C’è una piccola strada a
Tokyo.
Un raccordo tra l’Istituito
High School e la via del Parco che porta a un’altra scuola, succursale della
prima.
Una retta se si pensa a
questa via proiettata nello spazio, con due soli alberi e qualche vetrata qua e
là.
Una semplice linea che
forma tutto un mondo; se si guarda a quante persone incrociano per caso i loro
occhi…E magari fra queste fugace apparizioni, che un minuto dopo hai già
scordato, c’era la tua anima gemella… un’incontro che può segnare la tua vita.
Ed è su questa via che si svolge questa storia…
Strade
Odiava
camminare alle due, sotto la pioggia, per andare a raggiungere la fermata della
circolare.
Odiava attraversare
sempre le stesse strade, con l’orlo dei jeans che incominciava a bagnarsi e con
lo zaino pesante almeno una tonnellata.
Sbuffò,
odiava anche quel suo ombrello color cachi, un affezionato regalo della Zia
Hilda…e camminare, camminare verso quella fermata sempre più lontana…!!
Le macchine
sferzano la pioggia, mentre per puro caso i suoi occhi ramati incrociano quelli
di un’altra persona, blu cobalto con dei riflessi grigi, come quel maledetto
cielo di settembre.
Ma quello lì,
non le ricambia lo sguardo è troppo impegnato ad ascoltare il suo cellulare che
mantiene con la mano sinistra.
“Peccato…”
Sora scuote la testa come per rimproverare il destino che non la farebbe mai
confrontare con un tipo del genere.
Ecco ora, lo affianca
per poter andare dritta verso la sua meta e lui se ne va nell’altro senso…
La ragazza
scrolla di nuovo il capo avranno obbiettivi diversi, caratteri e direzioni
totalmente opposte, si dice categorica.Abbassa intimorita le sue iridi per
accelerare il passo, cambiando già i suoi pensieri…e dimenticando quel blu così
profondo…
“Ah…ma che
giornataccia!E chissà a che ora arriverò a casa con questo traffico!”
Marzo regala una
splendida giornata di Sole al cielo di Tokyo.
E lui non ama il
sole, perché i suoi occhi chiari non riescono a tenerne il confronto.
È così stanco
dopo un’intera giornata di scuola… ed è snervato da quella solita strada che
percorre per tornarsene a casa… Anche se a lui, non dispiace camminare a piedi.
In fondo, è un attività molto rilassante e soprattutto ti consente di startene
da solo con i tuoi pensieri…e di solito Matt, ne aveva sempre così tanti…che
gli affollavano completamente il cervello.
Era marzo e
doveva ancora finire il testo della sua canzone….Joji prima o poi l’avrebbe
ucciso per quel ritardo! E poi c’era la questione da risolvere con Eriko. Una
bella ragazza dai capelli biondi come i suoi e gli occhi neri e profondi….ma
dal carattere così strano che, gli faceva sorgere spontaneo il dubbio che non
era giusta per lui… così immatura e soprattutto era convinto di non amarla… Non
sentiva il suo cuore battere all’impazzata per lei…ne una forte mancanza appena
la salutava sullo stipite della sua casa.
Un sorriso gli
increspò le labbra…
E poi in realtà
lui era già promesso a un'altra…!Si, quel pensiero lo fece ridere mentre
continuava imperterrito per la sua strada, alle due e zero uno precise…
Sì, aveva in
mente ancora quella promessa strappata ad una bambina dai capelli ramati…in un
negozio di pesci tropicali.
All’epoca avranno
avuto tutti e due cinque o sei anni e Yamato ricorda benissimo che aveva in
mano un ciondolo a forma di elefantino… E così intanto che aspettava
la madre e i
suoi acquisti, questa bambina gli si affiancò cominciando a parlare…malgrado
lui fosse un ragazzino molto timido…
Si promisero che
si sarebbero rivisti e che sarebbero stati insieme…per sempre.
Per suggellare
quell’avvenimento la bambina gli diede un anellino d’argento e lui quel
ciondolo appena ricevuto in regalo.
Ritornando alla
realtà, si portò una mano al collo. Portava ancora quell’ oggettino, appeso a
una collana…
Non sapeva
neanche lui il perché ci tenesse così tanto…ne perché lo portava… Faceva tanto
“Signore dell’anelli” uno dei tanti sinonimi con cui veniva preso
affettuosamente in giro dal suo migliore amico Taichi…
Ma davvero non
riusciva a distaccarsene…forse perché quell’oggetto gli ricordava la sua
infanzia, una parte della sua vita dove era ancora molto felice. Abbassò gli
occhi per rialzarli subito.
Così facendo
catturò la figura di una bella ragazza dai capelli ramati colpita dalla luce
del Sole che sembrava rischiararla interamente.
Bhe…ci rimase…ma
malgrado ciò Yamato continuò a camminare trascinato dai suoi pensieri.
E non trovò il
coraggio per fermarla.
Aveva fatto
tardi.
A pensarci
bene tutta la giornata si era svolta come una specie di maratona…Quella stessa
mattina si era alzata a rilento …aveva messo perfino le calze al rovescio( se
ne era accorta nel bagno della scuola!) E per di più… aveva invertito anche i
libri…chissà perché aveva la testa completamente fra le nuvole
ultimamente….magari è colpa quest’ aria di primavera!
Si diede
della stupida da sola, intanto percorreva la solita via.
Eppure
qualcosa era successo… aveva conosciuto un tizio simpatico e carino: Taichi
Yagami.
E pensare che
era stato un incontro puramente casuale…! Era uscita da una profumeria e pam!
Si era scontrata contro la testa di quel ragazzo che l’aveva accompagnata a
casa e che con la scusa, si era anche preso il suo numero di cellulare. Si mise
a ridere, quel tale le ispirava tanto fiducia e amicizia sincera!
Il rumore del
suo braccialetto le mise allegria mentre inquadrava il suo elefantino
d’argento… Quell’animale a quanto pare cominciava a portarle fortuna!!!
Ed era legato
anche al ricordo di un bambino e di un negozio di acquario…
Difatti e
chissà perché ogni tanto, guardando la grande vasca nel salotto della sua cara
Zia Hilda, le tornava in mente un nome. Un nome comunissimo: Matt, che
associava immediatamente a quell’elefantino che aveva attaccato al polso.
Quando ricordi distintamente un episodio che è avvenuto nella tua infanzia…te
lo porti dietro… come se fosse una specie di promemoria...e lei aveva
l’impressione di aver lasciato un pezzo del suo cuore in quell’acquario….forse
era per questo che non voleva decidersi a battere più forte!
Comunque oggi
avrebbe guidato per la prima volta! Ah per questo non vedeva l’ora di tornare a
casa, una promessa è una promessa!
Chissà perché
quella stessa parola le fece battere l’organo che credeva addormentato.
Promessa…Sorrise
come un ebete, sprizzando gioia da tutti i pori, e non badando alle persone che
sorpassava mentre il sole le imporporava la cresta e le candide gote.
Finalmente un
po’ di pioggia!
Ci voleva, dato
che i suoi pensieri rispecchiavano benissimo quello stato meteorologico. Aveva
chiuso definitivamente con Eriko ed era contento… quella dal canto suo, si era
già buttata nelle bracce del primo venuto! E a pensare che l’aveva tanto
supplicato di non lasciarla.
E come se già
questo non bastasse anche il suo migliore amico quel giorno era tristissimo.
Insieme erano
passati “dal club degli amici della vita” a: “benvenuta depressione!” Tanto che
perfino il Totem di Storia li aveva lasciati in pace, spaventato di quell’imprevedibile
situazione e continuando a palare della prima guerra mondiale.
A quanto pare il
suo Taichi aveva ricevuto un bel no di picche da una ragazza tale Takenouci…che
lo considerava solo come amico.
-Acc…- bloccò
un’esclamazione quando il suo piede incappò in una pietra sporgente della
solita strada, regalandole poi una spontanea occhiata piena d’ira.
Riprese i suoi
pensieri amareggiato dalla vita, malgrado amasse la pioggia.
Amico…si amico…!
Ma queste donne si rendono conto della strana situazione in cui si cacciano?!
Non puoi essere amico di una donna…è una cosa impossibile!
E lui …doveva
ancora finire quello stramaledetto testo!!
“Sì cielo,
piovi, rischiara le nostre menti facendoci prendere un poco d’aria, io Yamato
Ishida ne ho davvero bisogno!”
Ci era
rimasto molto male.
Taichi.
Quando gli
aveva detto che lo voleva solo come amico.
Ma chissà
perché gli aveva detto di no…era bello, simpatico e a quanto pare suonava in
una band con un altro bel ragazzo…! Che stupida, super-mega galattica che era
stata!
Gli occhi
ramati le caddero di nuovo sul suo bracciale che girò mettendo in evidenza il
piccolo elefantino.
Eppure
credeva davvero di potersi innamorare di Tai.
Ma non voleva
illuderlo.
Perché
avrebbe dovuto auto convincersi che il suo cuore batteva all’impazzata quando
lo vedeva? Avrebbe fatto soffrire tutti…anche il suo cuore che sembrava così
maledettamente…morto!
Morto come la
suola delle sue scarpe…avrebbe dovuto andare al mercato quella domenica, aveva
davvero bisogno di distrarsi!
Ecco che la
sua figura traballa, dato che il suo piede destro inciampò in un masso
leggermente sporgente.
-Accidenti
anche a te!-
Si lasciò
scappare digrignando i denti e guardandosi intorno, per controllare, almeno che
la sua gaffe sarebbe passata inosservata.
Degli occhi
azzurri, quelli di un ragazzo la fecero arrossire e piena di vergogna si tenne
stretto il cappuccio e continuò a camminare. Ahh… aveva anche dimenticato
l’ombrello verde acido della Zia Hilda…(gliene aveva regalato un altro e il
tono del colore andava sempre peggio…avvicinandosi agli stati critici della
materia).
Ah… schifosa
quella giornata di marzo e schifosa quella strada. Lanciò uno sguardo
all’angolo dove sicura avrebbe trovato il nome di quella via…ma il vento la
fece starnutire rumorosamente. Scossè il suo bracciale e parlò al suo
animaletto d’argento.
-Ma tu non
dovresti portarmi fortuna?-
La mano strinse
l’anellino che aveva attaccato al collo.
Matt faceva
sempre così quando, e questa volta con un foglio in mano, cercava di
concentrarsi. Aveva ripreso a respirare ultimamente…anche Tai sembrava essersi
ripreso… “Vorrei vedere,oggi abbiamo intascato l’ennesimo rapporto…”
Sorrise mentre
controllò qualche riga nera di quel foglio. Sospirò…in fondo a che
serviva…mancava ancora una settimana alla fine di marzo….e avrebbe trovato il
tempo necessario per finire quel suo testo ambulante.
Poraccio quel
pezzo di carta!Da stamattina era stato manipolato da Joji, Hiro e Taichi e per
fortuna non veniva in classe con loro anche Yusuke l’ultimo componente della sua
band…
Ricorderò e comunque e so che non vorrai…
Ti chiamerò perché tanto non risponderai…
Come fa ridere adesso pensarti come un gioco
E capendo che ti ho perso
ti scatterò un’altra foto
Il risultato
prometteva bene…MA ci voleva un altro attacco…questa suonava di più
all’orecchio di Matt, come una continuazione….
Una goccia di
pioggia bagnò l’angolo destro di quel foglio.
Yamato si
accorse che stava per piovigginare. I suoi occhi allora si concentrarono un po’
su quella solita strada e un po’ su quella pagina…malgrado non volesse, era
rapito da quella canzone…gli sembrava che rispecchiasse i suoi stati d’animo.
Prese una matita
coprendosi con il cappuccio...che strano tempo. Scrisse velocemente qualcosa.
-Così forse
fila…-
Ricorderò e comunque anche se non vorrai…
Ti sposerò perché non te l’ho detto mai…
Come fa male cercare… trovarti poco dopo .
E nell’ansia che ti perdo
ti scatterò una foto
-Si attacco
prima con questo!-
Le due e zero
cinque.
La matita scrive
e Matt percorreva già da un po’ quella via tra le tante che formavano Tokyo.
“Accidenti a
quella professoressa!” Non solo aveva assegnato
tre capitoli interi da studiare ma per di più li aveva trattenuti in
aula come tanti cani rabbiosi!
“Se avesse
aspettato un altro po’ le avremmo strappato il parrucchino che si ritrova in
testa!”
E lei, Sora
Takenouci, doveva ancora percorrere quella sua amata strada…ed erano già le due
e quattro minuti! Prese il suo cellulare e tentò correndo di chiamare casa… Una
goccia bagnò lo schermo e per un attimo pensò ai pochi giorni di tortura che
rimanevano…prima dell’estate.
Non ci aveva
mai fatto caso ma quell’anno scolastico era già finito…!
Sospirò
mentre aumentò il suo passo. Ingaggiando una lotta con dei numeri…
-0…0…3…1…cinque…-
Poi sulla sua
strada, come se tutto questo non bastasse, spuntò la famelica pietra di cui
Sora era un’abbonata.
-AHH…-
Come
prevedibile, la prese in pieno mentre sopraggiungeva un biondo che la vide
inciampare e che le smorzò la caduta.
-Attenta!-
Il foglio di
Yamato cadde a terra mentre acchiappava il polso di una ragazza, della sua età.
Le macchine sfrecciavano e
il semaforo all’angolo segnava il rosso per i pedoni.
…
Il tempo sembrò fermarsi e
delineare i contorni delle cose, delle persone. Per di più una delle vetrine
della strada, rispecchiava le immagini dei due giovani…ed era un negozio di
Pesci tropicali.
Gli occhi di Sora catturano
quelli azzurri di lui e il cuore sembra finalmente dare, segni di vita…e allora
il respiro si smorza e la mente confusa e sopraffatta, fa fatica a filtrare i
pensieri.
Invece il biondo sente tra
le mani non solo il polso della ragazza ma anche un braccialetto…e un piccolo
elefantino (tanto simile a quello della sua infanzia) lo fa trasalire…mentre le
sue iridi di un blu intenso finalmente si concentrano sulla figura di lei.
Quella che aveva già osservato di sfuggita una seconda volta…
Perché piccola potresti andartene dalle mie mani
Ed i giorni da prima lontani saranno anni
…
E ti scorderai di me
Sora invece osserva la
collana del giovane rimanendo ancora immobile stretta da quell’ignoto
salvatore. Un anellino d’argento le fa venire in mente dei ricordi che pensava
di non aver mai avuto.
Un faro, in quell’attimo,
forse quello di una macchina illumina la vetrata e lei si gira verso quel
negozio di pesci…
Quando piove i profili e le case ricordano te
e sarà bellissimo
Perché gioie e dolore hanno stesso sapore con te
Forse sta piovendo, ma a
loro non importa. Anche Yamato si volta seguendo la stessa direzione del volto
di Sora.
Io vorrei soltanto che la notte ora
velocemente andasse
e tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse
E voglio amore tutte le attenzioni che sai dare
e voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire…
UN negozio rischiara la mente
di tutti e due, gli occhi si sgranano e la consapevolezza di un incontro che fa
sentire a entrambi la farfalle nello
stomaco, cambia il percorso di vita. Cambia le loro direzioni opposte.
E riconobbi il tuo sguardo in quello di un passante
Ma pure avendoti qui ti sentirei distante
Cosa può significare sentirsi
piccolo
Quando sei il più grande sogno e il più grande incubo
Sora ricorda tutto.
-L’acquario…tu
sei il Matt dell’acquario …la promessa…-
sussurra più a se stessa che a quello lì…
-E tu hai il
mio elefantino…Sei la mia promessa…-fa
il biondo non rendendosi neanche lui conto di quello che ha appena detto.
Siamo figli di mondi diversi una sola memoria
che cancella e disegna distratta la stessa storia
La ragazza poi strabuzza
gli occhi, da lontano si vede andare via un pulman blu, il suo, quello che
doveva portarla a casa.
-E quello è
il mio pulman!!!-
Ma è chiaro che non le
interessa minimamente…ha ancora un braccio sospeso in aria tenuto dalla forte
stretta di lui.
Quando piove i profili e le case ricordano te
E sarà bellissimo
Perché gioie e dolore hanno stesso
sapore con te
Io vorrei
soltanto che la notte ora velocemente andasse
e tutto ciò che hai di me
di colpo non tornasse e voglio amore
tutte le attenzioni che sai dare e voglio indifferenza se mai mi vorrai
ferire
Fa per andarsene… ma Matt
non la lascia e il suo tentativo è così debole che cade nel vuoto.
Non basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno…
-Adesso…?-
Sora non può fare a ameno
di mettersi a ridere dopo aver fatto quella domanda.
-Bhe…piacere
io sono Yamato!-
Matt le regala uno sguardo
dolce e imbarazzato mentre per la prima volta le lascia libero il polso.
-Io Sora e…-
E sarà bellissimo
Perché gioie e dolore hanno stesso
sapore
Lo Stesso sapore con te…
Io vorrei soltanto che la notte ora
velocemente andasse
e tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse
E voglio amore
tutte le attenzioni che sai dare
e voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire
-E… sta per
piovere, quindi ragazza dell’acquario ti invito formalmente a casa mia…c’è
anche mio fratello, non guardarmi male…e poi tu sei la mia promessa.- dice con
una loquacità che credeva non avesse.
Lei sorride rossa e
sentendosi completa….capita da qualcuno completamente diverso.
Come se non fosse più schiava
della sua mente, fa comandare per la prima volta solo il suo cuore, afferrando
La mano del giovane.
Matt arrossisce ricambiando
la stretta e non specchiandosi il perché stia così bene...
e voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire…
Ora vanno nella stessa
parte percorrendo la solita ed immensa strada.
Il cartello di quella via viene bagnato da delle
gocce di pioggia la scritta sembra anche quella solo un caso…
“Chance Street …”
…ma fino a che punto…?
Fine
Note dell’Autrice: Buongiorno eccomi di ritorno con
una one short. Secondo voi potevamo mai far passare inosservata la canone di
Tiziano Ferro?? ( a proposito la canzone è ©
dei rispettivi autori e lo usata solo a scopo letterario, anzi ringrazio TZn
per averla cantata ^_^) Così ho
immaginato dato che qui sta piovendo a dirotto una bella storia che ha solo la
funzione di rallegrarvi! Si accettano critiche e quant’altro…!
Ed è
dedicata a chi crede e a chi non crede (presente) nel destino e nel caso, oltre
che alla mia migliore amica telematica Memi! ^_- !
Un bacione
a tutti voi!
Sara