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Autore: TooLateForU    17/09/2012    23 recensioni
Amavo tutto del mio migliore amico: il suo sorriso dolce, i suoi occhi brillanti, i suoi capelli a scodella, amavo anche il suo rene solitario, toh.Lo amavo, che potevo farci? Lo amavo, e lui non poteva amarmi.Nel senso, davvero non poteva, perché, ecco..Perché era frocio.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 io: ‘odio studiare’
mia madre: ‘studiare serve per il futuro, per te stessa.’
io: ‘voglio andare a coltivare pomodori con martina’ (amica mia)
passo e chiudo.
 

 
 
 
Scesi furtivamente in cucina, già con lo zaino sulle spalle. Volevo evitare ‘la chiacchierata’ con mamma, e se volevo farlo dovevo mangiare la mia colazione prima che scendessero lei e Caroline.
Afferrai la scatola dei cereali e ci versai dentro ciò che restava nel cartone del latte.
Chiudi la scatola. Shakera. Apri la scatola. Ingoia.
Oddio, questo latte era..acido! Feci una smorfia, allontanando la scatola; poi mi girai verso il cartone del latte rovesciato sul tavolo e lessi la scadenza.
25-10-12.
Uhm.
Uhmmmm.
Che giorno è oggi? Venticinque, no? Certo, era il venticinque, perché il ventisei avevo un compito in classe di letteratura e sicuramente non era oggi.
E allora va tutto bene, si può bere.
Tornai a mangiare/ingoiare come una mucca affamata. Affamata e furtiva.
“ALLISON, che stai facendo?”
Mi strozzai, e sputai fuori metà dei cereali “Eh?!”
“Stai mangiando i cereali dalla scatola, di nuovo! Ti ho detto decine di volte di non farlo, ma mi ascolti quando parlo?” continuò ad urlare mamma, prima di avvicinarsi e strapparmi la scatola dalle mani.
“Certo, brava, priva tua figlia del cibo! Così finirò ad impasticcarmi nel vicolo degli anoressici con Kate Moss!” la rimproverai, ragionevolmente, ma lei era troppo impegnata a studiare il cartone del latte.
“Non hai bevuto questo, vero?”
“Perché?”
“Perché è scaduto ieri!” esclamò, indicando la data con un dito.
Oh.
Oh, cazzo.
“Bhè, perché non l’hai ricomprato prima allora? Ah no giusto, eri troppo occupata con Frank per ricordarti di fare la spesa!” sputai fuori.
“Guarda che non sei abbastanza grande per evitarti una bella sberla, Allison!”
Ruotai gli occhi al cielo. Parlare con lei era come parlare con un fossile.
“Vado a scuola. Ciao.” annunciai, avviandomi verso il mondo dei normali (fuori casa).
Ero già nel vialetto quando mamma rispuntò sulla porta “Stasera andiamo a cena da Bonnie e Rich, ti ricordi?” gridò.
Casa di Liam.
Cena.
La mattinata acquistava un senso.
“Certo!”
 
“Merda, non ho soldi..” mormorai, tastando la tasca vuota dei jeans.
Avevo fatto una fila di quaranta minuti in questo schifo di mensa per poi scoprire che non avevo neanche abbastanza soldi per prendermi un budino al cioccolato.
Grandioso. Già.
Ovviamente sarei potuta tornare a casa a pranzo, tutti i giorni, se solo non abitassi a settordici chilometri da qui. O avrei potuto portarmi qualcosa da casa, se solo circolasse del cibo a casa mia.
“Ehi.”
Mi voltai di scatto, e vidi che Liam si era materializzato al mio fianco con un vassoio.
“Ah, ciao. Non eri ancora a lezione?” chiesi, sorpresa.
Il prof di matematica di Liam, Mr Tonks, era famoso nella scuola per tre principali motivi: era sessualmente frustrato, non si lavava e prolungava le lezioni di circa mezz’ora dopo il suono della campanella.
“Dopo aver quasi inzuppato tutto il registro con il suo sudore ha ricevuto una chiamata d’emergenza ed è uscito.” si spiegò, e vidi il riflesso della mia faccia disgustata sulla sua “Bhè, che prendi?”
Avanzammo di un passo nella fila.
“Della nutriente aria. Non ho neanche un centesimo.”
“E allora? Pago io per te.” disse, semplicemente.
“No dai, non devi..” mentii, per educazione “Ma se insisti..sette sterline, grazie.” accettai, con un sorriso, tendendo una mano.
Rise divertito, e con un movimento veloce della testa scansò una ciocca di capelli che gli era finita sugli occhi “Sei una sanguisuga, e anche morta di fame!”
“Eh, che esagerato, quando mai ti ho chiesto dei soldi prima d’ora?”
“La scorsa settimana, quando dovevi farti una ricarica al cellulare perché ti erano rimasti quattro penny, o quando dovevi comprare quel rossetto di Boots ma ti mancavano cinque sterline per arrivare a diciotto, o quando volevi le patatine grandi da McDonald’s..”
“Io prendo il guatò di patate!” esclamai incurante alla tipa della mensa, che mi fissava in silenzio. Oddio, guatò era una parola grossa..era una montagnetta giallo-rosa in cui dovevano esserci delle patate e del prosciutto, ma per quanto ne sapevo poteva essere cibo per delfini.
Che mangiano i delfini? Forse sono vegetariani..
“Sai che stasera vengo a casa tua a cena?” domandai a Liam, spostando il mio vassoio per far posto al suo.
“Ah sì? Non lo sapevo…Io le polpette, grazie.”
“Sì, ma purtroppo verranno anche le due matte che vivono a casa mia. Vi do’ un consiglio: non comprate vino, mamma sprofonda nel mondo degli alcolisti anonimi dopo solo mezzo bicchiere. E nessuno vuole sentirla cantare gli Abba in russo.” lo avvertii.
Ci togliemmo dalla fila, e stavamo per andare al nostro solito tavolo quando una voce mi gelò il sangue nelle vene.
“Stewart!”
Strabuzzai gli occhi fissando la figura di Styles che mi veniva incontro sventolando una mano, e camminando come sulla passerella di America’s next top model.
Oh, no. No, no, no, no..
“Ti conosce?” bisbigliò Liam, concitato.
“Eh? Ma no, certo che no! Starà parlando con qualcun altro, andiamo.” risposi sbrigativa, fingendo di non vedere/sentire Styles e camminando verso il nostro tavolo.
Dio, fa che il pavimento della mensa lo inghiotta e lo faccia sparire per sempre, ti prego, ti prego!
Ma lui continuava a venirmi incontro.
“Ehi!” esclamò Harry, di nuovo.
“Allison, ce l’ha con te. Sta venendo qui.”
“No, non credo proprio, ti starai sbagliand..”
“Cazzo Allison, non sono cieco!” sbottò Liam, diventando tutto rosso.
“Madonna Stewart, mi hai fatto spolmonare!” in quell’istante Harry si piazzò davanti a noi, leggermente stizzito “Allora, pranzi con noi?” continuò rivolto verso di me.
Io lo guardai.
Lui mi guardò.
Liam mi guardò.
Persino la bidella che era in pausa-sigaretta mi stava guardando.
“Ehm, veramente io..” tentennai. Okay, calma, forse se mi metto a correre urlando che vado a fuoco..
“Vi conoscete?” domandò sbigottito Liam, spostando lo sguardo da me a Styles. Harry si voltò verso di lui, come se non l’avesse neanche notato fin’ora, e lo trapassò con un’occhiata pessima.
“Raperonzolo, non ci scocciare. Allora Allison, ti muovi?” mi guardò fisso, e mi sembrò che i suoi occhi dicessero ‘seguimi brutta stronza o dirò tutto e la tua vita finita’.
Pranzare con Styles e abbandonare Liam o lasciare che scoprisse tutto?
Oddio oddio oddio oddio..
“Certo, arrivo.” sputai fuori, e ci mancò poco che sputassi sul serio in un occhio di Harry.
Sentii Liam avvicinarsi, come se volesse seguirmi, ma Harry gli tagliò la strada “Non mi pare di averti invitato, checca. Sparisci.” sibilò, gelido, e vidi chiaramente Liam sbiancare.
Mi sembrò di precipitare da un palazzo di dieci piani, a quella vista. Come potevo farlo soffrire così tanto?
Come potevo essere così meschina?
E, soprattutto, come poteva Harry Styles essere così deficiente?
Stavo per aprire bocca e chiedergli scusa, quando Harry mi circondò prepotentemente le spalle con un braccio (!) e mi trascinò via.
“Styles, mollami, o giuro che ti stacco le pall..”
“Shh, tappati quel forno e seguimi.” mi interruppe, stringendo la presa. Praticamente mi stava inglobando, considerato che era venti centimetri più alto di me e decisamente più largo.
Deve morire, deve morire, deve morire, deve morire..
“Ragazzi, lei è Allison.” ci fermammo davanti al tavolo di Styles e dei suoi amici, alias puttanelle e ragazzi mentalmente disturbati “Ora liberate il tavolo.” ordinò.
“Ma chi è quella?”
“Viene alla nostra scuola?”
“E’ bassa!”
“Ma Harry, noi stiamo mangiando!” si oppose Cher Tyler, scocciata. Era conosciuta per essere la ragazza più magra che la storia abbia mai conosciuto, oltre che la più ricca.
“Tanto tutto quello che mangi finisce vomitato nel cesso dopo un’ora, ti faccio solo un piacere.” commentò incurante Harry, e vidi Cher impallidire. Oh signore.. “Allora, ancora qui? Muovete il culo!”
Tutti si alzarono all’unisono, facendo strusciare rumorosamente le sedie sul pavimento, e se ne andarono borbottando. Harry si spaparanzò con tranquillità su una di queste, stendendo i piedi sul tavolo, poi mi fece un cenno.
“Che fai in piedi? Siediti!”
Sbattei il vassoio sul tavolo, facendo traballare l’acqua nel bicchiere “Ma ti rendi conto di cosa hai fatto, cazzone che non sei altro?!” strillai, stridula.
Lui afferrò la mela “La mangi questa?” chiese. Io gliela strappai dalle mani, e la sbattei di nuovo sul vassoio “Mi stai ascoltando? Hai fatto un casino! Liam non doveva sapere che ci conosciamo, dannazione!”
“Prima cosa, smettila di urlare che ai neo-zelandesi non interessa niente. Secondo, ho fatto quello che ho fatto solo per aiutarti, dovresti ringraziarmi invece di urlarmi contro!” sbottò, prima di riprendersi la mia mela e addentarla rumorosamente.
“No! Lo scopo era che lui volesse dare fuoco alla tua casa, non alla mia!”
“Dar fuoco a cosa?!”
Sbuffai, e mi lasciai cadere sulla sedia accanto alla sua. Poi affondai la testa tra le mani “La mia vita è finita.” borbottai.
Sentii Harry fare un verso esasperato, prima di togliermi la mani dalla faccia “Smettila di fare la melodrammatica. Non capisci? Sto cercando di renderlo ‘geloso’..” virgolettò il termine.
“Non funzionerà. Mi odierà e basta, e allora che farò?” domandai, ma Harry stava aprendo il mio budino e ci stava immergendo il cucchiaino.
“Ti farai qualcun altro. E’ pieno di ragazzi che apprezzano la patata questo mondo, sai? Tipo me.”  
Non gli diedi ascolto, perché notai l’occhiataccia di Liam verso di noi “Harry, ci sta guardando, ci sta guardando!”
Lui mi afferrò per un fianco, così che le nostre sedie quasi si accavallarono, e molto lentamente avvicinò il cucchiaino pieno di budino verso la mia bocca.
“Che minchia stai facendo?” sibilai
“Ingoia idiota.” fu la sua dolce risposta a denti stretti, sempre sorridendo.
Ingoiai il cucchiaio di budino, ma sfuggì un rivolo di cioccolato sul mento. Evidentemente dovevo essere piuttosto buffa, perché Styles scoppiò a ridere.
“Cretino, passami un tovagliolo!” gli chiesi, cercando di non ridere.
“No aspetta aspetta, ti pulisco io.”
“Wow, pulire uno sbafo di cioccolato dal mento. Arrapante. Liam morirà di invidia.” commentai sarcastica, ma Harry finse di non sentirmi e si avvicinò al mio viso.
Eravamo vicini proprio come quando ci eravamo ‘accidentalmente’ baciati. Devo ammettere che, sebbene a palla, i suoi occhi erano proprio..uhm, belli, ecco.
Anche i capelli oggi erano meno criniera di Spirit e più normali. Sembravano davvero morbidi, quei ricci.
“Fatto.” esclamò, pulendosi poi il dito sporco di cioccolato sui miei jeans.
“EHI! Che schifo!” strillai, dandogli una spinta su una spalla. Lui fece un risolino divertito, prima di accarezzarmi una coscia con una mano, lentamente.
Io mi irrigidii. Brr, brividi.
Ma non era spiacevole. E se serviva per Liam..
“Rilassati, non vivere in costante allarme terroristico.” mormorò, lanciandomi un’occhiata obliqua. Seguii il suo consiglio, e mi stavo abituando al suo tocco..
Chissà se poteva avere una carriera futura come massaggiatore di cosce. Magari le tonificava anche.
Guardai Liam, e mi accorsi che aveva la testa bassa sul suo piatto.
“Ma Liam non ci sta guardando!” dissi, sorpresa.
“Lo so.” rispose, smettendo di accarezzarmi di colpo e alzandosi.
“E allora perché stavi..”
Mi rivolse un sorrisetto “Voglio divertirmi anche io. Fa parte del gioco, no?”
Parte del gioco, certo.

 
   
 
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