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Autore: The Princess of Stars    13/09/2012    3 recensioni
In un universo alternativo, dove il tempo e lo spazio si confondono, 12 tra i sovrani dei regni più importanti dell'Asia Minore si sono riuniti per un importante trattato di pace: i monarchi delle regioni di Grecia, i sovrani di Persia e le Amazzoni della regina Atena. Ma al Titano, misterioso leader del Clan, la cosa non piace.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao, ragazzi! Questa è la mia seconda fanfiction ispiratami da ‘L’Era Glaciale’… non so perché, ma per alcuni pezzi ho preso un po’ spunto, spero non troppo e spero possa piacervi. E’ un Universo Alternativo, MOLTO alternativo. Ci sono elementi dell’Antica Grecia, elementi del medioevo ed elementi che proprio non ci sono. In poche parole, fantasia più totale. Nel primo capitolo ci sarà un punto che sembra molto ‘libro di Storia’… solo il luogo e le ‘donne guerriere’ sono reali. Spero di non confondervi troppo!
Buona Lettura!

 


Prologo


Dati Obiettivo:
Nome:Perseus (Percy) Jackson
Età:8 anni
Capelli:Neri
Occhi:Verdi
Famiglia:Sally Jackson; Re Poseidone
Status:Principe di Atene
Professione:nessuna
Abilità speciale: Controllo sull’acqua
 
Esecutore di Missione:
Nome:Luke Castellan
Età:15 anni
Capelli:Biondi
Occhi:Azzurri
Pseudonimo: Il Ladro di Fulmini
Famiglia:Il Clan
Status:Fuorilegge
Professione:Assassino
Abilità speciale: Infiltrazione
 
Esito missione:Fallito
Info. Missione:“Il re Poseidone è rimasto ad Atene per discutere dei trattati di pace con Sparta e non era presente ai trattati di alleanza in Scizia. Ma ho visto sua moglie, Sally trattare con le Amazzoni. Non sono riuscito a rapire il principe. Non mi aspettavo che un bambino di 5 anni potesse già controllare i suoi poteri sull’acqua, ma non sono certo che quell’onda anomala sia stata causata volontariamente o se si sia scatenata per effetto della paura del bambino. Per arrivare al moccioso ho dovuto usare la spada. Mi sono scontrato con le guardie e con la Regina Amazzone Ippolita VII. Ho avuto la meglio sulla regina, ma anche se con la custode del principino andata, sono stato sconfitto dal moccioso e giuro al Maestro Crono che avrò la mia vendetta. Tuttavia ho una buona notizia, sulla via di fuga mi sono imbattuto nella figliastra di Ippolita VII. Sono stato costretto a rapirla per non farmi scoprire dalle guardie. Mentre le tenevo la bocca chiusa dovevate vedere come scalciava la ragazzina. Ha una bella grinta e che polmoni! Mi è sembrata molto astuta; per poco non mi è scappata una volta che mi sono accampato. Potrebbe esserci utile, dopotutto, anche se Ippolita non era sua madre, suo padre era di Scizia, quindi è comunque un’amazzone. Siamo fortunati che ha solo 4 anni; crescendo con noi, non si ricorderà di quando l’ho rapita.” - Luke Castellan, il Ladro di Fulmini



 
14 anni dopo…




Capitolo 1
 
Percy’s POV:

Mi trovavo nell’assemblea popolare. Avevo il cuore in gola. Questa assemblea era tra le più importanti che ci siano. Mio padre Poseidone, doveva sancire un’alleanza importantissima che avrebbe messo fine alle guerre in Asia Minore. Il patto garantiva oltre che la pace, l’ obbligo di aiuto reciproco sia in abito finanziario che militare eccetto se impossibile dare questi aiuti, e per evitare che qualcuno provasse a fare il furbo, una volta al mese ogniuno degli alleati, manderà dei funzionari a controllare di persona le risorse economiche e militari dell’altro. Al tavolo sedevano: mio padre e mia madre, Poseidone e Sally, re e regina dell’Attica, Zeus ed Era, re e regina dell’ Argolide, Ade e Persefone, re e regina di Persia; Ares, re di Sparta quindi Laconia; Apollo, re di Creta; Afrodite, regina di Tessaglia; Efesto re dell’Etolia; Artemide, regina di Arcadia; Demetra, regina di Messenia; Dioniso, re di Macedonia; Hermes, re di Itaca; e Atena, regina delle Amazzoni di Scizia.

Tra tutti i monarchi, quella che mi incuteva uno strano senso di timore e sconforto, era Atena. Atena originariamente non era la regina delle Amazzoni. Prese il potere 14 anni fa quando morì sua sorella gemella Ippolita VII, la mia custode, più grande di lei di 5 minuti, quindi la maggiore, di conseguenza, erede al trono di Scizia. Non mi ricordo di Ippolita, ma mia madre mi raccontò che come simbolo di alleanza, Ippolita mi aveva giurato fedeltà lo stesso giorno che è morta, uccisa per salvarmi; ma questa è un’altra storia. Atena comunque mi metteva sconforto perché per alcuni anni, ha accusato noi ateniesi della morte della sorella. Era una donna alta, con una chioma di boccoli castano scuro, aveva i tratti somatici che le davano un’aria da donna vissuta, ma la cosa mi metteva più in soggezione, erano i suoi famosi occhi azzurri. Ci sono delle storie sul suo conto, che dicono che quando la regina si arrabbi o sia estremamente concentrata, i suoi occhi cambino colore, diventando grigi. Atena era anche nota per la sua straordinaria saggezza e formidabili capacità strategiche. Questo la rendeva una regina temuta. Tutti i popoli sanno che le Amazzoni sono già un popolo guerriero ed estremamente aggressivo verso i nemici. Già erano tenute sott’occhio quando al potere c’era Ippolita VII, ma guidate da una regina saggia e capace come Atena, erano decisamente temute. Parlo al femminile perché al contrario degli altri paesi con cui stavamo trattando, le Amazzoni, sono un popolo con un’organizzazione di tipo matriarcale. Erano gli uomini che rimanevano a casa a lavorare i terreni o ad amministrarli (chi più ricco) e le donne che si occupavano di politica, ed erano le donne che andavano in guerra. Gli unici uomini che combattevano erano quelli che avevano uno status sociale più elevato, come le uniche donne che restavano a casa erano le balie.

Era il turno di Atena a firmare il trattato di pace. Avevo decisamente il cuore in gola. Mia madre nel frattempo si era avvicinata a me ad osservare la scena. Sapevo che era tesa quanto me, forse di meno perché  mi accarezzò l’avambraccio per tranquillizzarmi. Atena nel frattempo leggeva il trattato. In quel momento riuscì a riscontrare la verità delle storie sugli occhi della regina. Erano diventati grigi. Atena poi poggiò il trattato sul tavolo, prese la penna, la intinse nell’inchiostro… e firmò il trattato.
Tirai un sospiro di sollievo quando dall’assemblea si levò un boato di gioia. Abbracciai mia madre e lei ricambiò il mio abbraccio.

“Popolo di Grecia, Persia e Scizia! Vi prego, di fare silenzio per un momento!” disse re Zeus. I presenti si placarono e il re iniziò a parlare: “Gente, è stato appena firmato da tutti i sovrani di Grecia, Persia e Scizia un documento di grandissima importanza” disse re Zeus alzando la pergamena, arrotolata “Tutti sapete dell’alleanza duratura tra me e re Efesto per volere di mia moglie Era, per questo, come simbolo della nostra nuova alleanza, dalle fucine di re Efesto, è stato forgiato uno scudo con i nostri simboli per rappresentare la nostra unione, forte come lo scudo di un veterano di guerra: lo Scudo Olimpico!”

“Vai figliolo, tocca a te” disse mia madre. Subito mi unii ai figli di re Efesto, Afrodite, Ares, Zeus e Ade. Charles Beckendorf aveva forgiato quello scudo e ammetto che era straordinario. Era fatto di dodici triangoli con punta arrotondata, in acciaio forgiato con un minerale che poi gli faceva prendere un colore d’oro. In questo modo era sottile, bello e forte. Aveva un meccanismo che lo faceva chiudere in un prisma triangolare grande quanto l’avambraccio; più largo verso il gomito e più stretto fino al polso dove era fissato al meccanismo circolare di apertura che copriva il dorso della mano. Una volta indossato, in un secondo scattava e si apriva, assumendo la sua forma circolare; per ritrarlo, bastava spingere una piccola levetta al lato del meccanismo.
Raggiunsi Silena Beauregard, figlia di Afrodite, Clarisse La Rue, figlia di Ares, Thalia Grace, figlia di Zeus e Nico Di Angelo, figlio di Ade, che portavano lo scudo su una barella di legno. Io camminavo vicino a Beckendorf e davanti ai quattro. Quando portammo lo scudo nella sala dell’assemblea. Si sentirono molti sussuri di gente che si chiedeva cosa stessimo portando.

“Sovrani e popoli dell’Asia Minore” iniziai, la mia voce che risuonava nel silenzio della sala “Come simbolo di quest’alleanza, portiamo qui, lo Scudo Olimpico. Questo scudo, come ha detto re Zeus, è stato forgiato nelle fucine di re Efesto, da suo figlio il principe Charles Beckendorf, qui al mio fianco” Beckendorf fece un piccolo inchino con la testa come per affermare quello che avevo appena detto “Questo è uno scudo unico che solo, può perfettamente rappresentare l’alleanza dei nostri popoli. A me lo scudo, principe Charles” dissi. Beckendorf, prese lo scudo e me lo porse. Io me lo misi sul braccio e dopo un tre piccoli clank lo scudo si aprì nella sua forma circolare, in tutto il suo splendore. I presenti rimasero tutti sorpresi e affascinati. Efesto sembrò compiaciuto dell’opera di suo figlio e mio padre soddisfatto di me, solo Atena sembrò non batter ciglio, ma dal suo sguardo capii che stava studiando lo scudo. “Come potete vedere, lo scudo ha incisi tutti i simboli dei nostri paesi per rappresentare l’alleanza dei nostri popoli. La Civetta delle Amazzoni, la Folgore dell’Argolide, il Tridente di Atene e così via, tutti i simboli dei nostri popoli” dissi e spostando la levetta, chiusi lo scudo e lo porsi a re Zeus.

“Grazie, principe Perseus” disse re Zeus “Ora l’unica cosa da fare, è decidere dove custodire lo scudo. Sarà la prima decisione dell’alleanza”

“Propongo di custodirlo a Creta, nel mio palazzo” suggerì re Apollo “Creta è un’isola ben protetta e non corre il rischio di incursioni.”

“Sono d’accordo con re Apollo” disse la Regina Artemide “Creta è un’ottimo posto dove custodire lo Scudo. E’ anche dove è stato nascosto il padre degli dei”

“Io mi permetto di dissentire” disse mio padre “Potremmo tranquillamente custodire lo scudo qui ad Atene, nel Partenone. La città è ben difesa e lo Scudo può essere custodito al sicuro e i miei soldati sono ben addestrati. Vi ricordo che durante le guerre contro i Persiani, gli opliti Ateniesi sono riusciti a sconfiggere il grande esercito di Serse a Maratona”

“Quelli sono tempi ormai andati, re Poseidone” disse Ade “E’ vero, Serse è stato sconfitto, ma vi ricordo che ora sono io il re di Persia e mi sono dimostrato nettamente più capace di Serse. Propongo quindi di custodire lo Scudo in Persia, nel mio palazzo”

“Io sono d’accordo con re Poseidone” disse re Ermes “Atene non è mai stata espugnata!”

“Se stiamo parlando del passato, allora, vorrei ben ricordare che la sconfitta di Serse, non è stata solo grazie agli ateniesi” disse re Ares “Se non mi ricordo male, è stato grazie al mio antenato re Leonida se l’esercito ateniese è riuscito a tornare prima dell’arrivo Persiano. E’ vero, Leonida è stato sconfitto, ma lui con 300 spartani è riuscito a tener testa abbastanza a lungo all’esercito di Serse”

“Con tutto il rispetto, nobili sovrani” iniziò la regina Afrodite “Penso che sia meglio se lo scudo sia custodito in Tessaglia nel mio palazzo. E’ ben protetto e poi io godo dell’alleanza con i Mirmidoni,sono ottimi guerrieri che appoggiano del tutto questa causa”

“No” disse ad un certo punto la regina Atena. Tutti si voltarono verso la donna che non aveva proferito parola fino adesso “Lo Scudo non sarà custodito né a Creta, né ad Atene, né in Tessaglia, né a Sparta e nemmeno in Persia”

“Ma regina Atena” disse re Dioniso “sono i luoghi più sicuri dell-”

“Silenzio, sto parlando” disse la regina alzando una mano e lanciando un’occhiata a Dioniso che mi fece gelare il sangue.

“Sarà custodito nell’unico luogo dove tutti noi ci dirigiamo per chiedere consiglio agli dei: il Tempio di Delfi. Lì tutti manderemo un piccolo contingente militare per difendere il tempio; così tutti lo proteggeremo”

“Sovrani” disse Zeus “Esclusa colei che ha dato l’idea, quanti sono a favore?” Tutti sovrani alzarono la mano.

“Bene!” disse la regina Artemide “Poiché sono stata scelta per avere un responso dall’oracolo per il futuro di quest’alleanza. Mi offro anche di portare questo scudo e di proteggerlo con alcuni dei miei soldati fino all’arrivo degli altri contingenti.” Ci fu un’altra votazione e che ebbe esito positivo.

La mattina dopo, mi preparai per andare a Delfi, mio padre mi aveva detto che sarei dovuto andare anch’io insieme al tenente di Artemide, Zoe Nightshade, e i figli degli altri re e un’ambasciatrice delle Amazzoni.
Mi misi una camicia bianca un po’ aderente, un giacchetto smanicato di pelle nero, dei pantaloni neri e gli stivali di cuoio nero. Non avevo l’armatura, ma avevo delle polsiere in cuoio nero lunghe quanto avambracci. Mi misi la cintura di cuoio con cui tenevo la mia spada, Vortice, e uscii dalle mie stanze. Camminai per i corridoi fino a scendere all’ingresso del palazzo e uscii. Salii sul mio cavallo, Blackjack e quando il tenente Nightshade ci diede l’okay, uscii con i principi e principesse e il piccolo contingente militare di Artemide.
Ci accampammo per un paio di notti lungo la strada, ma poi finalmente arrivammo a Delfi. Dopo esserci riposati, era ora di andare a chiedere un responso dell’oracolo.
 
Annabeth’s POV:
“Guardali, Annabeth” disse il mio maestro, Luke. “Ora capisci il motivo, per cui il Maestro Crono ci ha mandato a spiare? Credono che finalmente tutti i loro guai siano finiti, invece ci hanno solo offerto la miccia per dare inizio alla loro distruzione. Noi dobbiamo solo accenderla”

“Capisco cosa intendi” dissi osservando gli ambasciatori e i principi portare lo scudo nel Tempio di Delfi, dall’alto della torre dove c’eravamo appostati. “Ma non è solo la miccia della loro distruzione, è la miccia per placare la tua sete di vendetta”

“Sei un’ottima osservatrice, Annabeth. Ammetto che hai ragione, potrò finalmente riabilitarmi agli occhi del Maestro Crono, ma non ti ho portata qui solo per vedere la ragione per cui Crono ha cominciato a dubitare di me da 14 anni… sai cosa rappresenta quello scudo?”

“L’alleanza tra i 12 regni più forti dell’Asia Minore” risposi

“Ho quesito per te: cosa succederebbe se lo Scudo, diciamo, sparisse?”

“Artemide sarebbe accusata di tradimento, lei accuserà i figli dei re, Poseidone, Efesto, Zeus e tutti gli altri tranne Atena, cominceranno a scannarsi tra di loro, qualcuno poi accuserà Atena di essere stata complice di chi ha rubato lo scudo e a quel punto anche le Amazzoni cominceranno ad accusare gli altri. In parole povere: sparito lo scudo, la conseguenza è guerra certa” risposi.

“Ottimo lavoro, ragazza. Mi piace come pensi. Non sei contenta di lasciare tra breve la città?”

“Non ce ne andremo senza lo Scudo?” chiesi.

“I 12 regni sono da tempo sull’orlo di guerra e non hanno mai voluto mostrare rispetto verso l’idea di unità del Maestro. Tieni, ordini del Maestro Crono anche lui vuole la piccola parte di vendetta” disse Luke. Poi mise una mano nella borsa che aveva con sé e tirò fuori una pergamena, dandomela.

“Rosicchiamo ancora quell’osso…” commentai.

“Stai per caso dubitando dell’ingiustizia contro Crono?” disse Luke, autoritario “Ti ricordo, che quando la tua matrigna ti ha abbandonata come un cane, quando ti trovai e ti portai dal Maestro, lui fu così generoso da prenderti sotto la sua ala. Guardati! Sei la più giovane e già sei tra i ranghi più elevati del Clan!”

“Chiedo scusa, Maestro… non mi sono dimenticata di quello che tu e Crono avete fatto per me”  Aprii la pergamena e la lessi:

Dati Missione:
Obiettivo: Rubare lo Scudo Olimpico
 
Ostacolo Maggiore: Aggirare/ Lasciare in vita
Nome:Perseus (Percy) Jackson
Età:19 anni
Capelli:Neri
Occhi:Verdi
Famiglia:Sally Jackson; Re Poseidone
Status:Principe di Atene
Professione:Generale Esercito Ateniese
Abilità speciale: Controllo sull’acqua
 
Esecutore di Missione:
Nome:
Annabeth Chase
Età:18 anni
Capelli:Castano scuro
Occhi:Azzurro-grigio
Pseudonimo:L’Angelo della Morte
Famiglia:Il Clan
Status:Fuorilegge
Professione:Assassina
Abilità speciale: Intelligenza
 
“Facciamogli vedere cosa succede a chi si mette contro il Clan” chiesi guardando il mio maestro.

“Chiama a raccolta Ethan, Tammy, Kelly, le Furie e anche Gerione. Daremo anche a lui la possibilità di riabilitarsi e poi ci servono i suoi muscoli” ordinò Luke. Strinsi la mascella al ricordo dell’ultima missione.

“Gerione” dissi tra i denti “Per colpa di quell’idiota abbiamo quasi fallito la missione e per poco non fanno fuori anche Circe. Per colpa sua, ho perso tre dei nostri migliori assassini che erano sotto la mia responsabilità! Se non fosse stato per me, quei Jason, Piper, Castore e Leo sarebbero ancora in vita! Li ho uccisi appena in tempo!”

“Calmati, Annabeth. Mantieni le forze per la missione. Non ne hai mai fallita una, non vorrai che questa sia la prima” disse Luke rimettendo la pergamena nella borsa. Io tacqui. “Gerione è uno stupido ma almeno capisce quando gli dici di uccidere qualcuno. Ricorda, una volta a raccolta riferisci gli ordini e manda Furie a tener sott’occhio il Tempio. Tra le tre Alecto è la più veloce di a lei di venire a informarci” ordinò Luke.

“Sì, Maestro” feci per allontanarmi.

“E… Annabeth…” disse Luke, io mi fermai “Se t’imbatti nel Pricipe Perseus, portamelo… vivo… ho ancora un conto in sospeso con lui” detto ciò, mi allontanai scendendo la torre e correndo sui tetti per poi arrampicarmi fuori dalle mura della città. Una volta scalate le mura, scesi dalla parte opposta arrampicandomi per le pietre sporgenti e i pioli per tenere le lanterne che illuminavano le mura. Poi una volta in perpendicolare con il mio cavallo, scesi ad un’altezza tale da non fargli male, e mi lasciai cadere sul suo dorso e mi allontanai verso l’accampamento del Clan degli Assassini. Galoppai per circa un quarto d’ora nella foresta. Una volta arrivata scesi da cavallo e mi diedi da fare.

“Tammy, Kelly, Ethan! Chiamata a raccolta! Alecto, chiama le tue sorelle. Gerione! Alza il tuo grosso didietro da quella branda e smettila di abbuffarti come un maiale!” ordinai.

“Che c’è?” disse Kelly con quel suo fastidioso tono da primadonna. In quel momento ci raggiunsero le Furie.

“Ordini del Maestro Luke: prepararsi all’infiltrazione. Alecto, tu e le tue sorelle dovrete andare a Delfi a tenere sotto controllo la situazione, quando sentirai il richiamo, ritirati e fai rapporto una volta che ci hai raggiunti” dissi subito.

“E chi sei tu per darci ordini?” disse Tammy con aria presuntuosa.

“Come ho detto prima, sono ordini di Luke, Tammy. O il tuo cervello non capisce quando uno parla?” dissi con un sorrisetto malizioso. Tra tutti i membri che ci siamo portati appresso, mi erano capitati i più presuntuosi e invidiosi, sapevano benissimo che avrei potuto batterli con il mignolo (sono ambidestra, destro o sinistro non fa differenza)

“Se sono ordini del Ladro di Fulmini, perché non è Luke a darceli?” disse Ethan girandomi intorno.

“Perché L’Angelo Della Morte è l’unica di cui mi fido!” disse il mio maestro sbucando dal nulla. “Se lei vi dice che ho dato un’ordine, è così! E se non mi ricordo male, vi ha salvato le chiappe più di una volta dandovi ordini, quindi se vi dice di fare una cosa allora: FATELA!” li rimproverò Luke “Sono circondato da idioti, esclusa la mia allieva…” borbottò, ma lo sentimmo tutti. Io li guardai con sorrisetto, mentre gli altri mi guardarono male. “Annabeth, ci serve un piano” disse Luke. Avevo già un piano in mente e cominciai a spiegarlo.
 
Percy’s POV:
Portando lo scudo, entrai nel tempio con gli altri. Inchinata davanti all’altare stava una donna con un abito bianco e un velo bianco appogiato intorno alle spalle.

“Vi stavo aspettando, principi” disse la donna, voltanodsi. Vidi che avrà avuto più o meno la mia età. Aveva una testa di boccoli rosso-fiamma e gli occhi verde smeraldo. “So che siete qui per darmi da custodire lo Scudo Olimpico”

“Sì, ma ci serve anche un responso” dissi io “Siete voi Rachel, l’oracolo di Delfi?”

“Sì, Principe Perseus” disse Rachel.

“Allora, rispondete alla nostra domanda: quale sarà il futuro dei nostri popoli dopo questa alleanza?” chiesi. In quel momento gli occhi dell’oracolo diventarono completamente color verde acido e Rachel cominciò a parlare con tre voci in contemporanea.

Il viaggio inizia dalla foresta
al ritorno, degli Assassini vedrai l’ira funesta.
L’allievo di Pan va ricercato,
anche da un’amica sarai aiutato
e un alleato sarà trovato.
Riporta lo scudo all’alleanza;
ai sovrani dando speranza.
Quattro a partire, forse due a tornare,
chi ha perso la luce tornerà ad amare
e una verità avrà da affrontare”
Detto ciò l’oracolo cadde a terra esausto Nico e Beckendorf subito andarono in suo aiuto.

“Tutto bene?” chiese subito Nico

“Sì… Immagino di avervi dato un responso” disse Rachel tirandosi su e volgendosi verso di me.

“Sì… grazie” dissi e uscì dal Tempio non del tutto convinto di quello che avevo ascoltato. Non era esattamente il responso che stavo aspettando.

“Principe Perseus” mi chiamò la Principessa Silena, la figlia di Afrodite.

“Hm?” fu la mia risposta.

“Qualcosa non va? Sembrate turbato” disse Silena.

“No, tutto bene e ti ho detto mille volte di darmi del ‘tu’ e di chiamarmi Percy” risposi io.

“Scusa, Percy” disse Silena mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. “Stavi pensando alla profezia che abbiamo appena sentito?” mi chiese avvicinandosi a me. Io le sorrisi e le offrii la mano, lei la prese e camminammo mano nella mano in modo amichevole. Silena era molto bella, è vero, aveva i capelli lunghi biondi e lisci, gli occhi azzurri, ed era minuta, ma non era esattamente il mio tipo, e poi era innamorata persa di Beckendorf. Eravamo amici perché i nostri genitori da sempre sono stati alleati.

“Sì, ci stavo pensando. Non capisco, io le ho chiesto un responso sul futuro dell’alleanza, e l’oracolo mi ha risposto con una profezia” dissi.

“Forse perché il futuro dell’alleanza dipende proprio da questa profezia” suggerì Silena.

“Non credo. L’alleanza sancisce la fine di guerre e di conseguenza la fine di migliaia di morti. Perché allora diceva quattro a partire, forse due a tornare? Non riesco a capire”

“Questo perché stai costruendo la casa dal tetto e non dalle fondamenta”

“Eh?” chiesi confuso. Silena roteò gli occhi.

“Stai spiegando la profezia partendo dalla fine invece che dall’inizio, furbo!”

“Ah, sì… l’avevo capito!”

“Certo!” disse annuendo con un sorrisetto “Devo raggiungere Charlie” disse

“Hm… non puoi proprio vivere senza di lui, eh?”

“Sono innamorata” disse con un sorriso

“Sì, lo so. Dovrei farlo anchi’io, me l’hai detto un miliardo di volte”

“Ma tanto tu non sei uno che s’innamora” disse ripentendo la mia solita risposta.

“Ciao, Sil”

“Ciao, Perce” disse, io mi abbassai permettendole di darmi un bacio sulla guancia, poi mi lasciò la mano e si allontanò. Io rimasi lì un attimo pensieroso, poi mi incaminai per Delfi, nel tentativo di pensare. Uscii dalla città e mi misi a seguire il ruscello che da sotto le mura passava per il laghetto nella città e negli acquedotti. Non riuscivo proprio a spiegarmi il significato di quelle parole. Non mi accorsi di essere entrato nella foresta vicino la città quando alzai la testa. Il ruscello era alla mia destra, ma ormai era diventato un fiume. Stava calando la sera e sarei dovuto tornare in città. Già stavo per incamminarmi, quando sentii un rumore. Subito misi la mano sull’elsa della spada.

“AIUTOO!!” gridava una voce. Mi guardai intorno per vedere chi ci fosse e all’improvviso quando mi voltai, mi ritrovai subito a terra con qualcuno addosso a me.

“Ahio” borbottai. Chi mi stava addosso, subito si alzò e mi tirò su.

“Grazie agli dei ho trovato qualcuno!” disse il ragazzo davanti a me. Aveva una carnagione scura con un un pizzetto nero, occhi neri, capelli neri dove ci spuntavano due piccole corna- WHOA- WHOA! Frena!Corna?! Lo guardai meglio e vidi che aveva le zampe di una capra. Un satiro! “Ti prego, amico, aiutami! Mi stanno inseguendo sue tizi che mi voglio fare la pelle! Ti supplico! Aiutami! Sono un povero satiro maldestro che gli ha rovinato la cena, e adesso voglio mangiarmi! Aiuto, ti prego!” disse il satiro tutto d’un fiato.

“Polifemo! Lo vedi?” disse un vocione che si avvicinava.

“Sì! La in fondo, Anteo!” disse un altro. Poco dopo spuntarono fuori due omoni. Erano alti quanto me, forse più di me e io sono 1,95m, ma mentre io ero longilineo e con un fisico atletico, questi erano della stazza di un body builder tra muscoli e massa. “Ti abbiamo trovato finalmente!” disse quello con la voce di Polifemo.

“Finalmente potrai ripagare la cena che ci hai rovinato” disse Anteo.

“Prima dovrete affrontare me” dissi mettendomi davanti al satiro.

“Prendilo” disse Polifemo. Anteo corse verso di me a tutta velocità, ma io mi spostai agguantando il satiro e scostandolo con me, mentre Anteo cadde nel fiume e venne trascinato via dalla corrente. Allora Polifemo, mi corse incontro e io tirai fuori la spada puntandogliela alla gola. Lui subito si fermò alzando le mani. “Senti, amico, forse siamo partiti col piede sbagliato” disse il colosso, mentre io lo facevo girara verso il bordo del letto del fiume.

“Ah, ma davvero? Perché allora non te la prendi con uno della tua stazza?” dissi.

“Per favore, non uccidermi!” mi supplicò.

“No, ma t’insegnerò una lezione” dissi e spinsi la spada appena più avanti e Polifemo cadde nel fiume per raggiungere il suo amico. Misi la spada nel fodero e subito venni agguantato in un’abbraccio dal satiro, ma mi spinse giù nel fiume. Facendoci cadere entrambi.

“AIUTOOOO!!!” strillò il satiro cascando in acqua. Per fortuna ho un’abilità speciale che mi permette di controllare l’acqua. Subitò lo raggiunsi mentre cercava disperatamente di attaccarsi a una roccia. Gli passai vicino e mi aggrappai alla roccia.

“Arrampicati sulla mia schiena” ordinai.

“Cosa?! Ma ci trascinerà la corrente!”

“Fidati, so quello che faccio” dissi. Il satiro staccò un braccio dalla roccia e me lo mise intorno al collo, poi fece lo stesso con l’altro. Poi sentii entrambe le zampe di capra aggrapparsi a me. Quando ebbi il satiro a cavalcioni sulla schiena, mi lasciai andare e poi quando sentii come una stretta allo stomaco, l’acqua del fiume ci sputò fuori e atterrammo almeno a 4m di distanza dal fiume.

“Puoi anche scendere adesso” dissi, notando che il satiro non si decideva a scendere per lo stupore. Subito si staccò dalla mia schiena e mi guardò sorpreso.

“Principe Perseus!” esclamò riconoscendomi “Che ci fate, qui?! Non dovreste essere ad Atene?” disse sorpeso.

“Calma! Prima di tutto, come ti chiami?” chiesi.

“Grover, signore” disse il satiro

“Bene, Grover, dammi del ‘tu’ e chiamami Percy. Tu cosa fai nella foresta?” chiesi.

“Io ci vivo.Sono un satiro, dopotutto”

“Ah, bhe… io devo tornare in città prima che faccia buio. Ci vediamo, Grover” dissi.

“A quest’ora non tornerai a Delfi in tempo.  Sarà buio pesto prima che tu arrivi” sbuffai, aveva ragione.

“Hai un debito con me” dissi mandandogli un’occhiata di supplica.

“Da questa parte” disse e mi fece strada nella foresta.
 
Annabeth’s POV:
Era ormai l’alba, il Clan si stava già muovendo. Ethan, Kelly e Tammy ed io scavalcammo il muro ovest, Gerione, le Furie e Luke il muro est. Io guidavo il primo gruppo verso il Tempio, facendo fuori, qualche arciere appostato sui tetti sul nostro cammino.Corremmo sui tetti fino ad arrivare a pochi metri dal Tempio, ma riuscivamo a vedere Luke dall’altra parte, con Gerione e le Furie.

“Al mio segnale, scatenate l’Inferno” dissi (NA: Ricorda niente?) e mi allontanai dalla parte Sud, esattamente in linea retta con l’entrata del tempio. Guardai attentamente le guardie e quando si trovarono le due pattuglie a entrambi i lati del tempio mentre facevano il giro di pattuglia. Mi portai le mani alla bocca e feci il nostro richiamo soffiando tre volte, ordinando l’attacco. Luke e gli altri subito scesero dalle loro postazioni e dopo aver lanciato qualche pugnale dalla distanza, combatterono contro i soldati. Un’orchestrazione perfetta! Avevo l’entrata libera. Subito scesi in strada ed entrai nel tempio. Mi avvicinai all’altare e vidi che lo scudo si trovava lì. Sorrisi a me stessa… troppo facile. Mi avvicinai all’altare e allungai una mano per prendere lo scudo, quando sentii una gran botta in testa e caddi in terra dolorate. Non fu abbastanza forte, però, da farmi svenire. Vidi il Tenente Nightshade, scappare fuori dal Tempio con lo scudo. Scossi la testa per riprendermi dalla botta e corsi fuori anch’io. Vidi Zoe scappare via e subito mi lancia all’inseguimento. Mi arrampicai sul primo edificio facile da scalare per non perdere tempo e mi misi ad inseguirla dai tetti, saltando da una casa all’altra, dondolandomi da una trave a quella successiva. Per poi atterrare su un tetto e continuare a correre. Zoe corse fin fuori dalle mura cittadine, ma fece l’errore di attraversare il cancello principale, dove mi fu facile superare i soldati perché gli edifici diventavano più alti, di conseguenza raggiunsi prima le mura e una volta scavalcate, scesi tramite la catena del ponte levatoio e mi buttai nuovamente all’inseguimento di Nightshade, finchè non arrivammo ad un vicolo cieco: la cascata da dove si formava il fiume e poi ruscello che arrivava a Delfi. La città era in pendio, e dal cancello principale si usciva dalla parte alta della città. Non mi ero accorta di aver corso per tutta Delfi finchè non mi ero trovata lì.
Zoe si trovava davanti a me, la cascata alle sue spalle.

“Fine della corsa, Nightshade” dissi sguainando il mio pugnale “O combatti e muori, o mi dai lo scudo e vivi” dissi. Zoe indossò lo scudo che si aprì nella sua forma circolare, come aveva fatto Perseus, e sguainò la lancia che aveva attaccata dietro la schiena. Io mi misi in guardia rimanendo immobile sul posto. Zoe mi attaccò subito, io parai e contrattaccai colpendo lo scudo. Zoe mi girò intorno, ma io rimasi immobile, quando lei mi fu dietro, mi attaccò. Mi voltai subito, schivai il colpo, presi la lancia tirandola verso di me e le tirai un pugno su naso e spingendola via. Zoe si allontanò tenendosi stretto lo scudo. Caricò nuovamente verso di me e mi scagliò un colpo con la lancia, io lo schivai abbassandomi all’indietro e, tirandomi su, afferrata la lancia, riuscii a portargliela via. Zoe era rimasta solo con lo scudo e la spada nel fodero. Mi diressi verso di lei e tentai di colpirla con la lancia, ma Zoe parò il colpo usando lo scudo, ne scagliai un secondo, ma parò anche quello, spostando la lancia a terra e prima che potessi ritrarla con un colpo di stinco la ruppe, grazie all’armatura, in fretta portai la mano alla spada sguainandola e spostandomi appena in tempo, che sentì l’aria spostarsi di taglio, sotto la mia gola. Zoe fece partire prima un colpo, un secondo e un terzo, io parai, deviai, e mi voltai mentre paravo l’ultimo colpo tenendo le spade incrociate. Zoe affondò la spada, io la scansai e lei partì con un altro colpo puntato alla testa. Con la velocità di un gatto, le andai incontro, parai il suo colpo bloccando con il pugnale l’elsa della spada e portando la mia spada tra me e Zoe, mi bastò aprire le braccia che le infersi un profondo taglio sul fianco. La mia avversaria cadde a terra dolorante perdendo la spada, ma tenne stretto lo scudo. Portò la mano libera sulla ferita nel tentativo vano di fermare il sangue. Io la guardavo inespressiva mentre avanzavo verso di lei. ‘Nessuna paura. Nessuna pietà’ questo mi aveva insegnato Luke oltre che combattere. Il Tenente di Artemide guardò dietro di sé, ma vide solo la cascata e fece una cosa che mi sorprese. Nonostante la ferita, si alzò e chiuso lo scudo si buttò nella cascata.

“Maledizone!” esclamai arrabbiata. Non persi tempo e corsi indietro verso la città per richiamare gli altri. Di corsa, nuovamente, mi riattraversai metà città quando vidi gli altri del Clan, tra cui il Maestro Luke, correre in ritirata.

Ladro di Fulmini!” chiamai. Luke mi notò e mi corse incontro con gli altri.

“Dov’è lo Scudo?” chiese una volta che mi raggiunse. Mi morsi il labbro.

“L’ho perso alla cascata” confessai.

“COSA?!” esclamò infuriato. In quel momento delle frecce si conficcarono nel terreno ai nostri piedi e cominciammo a correre. “Voglio quello Scudo, Angelo!”

“Te lo riporterò, so dov’è”

“Sarà meglio!” tuonò “A meno che non voglia diventare tu il prossimo obiettivo!” disse minaccioso “Andiamo al passo delle Termopili!” ordinò agli altri
“Raggiungici là, e sarà meglio che tu non mi deluda” mi ordinò minaccioso e si avanzò in via di fuga.

“Tranquilla, Angelo, tutti prima o poi fanno errori. Anche il favorito del maestro” disse Kelly.

“Possiamo fidarci di te, Angelo della Morte?” disse Ethan dandomi una spallata e raggiungendo gli altri. Mi trattenni dall’infilzarlo lì con la spada e andai verso la parte piana della città, dove ero certa avrei trovato lo Scudo Olimpico: il ruscello ai piedi della cascata.
 
Percy’s POV:
Passai la notte da Grover. Il satiro viveva nella foresta in una casetta fatta sotto il tronco di un albero. Certo, l’entrata era poco pratica perché piccola, ma era una casa sotterranea e quando entrai la casa era come una qualunque altra dimora, solo… sotto terra. Essendo un satiro, Grover non voleva tagliare alberi per costruirsi una casa, quindi lui, gli altri satiri e le ninfe abitano in case, come questa. In più, per me quella sera fu ‘cena vegetariana’, Grover non mangia carne perché proveniente dagli animali. Ma almeno aveva delle deliziose enchiladas.
Quella mattina, Grover mi riaccompagnò verso Delfi, per la parte bassa della città. Conosceva la foresta come il suo palmo e mi guidò per una scorciatoia.

“Allora, principe-” cominciò Grover. Io gli mandai un’occhiataccia. “-volevo dire- Percy” si corresse “non mi hai ancora detto perché stavi nella foresta da solo”

“Ti ho detto perché sono venuto a Delfi, no?” Grover annuì “Dovevo chiedere all’oracolo un responso per il futuro dell’alleanza e ho ricevuto invece una profezia. Sono andato in giro a pensare e mi sono ritrovato nella foresta quando ho alzato la testa dal terreno. Sapevo come ritornare, tanto. Mi bastava seguire il fiume” risposi.

“Se avessi seguito il fiume a quest’ora saresti ancora a metà strada. Ma che diceva la profezia?”

“Il viaggio inizia dalla foresta
al ritorno, degli Assassini vedrai l’ira funesta.
L’allievo di Pan va ricercato,
anche da un’amica sarai aiutato
e un alleato verrà trovato.
Riporta lo scudo all’alleanza;
ai sovrani dando speranza.
Quattro a partire, forse due a tornare,
chi ha perso la luce tornerà ad amare
e una verità avrà da affrontare”
recitai a memoria.

“Considerando gli eventi, direi che la prima, la terza e la quinta riga si sono avverate” disse Grover. Io lo guardai con sguardo inquisitore. “Bhè, tu ti sei adentrato nella foresta per caso e lì, ci siamo incontrati. Io sono un satiro,e tutti i satiri sono allievi di Pan” spiegò Grover sorridente.

“E la quinta riga?” chiesi.

“Hai trovato l’alleato! Vuol dire che siamo destinati ad un’avventura insieme!” disse Grover euforico.

“No. Proprio no” dissi. Non è possibile! Io e un satiro?!

“Invece sì, pensaci bene, Perce. Ci siamo incontrati nella foresta, io sono un satiro e sono tuo amico, quindi alleato. Avanti, era da tempo che aspettavo qualcosa del genere! Saremo una grande squadra io e te! Grover e Percy, Percy e Grover, Il Principe e il Satiro: due guerrieri forti e invincibili!” disse Grover sfoderando la spada corta che portava con sé.

“Sei sei ‘un invicibile guerriero’ perché stavi scappando come un coniglio invece di combattere quei colossi?” dissi con un sorrisetto. Grover cambiò improvvisamente espressione.

“Quella è un’altra storia!” disse rimettendo la spada nel fodero.  Io mi misi a ridere.

“Ma chi sarebbero gli Assassini?” chiesi improvvisamente incuriosito dalla seconda riga della profezia.

“Sono un Clan di fuorilegge. Ci puoi trovare chiunque: ladri, assassini, truffatori, spie, ex-soldati, mercenari… ma anche se sembrano tanti in realtà sono pochi” spiegò Grover.

“Perché?”

“Tutti coloro che appartengono al Clan, hanno un’abilità speciale che li rende temibili e non sono molti”

“Come me! Io controllo l’acqua” esclamai.

“Esatto. Inoltre, sono tutti abili atleti e guerrieri grazie ad un addestramento spietato. Delle storie dicono che alcuni di loro, riescano a non sentire il dolore quando vengono colpiti, per l’allenamento che ricevono. Tutti i membri del Clan hanno degli pseudonimi che riflettono il motivo per cui sono famosi. Nessuno conosce i loro nomi. Il loro capo è conosciuto come Il Titano, perché non si sa però. Il suo comandante più abile è il Ladro di Fulmini, perché si dice sia così veloce e abile ad infiltrarsi che potrebbe rubare anche la folgore del padre degli dei. Poi c’è il- anzi- la più temuta di tutti; è conosciuta con il nome di Angelo della Morte

“L’ho sentita nominare. Perché si chiama così?”

“Dicono che sia molto bella, ma allo stesso tempo la più spietata di tutti. Se hai l’Angelo della Morte che ti sta dando la caccia, le probabilità che tu viva sono pari a 0” disse Grover.

“Tu come sai, tutte queste cose?” chiesi incuriosito.

“Avevo degli amici che si sono infiltrati tra i membri del Clan… Jason, Piper, Leo e Castore. Erano figli di-”

“Zeus, Afrodite, Efesto e Dioniso” dissi quando m’illuminai.

“Sì… dovevano infiltrarsi per scoprire i segreti del Clan e riferirli per annientarlo una volta per tutte, ma l’Angelo li scoprì prima che potessero farlo… li ha uccisi tutti e quattro in uno scontro 4 contro 1”disse Grover con aria triste. Accidenti! Deve essere proprio abile e spietata quest’ ‘Angelo della Morte’.

“Mi dispiace, amico” dissi dandogli una pacca sulla spalla. Grover mi fece un triste sorriso e guardò davanti a sé.

“Ops” disse vedendo la cascata davanti a noi “Mi sono dimenticato di girare a destra” disse con un sorrisetto idiota. Gli mandai un’occhiataccia.

“Principe” sentì qualcuno chiamare con un filo di voce. Mi voltai verso il ruscello e la vidi.

“Zoe!” esclamai avvicinandomi a lei di corsa. Grover mi stava dietro. Il Tenente di Artemide stava attaccata ad una roccia per non farsi trascinare via dalla corrente. Si era tirata su abbastanza che riuscivo a vedere una profonda ferita sul fianco. “Vengo a prenderti”dissi facendo per entrare in acqua.

“No!” disse con un po’ più di voce. Alzò un braccio e vidi che aveva lo Scudo Olimpico. Lo teneva solo per una maniglia. “Il Clan ci ha attaccati. I principi e principesse sono fuggiti per riferire l’accaduto a Sparta. Lì dovranno trovare il modo di ritrovare lo scudo” disse a stento “Portaglielo” disse e prima che potessi entrare in acqua per aiutarla, mi lanciò lo Scudo con tutte le sue forze. Riuscii ad afferrarlo e lo osservai per vedere se fosse stato danneggiato. Grover lo osservò con me, ma quando rialzai lo sguardo, Zoe Nightshade era scomparsa, lasciandosi andare dalla corrente.

“Ecco il significato della profezia” dissi, capendo finalmente; le prime cinque strofe, esclusa la quarta riga si erano avverate.

“Percy, forse se ci sbrighiamo, possiamo ancora trovare alcuni dei principi e portargli lo scudo” suggerì Grover.

“Hai ragione, andiamo”dissi io. Subito ci mettemmo a correre verso la cima della cascata. Era una bella salita immersa nel verde, ma dovevamo sbrigarci. A quanto pare, però, non sono così atletico come pensavo perché quasi a metà salita, costrinsi Grover a fermarci.

“Tu va’, io ti raggiungo” dissi prendendo fiato. Grover annuì e tornò a correre verso la salita con lo scudo.
 
Grover’s POV:
Corsi più veloce che potevo. Mi stavo facendo tutta la salita di corsa.

“Grover!” mi chiamò poi una voce. Mi fermai e mi voltai. La mia ragazza, Juniper mi corse incontro “Dove stai andando con lo Scudo Olimpico?! L’hai rubato tu?” disse incredula.
“No, Juni, lo sto riportando a Delfi, prima che i principi se ne vadano!” dissi e corsi via. Continuai correre fino a che non mi si parò in mezzo alla strada una figura femminile incappucciata con un mantello nero. Io mi fermai di botto, prima di scontrarmi, poi lei sguainò un pugnale.

“AAAHH!!!” gridai e mi misi a correre dalla parte opposta. La ragazza incappucciata mi corse dietro. Accidenti se era rapida, ma io avevo una marcia in più.

“Grover!” sentì la voce della mia ragazza chiamarmi.

“AIUTOOO!!!” gridai correndo a tutta velocità, saltando tronchi d’albero e scivolando sotto tronchi non saltabili.

“GROVER!!” Juniper mi chiamò. La ragazza misteriosa, sempre dietro di me.

“AAAHHH!!” strillai e mi buttai di testa, sotto un tronco, ma non riuscii a passarci sotto perché tenevo lo scudo sotto la pancia e rimasi incastrato.

“Grover! Cosa succede?!” disse Juniper una volta che mi trovò.

“JUNIPER, VUOLE UCCIDERMI!!!!” strillai.

“Chi?” disse e scavalcò il tronco “OH, DEI!” immagino abbia visto la ragazza corrermi incontro. Juniper mi prese le caviglie e cominciò a tirare.
“Accidenti! Perché non impari a usare la spa-AHHHHHH!!!!!” Vidi la mia vita passarmi davanti agli occhi, poi Percy sbucò dal nulla, scavalcò il troco con un balzo felino, sguainando la spada e l’unica cosa che so è che sentivo le spade scontrarsi. “Stai tranquillo, Grover. Ci sono qua io, andrà tutto bene” disse Juniper accarezzandomi il viso una volta riscavalcato il tronco. Io non dissi niente, tanto ero terrorizzato. “Vai, Principe! Para! Affonda! Fantastico! Fantastico! Bravo il tuo amico” disse Juniper sorridente. Poi sentì un tonfo.
 
Annabeth’s POV:
Il principe ci aveva disarmato entrambi, ma non ebbi il tempo di sguainare la spada che mi attaccò con un pugno. Io lo pararai e contrattaccai, lui fece lo stesso e mi agguantò in una presa. Io lo agguantai per il giacchetto tirandomi il principe addosso e spingendolo con le gambe e facendolo volare sopra di me. Subito mi rialzai con un balzo, mentre lui rotolò e si rialzò. Mi era caduto il cappuccio, quindi ormai mi avevano vista in volto e dovetti escogitare un piano.

“Quello scudo è mio” dissi abbassando la guardia.

“No, lo Scudo è nostro!” disse il satiro una volta che la ragazza presente, lo tirò fuori dal tronco.

“E’ dell’alleanza, non nostro” disse il principe.

“Capisco, visto che non potete permettervene uno vostro, rubate” provocai mentre raccolsi il mio pugnale.

“Mi spiace arraffarti il bottino, brigantella, ma dobbiamo andare” disse il satiro tenendo stretto lo scudo.

“Lo Scudo, se non vi dispiace, lo devo riportare ai sovrani dei 12 regni” dissi.

“Oh, sì! Mi piace questa scusa, Begli-Occhioni” disse il satiro avvicinandosi al principe. Io avanzai minacciosa.

“Mi dai della bugiarda?” dissi guardandolo male.

“Non l’ho detto!”

“No, però l’hai pensato”

“Non mi piace, questa tipa. Legge nel pensiero!” sussurrò il satiro.

“Mi chiamo Annabeth Chase, amici, e sono un’eremita” dissi volgendomi verso il principe.

“Io sono Percy Jackson, principe di Atene, lui è Grover e lei è…” il principe s’interruppe guardando la ragazza.

“Juniper, sono una ninfa” disse incrociando le braccia.

“Sì, e non siamo amici tuoi”

“Se cercate le truppe che sono arrivate ieri a Delfi, perdete tempo; sono andati via” dissi a Percy.

“Grazie dell’informazione e ora sparisci” disse minaccioso

“So dove si sono diretti. Potete lasciarmi lo scudo e io lo riporterò ai sovrani” suggerii

“Mettiamo le cose in chiaro, eremita Annabeth Chase, non so chi sei, non mi fido di te perché ci hai attaccati e non ti lascerò lo scudo. Ora levati dai piedi” disse e mi passò avanti con i suoi due compagni. Non dissi nulla ma li seguii in silenzio. Ammetto che visto da vicino il principe non era male. Alto, atletico e longilineo, i capelli neri ebano e dei bellissimi occhi verde marino; un figo pazzesco e un’abile spadaccino. Vabbè, lasciamo perdere! Non devo farmi distrarre da quegli stupidi pensieri!
  
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