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Autore: kiddoB    13/09/2012    12 recensioni
Hermione Granger costruirà la sua vita così come la vorrà, senza affidarsi a ridicole macchie nei piattini da thè o a fumi d’incenso che avrebbero dovuto indicarle la via.
È lei che darà la giusta direzione agli eventi.
Perché il destino è quello che ti scegli.
Prima classificata (pari merito) al "Contest delle 6 ore" indetto da Demebi sul forum di EFP.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La raffinata arte
della Divinazione

 

 

 Il Ministero è gestito da una manica  di ignoranti incompetenti.
Hermione l’ha sempre pensato – un pensiero sussurrato, silenzioso, come se qualcosa nel suo inconscio le suggerisse che farsi una simile idea di una istituzione sia sbagliato – ed effettivamente, nel corso delle sue molteplici avventure, ne ha avuto spesso la conferma.
Ora più che mai si rende conto che quel pensiero potrebbe anche urlarlo a squarciagola, perché la verità merita sempre di essere esposta senza censure.
A quanto pare stanno ricominciando a riallungare le mani su qualcosa che non appartiene loro. Non ne hanno avuto già la prova con la Umbridge? E dire che era stata lei, la prima ad accorgersene!
Ma la storia si ripete e, proprio come allora, la pazienza di Hermione è appesa ad un filo.
Il Ministero si sta intromettendo negli affari di Hogwarts.  Di nuovo.
Non si spiega altrimenti perché una materia inutile come Divinazione sia diventata obbligatoria. Conosce la McGranitt e sa che pur di non consentire una simile assurdità la Preside avrebbe preferito istituire la "giornata mensile del chiasso e del disordine"; sarà stata una clausola dalla quale non è potuta fuggire, un compromesso imposto in cambio dei fondi necessari per ristrutturare la scuola.
Che  senso ha, cosa si aspettano? Che ora gli studenti  diventino talmente abili da preavvisarli nel caso che un nuovo pazzo violento con manie di onnipotenza decida di attentare alla tranquillità mondiale? Cosa credono di formare, una nuova generazione di esperti in caccia ai cattivi? No, certo che no, bene che vada avranno dei diplomati scettici, o semmai un paio di esaltate come Calì tutte veli di tulle e fondi di caffè.
Hermione non ha mai creduto a quelle idiozie sulle premonizioni e la lettura del futuro. Tutti sapevano fin troppo bene che la vecchia Sibilla intratteneva una relazione quanto mai assidua e affettuosa con le bottiglie di sherry, senza contare la sua naturale predisposizione al dramma e alle fini violente. Sono ben altre le leggi che governano il mondo e il tempo:  gravità, termodinamica, velocità, vettori.  Sono quelle le cose che piacciono ad Hermione Granger e certamente non si affiderà mai ad una boccia dei pesci dentro cui qualcuno di assai fantasioso pretende di leggere il futuro scritto nelle stelle.
Quindi, il Ministero e questa nuova docente che sembra in piena buona fede, ma totalmente sciroccata - li ha fatti stendere per terra, nel parco! - , possono tranquillamente andare a…
   Bene, miei cari, aprite il vostro Occhio Interiore. Oggi ci dedichiamo alla Nefomanzia, ovvero cercare di predire il futuro osservando la forma e il movimento delle nuvole. Sarà affascinante, non trovate? 
Come no, pensa Hermione, reprimendo a stento la voglia di mettersi le mani nei capelli.
   Come no – dice senza  timore una voce (la voce che più odia al mondo) accanto a lei.
Hermione si volta e il primo istinto è quello di ficcargli la bacchetta in un occhio. Dovrebbero darle un premio speciale, sta dimostrando una padronanza di sé che pochi altri possono vantare.
   Malfoy, sparisci – sibila furibonda. La infastidisce averlo accanto, sentirlo respirare le fa saltare i nervi, una voglia inspiegabile di fargli del male l'assale ogni volta che se lo ritrova a portata di mano, il fatto che gli abbiano concesso di tornare a scuola le sembra un'ulteriore conferma della veridicità del suo pensiero.
Il Ministero è gestito da una manica  di ignoranti incompetenti. 
Hermione sa bene di essere insopportabile, molto più irritabile e nervosa di prima. Tutto le dà noia, tutto la indispone. Una strana sensazione sottopelle la fa sentire un cavallo da corsa legato ad un palo, un levriero con le zampe bloccate. L'umiliante consapevolezza di stare sprecando la sua vita, di stare perdendo tempo, le fa venire voglia di urlare e scalciare e prendere a pugni tutto e tutti.
Hermione ha visto Fred morire. Fred, che con quella sua allegria sembrava che non dovesse mai subire una sorte tanto ingiusta, nemmeno il dio più sadico avrebbe dovuto azzardarsi a privare il mondo di una bellezza tanto genuina. Tonks, con la sua gentilezza e i suoi capelli rosa, che sarebbe stata una madre meravigliosa, di quelle che si fanno amare persino dagli amici del figlio. Remus, una delle persone più sensibili che abbia mai conosciuto, che avrebbe portato Teddy a conoscere Berretti Rossi da vicino nei più sperduti castelli inglesi, chissà, magari tenendoselo a cavalcioni sul collo. Persino gente che non le stava granchè simpatica, come Lavanda, aveva tutto il diritto di continuare a cianciare e a riempire l’ambiente di brillantini e risatine querule. Erano tutti giovani e pieni di sogni, progetti e speranze da realizzare e, perché no, anche fallire. Ed ora non ci sono più e lei sente che sta commettendo una terribile ingiustizia, nel perdere tempo in maniera così smaccata. Almeno lei, che tempo, in teoria, ne ha ancora, dovrebbe sfruttarlo al meglio. 
Invece sta lì ad osservare il cielo come una sciocca bambinetta illusa, con accanto la persona che più detesta sulla faccia della Terra.
   Granger, muori  è la distratta e velenosa risposta.
Hermione ha già messo mano alla bacchetta quando per fortuna la professoressa le passa accanto. Lo avrebbe deturpato. O ammutolito. O spezzato a metà. Tutte ipotesi affascinanti.
  Bene, signorina Granger – sibila la donna con quella sua voce trasognata (drogata, pensa Hermione) – cosa ci vede in quella forma lì? Cosa le ispira, cosa le dice il suo Occhio Interiore?
Che dovresti farti vedere da uno bravo. Che ho sonno, ho freddo, l’erba umida mi trapana la camicia e ho un monte di Rune da tradurre, e sto a perdere tempo qui con te, per di più accanto ad uno stronzetto criminale.
  Sembra un Ippogrifo – butta lì per caso, implorando che la tizia si tolga dai piedi. Già il fatto che non ricordi il nome di una docente manifesta ampiamente tutto il suo disprezzo.
 Oh… affascinante – risponde quella. – Effettivamente ci assomiglia. Ippogrifo, dice? Forza, tenacia, orgoglio e coraggio. Tutte qualità che la rispecchiano, signorina Granger.
Il suo orecchio sinistro coglie un mormorio che suona tanto come un secchiona egocentrica.
Non può ucciderlo.
No. Non può.
Non ora. Troppi testimoni.
-   Bene, benissimo! Cinque punti a Grifondoro. Ora lei, signorina Abbott….
Fortunatamente la pazza si allontana. Hermione si domanda oziosamente se può concedersi un pisolino. In fondo l’aria di settembre è ancora tiepida, non si sta male…
-   Merlino, Mezzosangue, possibile che non sai vedere altro che te stessa in tutto il creato?
Come non detto.
-    Certo che no, Malfoy. Ti sembrerà strano, ma io lo possiedo davvero, l’Occhio Interiore. Ad esempio, la vedi quella? Quella assomiglia tanto ad Azkaban. E quello sputo bianco sei tu. Vedi, ecco… ora si avvicinano… sei entrato dentro!
Ecco, perfetto. Ora è giustificata. Ha attaccato lui per primo.
  Signor Malfoy! Signorina Granger!

***

  Quest’oggi, miei cari, ci eserciteremo nell'Alettriomanzia. Pratica affascinante e dalla storia sanguinaria...
L'attenzione di Malfoy viene immediatamente catturata da quest'ultimo dettaglio. 
    ... pensate che l'imperatore Teodosio fece uccidere tutti i suoi rivali al trono, perché un gallo aveva predetto che il successore... 
Hermione ascolta solo la parte storica. Tutto il resto non ha importanza, sono solo parole sprecate da una visionaria vestita di lilla che li costringe, di nuovo, a tremare di freddo portandoli fuori in pieno gennaio. 
 Mi raccomando, ragazzi, impegnatevi a fondo. Questa parte di programma è fondamentale ed il Ministero ritiene che sia importante saperla padroneggiare. 
 Il Ministero è guidato da un branco di imbecilli  borbotta Malfoy accanto a lei, osservandola di sbieco con una sorta di combattuta complicità. Questo è uno dei pochissimi argomenti di cui riescono a discutere senza maledirsi, neanche verbalmente. 
La ragazza si volta e gli sorride, un sorriso minuscolo, brevissimo, quasi impercettibile, che provvede immediatamente a rimangiarsi mordendosi a sangue l'interno delle guance. Ancora, dannazione, ci sta ricascando ancora. Sta cercando di fare la carina con Malfoy.
Da quando si sono attaccati quel giorno - non era certo la prima volta, ma mai era accaduto davanti agli altri e con così tanta furia - sono stati costretti a chiedersi scusa e a passare un po' più di tempo insieme, per "appianare le loro divergenze" ha detto Mr.Clam, che è il tutore giudiziario del ragazzo. Sono stati praticamente ricattati: a Draco è stato promesso che il procedimento penale a suo carico sarà velocizzato se dimostrerà buona volontà e voglia di interagire col prossimo, e ad Hermione è stato sottilmente fatto capire che la sua disposizione ad essere gentile e cordiale sarà vista di buon occhio nel caso che lei ambisca ad una qualsiasi professione all'interno del Ministero.
Se non altro potrebbe fare in modo che quest'assurdità della Divinazione obbligatoria abbia fine.
Ovviamente è ancora furibonda, ma soprattutto con se stessa. La infastidisce ancora averlo accanto, ma non così tanto. Sentirlo respirare le fa sempre saltare i nervi, ma non così tanto. Una  voglia inspiegabile di fargli del male l'assale ogni volta che se lo ritrova a portata di mano, ma non così tanto. Pensa ancora che non punirlo per i suoi crimini sia un'ingiustizia e una falla nel sistema giudiziario.
Il Ministero è gestito da una manica  di ignoranti incompetenti. 
Se Draco fosse in prigione, non sarebbe così difficile per lei gestire i suoi pensieri e le sue emozioni. Se Draco si trovasse in una cella buia e umida non si sarebbe mai accorta di quanto sotto quella sua patina di spocchia e altezzosità sia intelligente, abilmente sarcastico, sagace e dotato di logica, non avrebbe avuto modo di apprezzare la sfumatura ardesia che accende i suoi occhi quando il sole è al tramonto o la fossetta che gli decora la guancia sinistra quando è arrabbiato. Sarebbe una scelta semplice, perché non le si porrebbe davanti il dubbio. Penserebbe sempre e solo a Ron, a quel bacio impetuoso che non ha poi conosciuto fratelli, desidererebbe perdersi in un oceano rosso fuoco e non si maledirebbe quando prova a pensarci e quell'oceano stinge, diventando biondo.
Il fatto che poi lui sembri altrettanto disposto a non perdere occasione per lasciarla in pace, imponendo la sua presenza continuamente e nel modo più irritante che riesce ad attuare, le sembra un'aggravante sufficiente per mettergli le mani addosso. 
Nel senso di strozzarlo. Forse.
   Per la prima volta in sette anni mi trovi completamente d'accordo. 
   Allora ritiro immediatamente. È una inenarrabile vergogna quella di essere concorde con te.
   Hai molto altro di cui vergognarti, Furetto. Quanto tempo abbiamo? Ti faccio un elenco rapido…
   Maledetta Sanguesp…
   Bene, signor Malfoy, provi lei a seguire il percorso del nostro gallo  li interrompe, per fortuna, la professoressa. Non sarà Cassandra, ma sembra comunque avere un sesto senso nello scoprire quando le cose fra loro due stanno diventando pericolose.  Quale arcano mistero ci svelerà?
Draco fa finta di concentrarsi sul volatile che becca i chicchi di grano posizionati su delle piastrelle recanti ognuna una lettera dell'alfabeto. La sua espressione scocciata e superba si trasforma, dapprima attenta ed infine deliziata.
  Tre lettere, professoressa. G, P e D.
–  Bene, benissimo! Secondo lei, studiando i movimenti del gallo, cosa possiamo dedurne?
   Una notizia meravigliosa, che riempie il cuore di gioia.
 Ma davvero?  sibila la docente, sinceramente sorpresa.  Quale, mio caro ragazzo, quale?
  G, P, D. Granger Prematura Dipartita. Se Merlino ci facesse la grazia.... 
Malfoy si ritrova schiantato contro un albero. Non è stato un ramo, il crack che ha vibrato nell'aria.
Ecco, menomale che si premura accuratamente di toglierle ogni dubbio. Gli metterà le mani addosso, sì, ma solo per spezzargli personalmente le ossa. Una ad una.
  Signorina Granger!
  Scusi, professoressa. È stato un inenarrabile piacere.

***

 Voglio sperare che, da ora in poi, nessuno di voi si azzardi ad infangare la raffinata arte della Divinazione con i loro sberleffi e dispetti  esordisce una meno assorta e molto più irritata professoressa Diana (Hermione ha dovuto imparare come si chiama quando ha passato tre fine settimana in punizione con lei)  tanto più che la specialità che andiamo ad esaminare è complessa e fondamentale. La mano, ragazzi, la mano. Quanti studiosi si sono persi nelle rughe della nostra epidermide…
 Dammi la mano, Malfoy – taglia corto Hermione, spazientita da quella manfrina.
Lui fa scattare automaticamente il braccio destro, che ha ancora ingessato; una leggera scossa di dolore deve averlo fatto sussultare, perché uno sbuffo infastidito gli esce dal naso mentre l’angolo superiore destro della sua bocca scatta verso l’alto e strizza leggermente gli occhi. Il senso di colpa inonda la coscienza di Hermione che, troppo risentita ed orgogliosa per chiedergli scusa, ha almeno smesso di provocarlo. Non che, se non avesse potuto, non avrebbe continuato, ma ha ritenuto saggio non tirare la corda da quando, dopo avergli detto "almeno ora ti sei fatto male per davvero" riferendosi alla sua recita del terzo anno, lui le ha tinto i capelli di verde smeraldo. Continua a starle accanto perché, dice, le poche ciocche che ancora sono rimaste di quel colore fanno da splendido contrasto alle sue bende candide.  
La cosa sconcertante è che a lei non dispiace affatto.
Draco le porge la sinistra, senza dire una parola, e la ragazza lascia che poggi il dorso sul suo palmo aperto. Non può evitare di rabbrividire quando si avvede che il cotone immacolato della camicia sembra più scuro all’altezza dell’avambraccio – sotto c’è qualcosa che proprio non dovrebbe esserci – e Draco percepisce il suo tremito.
I loro occhi si incontrano.

Si può, con uno sguardo di un istante, chiedere scusa per anni di errori?
È una domanda a cui Hermione non può proprio permettersi di rispondere. Consapevole di star assumendo un delicato color prugna, rinforza la presa su quelle dita aristocratiche e percorre lentamente la linea della vita con l’indice.
Non saprebbe spiegarne il motivo ma le mani, in un uomo, sono la parte che più le piace. Ha apprezzato quelle di Viktor perché enormi e callose, ma incredibilmente delicate e gentili quando hanno cinto il suo viso e le hanno regalato un, tutto sommato, bel primo bacio; ha imparato a voler bene a quelle di Ron, che in tutti quegli anni l’hanno spesso toccata, anche se non come e dove lei ha fantasticato per tanto tempo.
Queste sono… beh, sono diverse. Macchiate d’inchiostro, per fortuna solo di quello. Sono bianche e lunghe, affusolate, con le nocche ben sporgenti – ne sente la pressione sul proprio palmo – e, se ha ben guardato, con una elegante vena blu che parte da appena sotto la nocca del medio e scende quasi in verticale fino al polso. Queste mani le parlano di lui. Sono indisponenti, altezzose quando tentano di tacitare le sue proteste con uno sventolio incurante, fintamente minacciose quando lui è arrabbiato e vorrebbe mollargliene uno, frenetiche quando è innervosito, precise quando scrive, attente quando mangia, ma soprattutto evocative. Chissà cos’altro sono capaci di fa…

Ehm.
Le domande a cui non può permettersi di rispondere aumentano esponenzialmente.
Perché diamine presta così tanta attenzione alle mani di Malfoy?
Perché diamine presta così tanta attenzione a tutto di lui?
Cosa vorrebbe che le facessero, quelle mani?

Ehm!
Chissà se le sta bene sulle guance, il bordeaux?
  Be… bene, Malfoy. Allora… qui dice che… beh, sei a un passo da una svolta importante.
  I M.A.G.O. sono dietro l’angolo, Granger, non vedo dove sia la novità.
  Poi questa linea dovrebbe significare che vivrai a lungo. Com’è che si dice? L’erba cattiva non muore mai…
Con uno scatto repentino Draco ruota il polso e le affonda piano le unghie nella pelle, come un gattino giocoso.
Eccola, quella linea azzurra così bella. Adesso i tendini sono tesi, quelli di indice e medio emergono prepotenti…

Ehm!
Hermione dovrebbe infuriarsi, invece ridacchia. Imbarazzata.
  Poi… poi… beh… ecco…. Sarai felice, comunque. Non te lo meriti, ma lo sarai.
  Stai rischiando grosso, Mezzosangue.
  Ora… ecco… questo incrocio suggerisce che…
Chissà se si può forzare un po’ la realtà? In fondo è tutta una questione di interpretazione personale…
 … sei troppo rigido… ehm… dovresti rivedere il tuo modo di pensare e rapportarti alla realtà, anche rivedendo radicalmente i tuoi schemi mentali. Perché… non tutto è come sembra e…
  Cosa vorresti suggerirmi, Mezzosangue? - ridacchia l'arguto interlocutore. Una scintilla maliziosa gli si accende negli occhi, ed Hermione, ancora una volta, non può proprio permettersi di chiedersi cosa sia.
Ti sto suggerendo, idiota, che quando passo del tempo con te non ho l'impressione di sprecarlo.
Ed è vero. Non gli risparmia un briciolo della sua acidità né è diventata più indulgente, ma sente come se quel nodo che le stringe in due il cuore si allenti,  perché lui è sempre arrogante e viziato, certo, ma anche ironico e divertente, quando è in vena.
Forse non ha senso, ma solo quando lo ha accanto sente che il tempo diventa clemente e le lancette smettono di galoppare senza controllo. Solo allora la tempesta di ricordi dolorosi che ha in testa si quieta. Solo in quei momenti Hermione riprende a respirare.
Malfoy la costringe a non rintanarsi nel suo bozzolo di rancore e rimpianto, la obbliga a non scavarsi la fossa nell’autocommiserazione e nella rabbia cieca che la pervade, forse proprio perché si sfoga con lui, su di lui. È lo stimolo, il fantoccio meccanico che sprona il levriero ad uscire dalla gabbia e a inseguirlo, per vincere la gara – perché lei vince sempre
, per sentire di nuovo la terra che vola sotto i piedi e l’aria limpida del mattino che le riempie i polmoni.
Sarà egoistico, ma forse, per Hermione Granger, è giunto il momento di esserlo, almeno un po’.

    Io sto semplicemente….
Ma quando lui rigira di nuovo la mano, lasciandola scorrere lentamente indietro e accarezzandole appena la superficie del palmo con tre polpastrelli, ed intreccia piano le dita con le sue, Hermione si perde in quegli occhi limpidi, forse veramente limpidi per la prima volta; il tempo non è più inesorabile e lei non si ricorda più cosa stava facendo.
Si rammenta benissimo, invece, perché le piacciano così tanto le mani in un uomo.

Si può chiedere scusa per errori di anni, con un abbraccio di falangi?

***

-      Signorina Granger, l’Idromanzia è una cosa seria! Non tollero che lei sminuisca la raffinata arte della Divinazione nella mia aula…

    Hermione sta ridendo a crepapelle da più di dieci minuti. È troppo bravo ad imitare la professoressa Diana.

      Mal… Malfoy! – singhiozza, e lui si unisce alla risata.

      Stai attenta, Granger, non prenderai una E, se non sarai capace di carpire i segreti del domani nell’incresparsi delle onde.

    –  Ma che segreti del domani… sbuffa lei, tentando di ricomporsi. 

      Sbrighiamoci, Granger, per favore. Ci mancano ancora i Tarocchi da ripetere.

        D’accordo, adesso andiamo.

Rimangono così, in silenzio per un po’, sulle sponde del lago, a cui il sole che tramonta regala piccole scaglie di rame che brillano giocose nel centro.
La sfumatura ardesia negli occhi di Draco, oggi, è più viva ed intensa che mai.
Le sue mani hanno smesso di piacerle così tanto, quando si è accorta che pensarlo era una sineddoche.
Le piace tutto di Draco. Anche quel suo caratteraccio caustico, perché è così bello lottarci. Anche la sua consueta smorfia superba, perché solo lei ha imparato ad ammorbidirla. Persino la parola Mezzosangue, adesso, le suona bella, quando lui l’afferra con finta malagrazia per i capelli e si conduce la sua testa sulla spalla.

     Che farai, dopo i M.A.G.O? – le chiede, una domanda sul tempo, lui che è così bravo a fermarlo.
      Quello che ci si aspetta da me, suppongo. Una brillante carriera e così via. E tu?
     Quello che ci si aspetta da me, suppongo. Qualche contratto vantaggioso e così via.
      È quello che vuoi?
      È quello che sarà.
 L'hai letto nella sfera di cristallo?
–  A volte non c'è bisogno della Divinazione per sapere come andranno le cose.
La guarda, come la guarda sempre lui, desideroso e combattuto.
Si guardano, come si guardano sempre loro, attratti e impauriti.
È allora che Hermione decide.
È sempre stata una persona determinata e coraggiosa; non lascerà che aspettative, pregiudizi e ridicoli castelli in aria la blocchino. Sa quello che vuole, sa che il tempo non si controlla e sa che, proprio per questo, non vivrà mai con un rimpianto.
No, non sta sbagliando. Non sta sbagliando ad osare, né a tentare l’impossibile.
Nemmeno a non fidarsi della “raffinata arte della Divinazione”, ha mai sbagliato; ha sempre saputo che è tutto un mucchio di ciance da vigliacchi.
Lei non aspetterà che qualcos'altro le dica cosa fare, non si affiderà al responso degli astri, al diavolo chi le dice come dovrà impiegare il suo tempo e la sua vita. Hermione Granger costruirà la sua esistenza così come desidera, senza affidarsi a ridicole macchie nei piattini da thè o a fumi d’incenso che avrebbero dovuto indicarle la via.
È lei che darà la giusta direzione agli eventi. La direzione che desidera in questo momento. Perché il destino è quello che ti scegli.
   No, io non credo che sia così. Malfoy… che ne dici di mischiare un po’ i Tarocchi in tavola?
    Cos…
Con uno scatto repentino si inginocchia e lo afferra per la nuca con una mano, poi lo bacia, così, d’impeto, senza preavviso.
Con l’altra mano tiene la bacchetta dietro la schiena, perché con lui non si sa mai.
Dopo qualche secondo di timore, l’arma atterra morbida sull’erba umida. 

 

***

  Ma guarda un po’… - ridacchia divertita Minerva, osservando la scena dalla finestra dello studio.
La professoressa Diana le sorride di rimando, sorseggiando il suo infuso.
   Mia cara, io l’ho sempre saputo.
  
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