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Autore: Angel_shanti    14/09/2012    4 recensioni
Ennesimo servizio fotografico per Taylor...o forse no?
Perchè a volte nulla è come sembra, oltre l'apparenza si nasconde un mondo e Jenna Martin lo sa.
Riuscirà a farlo capire anche al bell'attore?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Devi fare l'amore con la macchina fotografica! Seduci la macchina fotografica. Falla tua!!!"

Credo di aver perso il conto di quante volte il mio manager mi ha riempito la testa con queste stronzate, ad ogni dannato servizio fotografico ormai corrisponde il solito discorso senza senso di Jhon, fatto di orgasmi multipli e pace dei sensi, di labbra bollenti e gravidanze isteriche, di oggetti del desiderio e voglie nascoste più o meno velatamente di chi, a detta sua, venderebbe l'anima al diavolo per poter essere l'artefice dell'ennesima espressione estasiata sul mio viso.

Sono ore che continuo a sorridere con aria languida, come ho sempre fatto, ore che stringo gli occhi per incupire lo sguardo con aria sexy, ore che sfioro le labbra umide con il pollice come se asciugassi la più golosa delle prelibatezze, come se togliessi, con fare deciso e sicuro, il suo sapore dalla mia bocca  ancora vogliosa di lei. 

Eppure sembra non essere mai contenta!

"Jenna Martin non è come gli altri fotografi con cui abbiamo lavorato di solito -  aveva esordito John digitando distrattamente con la sua agenda elettronica,  spostando tutti gli appuntamenti in previsione del servizio fotografico appena fissato - è una vera artista moderna. Ti renderà un'opera d'arte! Non solo un modello patinato o il solito attore da copertina! Non ringraziarmi! Sono stato un grande, lo so! La gente farebbe carte false anche solo per farsi fare una fototessera da lei..."

Aveva delirato per ore vantando le grandi doti artistiche della "Fata dell'obiettivo", ma aveva omesso due particolari importanti: 

-  è una grandissima rompicoglioni incontentabile e altezzosa;

-  e beh, senza girarci troppo intorno, è una figa da paura.

"Oddio, basta!!! Basta! Per carità, mi bruciano gli occhi per questo orrore!"

La voce di Jenna mi fa trasalire riportandomi di colpo alla realtà, sposto lo sguardo dall'obiettivo all'esile figura che continua a sbraitare con voce stridula agitando le mani in modo convulso.

Mi schiarisco la voce intenzionato a chiedere spiegazione di questo sclero ma le parole mi muoiono in gola all'incontro dei due occhi topazio che ardono nei miei. 

"Sei un disastro!" - urla sistemandosi gli occhiali sul naso quasi volesse focalizzare meglio la mia espressione esterrefatta.

"Come scusa?" - rispondo piccato, nessuno mi aveva più definito in tal modo da quando ai tempi dell'asilo avevo imbrattato il vestito appena uscito dalla sartoria della mamma del bambino grassoccio che mi rubava sempre la merenda.

"Hai sentito bene! Ragazzino! - inspira lentamente per calmare la rabbia che le fa ribollire il sangue nelle vene - Credevo di essere stata chiara quando abbiamo iniziato questo lavoro, esattamente tre ore fa! Non mi interessa farti foto da giornaletto di Gossip o per locandine da Photoshoppare di brutto per farti assomigliare a chissà quale mostro inventato da una povera mente malata. Non è così che lavoro io!"

Il brillio dei suoi occhi mi incute soggezione, mi paralizza riuscendo a farmi farfugliare solo parole in modo sconnesso.

Sospira rassegnata come se avesse di fronte nulla più che una causa persa.

"Ok. Trenta minuti di pausa! Sparite tutti!"

La sua voce riempie con prepotenza l'intera stanza, potrei giurare di aver visto tremare le pareti al passaggio dell'onda sonora che le ha investite; come fossero palline su un tavolo da biliardo ogni singola persona presente ha iniziato a muoversi, tante schegge impazzite desiderose soltanto di assecondare l'ordine di questa pazza psicopatica dallo sguardo ipnotico. Osservo la follia dilagante che mi circonda prima di provare a muovere un passo, mi sposto lievemente dal muro al quale ero spalmato per la tipica foto dello "sbattimi al muro con violenza" e inizio a procedere verso la porta rossa che porta ai camerini. Pochi passi per essere fuori da questo caos di gente, che continua a scappare frenetica, quando la sua voce mi gela.

"Tu non muoverti! - mi ordina poco velatamente - per te niente pausa."

Apro la bocca per replicare ma ancora una volta la sua voce zittisce i miei pensieri.

"Abbiamo mezz'ora di tempo per togliere dal tuo bel faccino quell'espressione da "sono il più Figo del mondo, lo so e me ne vanto"! Non voglio ricordarmi la giornata di oggi come quella del mio primo fallimento artistico." 

La durezza delle sue parole è mitigata dalla dolcezza del sorriso che compare sul suo viso.

"Non posso credere che tu sia soltanto questo!" 

Mi scruta con attenzione mettendomi completamente a nudo semplicemente con uno sguardo, riesce a farmi sentire a disagio quando i miei occhi vengono catturati dai suoi grandi topazi che continuano ad esaminarmi alla ricerca di dio solo sa cosa. 

"La smetti di parlarmi così? - finalmente formulare una frase di senso compiuto  - Se ti faceva tanto schifo l'idea di fotografarmi, perché hai accettato di farlo?" 

La mia voce riecheggia nella sala vuota più di quanto avessi previsto, non era mia intenzione urlare in questo modo,  fare la figura del solito ragazzino viziato non era nei miei programmi. Eppure la cosa non sembra infastidirla. Sorride poggiando una mano sul mio viso, le sue dita esili sulla mia pelle per una semplice carezza.

"È una reazione quella che ho appena visto? Uhmm allora forse qui dentro c'è davvero qualcosa - muove il mio volto come se io fossi un bambolotto da analizzare per capire se sia rotto - forse non sei solo il bel involucro che ti sforzi di apparire."

"Ma di che cazzo parli?" 

Un gesto irruento e mi libero delle sue mani, dei suoi occhi ma non della sua voce che continua a insinuarsi nella mia mente, strisciando tra i miei pensieri che si confondo e si mischiano senza che io ne possa capire il perché. 

 

"Oddio Tay ma vivi in posa? - la voce di Makena risorge dai miei ricordi - non è possibile che fai la spesa con questa espressione qui fratello! Di la verità a forza di interpretare un lupo hai sviluppato un buon olfatto e scorgi i paparazzi a oltre 100 metri di distanza! - aveva continuato a deridermi man mano che le foto del sito di gossip su cui si era imbattuta scorrevano di fronte ai suoi occhi - ma guarda, cioè camicia azzurra, camicia a quadri, maglia nera, maglia bianca, senza maglia...cambia l'outfit ma non la tua faccia da "ok ce l 'hanno tutti ma il mio è d'oro"... - il suo sguardo si era posato divertito su di me - oddio anche adesso hai quell'espressione fratello, spero non sia contagiosa!"

 

Riprendo il contatto con la realtà e mi accorgo che finalmente Jenna ha smesso di parlare, è seduta sul divanetto di scena e mi sta facendo cenno di prendere posto accanto a lei. Sento che la rabbia che avevo in corpo è flebilmente scemata grazie al ricordo di mia sorella, senza abbassare la guardia assecondo la sua richiesta.

"Mi piacciono le sfide - esordisce con voce delicata, costringendomi a voltarmi verso di lei. Si scioglie i capelli liberando una folta chioma di ricci che le ricopre selvaggiamente la schiena. 

Porca miseria! Questa piccola psicopatica adesso è ancora più bella.

"Sono certa che nessuno è solo quello che vuole apparire! Con il mio obiettivo mi piace leggere nelle persone, fotografare la loro anima e non il loro bel faccino!"

Sono completamente rapito dalle sue parole, dalle sue labbra che si muovono sinuose come se eseguissero passi di danza ad ogni parola pronunciata.

"A nessuno interessa guardarmi dentro!" 

Mi stupisco al suono stesso delle mie parole. 

"Voglio essere la prima! Permettimi di entrare!"

Le mie labbra si poggiano sulle sue per un bacio rubato, la sento sorridere. È solo un istante. Le sue mani sul mio petto mi spingono lontano da lei con un moto di stizza. 

Click! Click! Click!

"Cosa diavolo fai?" - la mia voce roca risuona insicura.

Sorride soddisfatta continuando ad armeggiare con la macchina fotografica.

"Fotografo il vero te!"

"Che diavolo vuol dire?"

Click! Click! Click!

"Non guardare l'obiettivo!"

"Smetti di girarmi così intorno, mi confondi!" 

Click! Click! Click!

Si muove leggiadra intorno a me, sembra che i suoi piedi sfiorino appena il pavimento tra un passo e l'altro, la seguo confuso e spaesato.

Click! Click! Click!

"Sono stufo di questo gioco, sembro un imbecille in quelle foto!" 

Ignora le mie parole. Si avvicina e si allontana. Percepisco il suo respiro sulla mia pelle. I suoi occhi mi mettono sempre più a nudo, sta scorticando la mia anima e io glielo lascio fare. Sorrido. Senza rendermene conto. Senza volerlo. Senza più pensare all'obiettivo.

Click! Click! Click!

I suoi movimenti somigliano a passi di danza, le sue mani si intrecciano con le mie. È padrona del mio corpo, ancor prima dei miei pensieri. Mi sento in trappola, eppure sorrido. 

Click! Click! Click!

Le sue labbra si posano leggere sulle mie, un lieve tocco che mi lascia in attesa con la bocca schiusa.

Click! Click! Click!

"Tra 5 minuti saranno tutti qui, di nuovo!" - sussurra appena.

"Non duro così poco!" - incrocio le braccia al petto.

Click! Click! Click!

Ancora foto. Ancora distanza. Ancora le sue dita sulla mia pelle.

Click! Click! Click!

La gente inizia a fluire a passo spedito all'interno della sala che mi sembra di colpo più grande. 

Click! Click! Click!

Mi sembra di sentire ancora il suono della macchina fotografica, eppure di lei non vedo neanche l'ombra. Senza una parola si è completamente volatilizzata. Mi sento intorpidito, come se mi fossi appena risvegliato da un lungo sonno, percepisco il sangue che riprende a scorrermi nelle vene ridestando le mie membra assopite. Non riesco a parlare. Neanche mi interessa farlo.

"Qui abbiamo finito!!!"

La voce di Jenna fa trasalire tutti, un pesante silenzio si posa sull'intera sala come una coperta fonoisolante, espressioni sgomente si disegnano sui volti dei presenti. Ma non sul mio. Osservo John agitarsi sventolando dei fogli, muoversi verso Jenna che, ignorandolo completamente, si avvicina a passo sicuro a me. La fisso un istante. Un ampio sorriso colora il suo volto mentre le sue mani mi consegnano una foto. Ancora un lieve contatto con le sue labbra. La sua schiena che si allontana riempie i miei occhi. Rigiro la foto che ho tra le mani, fissando quegli occhi che mi scrutano come se li vedessi per la prima volta. I miei occhi. La sua calligrafia tondeggiante.

 

"Io ti ho visto!

Jen"

 

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