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Autore: apochan kenshiro    17/09/2012    2 recensioni
Una città completamente diversa, un clima cambiato... Chi sono Michiko e Kaito? Che fine hanno fatto tutti quanti? E perchè il distretto di Nerima-ku è più silenzioso e tranquillo che mai? Una storia particolare, dove la linea del tempo segue un corso unico, dove tutto ciò che è non è, dove l'apparenza inganna, dove la verità porta a tutta un'altra realtà...
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Salve! Questa è la prima volta che pubblico con il mio account sul sito (non avendo avuto prima la connessione, condividevo l'account con una mia amica...), ma non è la prima storia che pubblico... questa volta intendo condurre ben avanti la fanfiction che qui vi presento, che ho cominciato a scrivere da molto tempo, e la quale spero si prefiguri come un grosso "lavoro", diverso dai precedenti... se in "corso d'opera" vorreste recensire i capitoli vi sarei molto grata... (sia recensioni positive che critiche sono più che gradite...)
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A sign

Respirava piano, regolarmente, tenendo il suo corpo in tensione. Il cuore scandiva cauto i suoi battiti, i polmoni inspiravano ed espiravano ritmicamente, le membra era quasi statiche.

Ma sotto vi era uno sforzo disumano: le arterie pompavano con tutta la loro forza il sangue, minacciando di scoppiare, i polmoni bruciavano, bramando di risucchiare quanta più aria potessero, e tutti i muscoli, benché coi loro limiti, volevano guizzare, fremevano.

Non si poteva permettere di cedere in quel momento, non senza nemmeno aver cominciato, ma quella volta sarebbe stata dura, più di tutte le altre. Nonostante tutto poteva aver la forza di farcela? E soprattutto, da quando tornare in Giappone, a Nerima, era divenuto così pesante?

 

Fischiettava allegramente, mentre stava riponendo nel frigorifero della cucina le ultime casse con le bottiglie di sake. Si asciugò il sudore della fronte, dopo aver sistemato il tutto con successo, poi uscì da lì richiudendo la grossa porta metallizzata. Estrasse allora dalla tasca il raro tesoro che aveva raccolto: un bocciolo di ciliegio, un bocciolo tardivo, qualcosa di raro e delicato, bello e raro come la sua Shampoo. Glielo avrebbe donato ed avrebbe trovato la forza di chiederle un appuntamento, sì, ne era certo: quel giorno era il suo giorno fortunato e lei gli avrebbe detto di sì.

Uscì quindi gongolante e deciso dai locali del ristorante, per addentrarsi nell'abitazione. Non dovette aspettare molto, che la incontrò, anzi lo travolse.

-Ah, stupido papelo, ma pelché sei semple nel mezzo?-

Mousse, appena steso sul legno del pavimento, impiegò poco a rialzarsi.

-Shampoo, mia adorata … -

-Non ho tempo pel te Mousse, ho molta fletta. Devo andale a fale delle consegne.-

-Consegne? A quest'ora?-

Sistemandosi gli occhiali, lo sguardo del ragazzo ricadde sull'orologio nel corridoio, che segnava appena le dieci. Una mole imprevista di borse fece capolino dietro la ragazza.

Shampoo sbuffò rumorosamente.

-Celto! I clienti sono i clienti. Mi laccomando Mousse, avvelti la bisnonna che potlei fale taldi … so che oggi tolnelà … capito?!-

-S-sì … scusa Shampoo, ma … tutti quei borsoni cosa ci fanno qui?-

Chiese timidamente l'impacciato ragazzo.

La risposta fu rapida e “coincisa”. Uno schiaffo si impresse sulla sua guancia, caldo e dolente.

-Ma, ma, Shampoo, perché?-

-Pelché non ti devi azzaldale a toccale niente, capito? Ho sistemato il mio almadio pel la plimavela, ecco tutto … se ti tlovelò a flugale, uno schiaffò salà niente.-

Un sospiro di rassegnazione sfuggì veloce fra le labbra.

-Ho capito.-

Lo sguardo lugubre della amazzone mutò subito in un sorriso a trentadue denti.

-Pelfetto! Ciao, ciao, Mousse!-

E travolgendolo ancora sgusciò via.

Il cinese si rialzò per l'ennesima volta, sfiduciato e distrutto. In tutto ciò notò qualcosa di roseo sul legno. Il bocciolo di ciliegio era stato calpestato, da Shampoo, senza un minimo di riguardo.

Sistemò saldi sul suo naso i grandi occhiali spessi, sperando che la tristezza nelle sue iridi di giada non si potesse scorgere.

Attraversò mesto il corridoio, tornando al ristorante, decidendo che avrebbe annegato il proprio dispiacere pulendo le ultime stoviglie … almeno Obaba non si sarebbe lamentata, non almeno più del solito.

Stava per dirigersi nella cucina, quando lo scorrevole della porta d'entrata si spalancò di colpo.

-Chi è là?-

Un familiare quanto doloroso colpo in testa non si fece attendere.

-Stupido di un ragazzo, secondo te? Dov'è la mia cara nipotina?-

-Uh? Ah, è andata a fare delle consegne urgenti...-

-Uhm ...-

I grandi occhi dell'anziana amazzone si assottigliarono. Mousse fu quasi certo di aver visto trapelare dal suo sguardo un accenno di nervosismo.

-Dannazione, non possiamo aspettare, le lasceremo un messaggio. Scrivi Mousse: andiamo dai Saotome.-

Tale precisazione fece un strano effetto sul cinese, facendo nascere in lui tante domande.

Ma obbedì a quanto richiesto senza fiatare: il tono perentorio e preoccupato dell'anziana era stato molto più convincente. E non prometteva niente di buono. Come un fragile bocciolo calpestato.

 

La pentola borbottava, mentre al suo interno le verdure bollivano con i funghi. Kasumi affaccendata e solerte era già in cucina, in largo anticipo sull'orario di pranzo, ma già intenta a preparare prelibate pietanze.

Stava per assaggiare il riso, quando un tintinnio sinistro la richiamò.

Non c'è vento … perché il campanello ha suonato?”

Titubante uscì dalla cucina, dirigendosi nella sala da pranzo.

Quando vi entrò trovò tutti riuniti lì, più due ospiti inaspettati.

-Oh, nonnina, Mousse, siete voi.-

Soun Tendo, grave nell'espressione, si volse verso la figlia.

-Kasumi, siediti anche tu.-

-Ma papà, ho il pranzo sul fuoco … -

-Questa volta i tuoi manicaretti dovranno aspettare, figlia mia.-

Una strana sensazione ad attanagliarle il cuore. Ecco come Kasumi si sedette fra i suoi familiari.

-Ora che siamo tutti, potremmo sapere di che cosa si tratta, vecchia.-

Era Ranma, governato da impazienza ed ansia.

Quando i due cinesi erano piombati nel giardino non aveva avvertito nulla di buono … e sentiva che non ne erano la causa …

-Calma futuro marito, stavo giusto per cominciare. Ma ricordati che la fretta è cattiva consigliera.-

-Lo spero ...-

Soffiò, mentre poteva sentire le sue dita perdere sensibilità sotto la propria stretta a pugno.

L'anziana amazzone sospirò, contribuendo ad aumentare il senso d'angoscia che aveva cominciato a serpeggiare al loro arrivo. Anche Nabiki era tesa, pur non rivelandolo eccessivamente.

-Sono tornata oggi stesso da un importante viaggio in Cina, al mio villaggio. La matriarca e le sorelle mi avevano richiamato urgentemente. Vi assicuro che avrei preferito non rivedere la mia terra, non in queste circostanze. Sembra che le cose si siano complicate dall'ultima volta che siamo stati là ...-

Un tuffo al cuore, ancora, in un momento. Ed uno scenario già visto si ripresentò di nuovo nella mente.

-Non … non si tratterà di nuovo delle Sorgenti?!-

Genma, la voce concitata, affannata, aveva parlato.

-Purtroppo sì, Genma Saotome, le Sorgenti si stanno nuovamente prosciugando. E la causa di tutto ciò è ben più grave di un popolo che vuole eleggere il suo re. A quanto pare era già tutto collegato a quello che è successo in precedenza, ma le cose stanno ben diversamente da come avevamo immaginato.-

-Spiegati meglio, Obaba.-

Il codinato aveva sibilato, sentendo che l'ansia stava prendendo il sopravvento.

Akane fece scivolare silenziosamente la sua mano in quella di lui, sperando almeno che sentisse di non essere solo in quell'agonia.

Lo sguardo di risposta della donna minuta, fu un secco rimprovero.

-Il processo di prosciugamento delle Sorgenti non è stato provocato dal popolo del monte Hooh.-

-Cosa?-

Il grido risuonò unanime, previa la voce dell'amazzone.

Soun puntò sconcertato i palmi delle mani sul tavolo.

-Cosa significa tutto ciò, Obaba?-

-Significa, mio caro Soun Tendo, che effettivamente non aveva senso dare tutta la colpa alla popolazione degli uomini – uccello. Sono molto più d'una le tribù che attingono le loro risorse idriche alle fonti delle Sorgenti Maledette. E dopo quello che emerso nel consiglio del mio villaggio è più che palese che la causa di tutto è altra, e ben peggiore … Un sigillo antico, molto potente si sta incrinando, e chi o cosa era trattenuto da questo sigillo sta da tempo prosciugando le fonti per la loro energia … Mi duole continuare, ma c'è una notizia ben peggiore. Questo sigillo era sotto la tutela delle donne della mia famiglia, da millenni. Sono tre i cimeli che mantengono in vita il sigillo, con la loro aura magica: la “collana della vita”, che rappresenta l'Uomo, il “pettine della terra”, lo Spazio … ed infine … lo “specchio delle acque”, il Tempo ...-

-Un momento ...-

Una voce roca e concitata si era intromessa, facendo voltare i presenti: Happosai era rientrato.

- … hai detto uno specchio che rappresenta il tempo?-

-Esatto Happy … ti è forse familiare?-

Le parole di Obaba furono taglienti, quasi accusatorie.

Akane si animò, come conscia che quello che aveva intuito era un pessimo presagio.

-Obaba, non sarà forse … -

-Sì, Akane … è il “Guriisu no Kagami”, lo “specchio greco”. E noi, rompendolo, abbiamo indebolito un antichissimo e fortissimo sigillo. Se non vi poniamo rimedio, quello che ne uscirà sarà la catastrofe globale.-

-Cosa frena quel sigillo?-

La voce di Ranma risuonò vota, atona.

-Io ...-

-Rispondimi Obaba.-

-Una forza oscura, divoratrice, che se sarà totalmente liberata dal sigillo prosciugherà tutto ciò che è ki su questa terra.-

-Sarà la fine della vita.-

Happosai aveva pronunciato la terribile quanto insperata sentenza. Furtivamente aveva già preso posto attorno alla tavola, sui suoi soliti zabuton, fumando la sua pipa.

-Oh, cielo ...-

Kasumi, scandalizzata, non era riuscita a reprimere il proprio orrore.

-Bene, se allora in tutta questa storia dobbiamo … -

Nabiki fu interrotta bruscamente, ritrovandosi il bastone di Obaba puntato alla gola di taglio.

-Ma che … -

-Silenzio ragazza … sembra che i muri in questa casa abbiano orecchie …-

Poi, rivolgendosi oltre la veranda, in giardino, aumentò il volume della voce.

- … mi sorprende essere presa così facilmente alle spalle, così spiata senza accorgermene, davvero complimenti. Ma adesso i giochi sono finiti. Uscite allo scoperto, chiunque voi siate, o vi assicuro che provvederò personalmente.-

Fu il silenzio in sala, tanto palpabile quanto opprimente. Cosa era preso all'amazzone?

-Obaba, cosa …-

-Shh ...-

Ripiombarono nel silenzio, finché un fruscio sempre più udibile li rese certi delle doti dell'anziana cinese.

Dai cespugli sotto il ciliegio spuntarono due figure. Nabiki sentì il bastone abbandonare la sua gola. Non fece altrettanto la tensione.

I due usciti dall'angolo del giardino avanzarono lentamente, sollevando metodicamente le braccia.

La paura serpeggiò, ed in poco Ranma, Mousse, Soun, Genma, Obaba ed Happosai si ritrovarono in piedi, in posizione di difesa. Fu questione di poco, e lo stupore si diffuse: sotto i raggi di sole che filtravano nella veranda comparvero due ragazzi, le braccia alzate al cielo in segno di resa.

Erano due giovani straordinariamente belli e longilinei, atletici a colpo d'occhio, vestiti con abiti singolari, dal taglio particolare. Portavano lei capelli lunghi, lui corti, arruffati, entrambi di un castano chiaro tendente al rosso. I volti, nivei, erano difficilmente indovinabili, nascosti fra i capelli che ricadevano sulla fronte, sugli occhi, sulle guance, sugli zigomi … ma Ranma li intravide, per un attimo, mentre si scambiavano uno sguardo di meraviglia: vide occhi verdi, cangianti, di un colore straordinario … eppure quei capelli fini e scarmigliati non andavano, quegli occhi smeraldini non tornavano … sembrava … sembrava tutto sbagliato …

-Vi chiediamo scusa, non volevamo essere invadenti ...-

A parlare era stato il ragazzo, con una voce grave e lievemente tremula.

- … vi assicuriamo che siamo innocui ...-

Obaba si fece avanti a tutti, andando incontro ai due, ormai fermi sotto gli scalini di pietra della veranda.

-Molto bene... direi allora che delle presentazioni e delle spiegazioni possano essere il minimo, giusto?-

 

Si stavano fissando ormai da un pezzo, senza proferire parola, da che Kasumi li aveva fatti accomodare. Erano sembrati come in ansia, in imbarazzo di fronte a loro. Da quando era stata portata loro una tazza di tè si erano come ammutoliti.

-Bene, figlioli, vi andrebbe di dirci chi siete?-

Era stato Soun.

Più li guardava, più gli sembrava palese che fossero ragazzi dell'età delle sue figlie. Era stato quasi naturale rivolgersi a loro così, anche se con il cuore che martellava stranamente nel petto.

L'appello fu fruttuoso, risvegliando dall'intorpidimento i due.

-Sì, ci scusi, provvediamo. Mi presento, sono Michiko ...-

- … ed io Kaito. Io e mia sorella siamo gemelli e pratichiamo le arti marziali.-

E si proferirono in un inchino di fronte al padrone di casa, mettendolo buffamente a disagio.

-Ah, ecco, noi ...-

-Non si preoccupi signor Tendo, noi sappiamo chi siete …-

-Come?-

-È una lunga storia.-

Ancora lo stupore si impadronì della scena, mettendo in subbuglio le menti dei presenti. Chi erano quei ragazzini?

-Beh, per oggi il tempo non ci manca, giusto Obaba?-

Ammiccò Nabiki all'amazzone.

-Direi di no Nabiki Tendo. Procedete quindi, sono ansiosa di conoscere questa lunga storia ...-

I due si guardarono negli occhi, poi in tacito assenso, la ragazza cominciò a parlare.

-Ecco, noi … come abbiamo detto siamo fratelli e abbiamo 18 anni, ma non in questo anno, almeno non logicamente.-

-Non ti seguo ragazzina … sii più chiara ...-

Esternò Obaba, l'incapacità di sapere la risposta a renderla ansiosa.

Per assurdo anche la ragazza di fronte a lei mostrava un palese nervosismo, come insicura su cosa dire e fare.

-Noi … non veniamo da qui, da Nerima, o almeno non dalla Nerima di questo anno … veniamo dal futuro, dal distretto del terzo millennio …-

Qualcun altro stava per replicare, per curiosità, ansia, nervosismo, un misto di sensazioni inscindibili. Ma Happosai si era frapposto, schermando le intenzioni con la pipa fumante.

- … Nel nostro futuro la città è molto tranquilla, molte cose saranno risolte, ma sono avvenuti danni irreparabili, ferite molto profonde … abbiamo viaggiato nel tempo fino a qua per porvi rimedio ed evitare la catastrofe. Per questo vi abbiamo ascoltato, seguito, in modo da indagare le cause, da scoprire l'origine: per stroncare sul nascere ciò che farà soffrire molte persone.-

Ci fu una pausa, poi l'anziana amazzone intervenne.

-Mh, hai detto che ti chiami Michiko, giusto?-

-Sì … -

-Allora ragazza pregherei tu e tuo fratello di renderci partecipi delle vostre informazione, perché se avete ascoltato bene, potrebbe andarne della vita ...-

-Lo sappiamo … in realtà tutto o niente, le nostre informazioni sono ancora molto divergenti dalle vostre, ma una cosa è sicura: la causa di tutto e il “Guriisu no Kagami”. Ne dobbiamo impedire la manipolazione, a tutti i costi. Quello è la chiave di tutto.-

Gli sguardi astiosi si puntarono tutti sulla piccola figura che fumava beata sugli zabuton. In pochi secondi si ritrovò sollevata per il bavero.

-Ranma, ti pregherei gentilmente di lasciar andare il tuo maestro. Altrimenti la punizione sarà singolare ...-

-Non credo proprio vecchiaccio … dicci subito dove lo hai nascosto.-

-E cosa di grazia?-

-COSA?! Lo specchio, idiota! Sei tu quello che lo aveva rubato, no?-

Nella tensione generale, nessuno aveva notato gli scambi di sguardi dei nuovi arrivati, sguardi di … rimprovero …

La scenetta durò ancora molto, con il rincaro di Soun, Genma e Mousse ed il diniego secco di Happosai, ormai in procinto di scagliare un Happo Dai Karin.

Il ragazzo saltò su, come infastidito, puntando il dito ai bellicosi presenti, e sventando senza saperlo l'ennesima esplosione della sala da pranzo.

-Ehi, finitela! Vi sembra un degno comportamento da artisti marziali? Non dovreste trattare così un venerabile maestro di arti marziali!-

-Eh?-

Tutti si congelarono, guardando il ragazzo come se fosse un alieno.

Ranma acchiappò Happosai, sventolandolo davanti all'altro.

-E questo vecchio lascivo di un ladro di biancheria tu lo chiami “venerabile maestro”? Devi essere ammattito ...-

-No, non lo sono affatto.-

-Sì, lo sei.-

-BASTA!-

Senza rendersene conto, Akane e la ragazza di nome Michiko si era alzate contemporaneamente, urlando l'intimidatorio stop ad entrambi i ragazzi. Si guardarono appena negli occhi, e la nuova arrivata si sedette, un filo di porpora ad incorniciarle le guance e le mani a torturarsi vicendevolmente.

Akane ristette un attimo, sorpresa da ciò che l'altra aveva fatto, poi riprese la parola.

-Dovreste vergognarvi! La questione è seria e stiamo battibeccando! Forse non ci conosciamo ancora bene e possiamo avere dei dubbi, ma credo che l'urgenza della questione dovrebbe andare sopra ogni cosa … credo che abbiamo bisogno di collaborare: non ne va forse del futuro di tutti quanti?-

-Hai detto bene Akane Tendo … Ed ora Ranma e Kaito, se non sbaglio, vi pregherei di abbandonare il vostro futile litigio ...-

Chiese con fermezza la minuta cinese, con uno sguardo fermo e serio, la determinazione a scintillarle negli occhi, insieme ad un piccolo barlume di speranza.

-... Happy, te lo chiedo con gentilezza, la questione è vitale: dov'è lo specchio?-

Il piccolo ometto assunse un'aria più dignitosa, cominciando a lisciarsi i piccoli baffetti.

-Si trova nella mia camera, ma non sarà facile trovarlo.-

-Allora lo cercheremo, TUTTI insieme.-

 

Dopo un'estenuante ed infruttuosa ricerca di più di mezz'ora, in cui era stato più volte rasentato il litigio ed in cui il pranzo era stato ormai dimenticato, qualcosa infine spuntò fuori.

Happosai trionfante sollevò in aria uno scatolone, ponendolo poi sul tatami verde oliva.

-Ne sono certo, è qui! Non può essere altrimenti!-

-Bene, allora apri, Happy.-

Scostò sapientemente i lembi del cartone consumato, prendendo poi a frugare al suo interno.

Esplorò a fondo la scatola ben più grande di lui, senza emergerne per alcuni lunghi minuti.

Quando ne emerse, il suo volto era come pietrificato, indecifrabile.

-Parla, Happy, cosa c'è?-

La voce uscì secca, asciutta.

-Non c'è.-

-Che vuoi dire?-

-Che è sparito … forse, rubato. Mi hanno sottratto lo specchio …-

Obaba strinse con tutta la sua forza il proprio bastone, mostrando palesemente il proprio tremore. Mousse accorse a sorreggerla, forse davvero preoccupato per la prima volta nei confronti dell'anziana.

Ansimò per alcuni secondi, trovando poi miracolosamente aria da inspirare.

-Non … non abbiamo più tempo … Dobbiamo partire per la Cina, o sarà la fine, per tutti ...-

Le parole risuonarono sinistre, come presagio di morte e di sventura, una lama che pendeva già sulle loro teste.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qua. Si aprono le danze. Un sigillo vitale, quanto fragile, nuovi arrivi misteriosi, la tensione alle stelle e la Cina nuovamente all'orizzonte. Come affronteranno i nostri tutto questo? E Shampoo? Cosa sarà di lei? Lo scoprirete nei prossimi capitoli …

Dopo tanto tempo in silenzio, chiedo davvero scusa a tutti quanti, ma gli impegni sono stati innumerevoli, la voglia di scrivere e la fantasia a zero, ovviamente non mi sono mancati gli imprevisti (come un mese senza computer per alimentatore bruciato e batteria scarica) ed alla fine eccoci qua.

Voglio comunque ringraziarvi per la grande pazienza e voglio festeggiare con voi il 20° capitolo di questa storia, ancora lungi dall'essere al termine, ma che già compie tre anni e mezzo da che la ho cominciata a scrivere (esattamente febbraio 2009 … come passa il tempo …) ed un anno e poco più di un mese dalla sua pubblicazione su EFP (mmm... 19 luglio 2011 *-*).

Non è la prima storia, né sarà l'ultima, ma per idee, contenuti, personaggi, sperimentazioni e tante volte passate a finire o scrivere di sana pianta capitoli alle 2 di notte, direi che le sono molto affezionata... è stata la storia di passaggio, dalle buffe storielle ed idee di Apochan a quelle un po' più impegnate e con voglia di riuscire bene di apochan kenshiro.

Per questo ringrazio sentitamente tutti voi che avete letto fin'ora, frangilois, Julius CX, Sakura00, Kuno84, verycoc, Flenci, che hanno recensito lo scorso capitolo, ancora verycoc e Flenci assieme a Valentina27, che hanno inserito la storia fra le loro preferite, jennyvava e mary_1989, che la hanno inserita fra le ricordate, ed infine edocast, verycoc e Rain Princess, che la hanno segnalata fra le loro seguite.

Grazie di cuore a tutti ed alla prossima!

See you soon!

  
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