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Autore: kasumi    16/09/2012    8 recensioni
Spike è appena scappato dall'Iniziativa e si è unito agli Scoobies. Buffy è prevenuta nei suoi confronti e teme che stia architettando qualcosa alle loro spalle, perciò chiede a Willow di fare un incantesimo per leggergli nella mente... (ispirata dal film What women want)
Genere: Angst, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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--- What vampires want ---


Autrice: Kasumi
Serie: Buffy the Vampire Slayer

Ambientazione: Quarta serie.
Genere: What If, Commedia, Angst, ??
Rating: ??

(non so ancora dove mi porterà questa storia…)

Incipit: Spike è appena scappato dall'Iniziativa e si è unito agli Scoobies. Buffy è prevenuta nei suoi confronti e teme che stia architettando qualcosa alle loro spalle, perciò chiede a Willow di fare un incantesimo...

Note: Ho ripreso la scena di Something Blue per collegarmi al telefilm ma, per comodità, ho tralasciato il fatto che Willow è appena stata lasciata da Oz.

Fiction ispirata dal film “What women want” con Mel Gibson. E’ abbastanza conosciuto ma, se non l’avete mai visto, sappiate che parla di un pubblicitario playboy che riceve per caso il potere di leggere i pensieri di tutte le donne che incontra e, tentato dallo sfruttare questa dote per fare carriera, si avvicina invece al mondo e alla sensibilità femminile.

Buona lettura!



Capitolo 1


(NdKasumi: corretta la sera del 18/09 per sistemare la scorrevolezza)


«Allora, li hai visti in faccia ma non sei in grado di descriverli.»
La Cacciatrice fissò incerta il vampiro ossigenato. Traeva un perfido piacere nel vederlo rabbioso ed innoquo, mentre era incatenato alla vasca da bagno dell’appartamento di Giles.
«Beh,» Rispose lui, inclinando la testa di lato. «Erano umani. Due occhi e qualcosa al centro della faccia.» Ostentando il solito atteggiamento strafottente.
«A-ha. E il laboratorio?»
«Sotterraneo.» Spike piegò la testa all’indietro. «Sono uscito da una presa d’aria, ma non so esattamente dove.» Indicò con il mento davanti a sé e piagnucolò. «Sono a pezzi. Accendete la tivù.»
Buffy ignorò di proposito l’apparecchio televisivo alle sue spalle e continuò a fissarlo con cipiglio autoritario. L’attenzione di lui andò alla porta, da dove Giles stava facendo il suo ingresso con una tazza gialla colma di sangue ed una cannuccia.
«Era ora. Spero almeno che sia caldo.» Non si preoccupò affatto di mostrare riconoscenza per quelle persone che, nonostante tutto, si stavano prendendo cura di lui.
L’uomo porse la tazza alla ragazza e gettò uno sguardo turbato alla creatura, mentre decine di quesiti affollavano la sua mente.
Chi erano queste persone che avevano rapito Spike e avevano condotto degli esperimenti su di lui? Qual’era il loro fine? E quanto stava rischiando a nascondere quel disgraziato in casa propria?
Buffy ne fissò il contenuto per un attimo, ignorando la scritta “Bacia il bibliotecario” che faceva bella mostra di sé sul davanti, e fece una smorfia disgustata. Poi sospirò e si sporse in avanti, per avvicinare la tazza al mento del vampiro.
Questi si avventò sulla cannuccia e prese a succhiare avidamente e rumorosamente, senza smettere di guardarla. La cosa aumentò il disgusto di lei, che si girò dall’altra parte.
«Che c’è? Sei diventata schizzinosa tutto d’un tratto?» Disse poi, prendendo una pausa. «Chissà quante volte l’hai fatto con Angel.»
La Cacciatrice allontanò la tazza di scatto e andò a posarla sulla televisione, lasciando Spike con la cannuccia penzolante tra le labbra.
«L’hai voluto tu.»
«Ehi! Ridammelo!» Protestò lui, il sangue che colava dalla cannuccia.
«Ora basta.» Lamentò lei, piazzandosi a braccia incrociate a fianco della vasca. «Piantala di fingere questa amnesia. Le cucine resteranno chiuse fino a che non mi darai informazioni utili riguardo il commando.»
«Sto cercando di ricordare. E’ stata un’esperienza traumatica.» Si giustificò lui con finta aria innocente, facendo voltare gli altri due in direzioni opposte per la stizza.
«Quanto durerà questa commedia?» Esclamò Buffy esasperata, riportando lo sguardo sul vampiro.
«Quanto tempo vivrò dopo aver parlato?» Chiese questi, stringendo gli occhi.
«Vedi, Spike, » Si intromise l’Osservatore. «Non abbiamo intenzione di uccidere una creatura, uhm, indifesa, » Si tolse gli occhiali. «Ma dobbiamo sapere che cosa ti hanno fatto. Non possiamo lasciarti andare fino a che non saremo sicuri che sei impotente.»
«Ehi!» Protestò il vampiro.
«Scusatemi, ho scelto l’aggettivo sbagliato. Fino a che non siamo sicuri che sei-»
«Flaccido?» Suggerì la Cacciatrice.
«Sei a un passo da me, signorina.» Sibilò l’oggetto della discussione.
Lei si voltò improvvisamente. «Signor Giles, aiuto!» Disse con sarcasmo. «Mi sta minacciando.»
Spike si lanciò in avanti e tentò di afferrarla, ma le catene lo trattennero comicamente alla vasca, quindi dopo un po’ smise di dimenarsi e ricadde all’indietro.
«Sai cosa?» Disse lei, tornando ad avvicinarsi. «Non penso che tu abbia tanta fretta di andartene. Forse stai fin troppo comodo dove ti abbiamo sistemato.» Lo sfidò con voce melliflua, i loro volti a pochi centimetri di distanza.
«Comodo?» Lamentò lui. «Sono incatenato ad una vasca da bagno bevendo sangue di maiale da una tazza alquanto originale. Non è quella che si definisce un’ospitalità a cinque stelle.»
«Vuoi qualcosa di meglio?» Offrì la ragazza, allontanandosi un poco e piegando la testa di lato. «Guarda il mio povero collo. Tutto nudo, tenero ed esposto…»
Spike rimase affascinato dal dito che lei fece scorrere sulla pelle liscia ed abbronzata e iniziò a boccheggiare, desiderando affondarci le zanne. «Con tutto quel sangue che scorre.»
Giles poté quasi giurare di vedergli fuoriuscire la bava dalla bocca e si voltò dall’altra parte.
«Oh, per favore.» Commentò esasperato. Sembravano proprio che quei due non volessero smettere di stuzzicarsi a vicenda.
«Giles, falla smettere.» Ringhiò il vampiro nella direzione dell’uomo, mentre questi attraversava la porta e si incamminava nel corridoio.
 
***
 
«Se quei due non si ammazzano a vicenda, ci penserò io.» Annunciò l’Osservatore, entrando nel soggiorno dove Willow era seduta a sfogliare alcuni libri.
«Cosa ne pensa dell’incantesimo della verità?»
Chiese la strega, notando come l’uomo stava pulendo gli occhiali con maniacale accuratezza.
Sapeva che quel gesto significava una cosa sola: Giles era molto teso, il che era davvero un brutto segno.
«L’incantesimo della verità… Ma certo, perché non ci ho pensato prima?» Disse questi, riposizionando gli occhiali al loro posto e infilando le mani in tasca. La sua espressione si rilassò un poco mentre rifletteva su quella possibilità.
«Perché era troppo occupato ad avere per le mani il paziente inglese non-morto?»
La ragazza gli porse il libro che aveva in mano.
«Sì. Possiamo provarci.» Approvò lui, dando uno sguardo alla pagina che aveva lasciato aperta.
«Non dovrebbe essere difficile. Domani farò un salto al negozio di magia per procurarmi gli ingredienti.» Willow raccolse gli altri libri e si alzò in piedi.
«Eccellente.» Commentò l’uomo.
«Bene. Ci vediamo più tardi con ciambelle e tutto l’occorrente.» La strega gli camminò intorno e andò a raccogliere la borsa nell’entrata. «Ciao, Buffy! Ci vediamo a casa.»
«Ciao!» Disse Buffy dal bagno.
«Bene. Grazie, Willow.» Salutò Giles.
Mentre la rossa si apprestava ad uscire, questi si diresse nuovamente al bagno per controllare la situazione. Con ancora il libro tra le mani, osservò Spike succhiare avidamente dalla cannuccia mentre scambiava con la Cacciatrice uno sguardo intenso e ricco di pensieri inespressi.
«Forse Willow ha avuto una buona idea.»
Annunciò, e la bionda si girò nella sua direzione.
 
***
 
Qualche ora dopo, Buffy e Willow erano nella loro stanza al campus. La prima sgranocchiava tortillas mentre la seconda era intenta a leggere da un libro di magia.
«Non sono sicura che funzioni anche con i vampiri.» Disse quest’ultima, emettendo un sospiro scoraggiato.
«Che cosa, l’incantesimo della verità?» Chiese la prima, allontanando dalla bocca il triangolo di mais.
«Sì.» La rossa sollevò la testa dal volume.
«E se ne provassimo uno per leggergli nella mente?» Gli occhi della bionda parvero illuminarsi improvvisamente mentre l’altra la fissava con la fronte aggrottata.
«Non mi fido molto di Spike…» Spiegò. «Voglio dire, chi ci assicura che l’incantesimo funzionerà e lui dirà la verità? Non è meglio trovare un modo per sapere quello che pensa?»
«Uh, hai ragione.» Concordò Willow, dopo un attimo di meditazione.
«Senza contare il fatto che, conoscendolo, starà con tutta probabilità architettando qualcosa contro di noi. E, in quel modo, potrei sgamarlo.» La bocca di Buffy era tesa in un largo – e confabulatorio - sorriso.
«Di nuovo, hai perfettamente ragione.» La strega sembrava sempre più affascinata dalla cosa. «Sembra un’idea grandiosa! E, come si dice? Conosci il tuo nemico per sconfiggerlo.» Concluse solenne.
«Credo fosse “conosci il tuo nemico e conosci te stesso”.» La corresse la Cacciatrice.
«Quello che è.» Minimizzò l’altra, accompagnando le parole ad un gesto della mano. «Credi che dovremo consultare Giles a riguardo?»
Buffy assunse un’espressione pensierosa per un attimo. L’idea di dover riferire ogni singolo pensiero del vampiro non la eccitava per nulla.
«Nah, non credo sia necessario.» Rispose infine. «Questa cosa resterà tra noi.»
La rossa annuì, rimettendosi a sfogliare il libro.
«Dunque, dunque.» Disse, localizzata la pagina. «Prendi nota.»
La bionda accantonò il sacchetto di porcherie-che-rovinano-la-linea e andò a recuperare il blocchetto e la penna che giacevano sopra la scrivania. Quindi tornò a sedersi sul letto a fianco dell’amica.
«Abbiamo bisogno di qualcosa di suo, tipo-» Iniziò quest’ultima.
«Una maglietta?» La interruppe Buffy. «Tanto ce le ha tutte uguali. Non se ne accorgerebbe nemmeno, in caso gliene fregassimo una.» Minimizzò con una smorfia.
«No, qualcosa di più personale. Tipo un capello o un unghia.» Precisò l’altra.
«Oh mio Dio. Non ci vedo Giles a tagliargli un unghia di nascosto!» Si agitò la bionda. «E non saprei nemmeno come convincerlo a farlo!»
«Potresti farlo tu.» Propose Willow. «Sei stata capace di recuperare le unghie della tua vecchia compagna di stanza…»
«Ma quella era un demone che aveva tentato di succhiarmi via l’anima! Era una questione di vita o di morte! E poi non penso che le Spike abbia bisogno di tagliarsi le unghie.» Si giustificò la prima, rabbrividendo al ricordo. «Insomma, è morto. Non dovrebbero crescergli.»
«Allora vada per il capello.» Pronunciò solennemente la seconda.
Buffy appuntò “Capello ossigenato del cretino” in cima alla pagina.
«Poi abbiamo bisogno di due fegati di rana.»
«Bleah!» La prima alzò gli occhi disgustata.
«Quelli li posso facilmente recuperare dall’aula di scienze.» Suggerì la strega.
L’altra appuntò “due fegati di rana” in elegante calligrafia.
«Una gonade di demone Polgara.» Continuò la seconda.
La bionda alzò un sopracciglio. «Gli ingredienti sono tutti così schifosi? E, comunque, non può andare bene anche una tonsilla di Polgara? Non che squartargli la gola al posto dei, ehm, sia meno schifoso, ma-»
«Oh no, Buffy! Quelle si trovano già pronte ed essiccate al negozio di magia, giusto dietro al bancone. Gli stregoni d’oggi si sono messi al passo coi tempi, sai.» La informò Willow.
«Oh, e io che credevo fossero una specie di frutta secca…» Commentò la Cacciatrice mogia mogia, continuando a prendere appunti.
«Comunque, riguardo lo schifo, sono d’accordo.» Ammise la strega, strofinandosi il collo in imbarazzo.
«Almeno mi sono risparmiata di recitare la parte di Jack lo Squartatore… » Commentò l’altra, prima di emettere un sospiro di sollievo.
 
***
 
Molti ingredienti schifosi ed impronunciabili dopo, inclusi capelli rubati dai pettini e infilati di nascosto nel miscuglio, Willow recitò l’incantesimo.
«Bene.» Disse poi, guardando il signor Giles. «Ora possiamo provare a fargli delle domande.»
Buffy sapeva che le sarebbe bastato stare nei dintorni di Spike per conoscere i suoi pensieri e si chiese quanto sarebbero stati diversi rispetto a quello che sarebbe uscito dalla sua bocca.
Aveva già provato l’ebbrezza di conoscere i pensieri degli altri quando la sua pelle aveva assorbito accidentalmente il sangue di un demone, e sapeva quanto la cosa potesse essere affascinante, illuminante e divertente, ma anche fastidiosa e dolorosa.
L’amica si era rifiutata di condividere questo potere e Buffy sarebbe stata l’unica a conoscerli.
Il vampiro, che era stato imbavagliato e legato ad una sedia affinché non guastasse l’incantesimo, roteò gli occhi.
“Spero solo che la rossa non prendi l’abitudine di testare gli incantesimi su di me. Non vorrei svegliarmi un bel giorno a forma di Gremling.”
La ragazza sorrise, elettrizzata dal suo nuovo potere. Scacciò dalla mente l’immagine della creatura coccolosa che diventava malvagia e orribile all’occorrenza - sebbene si adattasse perfettamente al vampiro - e riportò l’attenzione a quello che stava accadendo nella stanza.
Giles aveva tolto il bavaglio al ragazzo e si apprestava ad interrogarlo. Per quello che ne sapeva lui, era stato fatto l’incantesimo della verità.
«Dove si trova la base del commando?»
Spike sbuffò.
«Vi ho detto che non lo ricordo con precisione.»
“Era da qualche parte nei giardini del campus… Ma se lo sapessi, ti pare che a quest’ora non l’avrei già fatto saltare in aria?”
Buffy constatò che aveva detto la verità.
Giles si massaggiò il mento pensieroso. «Cosa hai visto nel laboratorio?»
Il ragazzo si fece serio, tentando di ricordare. «C’erano molte celle con dei demoni tenuti prigionieri. Demoni su cui stavano facendo esperimenti. Ma non so altro.»
“Forse il segaiolo e la sorella mancata di Giovanna d’Arco potrebbero scoprire qualcosa.”
«Non sono la s-» Esclamò Buffy d’impulso, interrompendosi nell’attimo in cui ricordò che era l’unica ad aver sentito quella frase e non era il caso di farsi scoprire subito.
I presenti si girarono tutti verso di lei.
«Non sono sicura che quelle attività siano del tutto legali.» Si affrettò a correggere.
«Lo temo anche io.» Commentò Giles. «Suggerisco di darci dentro con le ronde e sperare di beccare qualche soldato in giro, così da poterlo seguire.»
La bionda annuì e tutti sembrarono allontanarsi per tornare alle loro occupazioni.
«Ehi! Vi state dimenticando di me!» Urlò Spike. «Queste corde strette mi stanno bloccando la circolazione!»
Buffy si voltò verso di lui e gli rivolse un’occhiataccia.
«Taci. Tu non hai circolazione.»
“Oh, ecco che rispunta la donna di ghiaccio.”
L’espressione della cacciatrice mutò da seccata a offesa. Poi si guardò intorno e, verificato che fossero restati da soli nel soggiorno, camminò al suo fianco. Il vampiro la vide piegarsi in avanti con la coda dell’occhio e avvicinare la bocca al proprio orecchio.
«Ehi, Bad Boy. Lo so che non è mai scorso buon sangue tra di noi ma, dal momento che in questa cosa siamo dalla stessa parte, ti conviene collaborare.»
«Sto facendo del mio meglio per collaborare.» Commentò lui, irrigidendosi.
Buffy pensò che questa improvvisa vicinanza stava turbando molto entrambe le parti. Giles aveva i nervi a fior di pelle e sembrava non poterne più di quella sistemazione. Cosa che era comprensibile, tenendo conto dell’avversione di questo per i vampiri e della pericolosità e imprevedibilità di Spike, senza contare la capacità innata di questi di rompere le scatole ed il fatto che l’uomo non era più libero di usare il proprio bagno.
In fin dei conti, il vampiro e la gang erano stati acerrimi nemici fino al momento in cui lui era scappato dal laboratorio dell’Iniziativa ed aveva chiesto aiuto e non c’erano certezze che, dopo aver mandato all’aria i piani di questa, non tornassero ad esserlo.
«Intendo, smettendo di comportanti come uno stronzo. Ti ricordo che, se mi fai girare i cosiddetti, posso sempre sbatterti fuori sotto al sole.»
Spike si voltò nella sua direzione e le rivolse uno sguardo truce.
«E ti ricordo che ora sei innocuo
Lo vide stringere gli occhi, l’orgoglio che ribolliva dietro di essi.
«Non dico che durante questa tregua dobbiamo fingere di essere grandi amici, ma… Visto che hai bisogno del nostro aiuto, credo non sia utile darlo per scontato.»
Buffy finì il discorso con uno sguardo molto severo.
Mentre si raddrizzava, sentì le gambe tremarle per il pensiero che lui aveva avuto di spezzarle l’osso del collo a sangue freddo e di scappare avvolto in una coperta, se solo avesse avuto le mani libere.
«So che mi odi.» Disse poi, a metà strada verso la cucina. «Ma farai bene ad accantonare i tuoi pensieri ostili, fino a che la situazione non si sblocca.»
Spike restò a fissarla mentre si allontanava, riflettendo sulle parole che gli aveva rivolto.


TBC
  
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