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Autore: FuckmeHoran_    16/09/2012    17 recensioni
Non è tutto oro ciò che luccica. Non è tutta rosa e fiori la vita, ne tanto meno lo è la vecchia Londra.
E c’erano più e più realtà, che correvano parallelamente senza mai scontrarsi.
E nei pochi casi che succedeva ciò, era uno scompiglio per tutti se non per la natura stessa.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-dai amico, ti devo battere ancora?- urlò eccitato Liam a Louis che di rimando abbasso il capo e mise su un finto broncio. Era tipico dei loro pomeriggi passati insieme quando il tempo a Londra non permetteva una sana partita di calcio. E ovviamente loro, per ammazzare il tempo, si riunivano a casa di qualcuno –solitamente a casa di Harry- muniti di videogiochi e di popcorn e tanto buonumore. E ovviamente finiva sempre con un Louis imbronciato e un Liam contento delle sue innumerevoli vittorie.
-Niall puoi venire ad aiutarmi in cucina?- Harry chiese gentilmente a Niall, anche se il suo intento non era proprio quello di mettere dei popcorn in pentola. Niall senza obbiezioni seguì l’amico velocemente in cucina e si chiuse la porta alle spalle.
Harry si sedette sul ripiano della cucina e Niall lo guardò stranito pensando che i popcorn non si sarebbero cucinati da soli.
–allora?- disse Harry tutto d’un tratto.
–allora cosa?- rispose Niall alzando un sopracciglio. Non sapeva proprio dove volesse andare a parare l’amico.
-allora com’è andata con Janet? Cioè che ti ha risposto?- chiese ingenuamente Harry facendo oscillare di qua e di la le gambe.
–No-
- perché non vuoi dirmelo? Sono il tuo migliore amico, ti ricordo-
-ma cosa hai capito? No. Mi ha detto di no-

Ed Harry rimase letteralmente spiazzato. Insomma, era Niall Horan e mai nessuna ragazza sana di mente aveva rifiutato un suo invito. Anzi, c’erano ragazze che probabilmente avrebbero pagato per passare una sera insieme a lui. Insomma, aveva tutto.
Ma non poteva mollare al primo tentativo, sarebbe stata una vera e propria umiliazione.
Così andò incontro all’amico e gli cinse la vita con un braccio.
–ci proverai ancora, vero?- Niall annuì prontamente e appoggiò la fronte sulla spalla del suo migliore amico. Era turbato ed Harry lo poteva sentire anche da come si muoveva. Lo conosceva forse più di quanto lui conoscesse se stesso ed era capace di decifrare ogni sua mossa, ogni sua parola ed ogni suo sguardo. Stettero così ancora per qualche minuto poi Harry decise di rompere il silenzio.
–cosa dirai a Zayn?- gli disse strofinando la sua mano lungo tutta la sua schiena.
Un segno di conforto, diciamo. Per ribadire il fatto che lui ci sarebbe sempre stato, nonostante tutto.
-cosa dovete dirmi?- entrambi spalancarono gli occhi all’udire di quella voce.
Si staccarono velocemente e cercarono di assumere delle posizioni calme e mentalmente cercavano delle scuse plausibili.
-ehm..- sussurrò Niall – il fatto è che sono finiti i popcorn e non sapevamo come dirtelo- abbozzò un sorriso e Harry trattenne il fiato, sperando che l’amico si sarebbe bevuto questa colossale stronzata. Dio, Niall poteva inventare una scusa migliore. –oh..- sussurrò Zayn scrutando i due amici come se fosse in cerca di qualcosa –non fa nulla ragazzi, non avevo tanta fame io. Piuttosto adesso ve la vedrete con Louis- detto questo scoppiò a ridere divertito e i due tirarono un sospiro di sollievo.
L’avevano scampato, almeno per questa volta.
–comunque.. – continuò Zayn sedendosi sul ripiano della cucina dove prima era seduto Harry – questo fine settimana c’è una festa organizzata dalla nuova arrivata. Allison, mi pare. Dicono che sia molto ricca e comunque è bona.- 
- festa? Mh interessante-
rispose Harry affiancando l’amico. –possiamo portare chiunque?- domandò posando gli occhi sulla figura di Niall. Aveva fatto quella domanda con l’intento di aiutare l’amico. Sperava solo che Niall avesse afferrato il concetto. 
–si, credo di si. Insomma sarà pieno di belle donne ma se proprio vuoi portare qualcuna Hazza, puoi farlo.- Zayn spintonò di poco il riccio facendo un risolino divertito.
–bene- proferì Harry non staccando gli occhi di dosso a Niall che aveva captato al volo l’idea dell’amico.

Erano passate si e no due ore da quando i ragazzi avevano lasciato casa Styles lasciando un Harry disteso sul suo letto con solo indosso i suoi amati box Calvin Klein e intento a fissare il soffitto. La sua sveglia portava le 21.36 esatte e lui non aveva così tanta fame ne aveva il bisogno di dormire. Un’idea gli balenò la mente. Aveva bisogno di una sana scopata, si. E quale posto migliore se non quello che aveva frequentato per la prima volta?
Si vestì velocemente, recuperò un po’ di spicci, le chiavi della sua BMW metallizzata e sfrecciò per le strade di Londra.
Dopo quasi quindici minuti di viaggio si ritrovò in quelle strade isolate della vecchia città, affollate da prostitute. Parcheggiò non molto lontano e si avvicinò ad una delle prime donne che gli si presentavano a tiro. Non era importante per lui se fosse vecchia, giovane, mora o rossa. Aveva un grossa erezione tra le gambe che chiedeva pietà. Così prese per mano una delle donne e la trascinò via –quasi di peso visto che lei camminava piano per via dei trampoli rossi che aveva al piede – e la portò in un boschetto poco lontano attrezzato di panchine, giostrine e cose varie. Incominciò a baciarla. Un bacio che di casto aveva ben poco, facendo scorrere le mani su tutta la figura, cercando di toccare più pelle possibile. Si sfilò la giacca e mentre lei prese a giocare con i bottoni della sua camicia, Harry incominciò a palpargli il sedere. L’erezione pregava di essere liberata e quindi Harry stanco di quei giochetti, si tolse con forza la camicia, facendo saltare qua e la anche qualche bottone. La ragazza ridacchiò a quel gesto e capendo le intenzioni del ragazzo incominciò a strofinare le dita sopra la sua erezione ancora coperta dalla stoffa dei pantaloni. Harry tirò via il corpetto che aveva indosso la bionda mostrando quel seno sodo e probabilmente rifatto. Prese a leccarlo lasciando morsi qui e li e con una mano prese il capezzolo destro con l’intento di farlo inturgidire. Dalle labbra della ragazza fuoriuscì un gemito di piacere e stanca anche lei di quei giochetti decise di liberare ormai la dolente erezione di Harry per donargli piacere. Sfilò insieme pantaloni e mutande e rimase estasiata dalla lunghezza della sua erezione. Quando prese a fare su e giù con la mano, Harry gettò la testa indietro ansimando. La ragazza sussultò quando senti la mano di Harry spostarsi dai suoi seni alla sua intimità, intrufolandosi rapidamente all’interno senza troppi giri di parole. Stavano arrivando entrambi all’apice quando Harry si sfilò pantaloni e mutande facendo lo stesso con quelli della ragazza e la spinse per terra accasciandosi su di lei. Prese a fare un movimento circolatorio facendo scontrare le due intimità. Poi, senza preavviso entrò in lei. La ragazza gridò per il piacere e allacciò le gambe intorno al bacino del ragazzo come per richiedere di più. Ovviamente Harry non se lo fece ripete più volte e accontentò la ragazza incominciando a spingere forte da subito dentro di lei. Non ci mise molto ad arrivare all’apice portando con se la ragazza che per il piacere affondo le unghie sul collo del giovane. Quest’ultimo si accasciò su di lei e dopo che il suo battito divenne regolare si rivestì velocemente, lasciò i soldi alla ragazza e senza nemmeno un misero ‘ciao’ o un misero ‘grazie’ la lasciò li, ancora distesa per terra.  Anche quella sera era rimasto soddisfatto. E insomma, una scopata fa sempre bene.
Era intento a raggiungere la sua amata auto per far ritorno a casa, quando una situazione non gradevole gli si presentò agli occhi.
Una ragazza piegata in due e un uomo dinanzi a lei che le spegneva la sigaretta sulla mano.
Harry non le reggeva queste cose. Ma dopotutto, chi avrebbe mai avuto il coraggio di fare una cosa del genere?
Si incamminò a passo spedito verso i due, deciso sul da farsi. Ma proprio quando era a pochi passi da loro, l’uomo fuggì via.
-Ehy, dove cazzo scappi?- si lasciò sfuggire Harry con voce troppo alta.
Decise di lasciar perdere quel figlio di puttana e di occuparsi di quella ragazza, che sicuramente aveva bisogno di più attenzioni.
Si avvicinò cautamente, aveva paura di spaventarla o cosa. –ehy- disse Harry poggiandole una mano sulla spalla. Aveva i capelli che le coprivano il viso e quest’ultimo era inclinato dalla parte opposta a dov’era Harry. Quando la ragazza sentì il calore delle braccia di Harry sempre più vicine incominciò a dimenarsi e senza dire nulla –coprendosi sempre il viso- scappò via, correndo dalla parte opposta a dov’era andato l’uomo. Harry, quindi, rimase li da solo con ancora le braccia divaricante e sconcertato da quello che aveva appena fatto la ragazza. Ma cosa l’era preso? Lui voleva solo aiutarla.
Dopo una scrollata di spalle decise che era giunto il momento di tornare a casa, come se nulla fosse successo.
Come se tutto di quella sera si fosse cancellato del tutto.. scopata, ragazza e sigaretta compresa.

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La serata era incominciata nel peggiore dei modi. Si era avvicinato un vecchio tirchio che l’aveva praticamente costretta ad un servizio mezzo completo ad un prezzo praticamente stracciato. Ma è possibile che solo a lei  capitavano questi tipi?
Era ancora molto presto quando Asia, una ragazza di origini italiane le aveva riferito che il capo voleva parlarle.
Subito il terrore si impossessò di Janet. Fred, il capo di quelle ragazze, era le orecchie e gli occhi di quel posto.
Quindi sapeva tutto e non gli sfuggiva assolutamente nulla.
Janet si recò nel punto che le aveva riferito Asia e come di previsto trovò Fred intento a giocare con un accendino. Sicuramente aspettava la ragazza. Lei si avvicinò a passo lento, cercando una scusa che lo convincesse al massimo. Ma in quel momento il suo cervello era come vuoto. Non sapeva quello che fare e quello che doveva dire.
–Ciao Jan- disse lui ancora con il volto abbassato. Probabilmente l’aveva sentita arrivare.
–Ciao Fred- sussurrò lei con un tremolino nella voce.
Lui se ne accorse e sorrise beffardo. –sai..- cominciò lui, alzando finalmente il capo e lasciando vedere quei suoi occhi neri come la pece che terrorizzavano Janet. –un uccellino mi ha detto che l’altra notte sei scappata via, lasciando quindi il lavoro a metà- sfilò una pacchetto di sigarette nella tasca dei jeans, ne prese una e se la porto alla bocca, accendendola. Janet annuì flebilmente e lui fece qualche tiro prima di riprendere a parlare. –vedi Jan, io ti ho a cuore, proprio come ho a cuore le altre. Ma mai nessuna ha disubbidito ad un mio ordine. Mai prima d’ora.- ancora un tiro e Janet dentro si sentiva morire.
Aveva paura, troppa.
–io..- iniziò Janet, ma Fred la stoppò con un gesto della mano.
–dammi una buona ragione, Jan- la ragazza tentennò qualche secondo. Non sapeva quello che doveva dire. Le era praticamente andata in pappa il cervello ed ogni frase di senso compiuto che avrebbe voluto formulare, le si fermava in gola. Ostacolata da non si sa cosa. Quindi la ragazza si limitò a non rispondere. A rimanere ferma li, inchioda a fissare quella figura mostruosa dinanzi a se. Ma quella fu la scelta meno saggia perché un colpo le arrivò dritto allo stomaco.
Lei non poté fare altro che piegarsi in due dal dolore, portando una mano al ventre e l’altra sul terreno.
–non bisogna stare mai zitti, ricorda e comunque per questa volta te la passo ma fa che non ricapiti mai più.-  fece un ultimo tiro e poi si accovacciò per spegnere la sua lurida sigaretta sulla mano della ragazza che sentì un dolore atroce.  Fred rimase ancora qualche secondo a fissare la ragazza ma poi scorse in lontananza una figura che veniva verso di loro e allora incominciò a correre via.
Janet sentì solo in lontananza un -Ehy, dove cazzo scappi?- e questo le bastò per capire a chi appartenesse quella vispa vocina.
Era nella merda fino al collo, se lo sentiva, ma il dolore era troppo per correre. Quindi si limitò a girare il capo e coprire il viso con i capelli, sperando in un miracolo. Sentiva i passi sempre più vicini e questo la preoccupava sempre di più. Poi il ragazzo le mise una mano sulla spalla dicendole – hey- e lei non rispose nemmeno a quello. Solo quando sentì le braccia del ragazzo sempre più vicine, raccolse tutte le sue forze e prese a correre più che poteva. Non poteva essere scoperta, non adesso e non da Harry.
Arrivò di corsa a casa, senza mai fermarsi e per paura che qualcuno potesse seguirla.
Aprì la porta velocemente e quando la richiuse si lasciò trascinare giù.
Era stanca morta. Stanca di tutto ciò che le stava succedendo.
Stanca soprattutto psicologicamente.
Ma era ciò che aveva scelto e senza altri ripensamenti si trascinò fino al suo letto, dove cadde in un sonno profondo.
                                       
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 Qualche giorno dopo
                                        
                                                                                            ---

Erano passati due giorni da quando Zayn avvisò i suoi migliori amici della mega festa.
Ed erano passati esattamente due giorni da quando Niall aveva ricevuto il due di picche da Janet.
Non si vedeva più a scuola e anche in quei pochi corsi che loro avevano in comune lei era assente.
Niall era abbastanza preoccupato perché Janet non aveva mai saltato per troppo tempo le lezioni, se non per casi gravissimi. E quindi decise che il pomeriggio le avrebbe fatto visita. Ormai sapeva la strada di casa sua a memoria e aveva fatto amicizia anche con qualche vicino.
La sua giornata scolastica passò velocemente e all’uscita si diresse direttamente a casa di Janet, senza fermarsi a parlare con nessuno e senza perdere altro tempo. Tanto che non ebbe nemmeno il tempo di avvertire Harry su dove sarebbe andato dopo scuola.
In un batter d’occhio si ritrovo fuori casa della giovane e dopo qualche attimo di esitazione si decise a bussare.
Ad aprirlo fu una donna bassina con dei capelli riccioluti e bianchi.
Il suo taglio d’occhi era simile a quello di Janet e questo fece sorridere Niall.
-chi cerchi figliolo?- gli disse cordiale la donna.
-sono un amico di Janet, per caso è in casa?-
-ma certo. Secondo piano, la prima porta a destra.-
la donna si spostò dall’uscio della porta, permettendo Niall di entrare.
Gli indicò le scale e lui titubante incominciò a salire.
–come ti chiami, figliolo?-
-Niall, signora. Io sono Niall.-
rispose cordialmente il piccolo biondino che era affascinato dalla tranquillità che gli trasmetteva quella donna. Finite le scale si trovo subito di fronte a quella che doveva essere la camera di Janet. Non sapeva quello che doveva fare. Una parte di lui gli diceva di spalancare quella benedetta porta e di baciarla fino allo sfinimento. Un’altra parte gli diceva che forse era meglio filarsela a gambe levate. Fortunatamente non diede ascolto a nessuna delle parti ma comunque bussò alla porta.
–avanti- urlò Janet che probabilmente pensava fosse sua nonna.
La trovò distesa a pancia in giù mentre leggeva un libro. Per Niall era così bella quando era assorta.
La ragazza si girò verso la porta con un sorriso. Sorriso che tramutò in un espressione stupita quando vide Niall sull’uscio tutto rosso in viso.
-Niall che ci fai qui?- gracchiò con la voce Janet prima di ricomporsi e di assumere una posizione e un aspetto decente.
-volevo sapere come stavi.. è da tempo che non ti vedo a lezione-
-ehm, Niall sono passati solo due giorni-
sorrise lei e Niall andò più a fuoco.
Calò un silenzio imbarazzante nella camera.
-siediti qui, biondino- scherzò lei facendo posto al ragazzo sul letto. Lui sorrise, gli piaceva quando prendeva lei l’iniziativa e decise di sedersi. Passarono le prime ore a ridere e a scherzare come se fossero vecchi conoscenti. A spettegolare delle ragazze a scuola e del loro modo di conciarsi.
Si era quasi fatta ora di tornare a casa e Niall decise che era il momento di invitarla alla festa.
–vedi Jan..- cominciò Niall con voce insicura –ho sentito dire che questo fine settimana la nuova ragazza di cui non ricordo il nome, ha organizzato una festa a casa sua.- Niall continuava a torturarsi le mani – e mi chiedevo se ti andrebbe di venire con me- quest’ultima frase la disse tutta d’un fiato.  
–Niall io..- la ragazza voleva ribattere ma Niall fu più veloce di lei.
–no ti prego Jan, non rispondermi adesso. Pensaci e poi ne riparliamo. Ti va?-
la ragazza annuì anche se incerta ma comunque felice.
Lui annunciò che si era fatta ora di tornare a casa e quindi scesero insieme fino all’ingresso.
Niall salutò gentilmente la vecchia donna che era in cucina a guardare uno di quei noiosi documentari e poi si recò all’ingresso.
-sono stata bene con te oggi- disse Jan rossa in viso.
-anche io Jan, davvero- sorrise Niall e prima di andare via le stampò un bacio sulla guancia.
Per la prima volta se ne andò da quella casa con il sorriso sulle labbra.
Non era ancora sicuro che sarebbe andato alla festa con lei, ma avevano fatto un passo avanti e lui ne era contento.





-spazio mio-

*il mio cervello va in fumo*
fialmente ho finito questo dannato capitolo.
sono a lavorarci dalle 15.00 e vi giuro che il mio cervello e i miei
occhi chiedono pietà. spero davvero che vi piaccia senno mi uccido.
*boom*
anyway, vi ringrazio per le recensioni. per i complimenti, per tutto.
siete davvero fantastiche.
un bacio graaaaaaaandissimo.
-Ter

Niall, ti amo davvero tanto.

#foreveralone 
  
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