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Autore: RoriStark    15/09/2012    2 recensioni
[Osmosis Jones]
[Osmosis Jones][Osmosis Jones]devo ammettere che ho visto Osmosis Jones molto di recente. Dapprima non mi affascinavano i personaggi guardando le immagini, ma poi presa dalla curiosità gli ho dato una possibilità e devo dire che me ne sono innamorata! ed eccomi qui a scrivere una fan fiction xD
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno come tanti nella città di Frank, nella periferia dei reni. Come al solito  Anies  era in giro per la circolazione dopo essersi depurata da quelle maledette scorie che si appiccicavano al vestito  senza ritegno. In quel periodo Frank non era proprio all’apice dello splendore e purtroppo le vene e le arterie erano quello che erano. Per fortuna i netturbini avevano ammazzato e portato via quegli accumuli di colesterolo in eccesso, altrimenti non sarebbero riusciti a passare e quelle sciocche delle piastrine avrebbero creato un trombo che avrebbe stroncato Frank o nel migliore dei casi avrebbero ostruito un articolazione provocando un dolore atroce. Per fortuna ancora non c’era quel rischio. Il sindaco sembrava non importarsi della situazione critica che stavano affrontando, a lui bastava quella dannatissima sagra del pollo fritto a Buffalo e tutto andava bene. Certo, poi Frank chi lo portava a casa? Quei poveri muli degli eritrociti come Anies che  dovevano andare in giro a portare ossigeno ovunque scavalcando interi blocchi di colesterolo e zuccheri di varia natura. Stufa di pensare, la giovane eritrocita si sedette su un pezzo di cartilagine per prendere un po’ di fiato, non aveva ancora la patente e doveva spostarsi con la sua bicicletta scassata per le strade. Così ogni tanto si prendeva una pausa, stavolta  aveva deciso di accorciare il giro e in poco era già a pochi isolati da casa sua. I suoi genitori erano andati a fare una vacanza a tempo indeterminato vicino al cervelletto, dicevano che là c’era un bellissimo cinema dove proiettavano vari spezzoni del subconscio di Frank. Ma Anies non era affatto interessata ed aveva deciso di starsene a casa. Sospirò alzandosi di nuovo e raccogliendo la sua borsa. Stava per montare in bici quando qualcosa la urtò, qualcosa di nero, qualcosa di terribilmente forzuto, tanto da far cadere la giovane a terra come se nulla fosse

“e…eih!”

Disse lei cercando di imitare un tono provocatorio, ma quello che ottenne fu uno squittio anomalo. La giovane si tirò indietro i capelli e si avvicinò a quella massa nera rannicchiata a pochi nanometri da lei, la misteriosa figura ansimava, si contorceva. Era grande, molto più grande e possente di lei, ma in quel momento sembrava che quella creatura stesse soffrendo come non mai

“mi..mi scusi…sta..sta male?..”

I respiri di quella cosa si fecero ancora più affannati, forse stava cercando di dire qualcosa. Anies si fece coraggio e si avvicinò ancora di più fino a sfiorare l’essere  con le piccole dita. Questa scattò appena, ma lei facendosi coraggio riuscì a districare quella massa informe, era caldo come la lava poi a terra vide qualcosa ,era ferito, quell’ essere era ferito. Forse era meglio andare via, quella cosa, non sapeva nemmeno cosa fosse, sicuramente per essere stato attaccato in quel modo di certo non era uno dei buoni. Forse era un batterio o peggio un virus. Ma come al solito il suo istinto le fece fare l’esatto contrario del volere della sua coscienza. Così deglutendo cercò di dare un volto a quell’essere, scostò le pieghe del mantello finchè non apparve finalmente un volto. La sua pelle era rosso scarlatto mentre i sui capelli erano di color color Malva, non erano come i suoi, non aveva mai visto nulla di simile. Aveva gli occhi socchiusi, due grandi occhi gialli ridotti a fessure per lo sforzo,  a malapena riusciva a tenerli aperti.

“ti…prego…”

Sussurrò con enorme sforzo l’essere

“a…aiutami…”

Il corpo di Anies prese a tremare come se ogni sua molecola le stesse dicendo di andare via, di scappare da qualche parte o avvertire qualche globulo bianco o fagocita nei paraggi. Eppure eccola lì, che senza dire nulla stava cercando di prendere sotto spalla quella cosa che comunque cercava di reggersi in piedi. Il cappotto nero copriva entrambi, ma la giovane doveva sbrigarsi a raggiungere casa. Forse nemmeno ci sarebbe arrivato vivo lì.

“t…tieni duro ok?”

Disse con un filo di voce mentre finalmente raggiunsero la soglia di casa sua. La giovane aprì in fretta la porta e per fortuna il divano era vicino, così fece stendere quell’essere sul divano e chiuse la porta inchiavando in tutti i modi possibili. La giovane si voltò raggiungendo di nuovo il suo nuovo ospite. Per fortuna che era sola in casa, i suoi genitori si lamentavano sempre quando portava qualche piccolo batterio ferito in casa, beh, ora aveva portato un batterio/virus alto 12 μm, mezzo morto.  Anies sospirò mentre si inginocchiò accanto a lui per controllare danni e ferite

“accidenti….sei…sei messo male..”

Sussurrò sicura che quell’essere fosse svenuto o cosa, era abituata a fare monologhi ed era l’unica volta in cui riusciva ad esprimersi senza aver paura di parlare. Ma purtroppo, non stava facendo affatto un monologo. Quell’essere la fissava, senza dir nulla, i suoi occhi erano fissi su di lei e la giovane scattò indietro imbarazzata

“ehm..pre..prendo qualcosa…stai calmo ok?”

Disse mentre prese la cassetta del pronto soccorso, delle fibrine d’emergenza avrebbero chiuso le ferite più gravi. Pensava mentre con le mani tremanti passava sopra alle ferite

“non…sono..io..quello che…dovrebbe calmarsi..”

Sussurrò con un filo di voce. Almeno era civile, da come parlava sembrava ben educato, non come i soiti batteri che parlavano lingue incomprensibili. Anies sospirò mentre finiva di passare della fibrina sulle ferite

“hai un…un nome?”


“…Thrax..”

Anies alzò lo sguardo verso di lui, si era messa in un guaio, in un grosso, enorme guaio, ma non poteva evitarlo. Non poteva di certo lasciarlo morire così, anche lui era un essere vivente e come tale meritava di vivere

“allora..Thrax..stai calmo per favore..”

Sussurrò mentre le ferite si curavano lentamente, non era sicura del fatto che fosse salvo, doveva aspettare il giorno successivo, se Thrax superava la notte allora ce l’avrebbe fatta.

“che co..che cosa sei?”

“sono quella cosa…che non vorresti…mai..incontrare…”

Per un attimo la mente di Anies si offusco facendo spazio al panico. Ecco, aveva salvato una creatura pericolosa. Ora sì che era nei guai. Cercò di restare calma senza distogliere lo sguardo da lui. Anche Thrax non distoglieva lo sguardo stanco da lei

“perché..mi hai..aiutato?”

Chiese dopo un paio di secondi interminabili per Anies. La giovane sobbalzò portando la mano al petto

“non…parlare, devi riposare…domani ti risponderò ok?”

Sussurrò cercando di sorridere. Non sapeva nemmeno se per lui ci sarebbe stato un domani e questo fece stringere lo stomaco alla giovane. Era un essere pericoloso, ma era comunque una creatura vivente. Pensò impietosita mentre posava sulla fronte di lui un panno bagnato. Thrax non smetteva di fissarla ma sembrava darle retta per il fatto di non consumare energie. Poi chiuse piano gli occhi, Anies posò una mano sul petto per controllare se respirava. Sospirò appena sentendo il petto alzarsi ed abbassarsi in modo irregolare e affaticato. Anies sorrise appena mentre istintivamente gli sfiorò i capelli, era istintivo per lei prendersi cura di chi stava male non poteva farne a meno.

“mi prenderò cura di te..non morire..”

Sussurrò poi andando in cucina, doveva mangiare qualcosa , era da quando era uscita in mattinata che non mangiava qualcosa, così prese un paio di proteine e le mise su un piattino, si sedette sulla poltrona accanto a Thrax e prese a mangiare, accese la TV e subito apparve il volto di  Thrax in primo piano, tanto che la giovane sobbalzò mentre sentiva la voce della telecronaca

*questo strano  individuo è fuggito dopo uno scontro a suo sfavore con degli agenti della difesa immunitaria del dipartimento di Frank! Non sappiamo ancora la natura di questo essere, ma nel suo tragitto in Frank ha lasciato molte vittime dietro di sé. Chiunque lo avesse avvistato è pregato di contattare la centrale di dei leucociti o il linfonodo più vicino! Questo essere è altamente contagioso e altrettanto mortale! Fate attenzioni cittadini di Frank *

Anies si alzò di scatto dalla poltrona andando poi a fissare l’essere agonizzante sul suo divano, portò le mani al volt. Sapeva che era un agente patogeno pericoloso, ma non così pericoloso. Lo aveva altamente sottovalutato.  Si sbrigò a cambiare subito canale sperando che non avesse sentito nulla, di solito nei film che aveva visto Frank le vittime che occorrevano l’assassino venivano uccise dopo che avevano scoperto in tv la sua identità.

“chiamerai…la centrale immagino..”

Sibilò Thrax senza muoversi , Anies si rannicchiò sulla poltrona mentre l’intruso tossiva per lo sforzo

“no..”

Sussurrò semplicemente facendo zapping tra i ricordi di Frank e le pubblicità senza senso del sindaco

“po..potrei ucciderti…”

Anies voltò lo sguardo verso di lui sospirando

“potresti?”

“sarebbe un…gioco..per me…uccidere..una creturina…come te..”

“non stancarti…”

Sussurrò appoggiandosi con la testa al bracciolo della sedia, non poteva lasciarlo solo in quelle condizioni, almeno sarebbe stata pronta se ci fossero tati problemi. Gli occhi di Aniel si facevano sempre più pesanti, e la giovane in un attimo si ritrovò tra le braccia di morfeo.
  
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