La
raffinata arte
della Divinazione
Il Ministero è
gestito da una manica di
ignoranti incompetenti.
Hermione l’ha sempre pensato – un
pensiero sussurrato, silenzioso, come
se qualcosa nel suo inconscio le suggerisse che farsi una simile idea
di una
istituzione sia sbagliato – ed effettivamente, nel corso
delle sue molteplici
avventure, ne ha avuto spesso la conferma.
Ora più che mai si rende conto che quel pensiero potrebbe
anche urlarlo a
squarciagola, perché la verità merita sempre di
essere esposta senza censure.
A quanto pare stanno ricominciando a riallungare le mani su qualcosa
che non
appartiene loro. Non ne hanno avuto già la prova con la
Umbridge? E dire che
era stata lei, la prima ad accorgersene!
Ma la storia si ripete e, proprio come allora, la pazienza di Hermione
è appesa
ad un filo.
Il Ministero si sta intromettendo negli affari di Hogwarts. Di
nuovo.
Non si spiega altrimenti perché una materia inutile come
Divinazione sia
diventata obbligatoria. Conosce la McGranitt e sa che pur di non
consentire una
simile assurdità la Preside avrebbe preferito istituire la
"giornata
mensile del chiasso e del disordine"; sarà stata una
clausola dalla quale
non è potuta fuggire, un compromesso imposto in
cambio dei
fondi necessari per
ristrutturare la scuola.
Che senso ha, cosa si aspettano? Che ora gli studenti
diventino
talmente abili da preavvisarli nel caso che un nuovo pazzo violento con
manie
di onnipotenza decida di attentare alla tranquillità
mondiale? Cosa credono di
formare, una nuova generazione di esperti in caccia ai cattivi? No,
certo che
no, bene che vada avranno dei diplomati scettici, o semmai un paio di
esaltate
come Calì tutte veli di tulle e fondi di caffè.
Hermione non ha mai creduto a quelle idiozie sulle premonizioni e la
lettura
del futuro. Tutti sapevano fin troppo bene che la vecchia
Sibilla
intratteneva una relazione quanto mai assidua e affettuosa con le
bottiglie di
sherry, senza contare la sua naturale predisposizione al dramma e alle
fini
violente. Sono ben altre le leggi che governano il mondo e il tempo:
gravità, termodinamica, velocità,
vettori. Sono quelle le cose che
piacciono ad Hermione Granger e certamente non si affiderà
mai ad una boccia
dei pesci dentro cui qualcuno di assai fantasioso pretende di leggere
il futuro
scritto nelle stelle.
Quindi, il Ministero e questa nuova docente che sembra in piena buona
fede, ma
totalmente sciroccata - li ha fatti stendere per terra, nel
parco! - ,
possono tranquillamente andare a…
– Bene,
miei cari, aprite
il vostro Occhio Interiore. Oggi ci dedichiamo alla Nefomanzia, ovvero
cercare
di predire il futuro osservando la forma e il movimento delle nuvole.
Sarà
affascinante, non trovate?
Come no, pensa Hermione, reprimendo a stento la
voglia di mettersi le
mani nei capelli.
–
Come no – dice
senza timore una voce (la voce che
più odia al mondo) accanto a
lei.
Hermione si volta e il primo istinto è quello di ficcargli
la bacchetta in un
occhio. Dovrebbero darle un premio speciale, sta dimostrando una
padronanza di
sé che pochi altri possono vantare.
– Malfoy,
sparisci –
sibila furibonda. La infastidisce averlo accanto, sentirlo
respirare le
fa saltare i nervi, una voglia inspiegabile di fargli del
male l'assale
ogni volta che se lo ritrova a portata di mano, il fatto che gli
abbiano
concesso di tornare a scuola le sembra un'ulteriore conferma della
veridicità
del suo pensiero.
Il Ministero è gestito da una manica di
ignoranti incompetenti.
Hermione sa bene di essere insopportabile, molto più
irritabile e nervosa di
prima. Tutto le dà noia, tutto la indispone. Una strana
sensazione sottopelle
la fa sentire un cavallo da corsa legato ad un palo, un levriero con le
zampe
bloccate. L'umiliante consapevolezza di stare sprecando la sua vita, di
stare perdendo
tempo, le fa venire voglia di urlare e scalciare e prendere a
pugni tutto e
tutti.
Hermione ha visto Fred morire. Fred,
che con quella sua allegria sembrava che non dovesse mai subire una
sorte tanto
ingiusta, nemmeno il dio più sadico avrebbe dovuto
azzardarsi a privare il
mondo di una bellezza tanto genuina. Tonks, con la sua gentilezza e i
suoi
capelli rosa, che sarebbe stata una madre meravigliosa, di quelle che
si fanno
amare persino dagli amici del figlio. Remus, una delle persone
più sensibili
che abbia mai conosciuto, che avrebbe portato Teddy a conoscere
Berretti Rossi
da vicino nei più sperduti castelli inglesi,
chissà, magari tenendoselo a
cavalcioni sul collo. Persino gente che non le stava granchè
simpatica, come
Lavanda, aveva tutto il diritto di continuare a cianciare e a riempire
l’ambiente di brillantini e risatine querule. Erano tutti
giovani e pieni di
sogni, progetti e speranze da realizzare e, perché no, anche
fallire. Ed ora
non ci sono più e lei sente che sta commettendo una
terribile ingiustizia, nel
perdere tempo in maniera così smaccata. Almeno lei, che
tempo, in teoria, ne ha
ancora, dovrebbe sfruttarlo al meglio.
Invece sta lì ad osservare il cielo come una sciocca
bambinetta illusa, con
accanto la persona che più detesta sulla faccia della Terra.
– Granger,
muori –
è la distratta e velenosa risposta.
Hermione ha già messo mano alla bacchetta quando per fortuna
la professoressa
le passa accanto. Lo avrebbe deturpato. O ammutolito. O spezzato a
metà. Tutte
ipotesi affascinanti.
–
Bene, signorina Granger
– sibila la donna con quella sua voce trasognata (drogata,
pensa
Hermione) – cosa ci vede in quella forma lì? Cosa
le ispira, cosa le dice il
suo Occhio Interiore?
Che dovresti farti vedere da uno bravo. Che ho sonno, ho
freddo, l’erba
umida mi trapana la camicia e ho un monte di Rune da tradurre, e sto a
perdere
tempo qui con te, per di più accanto ad uno stronzetto
criminale.
–
Sembra un Ippogrifo –
butta lì per caso, implorando che la tizia si tolga dai
piedi. Già il fatto che
non ricordi il nome di una docente manifesta ampiamente tutto il suo
disprezzo.
– Oh…
affascinante –
risponde quella. – Effettivamente ci assomiglia. Ippogrifo,
dice? Forza,
tenacia, orgoglio e coraggio. Tutte qualità che la
rispecchiano,
signorina Granger.
Il suo orecchio sinistro coglie un mormorio che suona tanto come un secchiona
egocentrica.
Non può ucciderlo.
No. Non può.
Non ora. Troppi testimoni.
- Bene, benissimo! Cinque
punti a Grifondoro. Ora lei, signorina Abbott….
Fortunatamente la pazza si allontana. Hermione si domanda oziosamente
se può
concedersi un pisolino. In fondo l’aria di settembre
è ancora tiepida, non si sta
male…
- Merlino, Mezzosangue,
possibile che non sai vedere altro che te stessa in tutto il creato?
Come non detto.
- Certo che no, Malfoy.
Ti sembrerà strano, ma io lo possiedo davvero,
l’Occhio Interiore. Ad esempio,
la vedi quella? Quella assomiglia tanto ad Azkaban. E quello sputo
bianco sei
tu. Vedi, ecco… ora si avvicinano… sei entrato
dentro!
Ecco, perfetto. Ora è giustificata. Ha attaccato lui per
primo.
–
Signor Malfoy!
Signorina Granger!
***
–
Quest’oggi, miei cari, ci eserciteremo nell'Alettriomanzia.
Pratica
affascinante e dalla storia sanguinaria...
L'attenzione di Malfoy viene immediatamente catturata da quest'ultimo
dettaglio.
– ... pensate
che l'imperatore Teodosio fece
uccidere tutti i
suoi rivali al trono, perché un gallo aveva predetto che il
successore...
Hermione ascolta solo la parte storica. Tutto il resto non ha
importanza, sono
solo parole sprecate da una visionaria vestita di lilla che li
costringe, di nuovo, a tremare di freddo portandoli fuori in pieno
gennaio.
– Mi raccomando, ragazzi,
impegnatevi a fondo.
Questa parte di
programma è fondamentale ed il Ministero ritiene che sia
importante saperla
padroneggiare.
– Il Ministero
è guidato da un branco
di imbecilli – borbotta
Malfoy accanto a lei, osservandola di sbieco con una sorta di
combattuta
complicità. Questo è uno dei pochissimi argomenti
di cui riescono a discutere
senza maledirsi, neanche verbalmente.
La ragazza si volta e gli sorride, un sorriso minuscolo, brevissimo,
quasi
impercettibile, che provvede immediatamente a rimangiarsi mordendosi a
sangue
l'interno delle guance. Ancora, dannazione, ci sta ricascando ancora.
Sta
cercando di fare la carina con Malfoy.
Da quando si sono attaccati quel giorno - non era certo la prima volta,
ma mai
era accaduto davanti agli altri e con così tanta furia -
sono stati costretti a
chiedersi scusa e a passare un po' più di tempo insieme, per
"appianare le
loro divergenze" ha detto Mr.Clam, che è il tutore
giudiziario del
ragazzo. Sono stati praticamente ricattati: a Draco
è stato promesso
che il procedimento penale a suo carico sarà velocizzato se
dimostrerà buona
volontà e voglia di interagire col prossimo, e ad Hermione
è stato sottilmente
fatto capire che la sua disposizione ad essere gentile e cordiale
sarà vista di
buon occhio nel caso che lei ambisca ad una qualsiasi professione
all'interno
del Ministero.
Se non altro potrebbe fare in modo che quest'assurdità della
Divinazione
obbligatoria abbia fine.
Ovviamente è ancora furibonda, ma soprattutto con se stessa.
La infastidisce
ancora averlo accanto, ma non così tanto.
Sentirlo respirare le
fa sempre saltare i nervi, ma non così tanto.
Una voglia
inspiegabile di fargli del male l'assale ogni volta che se lo ritrova a
portata
di mano, ma non così tanto. Pensa
ancora che non punirlo per i suoi
crimini sia un'ingiustizia e una falla nel sistema giudiziario.
Il Ministero è gestito da una manica di
ignoranti incompetenti.
Se Draco fosse in prigione, non sarebbe così difficile per
lei gestire i suoi
pensieri e le sue emozioni. Se Draco si trovasse in una cella buia e
umida non
si sarebbe mai accorta di quanto sotto quella sua patina di spocchia e
altezzosità sia intelligente, abilmente sarcastico, sagace e
dotato di logica, non avrebbe
avuto modo di apprezzare la sfumatura ardesia che accende i
suoi occhi
quando il sole è al tramonto o la fossetta che gli
decora la guancia
sinistra quando è arrabbiato. Sarebbe una scelta semplice,
perché non le si
porrebbe davanti il dubbio. Penserebbe sempre e solo a Ron, a quel
bacio
impetuoso che non ha poi conosciuto fratelli, desidererebbe perdersi in
un
oceano rosso fuoco e non si maledirebbe quando prova a pensarci e
quell'oceano
stinge, diventando biondo.
Il fatto che poi lui sembri altrettanto disposto a non perdere
occasione per
lasciarla in pace, imponendo la sua presenza continuamente e nel modo
più
irritante che riesce ad attuare, le sembra un'aggravante sufficiente
per
mettergli le mani addosso.
Nel senso di strozzarlo. Forse.
– Per la prima
volta in sette anni mi trovi
completamente
d'accordo.
– Allora ritiro
immediatamente. È una
inenarrabile vergogna quella di
essere concorde con te.
–
Hai
molto altro di cui
vergognarti, Furetto. Quanto tempo abbiamo? Ti faccio un elenco
rapido…
–
Maledetta
Sanguesp…
– Bene, signor
Malfoy, provi lei a seguire il
percorso del nostro
gallo – li interrompe, per fortuna, la
professoressa. Non
sarà Cassandra, ma
sembra comunque avere un sesto senso nello scoprire quando le cose fra
loro due
stanno diventando pericolose. – Quale arcano mistero ci
svelerà?
Draco fa finta di concentrarsi sul volatile che becca i chicchi di
grano
posizionati su delle piastrelle recanti ognuna una lettera
dell'alfabeto. La
sua espressione scocciata e superba si trasforma, dapprima attenta ed
infine
deliziata.
– Tre lettere,
professoressa. G, P e D.
– Bene, benissimo! Secondo lei,
studiando i movimenti del
gallo, cosa
possiamo dedurne?
– Una notizia
meravigliosa, che riempie il cuore di gioia.
– Ma davvero? – sibila la docente, sinceramente
sorpresa. – Quale,
mio caro ragazzo, quale?
– G, P, D.
Granger Prematura Dipartita. Se Merlino ci facesse
la
grazia....
Malfoy si ritrova schiantato contro un albero. Non è stato
un ramo, il crack
che ha vibrato nell'aria.
Ecco, menomale che si premura accuratamente di toglierle ogni dubbio.
Gli
metterà le mani addosso, sì, ma solo per
spezzargli personalmente le ossa. Una
ad una.
– Signorina
Granger!
– Scusi,
professoressa. È stato un inenarrabile
piacere.
***
– Voglio sperare che, da
ora in poi, nessuno di voi si azzardi
ad infangare
la raffinata arte della Divinazione con i loro sberleffi e
dispetti –
esordisce
una meno assorta e molto più irritata professoressa Diana
(Hermione ha dovuto
imparare come si chiama quando ha passato tre fine settimana in
punizione con
lei) – tanto più che la
specialità che andiamo ad
esaminare è complessa e
fondamentale. La mano, ragazzi, la mano. Quanti studiosi si sono persi
nelle
rughe della nostra epidermide…
– Dammi
la mano,
Malfoy – taglia corto
Hermione, spazientita da quella manfrina.
Lui
fa scattare automaticamente il braccio destro, che ha ancora ingessato;
una
leggera scossa di dolore deve averlo fatto sussultare,
perché uno sbuffo
infastidito gli esce dal naso mentre l’angolo superiore
destro della sua bocca
scatta verso l’alto e strizza leggermente gli occhi. Il senso
di colpa inonda
la coscienza di Hermione che, troppo risentita ed orgogliosa per
chiedergli
scusa, ha almeno smesso di provocarlo. Non che, se non avesse potuto,
non
avrebbe continuato, ma ha ritenuto saggio non tirare la corda da
quando, dopo
avergli detto "almeno ora ti sei fatto male per davvero" riferendosi
alla sua recita del terzo anno, lui le ha tinto i capelli di verde
smeraldo. Continua
a starle accanto perché, dice, le poche ciocche che ancora
sono rimaste di quel
colore fanno da splendido contrasto alle sue bende candide.
La cosa sconcertante è che a lei non dispiace affatto.
Draco le porge la sinistra, senza dire una parola, e la ragazza lascia
che
poggi il dorso sul suo palmo aperto. Non può evitare di
rabbrividire quando si
avvede che il cotone immacolato della camicia sembra più
scuro all’altezza dell’avambraccio
– sotto c’è
qualcosa che proprio non
dovrebbe esserci – e Draco percepisce il suo
tremito.
I
loro occhi si incontrano.
Si
può, con uno sguardo
di un istante, chiedere scusa per anni di errori?
È
una domanda a cui Hermione non può proprio permettersi di
rispondere. Consapevole
di star assumendo un delicato color prugna, rinforza la presa su quelle
dita
aristocratiche e percorre lentamente la linea della vita con
l’indice.
Non
saprebbe spiegarne il motivo ma le mani, in un uomo, sono la parte che
più le
piace. Ha apprezzato quelle di Viktor perché enormi e
callose, ma
incredibilmente delicate e gentili quando hanno cinto il suo viso e le
hanno
regalato un, tutto sommato, bel primo bacio; ha imparato a voler bene a
quelle
di Ron, che in tutti quegli anni l’hanno spesso toccata,
anche se
non come e dove lei
ha fantasticato per tanto tempo.
Queste
sono… beh, sono diverse. Macchiate d’inchiostro,
per fortuna solo di quello. Sono
bianche e lunghe, affusolate, con le nocche ben sporgenti –
ne sente la
pressione sul proprio palmo – e, se ha ben guardato, con una
elegante vena blu che
parte da appena sotto la nocca del medio e scende quasi in verticale
fino al
polso. Queste mani le parlano di lui.
Sono indisponenti, altezzose quando tentano di tacitare le sue proteste
con uno
sventolio incurante, fintamente minacciose quando lui è
arrabbiato e vorrebbe
mollargliene uno, frenetiche quando è innervosito, precise
quando scrive,
attente quando mangia, ma soprattutto evocative.
Chissà cos’altro sono capaci di fa…
Ehm.
Le
domande a cui non può permettersi di rispondere aumentano
esponenzialmente.
Perché
diamine presta così tanta attenzione alle mani di Malfoy?
Perché
diamine presta così tanta attenzione a tutto
di lui?
Cosa
vorrebbe che le facessero, quelle mani?
Ehm!
Chissà
se le sta bene sulle guance, il bordeaux?
– Be… bene,
Malfoy. Allora… qui
dice che… beh, sei a un passo da una
svolta importante.
–
I M.A.G.O.
sono dietro l’angolo, Granger, non vedo dove sia la
novità.
–
Poi
questa
linea dovrebbe significare che vivrai a lungo.
Com’è che si dice? L’erba
cattiva non muore mai…
Con
uno scatto repentino Draco ruota il polso e le affonda piano le unghie
nella
pelle, come un gattino giocoso.
Eccola,
quella linea azzurra così bella. Adesso i tendini sono tesi,
quelli di indice e
medio emergono prepotenti…
Ehm!
Hermione
dovrebbe infuriarsi, invece ridacchia. Imbarazzata.
– Poi…
poi… beh…
ecco…. Sarai felice, comunque. Non te lo meriti, ma lo
sarai.
–
Stai
rischiando grosso, Mezzosangue.
–
Ora…
ecco… questo incrocio suggerisce che…
Chissà
se si può forzare un po’ la realtà? In
fondo è tutta una questione di
interpretazione personale…
– … sei troppo
rigido… ehm… dovresti
rivedere il tuo modo di pensare e
rapportarti alla realtà, anche rivedendo radicalmente i tuoi
schemi mentali.
Perché… non tutto è come sembra
e…
– Cosa vorresti
suggerirmi, Mezzosangue? - ridacchia l'arguto
interlocutore. Una scintilla
maliziosa gli si accende negli occhi, ed Hermione, ancora una volta,
non può
proprio permettersi di chiedersi cosa sia.
Ti
sto suggerendo, idiota, che quando passo del tempo con te non ho
l'impressione
di sprecarlo.
Ed
è vero. Non gli risparmia un briciolo della sua
acidità né è diventata più
indulgente, ma sente come se quel nodo che le
stringe in due il cuore si allenti, perché
lui è sempre arrogante e viziato, certo, ma anche ironico
e divertente,
quando è in vena.
Forse non ha senso, ma solo quando lo ha accanto
sente che il tempo diventa clemente e le lancette smettono di galoppare
senza
controllo. Solo allora la tempesta di ricordi dolorosi che ha in testa
si
quieta. Solo in quei momenti Hermione riprende a respirare.
Malfoy la costringe a non rintanarsi nel suo
bozzolo di rancore e rimpianto, la obbliga a non scavarsi la fossa
nell’autocommiserazione
e nella rabbia cieca che la pervade, forse proprio perché si
sfoga con lui, su di lui. È lo stimolo, il
fantoccio meccanico che
sprona il levriero ad uscire dalla gabbia e a inseguirlo, per vincere
la gara –
perché lei vince sempre –, per sentire
di nuovo la terra che vola sotto
i piedi e l’aria limpida del mattino che le riempie i polmoni.
Sarà egoistico, ma forse, per Hermione Granger, è
giunto il momento di esserlo, almeno un po’.
– Io
sto semplicemente….
Ma
quando lui rigira di nuovo la mano, lasciandola
scorrere lentamente indietro e accarezzandole appena la superficie del
palmo
con tre polpastrelli, ed intreccia piano le dita con le sue, Hermione
si perde
in quegli occhi limpidi, forse veramente limpidi per la prima volta; il
tempo
non è più inesorabile e lei non si ricorda
più cosa stava facendo.
Si rammenta benissimo, invece, perché le piacciano
così tanto le mani in un uomo.
Si
può chiedere scusa per errori di anni, con un abbraccio di
falangi?
***
- Signorina Granger,
l’Idromanzia è una cosa seria! Non tollero che lei
sminuisca la raffinata arte
della Divinazione nella mia aula…
Hermione sta ridendo a crepapelle da più di dieci minuti. È troppo bravo ad imitare la professoressa Diana.
– Mal… Malfoy! – singhiozza, e lui si unisce alla risata.
– Ma che segreti del domani… – sbuffa lei, tentando di ricomporsi.
– Sbrighiamoci, Granger, per favore. Ci mancano ancora i Tarocchi da ripetere.
– D’accordo, adesso andiamo.
La sfumatura ardesia negli occhi di Draco, oggi, è più viva ed intensa che mai.
Le sue mani hanno smesso di piacerle così tanto, quando si è accorta che pensarlo era una sineddoche.
Le piace tutto di Draco. Anche quel suo caratteraccio caustico, perché è così bello lottarci. Anche la sua consueta smorfia superba, perché solo lei ha imparato ad ammorbidirla. Persino la parola Mezzosangue, adesso, le suona bella, quando lui l’afferra con finta malagrazia per i capelli e si conduce la sua testa sulla spalla.
– Quello che ci si aspetta da me, suppongo. Una brillante carriera e così via. E tu?
– Quello che ci si aspetta da me, suppongo. Qualche contratto vantaggioso e così via.
– È quello che vuoi?
– È quello che sarà.
– L'hai letto nella sfera di cristallo?
– A volte non c'è bisogno della Divinazione per sapere come andranno le cose.
La guarda, come la guarda sempre lui, desideroso e combattuto.
Si guardano, come si guardano sempre loro, attratti e impauriti.
È allora che Hermione decide.
È sempre stata una persona determinata e coraggiosa; non lascerà che aspettative, pregiudizi e ridicoli castelli in aria la blocchino. Sa quello che vuole, sa che il tempo non si controlla e sa che, proprio per questo, non vivrà mai con un rimpianto.
No, non sta sbagliando. Non sta sbagliando ad osare, né a tentare l’impossibile.
Nemmeno a non fidarsi della “raffinata arte della Divinazione”, ha mai sbagliato; ha sempre saputo che è tutto un mucchio di ciance da vigliacchi.
Lei non aspetterà che qualcos'altro le dica cosa fare, non si affiderà al responso degli astri, al diavolo chi le dice come dovrà impiegare il suo tempo e la sua vita. Hermione Granger costruirà la sua esistenza così come desidera, senza affidarsi a ridicole macchie nei piattini da thè o a fumi d’incenso che avrebbero dovuto indicarle la via.
È lei che darà la giusta direzione agli eventi. La direzione che desidera in questo momento. Perché il destino è quello che ti scegli.
– No, io non credo che sia così. Malfoy… che ne dici di mischiare un po’ i Tarocchi in tavola?
– Cos…
Con uno scatto repentino si inginocchia e lo afferra per la nuca con una mano, poi lo bacia, così, d’impeto, senza preavviso.
Con l’altra mano tiene la bacchetta dietro la schiena, perché con lui non si sa mai.
Dopo qualche secondo di timore, l’arma atterra morbida sull’erba umida.
***
La professoressa Diana le sorride di rimando, sorseggiando il suo infuso.
– Mia cara, io l’ho sempre saputo.