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Autore: mhcm    30/03/2007    4 recensioni
"Mentre riprendo controllo della mia mente la realtà circostante mi invade come ogni giorno, con il suo caldo soffocante, la sua luce gialla e opaca, l'odore costante di polvere nell'aria. L'unica cosa anormale è il silenzio." Una comunità nel deserto, una tradizione..
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dall'oscurità e la quiete del sonno alla realtà del presente in solo istante.
Sento che qualcuno mi scuote ferocemente, e mentre riprendo controllo della mia mente la realtà circostante mi invade come ogni giorno, con il suo caldo soffocante, la sua luce gialla e opaca, l'odore costante di polvere nell'aria.
L'unica cosa anormale è il silenzio.
Di solito il mio risveglio è circondato dai rumori della comunità in attività, i bambini che finiscono di brutalizzare qualcuno di loro o riescono a catturare e torturare qualche animale, i litigi di qualche uomo o donna, il pianto di qualcuno che è stato picchiato, o le sue urla di dolore.
Invece solo il silenzio oggi.
E quelle mani che mi scuotono.
Ormai sveglio mi rigiro a pancia in su e mi volto verso la persona che mi ha svegliato e vedo che è mia figlia.
Cristo! La realtà mi cade addosso come un macigno, capisco la ragione del silenzio, del fatto che mia figlia abbia osato svegliarmi, del suo sguardo terrorizzato.
Mi alzo a sedere e vedo la mia donna che mi guarda, con lo stesso sguardo terrorizzato di mia figlia, ma anche con quel dolore consapevole di chi ha gia assistito a tutto ciò che accadrà, e che conosce tutte le ragioni e le cause. Mi guarda anche con quello sguardo da uccello in gabbia che si agita disperato, non sapendo come fare a scappare e allo stesso tempo rassegnato a non poterlo fare.
Io resto impassibile, perchè ormai la vita qui mi ha reso completamente insensibile a ogni tipo di dolore o paura.
Perchè il caso colpisce ovunque e in ogni momento e oggi è il mio turno. E non posso fare nulla per impedirlo o fare qualcosa di diverso per la mia donna, la figlia che è corsa a nascondersi e il figlio ancora non nato.
La mia compagna incinta mi si avvicina, e mi alzo per abbracciarla, per darle l'unica cosa che posso, il conforto, quel minimo conforto che può darle uno nella mia situazione. Mentre la bacio la sospingo verso la posta del bagno, per lasciarle un ricordo indelebile a cui appoggiarsi.
Sotto l'acqua della doccia facciamo l'amore in quel modo particolare che abbiamo imparato dopo che la sua gravidanza è diventata evidente.
Inizio a vestirmi, per prepararmi a ciò che accadrà, reverendo del demonio , inteso come essere che ha coscienza contro le tradizioni e che impara a ragionare. Perchè la tradizione di questo posto è di celebrare l'inizio di ogni stagione con un sacrificio umano, di cui mangiare le carni per propiziare la caccia e il raccolto della stagione a venire. E io sono stato sorteggiato per la prossima stagione, sorteggio probabilmente truccatto perchè sono un miscredente che si è sempre opposto a tale idiozia.
Ma quando si vive nel deserto, è difficile che la ragione superi la superstizione.
Mentre mi avvio verso il luogo del sacrificio il reverendo mi si avvicina per darmi la sacra benedizione del suo Dio, come una sorta di beffa oltre il danno della mia morte.
Ed è bestemmiando il suo dio che lo scaccio, ponendomi al centro del piazzale in cui verrò lapidato, macellato e poi mangiato. Guardo verso il cielo mentre inarco la schiena all'indietro, e i miei pensieri sono per la mia famiglia, che per questomio gesto potrà vivere nell'agiatezza fino al prossimo sorteggio, per le assurde tradizioni di questo posto in una valle dimenticata da tutti gli dei tranne quello della follia che dimora nelle loro menti.
Mentre mi inarco all'indietro per accogliere le pietre che mi renderanno pasto di stolti, bestemmio il loro dio e rifiuto la sua grazia.
  
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