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Autore: The bet_    13/09/2012    0 recensioni
Harry mi trascinò per un braccio sul letto e mi stesi affianco a lui. Ci guardammo dritti negli occhi per attimi che sembravano interminabili, non sapevo cosa fare, non sapevo quale fosse la prossima mossa. Non riuscivo più a trattenermi, per quanto mi sforzassi di non accettarlo la realtà era che desideravo le sue labbra più di quanto avessi mai desiderato qualunque altra cosa. Si avvicinò pericolosamente al mio volto, avrei dovuto allontanarmi, ma era come se qualche legge fisica mi attirasse verso di lui. Ci baciammo, fu un attimo. Il mio cuore sembrava scoppiare, sentivo una fitta allo stomaco. Maledetta emozione. Per un secondo mi mancò l’aria, poi le cose ripresero il loro corso e ci continuammo a baciare, senza imbarazzo, senza paure, sembrava che il mondo intorno a noi non esistesse, era tutto perfetto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente spalancai gli occhi certa di aver fatto solo un inverosimile sogno. Ma a dispetto di quelle che erano le mie convinzioni trovai accanto al letto la figura di Harry, pulito e cambiato che aspettava il mio risveglio con un vassoio in mano contenente un’ottima colazione. Solo alla vista ei croissant realizzai che non mangiavo da ventiquattro ore e che avrei mangiato qualunque cosa fosse sotto mano.
‘’Ma buongiorno bell’addormentata, alla buon’ora!’’ sussurrò il più dolcemente possibile.
Il letto ancora caldo era un ottimo motivo per riaddormentarsi, ero davvero stanchissima, avrei voluto rigettare la testa sul cuscino e chiudere gli occhi. Ma Harry Styles con dei croissant in camera mia era un motivo ancora più valido per buttarmi giù dal letto.
‘’Buongiorno a te.’’ Dissi con voce roca, maledizione, la mia voce a prima mattina era molto più simile a quella di un orso che si sveglia dal letargo che a quella di una ragazza.
Harry non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, sfoderando la sua dentatura perfetta.
‘’Taa-taaan, ti ho portato la colazione, approfittane finché sono ancora caldi!’’ esclamò indicando i croissant.
Senza pensarci due volte mi tirai su e iniziai a trangugiare tutta quella roba, sembravo un animale che non si nutriva da mesi.
‘’Ehi, ehi vacci piano baby, non vorrei essere io la causa di una futura obesità!’’ scherzò facendomi l’occhiolino.
Ero sul punto di innervosirmi, ma lui prontamente mi precedette, sedendosi accanto a me e rubandomi un bacio. Ed ecco che il mio stomaco sobbalzò e il cuore patì di nuovo, avrei dovuto farci l’abitudine prima o poi. ‘’Dove la porto oggi, signorina?’’ domandò lui tutto sorridente, tramava qualcosa, ne ero certa.
‘’Dove mi vuole portare cherie?’’
‘’Surprise!’’ rispose euforico.
Andai a farmi una doccia di fretta, indossai una gonna a vita alta, non avevo voglia di indossare i jeans lunghi, fuori il sole sembrava rovente. Non avevo idea di dove Harry mi volesse portare, così per precauzione misi in borsa un paio di sneakers. Diedi una leggera spolverata di trucco in viso ed ero pronta per uscire.
Prima di mettere in moto l’auto Harry mi guardò dritto negli occhi, era difficile sostenere il suo sguardo, non riuscivo a non rimanerne incantata, ci sprofondavo dentro e non ne uscivo più.
Il rombo della BMW nuova di zecca interruppe tutti i miei viaggi mentali.
‘’Hai intenzione di dirmi dove andiamo?’’ chiesi curiosissima. Di sicuro non mi poteva portare di nuovo al mare, così esclusi un’opzione.
‘’E che gusto ci sarebbe? L’attesa aumenta il desiderio e... ’’ si girò a guardarmi, sapevo dove voleva andare a finire.
‘’Stai attento a quello che dici, basterebbe un nulla per mandare a monte la tua sorpresa.’’
‘’Non prendermi sempre sul serio Julie, sparo tante di quelle cazzate che neanche te le immagini. Ridici su!’’
Beato lui era sempre così spensierato, non aveva nessuna preoccupazione all’infuori del come sistemarsi i capelli o cosa indossare la sera.
‘’Ah ah ah’’ risi sarcasticamente.
Mi diede una pacca sulla spalla. ‘’Meglio lasciar perdere, non voglio farti inacidire di prima mattina.’’
L’auto sfrecciava per le vie del paese, eravamo entrati proprio dentro Sanremo, volevo sapere dove stavamo andando, la curiosità mi mangiava viva.
‘’A che ora hai le prove Harry?’’ chiesi cercando una distrazione altrettanto interessante quanto la sorpresa.
‘’Merda, le prove!’’ esclamò in tono isterico, mi porse il cellulare e mi chiese di mandare un messaggio a Louis, dopo neanche due minuti il telefono s’illuminò.
‘’Dimentichi sempre tutto Hazza, anche le prove dello spettacolo, ma cos’hai per la testa? Ti aspettiamo alle quindici all’Ariston, non un minuto più tardi.’’ Lessi ad alta voce.
Harry iniziò a ridere senza che io capissi bene il perché. Cosa c’era di così divertente in quelle parole? Mi prese il telefono dalle mani e digitò velocemente: ’D’accordo papà!’.
‘’Ora mi puoi dire dove andiamo?’’ chiesi
‘’Purtroppo non avevo previsto le prove, quindi dovremmo accontentarci di questo!’’ Disse guardando il parco davanti a noi.

 
L’auto si fermò e Harry mi aiutò a scendere. Entrammo da un grande cancello di ferro, rimasi sbalordita da quell’immenso spazio verde. Sembrava di non trovarsi neanche più in quell’antica cittadina, come se fossimo in un’altra dimensione. Davanti a me una serie di giostrine letteralmente invase da bambini che urlavano come matti, spostai lo sguardo dall’altra parte e vidi un magnifico sentiero con delle panchine rosso fuoco, sembrava essere uno dei pochi luoghi quasi incontaminati dall’uomo, gli alberi che svettavano sopra le nostre teste erano verde smeraldo, rigogliosi, sembrava proprio che la vita li sorridesse. Mi sentii invasa da una strana ondata di felicità.
‘’Allora, ti piace?’’ Mi chiese, poco convinto. Sembrava che fosse lui quello a cui non piaceva.
Mi piaceva eccome, ma non erano queste le mie aspettative, così mi limitai a dire: ’’Meglio di niente, dai.’’
‘’Almeno stiamo insieme, qualunque posto insieme a te è meraviglioso!’’ Disse con voce ironica, quasi tentando di recuperare punti.
‘’L’importante non è dove siamo, ma con chi siamo!’’ Lo assecondai, scoppiando a ridere.
‘’Ma ora basta o mi verranno le carie! Beh che si fa adesso?’’ aggiunsi immediatamente tra una risata e l’altra.
‘’Ti va un gelato o preferisci una barretta dietetica? Sai non vorrei che ti rovinassi la linea dopo il cornetto di sta mattina!’’ scherzò. Indicandomi il chiosco al quale intanto ci avviammo.
‘’Parli proprio tu!’’ ribattei.
‘’Che cosa vorresti dire?’’
‘’Che in camera di mia sorella ci sono alcune tue foto davvero compromettenti!’’
‘’Tutti attraversano brutti periodi e poi nonostante la pancetta avevo il mio fascino!’’
‘’Basta che ne sei convinto!’’
Il signore del chiosco ci osservava incuriosito cercando di ascoltare i nostri discordi, nel fra tempo ordinammo due gelati al cioccolato e alla vaniglia che ci vennero serviti in un batter d’occhio.
‘’Ritornando al discorso di prima, ne è una prova tua sorella che nonostante i chili di troppo, aveva comunque i miei poster’’ disse compiaciuto.
‘’Già, peccato che il tuo fascino colpisse solo le bambine di otto anni!’’
‘’Beh, ma adesso le cose sono cambiate’’ si avvicinò pericolosamente a me e a un centimetro dalla mia bocca mi chiese ‘’O sbaglio?’’ mi aspettavo che da un momento all’altro mi baciasse, ma invece mi ritrovai il suo cono al cioccolato dritto in faccia.
Iniziai a rincorrerlo agitando minacciosa il mio cono alla vaniglia e cercando di fargli capire che avevo intenzione di vendicarmi. Lui, però, era maledettamente veloce e dopo non molto lo persi totalmente di vista. Mi fermai per riprendere fiato ed Harry mi afferrò dal bacino e mi trascinò per terra insieme a lui. Non ci pensai due volte e ne approfittai per scaraventargli anche il mio gelato sul viso.
‘’Oh, brutta mossa Julie, brutta mossa!’’ prese a farmi il solletico. Mi fermai un attimo a guardarlo era così bello, così perfetto nonostante fosse tutto sporco di vaniglia in faccia. Pensai a che effetto avrei dovuto fare io, che ero completamente marrone, ma non appena l’immagine di me in quello stato si materializzò nella mia mente tentai con tutte le mie forze di rimuoverla. Davvero un brutto colpo per la mia autostima. Eppure lui, il ragazzo perfetto, era lì accanto a me, desideroso della mie labbra, sembrava impossibile. Si avvicinò e questa volta niente gelato, solamente un travolgente bacio e il subbuglio di emozioni che solo lui sapeva scatenare. Non ci avrei mai fatto l’abitudine probabilmente. Inspirai a fondo e sentii il suo profumo, non era di Cartier nulla del genere, era proprio il suo odore, ed era il più buono che io avessi mai sentito, migliore di qualunque altra fragranza, un misto tra il profumo di gelsomini e la pelle di un neonato. Mi inebriai di quella fragranza come un cocainomane sniffa la sua cocaina.
Avrei voluto che quell’attimo di totale spensieratezza e felicità potesse rimanere immutato nel tempo, le cose erano così perfette che avrei desiderato non cambiassero mai, ma le lancette dell’orologio scorrevano velocemente e senza che non ce ne rendessimo conto l’orario delle prove giunse e fummo costretti a tornare all’Ariston.
‘’Che fai? Ti fermi qui o torni in albergo?’’ mi chiese Harry.
‘’Uhm, non lo so, sarei curiosa di sentire un po’ le vostre canzoni, non ci ho mai dato troppo peso quando le ascoltava mia sorella.’’
‘’Rimarrai a bocca aperta.’’ Scherzò lui, improvvisando un’improbabile imitazione di me con la faccia stupita.
‘’Non fare lo stupido e va a raggiungere gli altri, io devo raggiungere mio padre che è qui da qualche parte!’’
In tutta quella confusione avevo perfino dimenticato di avere un padre, una sorella o qualcosa di simile a una famiglia, non sapevo neanche che cosa facesse tutto il giorno la povera Annie, chiusa in camera perfettamente sola. Sentii una morsa allo stomaco dovuta al senso di colpa, avrei dovuto trascorrere più tempo con lei, la stavo trascurando troppo. In più controllando il telefono mi resi conto che avevo un paio di chiamate perse da mia madre, cosa che era più che normale dal momento che non avevo notizie di lei da quando ero arrivata in Italia. Composi frettolosamente il numero e la richiamai, squillò ma non vi fu nessuna risposta, non ci feci molto caso e riattaccai sicura che mi avrebbe richiamato non appena avesse visto il telefono. Scorsi finalmente mio padre dietro le quinte e mi affrettai a raggiungerlo, aveva un’aria concentrata.
‘’Ehi Jules!’’ mi salutò senza neppure staccare lo sguardo.
‘’Che succede papà?’’
‘’Nulla di serio, qualche problemino tecnico che devo risolvere prima della diretta, ma niente di cui tu debba preoccuparti.’’
‘’Ti posso aiutare in qualche modo? Magari ti serve una mano con l’inglese?’’
‘’Sai è la prima volta che me lo chiedi da quando siamo arrivati, sembra che tu abbia di meglio da fare’’ rispose in tono pungente, spostando finalmente lo sguardo e andandolo a posare sul ragazzo riccioluto dall’altra parte del corridoio. Recepii al volo il messaggio.
‘’Non è come credi, davvero. Sto cercando solo di divertirmi, sai, dopo che ho rotto con Carl sono stata davvero male, avevo bisogno di distrarmi. Ma pensavo sapessi che non c’era bisogno che io ti chiedessi nulla, sapevi perfettamente dove trovarmi.’’
‘’Non si tratta di questo, voglio solo che tu rimanga con i piedi per terra e non ti illuda troppo, non vorrei che poi ci stessi male, non so se potrei sopportarlo senza spaccargli la faccia.’’ Disse abbassando lo sguardo, aveva serie difficoltà a manifestare i suoi sentimenti ad alta voce, si sentiva in imbarazzo.
‘’Tranquillo papà, non c’è nulla di cui preoccuparsi’’ risposi poco convinta e riemerse nella mia mente la scommessa, scacciai via quell’angosciante pensiero.
‘’Okay.’’ Capii che il discorso terminava lì, aveva già sprecato più parole del previsto e non era da lui, così per evitare altri discorsi imbarazzanti decisi di andare a sedermi sugli spalti e godermi le prove dello spettacolo.
Un altro degli ospiti eccezionali del Festival era Gary Go, l’avevo sempre adorato e le sue canzoni erano davvero incredibili.
I One Direction non tardarono a fare il loro ingresso, il primo a entrare fu Liam che attaccò con un pezzo di una canzone che mi sembrava di aver già sentito, probabilmente era una di quelle che mia sorella si sparava nelle orecchie tutti i giorni.

‘’Shout the door, turn the light off, I wanna be with you, I wanna feel your love, I live beside you, i cannot hide this, even know I try’’

Riflettei sul significato di quel testo, davvero sdolcinato e romantico, doveva essere scritto da qualche furbo compositore che voleva colpire dritto al cuore di tutte le ragazzine che li ascoltavano. Davvero astuta come scelta, in questo modo si accalappiavano molte più fan e anche molte più lacrime e urla ai concerti. Mentre io mi perdevo in queste inutili riflessioni, la figura di Harry si materializzò sul palco.

‘’If we could only have this life for one more day, if we could only turn back time’’

Dio mio, la sua voce era così calda, mi fece venire la pelle d’oca, aveva un timbro strano, quasi graffiante che faceva drizzare i peli. Non mi ero accorta di quanto la sua voce fosse sexy, non avevo dato importanza al suo modo di muovere la bocca mentre cantava, aveva un’aria così concentrata, non l’avevo mai visto così. Avrei voluto piombare sul palco e baciarlo, così senza scrupoli, senza paranoie, ma quel briciolo di buon senso che continuava a scorrermi nelle vene mi permise di rimanere perfettamente immobile lì dov’ero.
Quando arrivò la parte di Niall, Louis iniziò a scherzare con Harry e scoppiarono a ridere coinvolgendo anche tutti gli altri, compreso il povero Niall che era tutto preso a cantare il suo pezzo. Così furono costretti a ricominciare, e così ancora tante e tante volte, trovavano sempre un buon motivo per scoppiare a ridere, ad un certo punto Zayn cadde perfino per terra. Non riuscii a contenere le risate e alla fine mi sembrava di aver assistito ad uno show comico più che alle prove di un’esibizione canora, avevo le lacrime agli occhi.



  
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