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Autore: pallina90    17/09/2012    5 recensioni
Quando arrivo al porto di lui non c’è traccia e io sorrido felice. Lui arriva circa cinque minuti dopo, con una derapata in stile Valentino Rossi. Non appena si accorge della mia presenza sgrana gli occhi e si toglie velocemente il casco.
“ Come cazzo hai fatto ad arrivare qui prima di me? ” Chiede sconvolto, come se davanti a lui ci fosse un ologramma e non io in persona.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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< A chi può piacere una vita piena di sicurezza? > Amelia Earhart

BPM. Beats per minute.
Battiti al minuto.
Senza sosta! Tieni il ritmo, la puntina scorre sulla traccia!
Jungle: 170 BPM.
Techno: 140 BPM.
House: 120 BPM.
Quello che preferisco sta tra i 60 e i 90, quello che devi sempre fermarti ad ascoltare, quello che ti da il ritmo e ti fa girare la testa se sale a 120. Il battito su cui si basano tutti i battiti del mondo, il BPM del cuore. Ascoltalo, fratello! È la tua traccia personale, non smettere mai di ballarci sopra. A volte stagli dietro, altre volte avanti. Non smettere mai di sognare nuovi suoni, campionare nuovi beat, nuovi rombi di motore da mixare con i suoni del caos che ti senti dentro. Ridi, fratello! FM 107.3! Radio Caos, il tuo BPM!
 
 
Ascolto il dj alla radio del cellulare e penso che in questo momento sto facendo esattamente quello che lui dice di fare: sto ascoltando il mio cuore, o forse dovrei dire che il mio cuore sta ascoltando la mia motocicletta. Le ruote scorrono veloci sull'asfalto, inseguendolo senza sosta , mentre la lancetta del tachimetro sfiora i 120; il paesaggio intorno a me è sfocato, una macchia indistinta di colori, sia per colpa del buio che per la mia velocità.
" Incosciente. " È così che la mia famiglia mi definisce, ma io adoro correre, non saprei rinunciare all'adrenalina che mi entra in circolo appena giro la manopola dell’acceleratore e do gas alla moto: anche lei sembra prendere vita, rombando e facendo le fusa come un gattino. Il mio gattino. Già, perché la moto è stata la prima cosa che ho comprato con i soldi dello stipendio: il mio regalo di benvenuto nel mondo del lavoro.
La strada curva e io dolcemente l'assecondo, piegandomi insieme alla mia moto, diminuendo un po' il gas in vista del semaforo. Conosco questo tratto di strada a memoria, lo faccio tutte le sere perché mi rilassa: è semi deserto, con poche curve e mi permette di andare al massimo, sfogando la stanchezza e le frustrazioni dopo una lunga giornata di lavoro.
Stavolta il semaforo è rosso e siccome non sono così incosciente come dicono, mi fermo. Poco dopo sento il rumore di un'altra moto in avvicinamento e in breve tempo un altro motociclista si trova accanto a me: si guarda intorno, forse indeciso se rischiare di attraversare o meno l'incrocio con il rosso, e poi i suoi occhi si posano su di me. Ci osserviamo a vicenda, anche se per lui è difficile dirlo visto che io indosso un casco integrale e lo sto osservando solo con la coda dell'occhio.
" È una serata noiosa, facciamo a chi arriva prima al porto? "
Le sue parole mi colgono di sorpresa: è pazzo? Non mi conosce per nulla, potrei essere anche un falco per quello che sa, eppure se ne esce con un'idea del genere.
 
Revolution rock cantavano i Clash, la rivoluzione di un disco che gira al contrario e diventa skrech… il rumore che diventa suono, il battito che diventa ritmo, forza fratellini, spingete la vostra vita a tutta velocità e non smettete mai di fare rivoluzioni… la luna diventa il sole, la notte il giorno, perché dietro ogni persona se ne nasconde un'altra, forse più bella, forse più nuova… Forse la tua.
 
Mi vengono in mente le parole del mio dj preferito, e per una volta decido di fare una pazzia, in fondo a quest'ora della notte le strade sono deserte, se non dovessi riuscire a stargli dietro mollerò e basta.
" Ok. " Rispondo semplicemente e lui sorride.
" Perfetto, mi ci voleva qualcosa per movimentare questa serata piatta. Appena scatta il verde partiamo, chi arriva per ultimo al porto offre un cornetto caldo all'altro, ci stai? "
Annuisco ed entrambi osserviamo il semaforo che dovrebbe scattare da un momento all'altro. Lui inizia a far rombare la sua moto, vorrebbe intimidirmi, ma non ci riuscirà.
Non appena si accende la luce verde lui si esibisce in un’impennata, che dovrebbe farmi riflettere sulla sua sanità mentale, visto che mentre da prova della sua forza e abilità, io parto sgommando e lasciandolo parecchio indietro.
Apro al massimo la manopola dell’acceleratore e la moto schizza in avanti, e io mi appiattisco su di lei per  ridurre al minimo l’attrito con l’aria, osservando attentamente gli specchietti laterali per scorgere la presenza del mio sfidante, ma non vedo nessuno e ciò mi rende felice: il signorino ha perso tempo per fare lo spocchioso e io sento già affiorare l’acquolina in bocca al pensiero del cornetto alla nutella che sarà costretto ad offrirmi.
E’ un attimo e poi lui mi passa accanto, suonando il clacson a mo’ di sfida: ma come è possibile? Lo osservo correre davanti a me e mi accorgo solo in quel momento che ha le luci spente, ecco perché non lo avevo visto arrivare.
Vuole giocare sporco? E io lo accontento subito.
Curvo a destra, in una stradina laterale, e inizio a imboccare una serie di stradine in senso vietato, ma fortunatamente sono le due di notte e in giro non c’è anima viva. La mia moto asseconda perfettamente tutte le mie manovre, anche se alcune sono davvero azzardate, ma adesso è diventata una questione di principio: è ora che qualcuno dia una bella lezione a quel principino dagli occhi verdi che si crede il re delle moto.
Quando arrivo al porto di lui non c’è traccia e io sorrido felice. Lui arriva circa cinque minuti dopo, con una derapata in stile Valentino Rossi. Non appena si accorge della mia presenza sgrana gli occhi e si toglie velocemente il casco.
“ Come cazzo hai fatto ad arrivare qui prima di me? ” Chiede sconvolto, come se davanti a lui ci fosse un ologramma e non io in persona.
Con un movimento calcolato mi slaccio il casco e lo tolgo, mostrando il mio viso per la prima volta. Osservo con un certo compiacimento i suoi occhi spalancarsi ancora di più.
“ Sei una donna? ”
“ Tu cosa dici? ” Rispondo, scuotendo i capelli per scioglierli dato che erano compressi dal casco.
“ Battuto da una donna, incredibile. ” Mormora tra se.
“ Brucia ancora di più, vero? ” Lo stuzzico, e lui contraccambia con un sorriso malizioso che mi fa venire un brivido lungo la spina dorsale.
“ Non so, devo ancora capirlo. Allora, andiamo a prendere questo cornetto? ” Mi tende la mano e io l’afferro. Iniziamo a correre e arriviamo nel bar che si trova esattamente di fronte al porto: è aperto 24 ore su 24 e i suoi cornetti sono buonissimi.
“ Come lo preferisci? ”
“ Alla nutella. ” Rispondo e mentre lui parla con il cameriere mi prendo un attimo per osservarlo: è bello, senza ombra di dubbio, con la mascella leggermente squadrata, il naso dritto e gli occhi verdi. E poi i capelli sono di un colore buffissimo, né rosso né biondo, ma ramati: chissà se sono o meno naturali.
“ Ecco a te. ” Mi porge il cornetto e io l’afferro subito, ingorda come sono.
“ Grazie. Comunque io sono Bella. ” Gli tendo la mano e lui la stringe delicatamente con la sua.
“ Edward. Mi dici come hai fatto a battermi? ”
Scoppio a ridere, e senza rispondergli m’incammino verso delle panchine che si trovano lì vicino: mi siedo e lui mi è accanto qualche secondo dopo.
“ Quando ho capito che tu mi avevi imbrogliato, correndo al buio per non farti vedere, mi è salita una rabbia pazzesca e ho deciso anche io di giocare sporco: ho preso delle vie laterali, la maggior parte in controsenso e in questo modo sono riuscita ad arrivare prima. ” Sorrido orgogliosa della mia furbata e do un morso al cornetto: la nutella calda mi riempie subito la bocca e le mie papille gustative si attivano immediatamente, riconoscendo la loro droga preferita.
“ Piccola impertinente, allora non è vero che corri più veloce di me. ” Ribatte lui, guardandomi male, ma colgo anche una scintilla di divertimento nel suo sguardo.
“ Non sono stata io a cominciare. ” Dico, guardandolo dritto negli occhi ed entrambi scoppiamo a ridere come due cretini.
“ Allora Bella, da dove è nata questa passione per le moto? ”
“ La velocità mi è sempre piaciuta, ma i miei genitori, da bravi genitori, non mi hanno mai voluto comprare una moto. Adesso che ho un mio lavoro e non vivo più con loro ho esaudito i miei desideri. ” Spiego, orgogliosa del fatto che la moto è frutto della mia fatica.
“ Ma che brava bambina! La mia invece è stata un regalo dei miei genitori per la laurea: anche loro non erano contenti del fatto che guidassi una moto, ma alla fine si sono rassegnati. ”
Finisco il mio cornetto assaporando la parte centrale, che io conservo sempre per ultima, ad occhi chiusi, beandomi del gusto della nutella mischiato alla pasta fragrante del cornetto.
Quando riapro gli occhi trovo il viso di Edward vicino al mio, troppo vicino.
“ Aspetta un attimo. ” Sussurra e il suo alito si infrange sulla punta della mia lingua, facendola fremere.

< Baciami ora, subito, mi arrenderei ancora prima di pensare di fare resistenza. > La parte meno infantile di me urla ciò nella mia testa, ma quella razionale è subito
pronta a tenerla a bada: < E’ uno sconosciuto, non sai nulla di lui. >
Ma le mie elucubrazioni mentali falliscono miseramente quando capisco le vere intenzioni di Edward.
Allunga un dito e io seguo ogni suo più piccolo movimento: lo porta vicino le mie labbra e poi si sposta di lato, raccogliendo un buffetto di nutella. Si porta il dito alla bocca e lo succhia, e io arrossisco senza motivo.
“ Ecco, ora sei apposto. ” Mormora con voce roca.
“ Grazie. ” Dico, ma la voce mi esce più rauca del previsto. Lui sorride e per un attimo vorrei che colmasse quel poco spazio che ci divide e facesse congiungere le nostra labbra, invece torna al suo posto. Forse però è meglio così, in fondo si tratta di uno sconosciuto di cui non so nulla.

 “ Grazie per il cornetto. ” Siamo ognuno davanti la propria moto, è ora di fare ritorno a casa.
 " E’ stato un piacere Bella. ” Saliamo in sella ai nostri veicoli, e in quel momento non riesco più a tenere a freno la lingua.
“ Sono veri i tuoi capelli? ”
Edward mi guarda per un attimo sconvolto, e io vorrei sotterrarmi, ma poi mi risponde.
“ Sì, ovvio. Scusa, ma che domanda è? ”
“ Oddio, lascia perdere, visto il colore particolare pensavo che li tingessi. Scusa, sono davvero un’imbecille.” “ Merito di mamma castana e papà biondo. E comunque non sei affatto un’imbecille, al massimo una ficcanaso. ” Scoppiamo a ridere entrambi e dopo aver indossato i caschi, lui mi fa cenno di partire per prima, e io sorrido per quella sua galanteria, anche se lui non può vedermi.

 

…………

 C'è un filo che lega cose apparentemente lontane. Alcuni lo chiamano coincidenza, ma è un filo invisibile... 

 
“ Sono tornata. ” Avverto, aprendo la porta di casa.
“ Mamma! ” Il mio piccolino arriva correndo dalla cucina, e io lancio a terra la borsa per accoglierlo in braccio.
“ Andrew, amore di mamma. E’ andato tutto bene all’asilo? ”
“ Tì, papà è venuto a plendelmi e poi abbiamo fatto la spesa. ” Mi sorride felice, per poi accoccolarsi sul mio petto.
“ Ma che bravi i miei due uomini di casa. Andiamo da papà. ”
Quando varco la soglia del soggiorno, mio figlio mi mette subito le sue manine sugli occhi impedendomi di vedere.
“ Ehi, Andrew che fai? ” Cerco di divincolarmi, ma le sue manine non si muovono, anzi premono ancora più forte, e io ho il terrore di scoprire di che colore sarà la mia faccia quando mio figlio avrà finito di impiastricciarmela con il mascara.
“ Bravo, campione. Adesso tu tieni sempre le manine sugli occhi della mamma e io la porto in camera da letto. ”
“ Ma… ”
“ Niente domande, fidati di noi. ” Le mani del mio compagno mi guidano per la casa, e quando arriviamo in camera da letto, o almeno penso di essere lì visto che ci siamo fermati, lui prende il bambino in braccio e mi lasciano da sola, chiudendosi la porta alle spalle.
Noto subito sul letto un vestito abbastanza elegante e un bigliettino: 

Fatti bella e indossa questo: non uscire prima di mezz’ora almeno.

Quella richiesta mi stupisce parecchio, ma faccio come mi dice e ne approfitto per farmi una bella doccia così da lavare via anche la stanchezza di una intera giornata di lavoro.
Dopo la nascita di Andrew il mio modo di combattere la stanchezza di una giornata lavorativa è cambiato rispetto a qualche anno fa: adesso non devo più pensare solo a me stessa, quindi la moto la uso solo quando sono veramente nel pieno delle mie forze e solo per tranquille passeggiate insieme al mio uomo.
Quando sono pronta, apro la porta della camera ma non volendo rovinare la sorpresa che sicuro è stata organizzata, urlo: “ Posso uscire? ” Ma non arriva nessuna risposta.
Siccome chi tace acconsente, decido di uscire e quello che vedo nel salone mi mozza il fiato: tavola imbandita, candele accese e i miei due uomini che mi aspettano in piedi, tenendosi per mano.
“ Oggi sono quattro anni dalla nostra gara in moto, e mi sembrava carino ricordarlo in modo speciale. ” Le parole di Edward mi colgono di sorpresa: non ci avevo proprio fatto caso, così presa dal lavoro, dalla casa e cosa non meno importante dall’essere una mamma e una compagna presente.
Dopo quella famosa notte, Edward, facendosi aiutare da un suo amico che lavora alla motorizzazione per risalire, tramite la targa della mia moto, al mio nome completo, era riuscito a scoprire dove lavorassi, e da quel momento aveva iniziato un corteggiamento serrato, fatto di mazzi di fiori, bigliettini e regali vari, credo di non aver mai ricevuto tanti peluches come in quel periodo, facendomi capitolare dopo tre mesi.
Poi, dopo quasi un anno di relazione, nella nostra vita era arrivato Andrew: era stato inaspettato, ma entrambi eravamo felici e quindi abbiamo preso l’occasione al volo per iniziare la nostra convivenza.
“ Io non so che dire. ” Osservo imbambolata la magnifica sorpresa e Edward mi viene accanto, dandomi un tenero bacio sulla fronte.
“ Non dire niente, siediti e godiamoci la serata. ” Scosta la sedia e mi fa accomodare, per poi sistemare Andrew nel seggiolone.
La cena che ha preparato è magnifica, niente di elaborato o sofisticato, ma è cucinato dalle sue mani e questo rende tutto ancora più speciale.
Quando arriva il momento del dolce Andrew batte le sue manine e urla felice, e io non capisco cosa stia per succedere.
Edward lo prende in braccio e insieme si avvicinano alla mia sedia, e il mio uomo posa accanto a me un bacio perugina. Sorrido felice: ogni mattina da quando abbiamo iniziato la nostra convivenza, accanto alla tazza del caffè, trovo questo cioccolatino, e in una scatola conservo ogni bigliettino, come un’adolescente al suo primo amore, e in fondo è così che mi fa sentire Edward.
“ Come mai oggi due baci? ” Chiedo sorridendo.
“ Perché è un giorno speciale. ” Sorride anche lui di rimando e mi fa segno di aprire il cioccolatino. Lo faccio e quando lo scarto mi accorgo che c’è qualcosa sotto: un anello.
Lo prendo tra le mani e lo fisso imbambolata, non sapendo cosa dire o fare, colta totalmente alla sprovvista.
E’ mio figlio a risvegliarmi dal mio stato di trance: “ Mamma, ci vuoi sposare? ”
Li guardo esterrefatta e solo in quel momento mi accorgo che sono entrambi in ginocchio davanti a me e mi osservano speranzosi.
“ Sì, sì. ” Quasi urlo, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime e mi lancio su Edward, racchiudendo nell’abbraccio anche il piccolo Andrew che inizia a ridere felice.
“ Grazie amore mio, non potevi farmi regalo più bello. ” Mormora Edward al mio orecchio. Quando ci raddrizziamo, Edward prende l’anello dalle mie mani, gli depone un bacio e  lo fa scorrere lungo il mio anulare, e poi mi fa un baciamano come un uomo d’altri tempi.

 Bisogna stare molto attenti a quello che ci circonda, perché a volte, improvvisamente, qualcosa zucchera la nostra giornata!

Falchi sono i poliziotti che girano in borghese con le moto, anche se solitamente si muovono in coppia.

Le parti in corsivo non sono farina del mio sacco, ma sono tratte dal film “ Tre metri sopra il cielo ”: non sputatemi in un occhio, tutte credo che abbiamo visto questo film quando eravamo piccole e ci siamo innamorate di Step, e comunque queste frasi che dice il dj mi sono sempre piaciute.

E’ una shot nata per caso, in un pomeriggio di noia, e se pensiate che la Bella motociclista incarni me vi sbagliate di grosso: non so portare neppure il motorino e non ne ho mai avuto la voglia; diciamo che potrebbe essere mia sorella XD

Se vi mancano i “ miei ” Edward e Bella vi aspetto tra esattamente 10 giorni con una nuova storia.

Grazie a chi leggerà, baci, Paola.

 

Ps: il meraviglioso banner è stato realizzato dalla bravissima Jess, passate nella sua pagina di grafica se avete bisogno di qualcosa e non ve ne pentirete https://www.facebook.com/#!/JessGraphic e se vi va passate a leggere anche le sue meravigliose storie, ma penso che tutte conosciate Jessikina Cullen.

 

   
 
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