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Autore: Mils    13/09/2012    9 recensioni
Kristen ha diciassette anni, l'unica sua amica è una drogata che le presta casa sua per dormire, visto che casa lei, non ne ha. Robert è molto conosciuto in città per gestire gli affari della droga e altra roba sporca che Kristen ha sentito nominare solo di sfuggita, ma quando Scout la costringe ad entrare in casa di Robert per rubare qualcosa si trovano legati da qualcosa che neanche loro riescono a spiegarsi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tentativo Primo Capitolo

Pov Kristen

- Non penso che sia una buona idea.. - dico, appiattendomi sempre di più per terra, per impedire a chiunque nella casa di vedermi.
- Non te la starai facendo sotto, Stewart! - mi urla contro Scout, facendo roteare i suoi piccoli occhi neri.
- No.. no, ma dài.. ci servono proprio quelle cose? Andiamo, possiamo trovare i soldi in un altro modo.. cazzo, non voglio entrare in casa di questi qua! - la prego, cercando di tenera la voce bassa. L'ultima cosa che voglio è farmi beccare ancora prima di essere entrata in questa dannata casa.
- Si,
ci servono.. fattene una ragione. A me servono per gli acidi, tu non puoi capire... - sembra quasi mi stia rinfacciando il fatto che non mi drogo, è incredibile. Scout però dice sul serio, ha davvero bisogno di entrare in questa casa e rubare un po' di soldi, altrimenti passerà i prossimi giorni urlando e rompendo tutto quello che abbiamo. Non voglio vederla così di nuovo.
- Okay.. va bene, entriamo... ti aiuto e basta, però.. Dio, ti odio per farmi fare questo.. - lei mi dà una spinta amichevole con il braccio, facendomi ridere.
- Dai, che ci divertiamo adesso.. quello stronzo di Pattinson ha sempre un sacco di soldi che non gli servono a niente - dice, un sorriso malizioso in faccia.
Sinceramente a me non importa niente.
Non so neanche chi sia Pattinson.
Scout mi ha raccontato che è uno che ha molti soldi, che sa il fatto suo e che è, cosa più importante di tutte, un grandissimo stronzo figlio di puttana, che è al mondo solo perché l'omicidio è illegale. Deve soldi a tutti ma allo stesso tempo tutti devono soldi a lui, quindi penso che la cosa sia okay.
Ci alziamo e ci muoviamo ai lati della casa, dove le luci sono spente, ma questo non vuol dire niente secondo Scout. Lei sa sempre tutto, è lei che mi ha insegnato come muovermi quando facciamo queste cose, come non farmi beccare e come non fare rumore, mi insegnerà molto presto anche a disattivare i sistemi di allarme ma per ora a quello ci pensa lei. Scout è un vero mago in tutto questo ed è anche la mia migliore amica. In realtà, è l'unica amica, o persona, che io conosca. E' poco più alta di me, i capelli neri tagliati corti per non intralciarla e un'espressione furba e maliziosa sempre in faccia; ha diciotto anni, uno più di me, e ha un piccolo appartamento in città che divide con me, quando non so dove altro andare.
- Kristen, cazzo, fai piano..! - mi intima, visto che ho schiacciato un ramoscello per sbaglio.
- Scusa... - io però non sono lei, non sono brava in queste cose. Anzi, a dire il vero le odio. Non mi piace rubare, non mi piace entrare in casa degli sconosciuti e non mi piace commettere nessuna azione illegale, ma devo farlo. Devo, o resto sola. Devo, o stasera non toccherò cibo. Mi muovo come dice Scout. Faccio tutto quello che mi dice, e alla fine siamo dentro.
Scout ha scassinato la serratura e adesso siamo dentro casa Pattinson, al buio.
- Scout..? -
- Kris, chiudi il becco, cazzo -
- E' buio.. lo sai.. lo sai che io.. -
- Ho capito! Ho capito, cazzo, ora trovo una cazzo di luce, non sclerare mentre sono via, però - la sento camminare via e mi sale il panico. Sono dentro questa casa, da sola, al buio. E io odio il buio.
- Scout.. Scout, ehi? Dai, non.. non.. ah! - vado a sbattere contro qualcosa e non riesco a trattenere un grido.
Un cazzo di divano si è messo fra le mia strada.
- Fottiti, Stewart, sei un caso disperato - sento Scout dietro di me, mi spinge e mi sprona ad andare avanti.
Provo a fare qualche passo ma veniamo subito interrotte dal rumore di passi che provengono da.. qualche parte nella casa. Perché Scout non ha ancora trovato l'interruttore? Odio il buio e trovarmi qui mi fa' solo venire l'ansia. Provo a muovere le mani alla ricerca di Scout ma non trovo niente, solo il divano, di nuovo. - Scout..? - non riesco a dire altro perché subito dopo una voce sconosciuta mi fa' quasi morire dallo spavento. E' strana, ha un accento che non conosco. E usa un tono di voce che non mi piace.
- Chi cazzo c'è in casa mia? Giuro che se trovo qualcuno è morto! - provo a muovermi ma è come se il mio corpo non vuole rispondere ai miei ordini, resto ferma al mio posto, con l'ansia che mi divora. Spero che Scout mi salvi ma non sento niente, né le sue parole né la sua mano che mi tira fuori da lì, sono sola. E' già successo che ci trovassero mentre facevamo questo genere di lavoretti, ma la maggior parte delle volte siamo riuscite a uscire in tempo oppure i proprietari della casa erano messi peggio di noi e non mangiavano da mesi, così non ci hanno fatto molto, ci hanno semplicemente buttato fuori. Ma Scout mi ha parlato di Pattinson, ha detto che è una specie di diavolo, pronto a uccidere anche sua madre per un po' di soldi, di cui è pieno.
Quindi non ci spero neanche.
Me ne sto immobile e aspetto.
Poi la luce si accende e io mi lascio scappare un gridolino quando vengo svelata.
Finalmente posso vedere la stanza che mi circonda, non è messa così male: un vecchio divano, un tavolino in legno, una televisore, pareti color crema sporco, un corridoio che sembra portare alla cucina e l'altro a un piccolo bagno, un paio di piante sparse qua e là, un tappeto vicino al divano, rosso. Molto carina. Sporca forse, ma carina.
Ma non è la casa a colpirmi.
E' il proprietario.
Sta scendendo le scale, e ha una pistola in mano.
E' puntata contro di me, ma quando mi vede l'abbassa.
- E tu chi sei? - mi chiede, autoritario, ma c'è qualcosa nei suoi occhi...
E' alto, almeno un metro e ottanta e passa.
Ha due occhi azzurri e i capelli biondo-ramato scompigliati.
Indossa una canottiera bianca e i pantaloni della tuta, è scalzo.
Mi fissa e io mi faccio piccola piccola.
- Allora? - insiste, scendendo le scale.
- Io.. io.. - non riesco a parlare. Fa' la dura, non fare mai vedere quanto sei debole, ragazzina, un vecchio insegnamento mi rimbalza in testa, ricordandomi di non comportarmi da codarda. - Kristen, mi chiamo Kristen - dico, fingendo sicurezza.
Scende l'ultimo gradino e si avvicina. - Be', ciao Kristen, sono felice che tu sia così tranquilla ma forse ti sfugge una piccola cosa.. questa casa è mia, quindi.. mi spieghi che cazzo ci fai qui? - mi sorride e io penso che forse Scout si sbagliava perché, a parte il tono di voce aggressivo, a me questo ragazzo non sembra un diavolo semmai a me sembra proprio un angelo. Un bellissimo angelo. Mi ricordo che mi aveva detto che aveva solo qualche anno più di noi e adesso che lo vedo direi che ha sui ventidue anni.
- Io.. io.. ehm.. cazzi miei - mi mordo il labbro, nervosa.
- Mmh.. cazzi tuoi, okay - si strofina con la mano l'accenno di barba che ha e sorride, divertito. - Interessante, ragazzina. Sai cosa penso io, invece? Penso che tu sia venuta qui a rubare roba mia, non è così? - mi fissa con quei suoi freddi occhi di ghiaccio.
- Mmh... - mi strofino le braccia, infreddolita. Questa casa sarà anche carina, ma si gela. O forse sono io che ho freddo, visto che indosso solo una canottiera nera e un paio di jeans; alle spalle ho uno zainetto nero con un po' di roba, come una giacca, una felpa e qualche ricambio. Non so mai dove starò, quindi è un bene portarsi la roba sempre con sé.
- Ma quanti anni hai? Sembri una bambina - mi dice.
Un po' mi ferisce.
Lo so che sembro una bambina, ma non c'è nessun bisogno di dirlo a voce alta.
- Tu quanti me ne dai? - chiedo, strafottente. Ma mi faccio fregare dalle mie mani che tremano e lui se ne accorge e sorride divertito, di nuovo.
- Quindici - risponde.
- Diciassette. -
- Non ci credo neanche se mi paghi, ragazzina. -
- Non sono una ragazzina, stronzo - non so neanche io perché lo sto dicendo, e con quale coraggio, poi.
Ma lui non sembra offendersi.
Sorride ancora di più e si porta una mano fra i capelli, è davvero bellissimo.
Ma anche un grandissimo stronzo.
E Scout mi ha messo in guardia da lui.
- Adesso sono io lo stronzo? Tu entri in casa mia di notte per derubarmi e lo stronzo sarei io? - controbatte e io non so che dire, quindi resto in silenzio, imbarazzata per la mia figuraccia. Colpa mia e della mia lingua lunga. - Fammi indovinare - continua - non sei neanche da sola, vero? Non ci credo che una bambina come te si mette a fare cose di questo genere da sola - se la ride, lo stronzo.
- Ancora? Non sono una ragazzina, né tanto meno una bambina. E sono da sola... - l'ultima cosa che voglio è mettere nei casini Scout, che poi se la prenderebbe con me di brutto.
- Ah, si? -
- Si... sono sola, okay? -
- Calma, ragazzina. -
- Non sono una ragazzina, cazzo! - odio quel suo tono da sbruffone, quasi si sentisse superiore a me.
Tutto quello che fa' è ridere di me.
Odio quando le persone non mi prendono sul serio.
Sopratutto quando non lo fanno per via del mio aspetto infantile.
- Dal tuo vocabolario non si direbbe di certo, in effetti.. - scherza.
- Io parlo come cazzo mi pare.. - voglio andare via, voglio trovare un posto dove dormire e nascondermi sotto le coperte, questa conversazione non mi piace neanche un po'.
- Hai davvero diciassette anni? - insiste.
- Si.. e tu? - perché lo sto chiedendo?
- Ventitré tra qualche mese - eppure lui mi risponde.
- Oh... -
- E sei davvero da sola..? Perché mi è sembrato di sentirti parlare con qualcuno, prima - oh, cazzo. E ora?
- No.. ti sei sbagliato.. io non.. non parlavo con nessuno.. - balbetto. Cazzo, cazzo, cazzo.
- No? - si avvicina e io indietreggio, spaventata. E' molto più alto di me, mi sento davvero piccola in confronto a lui. E poi è bellissimo e ha un non so che di selvaggio che mi mette in soggezione. Scuoto la testa e sussurro un debole "no". Lui fa' un altro passo avanti e io, spaventata, vado a sbattere contro il muro.
Sono in trappola.


Pov Robert


E' in trappola.
Potrei farle quello che voglio.
E' a casa mia e mi stava pure derubando, ne ho diritto, no?
Eppure qualcosa mi blocca.
Non voglio farle del male. E' ancora una bambina e qualcosa mi dice che non voleva neanche trovarsi qui in questo momento, sono stra-sicuro che qualcuno l'abbia obbligata a fare quello che ha fatto, perché sotto quel faccino da stronza strafottente io ci vedo due occhi verdi pieni di innocenza e paura, cosa rara nelle persone che frequento io.
- Sai chi sono, vero..? - le chiedo.
Annuisce.
- E chi te l'ha detto? -
- Nessuno. Lo so e basta - ha un bel caratterino, devo ammetterlo.
- Le notizie volano, lo so, ma da qualcuno devi pur averlo sentito - ma lei continua a stare zitta, si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e abbassa lo sguardo. Mi regalo qualche secondo per osservarla: capelli color mogano, occhi verdi, faccino un po' magro ma dolce, tenero, innocente, molto bella, forse la ragazza più bella che io abbia mai visto ma anche la meno raggiungibile perché qualcosa mi dice che questa ragazzina non vede l'ora di fuggire via. Non ha radici, non vuole essere legata e io questo genere di cose le riconosco molto bene perché sono così anche io. - Un amico? - insisto e lei scuote la testa. - Un'amica, allora? - di nuovo no, inizio a spazientirmi, ho bisogno di una sigaretta, ma voglio anche una risposta. Questa ragazzina potrebbe essere innocua ma potrebbe anche essere una spia mandata da qualcuno. - Dal tuo fidanzatino? - la schernisco e la vedo arrossire.
Evita di guardarmi. - N..no... nessuno. -
- Come? Un bel faccino come te.. - provo ad afferrarle il mento con la mano ma lei si tira indietro, appiattendosi ancora di più contro il muro.
- Non toccarmi - ringhia, lanciandomi un'occhiata di fuoco.
- Ehi, okay! - alzo le mani in segno di resa ma non riesco a trattenere una risata e questo lo fa' infuriare.
- Voglio andarmene! - urla e fa' per superarmi, ma io le blocco di nuovo il polso, facendole male.
- Cazzo, molla! Lasciami! Lasciami! - strilla, ma io non la lascio andare e la spingo di nuovo contro il muro. Lei prova a liberarsi ancora ma sono il doppio di lei e poi penso che non mangi in modo decente da giorni perché non ha neanche molta forza per difendersi e tutto quello che fa' è urlare e provare a graffiarmi e ci riesce anche. Mi lascia un brutto segno sul braccio, dal polso quasi fino alla spalla, come una gattina rabbiosa. Quasi non lo sento. La strattono finché non mi ritrovo la sua faccia a un palmo dalla mia. - Adesso tu mi ascolti, okay? Non entri in casa mia come se niente fosse! Ora tu mi dici chi ti ha detto di venire qui e me lo dici subito o per te finirà male, non mi fotti così facilmente. Sono stato buono con te fino ad ora, adesso parla, ragazzina - ma tutto quello che ottengo è uno schiaffo.
Sul serio: uno schiaffo.
Nessuno mi prendeva a schiaffi da.. da una vita.
E adesso arriva una ragazzina e lo fa', come se niente fosse.
Eppure mi colpisce e per lo stupore io mollo la presa.
E lei sfrutta quel mio attimo per correre verso la porta, ma io sono più veloce di lei e le copro la via di fuga. Per un attimo vedo il puro terrore nei suoi occhi e qualcosa scatta dentro di me, vorrei solo proteggere questa bambina che mi ha scambiato per il lupo cattivo, ma non ho tempo perché lei fugge via e corre verso la prima porta che trova, quella del.. bagno. E ci si chiude dentro. Sbatte la porta così forte che per un attimo penso che l'abbia rotta.
Mi precipito contro di esse, sbattendo i pugni contro il legno. - Esci! Esci subito! - urlo.
- Vaffanculo! -
- O esci o entro io! -
- E come fai? La porta è chiusa a chiave! Lasciami in pace! - sembra quasi una preghiera. Una preghiera urlata ma pur sempre una preghiera di una ragazzina spaventata.
- Ti rendi conto che quello che mi chiedi è assurdo? Sei entrata in casa mia, cazzo! -
- Lo.. lo so.. e non.. non volevo.. mi.. mi dispiace, scusami.. non.. non ci volevo neanche venire in questo cesso di casa, io! Non volevo venirci neanche morta, qui! Ma.. ma Scout diceva che.. che le servivano soldi e lei senza la sua roba impazzisce.. se.. se non prende almeno un acido al giorno o qualcos'altro.. lei.. oh, lei diventa un'altra persone e io volevo stare a casa sua perché non dormo bene da giorni e casa sua ha un letto e io volevo quel cazzo di letto! Quindi.. scusa, io non volevo venirci qui - e questa a me sembra tanto una confessione, seguita da scuse e da un discorso che non ha molto senso, ma mi va bene lo stesso.
- Quindi.. sei entrata in casa mia perché alla tua amica servivano soldi per la roba? - chiedo.
- Si.... scusa, ancora.. ehm, io non volevo.. -
- Si, si, ho capito, tu non ci volevi venire. Ma ora sei qui. -
- Già... -
- E.. sei dentro al mio bagno - le faccio notare.
- Mi stavi inseguendo... - si difende.
- Di nuovo: sei entrata in casa mia, ragazzina. -
- Smettila di chiamarmi in quel modo, okay? Sei.. sei solo un cazzo di sbruffone, lo sai? -
- E tu una ladra! -
- Non sono una ladra! -
- ERI A CASA MIA, okay? Eri a casa mia per rubare! -
- Non ero io che dovevo rubare! Era la mia amica, coglione! Io.. fanculo, io non ci volevo neanche venire.. io volevo restare a casa a leggere o a guardare un film.. ma Scout stava per entrare in astinenza e allora... - la sua voce si spezza.
- Stai.. piangendo? - c'è una ragazzina che piange nel mio bagno?
- No! No.. io.. io sto bene... senti... lasciami in pace, va bene? Me la cavo da sola.. - ma la sua voce la tradisce molto.
E sento qualcosa dentro di me sciogliersi.
Questa ragazzina non è una ladra, tanto meno un pericolo.
Più che altro, è un pericolo per se stessa.
Non è altro che una ragazzina spaventata che cerca di fare la stronza, senza riuscirci.
- Senti.. -
- Lasciami in pace, ho detto! - strilla, interrompendomi.
- Datti una calmata, ragazzina. -
- Vaffanculo... - la sento tirare su con il naso dall'altra parte della porta.
- Puoi.. puoi restare qui - dico.
- Cosa..? - chiede, stupita.
- Io me ne vado a letto, tu resta nel bagno. Dormi lì. Non è un letto, ma è il massimo che posso fare. Se scopro che hai rubato qualcosa stanotte, ti vengo a cercare e penso che la tua amichetta sia stata così gentile da dirti anche che se io cerco qualcuno non è per qualcosa di buono - penso di averla abbastanza spaventata perché non ribatte - quindi resta qua dentro, okay? -
C'è un po' di silenzio.
Non dice niente per qualche minuto, penso persino che sia fuggita dalla minuscola finestra del bagno quando alla fine parla.
- G..grazie... -
Erano anni che qualcuno non mi ringraziava sotto tortura.
- Di niente.. notte, Kristen -
- Notte.. s..sogni d'oro -



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okay, sentite, non lo so perché l'ho fatto.
non so perché la sto scrivendo.
è stato un momento e ho buttato giù questa cosa.
scusate se è una schifezza ma dovevo almeno provare.
non abbandonerò l'altra storia, è solo per cambiare un po'.
qui non è come l'altra storia, è tutto ancora più incasinato ma non mancheranno i momenti dolci!
kristen qui è sempre timida ma in un modo diverso, ci saranno molte parolacce, avviso.
non so che altro dire quindi.. grazie, recensite se volete, fatemi sapere, vi voglio bene e.. ancora grazie :3

                                                  

















   
 
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