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Autore: EclipseOfHeart    15/09/2012    1 recensioni
La guardò nuovamente con gli occhi intrisi di tristezza e Nami si sentì stringere il cuore per non averlo potuto aiutare in quei due anni di lontananza. Lui aveva sofferto tantissimo e lei non c’era stata per sostenerlo.
E, di colpo, capì perché quella sera si era impensierita dopo il racconto di Rufy.
Sentire quella storia, capire quanto Rufy fosse stato male e sapere che lei non era stata lì, le aveva fatto male. {002. Intermezzo}
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never Let Me Go

 

{002. Intermezzo}

 

[A thousand miles down to the sea bed,
I found the place to rest my head.

Never let me go, never let me go.
Never let me go, never let me go.]



 

Era ormai passato qualche giorno da quando avevano lasciato l’isola degli Uomini-Pesce e tutti i Mugiwara gustavano l’essere di nuovo tutti insieme.

Dopo essersi incontrati all’arcipelago Sabaody, come al solito, non ci avevano messo che cinque minuti per infilarsi nuovamente in guai sempre più grossi di quanto immaginavano.

E anche negli abissi marini gli imprevisti avevano continuato a seguirli, fino alla loro meta e oltre.

Non si erano quindi potuti godere appieno la sensazione di essere di nuovo una ciurma, che trascorreva sereni giorni di navigazione.

Ma, d’altronde, la loro non era sicuramente una ciurma che cercava la tranquillità e, anzi, probabilmente si erano sentiti più uniti nei loro combattimenti che nei giorni seguenti.

Tuttavia, tutti sapevano che quella calma sarebbe durata ancora per poco e che nuove avventure li attendevano dietro la prossima isola.

Festeggiarono sulla Sunny il loro ritrovamento, grazie alle delizie culinarie di Sanji – che erano così tanto mancate che, addirittura, Rufy si era sciolto in lacrime, assaporandole nuovamente – e alla musica offerta dal loro Soul King.

Si erano raccontati a vicenda tutte le peripezie passate nelle rispettive isole, tra risate e lacrime di Sanji quando aveva narrato della sua disavventura e della sua sfortuna.

L’atmosfera si era un po’ raffreddata quando era toccato a Rufy parlare e aveva spiegato ai suoi nakama tutta la vicenda di Impel Down e del fratello, morto davanti ai suoi occhi.

Benché il loro capitano cercasse di rendere il racconto meno triste possibile, soffermandosi sui dettagli più bizzarri, era evidente quanto ancora quella storia lo facesse soffrire, quanto quella perdita l’avesse scosso nel profondo.

Infatti, per cercare di farlo riprendere, Franky si era messo subito a raccontare di come avesse scoperto i progetti del Dottor Vegapunk, attirando gli sguardi luccicanti di Usopp, Chopper e Rufy.

Gli altri ascoltavano con più indifferenza, dediti piuttosto alla loro bibita che alla storia, come facevano Nami e Zoro.

Nami, in particolare, si domandava perché si fosse impensierita più di quanto lo sembrassero gli altri e perché il suo sguardo vagasse continuamente a Rufy che rideva a più non posso, tentando di mascherare la sofferenza causata dalle vicende dette poco prima.

Sospirò pesantemente, dando la colpa all’alcool per quei pensieri.

Dopo due ore, la ciurma era completamente sfatta dai festeggiamenti e si era pigramente diretta verso le cabine, sprofondando in un sonno profondo.

Qualche ora dopo, però Nami si era svegliata in preda a dei forti dolori di stomaco, che l’avevano costretta ad andare in bagno per lasciare la sbornia si sfogasse. Dopo essersi rialzata e rinfrescata per bene, decise che le serviva un bicchiere d’acqua per sentirti completamente meglio.

Si diresse verso la cucina, aprendo il frigorifero di cui ovviamente sapeva la combinazione e lasciando che gli effetti dell’alcool iniziassero a svanire.

Il giorno seguente l’attendeva un bel mal di testa, questo era certo, ma per ora si era ripresa.

Uscì dalla stanza, per tornare alla sua cabina, quando vide la figura di qualcuno appoggiato alla ringhiera del ponte.

La familiare forma del cappello le fece capire dopo due passi chi fosse lì seduto. Si avvicinò piano, finché lui non l’avvertì e si girò nella sua direzione.

Si stupì quando notò il suo sguardo addolorato e smarrito. Non stava piangendo, ma il suo cuore che lacrimava era una cosa che si poteva vedere benissimo.

Nami capì subito che era causa del fratello e, sapendo che non potevano esistere parole di conforto per una perdita così profonda, lo abbracciò circondandogli il collo con le braccia.

Rufy rimase qualche secondo sorpreso dal gesto, ma poi si aggrappò a lei stringendole forte le spalle.

Rimasero così per una quantità indefinibile di tempo, poiché potevano essere passati semplicemente cinque minuti ma che per loro erano durati molto di più.

Quando sentì la sua pelle bagnarsi di qualche sua lacrima, Nami lo strinse più intensamente.

Ma Rufy non continuò a piangere e dopo qualche secondo, rialzò la testa sciogliendo l’abbraccio.

Nami si tranquillizzò quando vide la sua espressione più serena e gli poggiò la mano sul braccio.

«Come hai fatto a superare il dolore per la morte di tua madre?» gli chiese in un soffio di voce Rufy.

Nami si sorprese, probabilmente era la domanda più seria che gli avesse fatto nella sua vita.

«Con il tempo. Dolori del genere non se ne vanno mai completamente, ma con il tempo si affievolirà, vedrai. E poi capirai che Ace è sempre accanto a te, anche se tu non lo vedi.»

«Io non lo sento.»

«Ora no, perché stai troppo male e quindi non ascolti con attenzione. Io, mia madre, la sento vicina a me nei momenti più importanti della mia vita.»

La guardò nuovamente con gli occhi intrisi di tristezza e Nami si sentì stringere il cuore per non averlo potuto aiutare in quei due anni di lontananza. Lui aveva sofferto tantissimo e lei non c’era stata per sostenerlo.

E, di colpo, capì perché quella sera si era impensierita dopo il racconto di Rufy.

Sentire quella storia, capire quanto Rufy fosse stato male e sapere che lei non era stata lì, le aveva fatto male.

Era rimasto solo, contro un dolore che t’ingoia ogni giorno di più.

Le salirono le lacrime agli occhi, ma si sforzò di trattenerle.

«La sera prima che partissi con voi, dopo la distruzione di Arlong, ho sentito chiaramente mia madre. Avevo deciso di seguirvi e lei mi ha “spinto” verso l’uscita della mia casa. Io so che era lei, che mi diceva che era la scelta giusta, so che era la sua mano.»

Rufy la osservò sorpreso, mentre un sorriso amaro compariva nel suo viso.

«Sai, credo che, poco prima che lasciassi l’isola per tornare qui, anche Ace mi abbia spinto per tornare. Sì, dopo quello che hai detto, deve essere stato per forza lui.»

«Ne sono assolutamente certa, Rufy.» rispose Nami, annuendo per sembrare ancora più convinta.

«Grazie Nami, non mi capitava da un po’ di pensare tanto ad Ace, in questo modo.»

«È normale, non devi ringraziare, baka!» gli disse prima di tirargli un lieve pugno nella testa.

Rufy rise forte, con Nami che tentava di tappargli la bocca per evitare di far svegliare tutta la ciurma.

«Ora sarà meglio che torni a dormire!»

Lei annuì nuovamente, ma mentre le passava accanto per andarsene, reagendo d’istinto lo tirò per un braccio.

Rufy assunse un’espressione stupita mentre lei parlava: «Rufy… Volevo dirti che mi è dispiaciuto non esserti stata vicina, quando hai perso tuo fratello. Perdonami. Non volevo che soffrissi da solo.»

Quando finì il suo discorso, lui l’abbraccio d’istinto e la strinse forte.

Nami alzò le braccia, lasciando che le mani si aggrappassero alla sua maglietta rossa e la sua testa affondasse nel suo petto.

«Non sono mai stato da solo. Dovrei essere a chiederti scusa per aver tenuto la ciurma separata così a lungo, ma avevo davvero bisogno di quei due anni di allenamento. Se non fossi diventato più forte, non avrei saputo proteggervi nel Nuovo Mondo.»

«Lo so, non c’è bisogno che ti scusi. È solo che… mi sei mancato.»

Nami sentì di nuovo salirle le lacrime, anche se ora queste erano di gioia per essere tornata su quella nave con loro, che era il posto a cui lei apparteneva.

«Anche voi. Mi sei mancata anche tu, più di tutti.» le sussurrò con la bocca vicino al suo orecchio.

Nami sorrise, poggiata contro il suo petto e si rilassò, sentendosi a casa.

«Prometto che non ti lascerò più andare per così tanto tempo.»

«Come se io te lo permettessi!» affermò lei, staccandosi da quell’abbraccio così confortevole e ridendo, con la mano appoggiata sulla bocca.

Lui la imitò, mentre le ombre del suo cuore, almeno per quella sera, si erano dissipate.

«Ti stanno bene i capelli lunghi! Sono morbidi da sentire quando qualcuno ti abbraccia.» commentò Rufy mentre Nami constatava che, per certi versi, non era cambiato per niente.

«Ora direi che possiamo andare a dormire.»

«Sì! È proprio ora.» concluse Rufy sorridendole nuovamente e scomparendo dal ponte della nave.

Nami tornò anche nella sua cabina, sentendosi molto più serena di prima.

Sapeva che Rufy manteneva sempre le sue promesse, sapeva che avrebbe continuato a rimanere al suo fianco, che lui non l’avrebbe mai lasciata andare.

 

 

 

Fine.

Eccoci alla seconda fic per la mia BDT u.u

Come preannunciato sto seguendo l’ordine numerico, anche se forse smetterò di farlo, non lo so a dire il vero xD

Il prompt “Intermezzo” è riferito, ovviamente, al fatto che in teoria la storia ha uno stacco per i due anni e quindi dall’inizio e dalla fine della loro avventura è come se fossero a metà xD

Altra precisazione, siccome seguo l’anime e non il manga, ancora le puntate della fine della saga degli Uomini-Pesce non sono uscite xDDD ma ho immaginato che dopo la battaglia se ne andranno e capiterà che passino una notte tranquilla, senza avere a che fare con avventure di tutti i colori xDDD

Ecco, si colloca lì come spazio temporale <3

E devo dire che mi è piaciuta :3

So che Rufy è molto più serio di quanto è solitamente, ma comunque parlavano di un argomento che lo ha fatto soffrire moltissimo e comunque, anche a causa di questo e della lontananza, credo che Rufy sia leggermente maturato e sia più pronto per discorsi anche seri. xD

Il parallelismo delle mani <3 come potevo non inserirlo?! u.u

Li amo sempre di più, non c’è che fare.

Spero tanto che vi sia piaciuta e che mi commentiate **

I versi iniziali e il titolo sono della bellissima canzone “Never Let Me Go” di Florence And The Machine <3

Un bacio.

 

 

EclipseOfHeart

 

 

P.S.: questa storia ha preteso che usassi il font Verdana o.o, davvero ho provato a scriverla in Times New Roman, come mio solito, e non ci riuscivo!

 

 

 

001. Inizio.

002. Intermezzo.

003. Fine.

004. Interiorità.

005. Esteriorità.

006. Ore.

007. Giorni.

008. Settimane.

009. Mesi.

010. Anni.

011. Rosso.

012. Arancione.

013. Giallo.

014. Verde

015. Blu.

016. Porpora.

017. Marrone.

018. Nero.

019. Bianco.

020. Senza colori.

021. Amici.

022. Nemici.

023. Amanti.

024. Famiglia.

025. Estranei.

026. Compagni di squadra.

027. Genitori.

028. Figli.

029. Nascita.

030. Morte.

031. Alba.

032. Tramonto.

033. Troppo.

034. Troppo poco.

035. Sesto Senso.

036. Olfatto.

037. Udito.

038. Tatto.

039. Gusto.

040. Vista.

041. Forme.

042. Triangolo.

043. Diamante.

044. Cerchio.

045. Luna.

046. Stelle.

047. Cuori.

048. Quadri.

049. Fiori.

050. Picche.

051. Acqua.

052. Fuoco.

053. Terra.

054. Aria.

055. Spirito.

056. Colazione.

057. Pranzo.

058. Cena.

059. Cibo.

060. Bibite.

061. Inverno.

062. Primavera.

063. Estate.

064. Autunno.

065. Mezze Stagioni.

066. Pioggia.

067. Neve.

068. Lampo.

069. Tuono.

070. Tempesta.

071. Rotto.

072. Riparato.

073. Luce.

074. Oscurità.

075. Ombra.

076. Chi?

077. Cosa?

078. Dove?

079. Quando?

080. Perché?

081. Come?

082. Se.

083. E.

084. Lui.

085. Lei.

086. Scelte.

087. Vita.

088. Scuola.

089. Lavoro.

090. Casa.

091. Compleanno.

092. Natale.

093. Ringraziamento.

094. Indipendenza.

095. Capodanno.

096. Scelta libera.

097. Scelta libera.

098. Scelta libera.

099. Scelta libera.

100. Scelta libera.

 

   
 
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