche nel lungo viaggio della morte.

Le coperte coprono i loro corpi nudi che si sono amati fino a qualche minuto prima. Ora sono avvinghiati l’uno nelle braccia dell’altra. Lei posa il suo capo sul petto di lui, che le accarezza la schiena bianca con una mano.
« Sposami » le dice, mentre le scosta una ciocca di capelli dal viso.
« Come, scusa? »
« Sposami » ripete, sorridendole.
Marlene lo guarda aggrottando le sopracciglia e si puntella su un gomito per poterlo guardare meglio negli occhi verdi.
« Fai sul serio? »
« Come potrei scherzare su una cosa del genere, McKinnon? »
« Io... tu... » sembra confusa. Nemmeno lei sa cosa sta dicendo. « Davvero vuoi sposarmi? Con tutto il casino che sta succedendo? »
« Io ti amo. Tu mi ami? » chiede, ma non le da nemmeno il tempo di annuire che prosegue: « Voglio passare il resto della mia vita con te, Marlene McKinnon e, sinceramente, non me ne fotte niente di tutto il casino che c’è fuori. Io voglio te e me, per sempre ».
« Tu sei pazzo! » esclama lei, scoppiando a ridere.
« E’ un sì? » domanda speranzoso, allargando gli angoli della bocca in un sorriso quasi ridicolo.
« Sì » annuncia lei, dopo un breve istante di silenzio. « Sì, ti sposo ».

« Non abbiamo fatto in tempo a sposarci... » mormora lui, davanti ad un bicchiere di Vino Elfico.
Il suo sguardo è vuoto e perso davanti a sé. Non sa nemmeno perché l’ha detto, perché sta continuando a portare la sua mente sui ricordi di lei insieme a lui. Non ne capisce il motivo. Si sta solamente facendo del male, pensando a tutte le cose che ha avuto e che ora ha perso, a tutte le cose che avrebbe potuto avere ancora e che ora non avrà più.
« Non importa. Vi siete amati » gli risponde una voce amica, ma che non riesce a capire a chi appartiene.
In fondo non gli importa con chi sta parlando, perché la vocina ha ragione.
Fabian e Marlene si erano amati moltissimo. E se anche ora non può più stringerla fra le braccia, o baciarla, o parlarle, sente che il loro amore è ancora lì a scaldargli il cuore e a dargli un motivo per continuare a vivere e a combattere.

Perché Fabian ha sempre amato quella sua aria sbarazzina e quella risata da bambina.
Perché Fabian ha sempre amato quei due nei scuri che macchiavano la pelle bianca del collo.
Perché Fabian ha sempre amato i suoi capelli biondo cenere, che non si era mai capito se fossero lisci o ricci.
Perché Fabian ha sempre amato i suoi occhi azzurri e vivaci, che avrebbero illuminato anche il più buio dei posti.
Perché Fabian ha sempre amato farla arrabbiare, perché adorava vedere le sue gote arrossarsi.
Perché Fabian aveva amato Marlene McKinnon, non appena l’ha vista.


Revisione del 04/05/2015


 
   
 
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