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Autore: JulieDashwood    18/09/2012    2 recensioni
Non ricordo di preciso il momento in cui iniziò a piacermi, mentirei se dicessi che si trattò di amore a prima vista, ma sinceramente non ricordo neanche di averla guardata una sola volta e non avere sentito le farfalle nello stomaco..o forse, nel mio caso, gli elefanti nello stomaco.
// JARIA
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aria Montgomery, Jason DiLaurentis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Destiny, couldn't seal our faiths together

 

 

Con la mano asciugai le gocce di sudore che mi bagnavano la fronte.

« Buongiorno Rosewood », sentii Alison dire con il suo solito tono sarcastico, mentre era tutta intenta a guardare qualcosa fuori dalla finestra.

« Buongiorno anche a te, Jason..», mi disse poco dopo con voce irritante.

 « Mi chiedo a cosa serva allenarsi così tanto.. » continuò a dire, mentre osserva con aria ripugnante la mia maglietta madida di sudore, poi concluse, accennando un sorrisetto « Spero non lo faccia per le ragazze, fatica sprecata.. »

« Principessina, chiudi quella boccaccia che ti ritrovi o.. » iniziai a dire infuriato, poi mi bloccai, era una perdita di tempo dar credito ad una ragazzina del genere, poi la mia attenzione fu catturata da una figura che stava per suonare il campanello di casa nostra.

Immediatamente Alison  e tutta la sua scia di profumi dolcissimi e nauseanti, si avvicinarono. « Non pensarci nemmeno.. » disse mentre mi lanciava uno sguardo tagliente.

« Non so a cosa tu ti riferisca..» dissi sbrigativo, anche se in realtà sapevo benissimo cosa voleva dirmi.

« Aria, Aria, Aria… smetterai mai di mangiarla con gli occhi? » disse ridendo, dovevo davvero divertirla, avrei voluto tirarle un pugno in faccia, ma mi trattenni.

« Farai tardi, ti sta aspettando..» mormorai, cercando di mantenere un tono normale.

« Aprile tu..» disse mia sorella, mentre continuava a sistemarsi in modi diversi la sciarpa rosa che le aveva regalato mia madre pochi giorni prima. « Dille di aspettare qualche minuto »

Obbedii, non tanto perché me l’avesse chiesto Alison, ma perché non potevo fare a meno di desiderare anche un solo minuto da solo con lei.

« Aria..», dissi entusiasta, poi tossii e tornai a un tono più serio « Entra pure, Alison non ha ancora finito..»

conclusi facendo una smorfia.

« Oh, si..» disse Aria con tono vago, credo si sentisse a disagio vicino a me. In fondo, ero pur sempre il fratello strano della sua migliore amica.

« Mi piacciono..» dissi mentre mi avvicinavo al suo viso, poi afferrai una ciocca dei suoi capelli « questi capelli rosa »

Aria arrossì, aveva un così bel viso.

Non ricordo di preciso il momento in cui iniziò a piacermi, mentirei se dicessi che si trattò di amore a prima vista, ma sinceramente non ricordo neanche di averla guardata una sola volta e non avere sentito le farfalle nello stomaco..o forse, nel mio caso, gli elefanti nello stomaco.

« Aria, sai..» iniziai a dire, non potevo più sopportare un altro giorno in quello stato, ma poi fui interrotto da un secco « Andiamo! » di mia sorella che trascinò via Aria.

L’ultima cosa che vidi furono un paio di ciocche rosa che sparirono dietro la porta.

«… io ti amo »

Tre anni erano passati da quel giorno. Tre anni che si erano portati via tante cose, come brutti vizi e abitudini, una sorella isterica, una vita apparentemente normale.

Non so bene come abbia affrontato la morte di Ali. Quel periodo buio era passato, almeno così credevo.

Tante, troppe cose mi tormentavano da quando ero tornato a Rosewood, il mio cuore s’era inaridito, nella mia mente non c’era spazio che per cadaveri, poliziotti e bigliettini minatori.

Non c’era più spazio per sentimenti come quelli che avevo provato anni prima, o almeno così pensavo fino al giorno in cui la rividi.

Aria indossava un vestito rosso come il sangue e una cintura marrone alla vita, i capelli le ricadevano morbidi sulle spalle, niente più colori strani, ma una cosa non era cambiata.. le guance erano leggermente imporporate come le ricordavo e le sue labbra, quelle labbra che per molte notti mi avevano tormentato, risvegliarono antichi tremolii allo stomaco.

« Ehi! » urlai, non so perché urlai, agii senza pensare, dovevo essere risultato ridicolo.

Aria alzò lo sguardo, ci mise un po’ a riconoscermi, poi sfoderò uno dei sorrisi più belli che avesse.

« Jason, cielo, quanto sei cambiato! » disse mentre mi veniva incontro. 

Avrei voluto stringere quel corpicino esile tra le mie braccia e baciarla fino alla fine dei tempi, ma dovetti limitarmi a guardarla mentre parlava di non so cosa precisamente, non riuscivo a seguirla, la sua voce era così melodiosa che immaginai quanto bello dovesse essere, essere svegliati da una voce del genere.

« Io.. », iniziai a dire, una volta preso coraggio.

Aria mi guardò raggiante.

« ecco, io mi chiedevo se ti andasse di cenare con me...qualche volta? » dissi tutto d’un fiato. « Nulla d’impegnativo, solo… una cena » conclusi imbarazzato, avrei voluto che la terra m’inghiottisse.

Aria sembrò stupita dalla mia richiesta, si guardò attorno con aria imbarazzata e poi disse a voce bassa « Jason, io sono impegnata.. »

Il mondo mi crollò addosso, ma io sono Jason, ho sopportato di tutto.

Accennai un sorriso, anche se stavo morendo dentro. « E’ solo una cena, tutto qui. Vorrei poterti dare delle cose di Alison »

Non so perché tirai fuori la scusa di Alison, in vita aveva fatto di tutto per allontanarmi da Aria, forse volevo solo riscattarmi.

Aria sembrò rilassarsi, mi afferrò la mano e disse « Oh, si, si certo! Mandami un messaggio con luogo e orario, ce l’hai il mio numero, no? »

Mi costava ammetterlo, ma l’avevo ancora.

« Se non l’hai cambiato negli ultimi tre anni...allora penso di si» risposi.

« Esatto, è quello!» disse Aria sbrigativa, poi mi salutò dicendo che doveva andare a fare qualcosa che non capii.

Perché diamine avevo insistito nel portarla fuori a cena? Non era giusto, non era semplicemente giusto!

Il destino mi aveva negato qualsiasi possibilità di conquistarla, non una, ma ben due volte.

Perché? Perché?

Inutile dire che continuai all’infinito a ripetermi quella domanda.

Nel frattempo mi ero deciso a chiudere tutto quella sera a cena, non volevo aspettare oltre. Chissà, forse togliendomi questo peso, sarei riuscito ad andare avanti.

« Sicuramente lo sa già, perché devo essere così nervoso? » pensai mentre sistemavo il nodo della cravatta.

« cavolo, cavolo, cavolo! » urlai, quando diedi un’occhiata all’orologio. Avrei dovuto essere al ristorante da dieci minuti, e ancora non avevo nulla di Alison da portare ad Aria.

Entrai in camera di mia sorella, aprii uno scatolone e..fortuna volle, che trovai foto sue con le sue amiche. Ne presi un po’ e le infilai in una valigetta, poi corsi verso il luogo del nostro incontro.

«Sc-scusami…» dissi ansimando, una volta di fronte ad Aria.

« Nessun problema! » rispose lei, sembrava tesa, come se non avesse fatto altro che pensare a come comportarsi durante questo nostro incontro.

Lo notai ancora di più quando iniziò la cena, continuava a far cadere cose per terra, a chiedermi scusa e ad arrossire.

Per fortuna, piano piano, la tensione si allentò e insieme riuscimmo a scherzare e parlare quasi normalmente.

Decisi che le avrei detto tutto dopo la cena, per il momento volevo godermi quante più sue risate potevo.

Non versò nemmeno una lacrima quando vide le foto che le avevo portato, ma si notava dalla sua voce tremante quanto dolore ancora le causasse la scomparsa di mia sorella.

«Aria..» dissi mentre guardavamo una foto sua e di Alison.

«Si?» rispose lei.

I nostri volti erano talmente vicini che potevo sentivo il suo respiro caldo sul mio viso.

« Mi mancano quei capelli rosa »

Non so perché lo dissi, ancora una volta avevo parlato senza riflettere, ma ero sincero.

Mi mancavano quei tempi, quando si colorava i capelli, scherzava e raccontava i suoi segreti ad Alison, non era fidanzata.

Mi piace pensare che avrei potuto mettere a tacere quella vipera di mia sorella e stare con Aria.

Ma non era andata così.

« Jason? » disse Aria guardandomi negli occhi. «..mi senti?»

Iniziai a ridere. « Scusa, ero assorto nei …pensieri »

« L’ho notato », disse lei ridendo, poi chiedemmo il conto della cena.

« Ovviamente, offro io» dissi atteggiandomi scherzosamente da galantuomo.

« Non potrei mai..» iniziò a dire imbarazzata Aria, ma fu interrotta dal mio dito sopra le sue labbra.

« Shhh » dissi facendole l’occhiolino, e andai a pagare.

 

Stavamo passeggiando nel parco da un po’ e parlando del più e del meno, quando sentii l’impulso di vomitarle tutta la verità.

« Senti », dissi avvicinandomi a lei. I suoi occhi illuminati dai raggi della luna erano qualcosa che mozzava il fiato, sul serio. « Io, ecco.. non so da dove iniziare..» volevo davvero dirle tutto, ma qualcosa mi fermò, e non erano soltanto le parole che non trovavo.

Aria si avvicinò a me e mi afferrò entrambe le mani portandole verso il suo collo, non potei fare a meno di stringerla vicino al mio petto.

Sperai davvero non sentisse quanto velocemente stava battendo il mio cuore.

Poi, nel tempo di un respiro, avvicinò il mio viso al suo, senza chiudere mai gli occhi. Ero talmente vicino da potermi riflettere nelle sue iridi, allora presi tutto il coraggio che avevo dentro di me e la baciai.

All’inizio, quando le nostre labbra si sfiorarono, erano esitanti. Poi, entrambi sembravamo quasi affamati l’uno dell’altro, e i nostri baci si fecero più intensi.

Potevo sentire il dolce aroma della sua bocca dentro di me, l’odore della sua pelle ormai aveva ammaliato ogni mio senso e non potevo fare a meno di passare le dita fra quei capelli lisci come la seta.

Non so esattamente quanto durò quel momento, a me sembrò un istante e allo stesso tempo un’eternità. Non mi sarei sorpreso se alla fine di tutto questo, una volta riaperto gli occhi, mi sarei ritrovato nel mio letto... solo.

Era successo talmente tante volte.

Ma quando riaprii gli occhi vidi ancora la mia Aria sotto la luce della luna. Le labbra arrossate per la foga dei nostri baci e gli occhi lucidi.

« Ti ho sempre amato », dissi con un filo di voce, non sarei riuscito a dire altro di più.

La ragazza che aveva i capelli rosa si avvicinò a me e portò le sue labbra al mio orecchio, « anche io », mormorò.

Poi tornammo a baciarci come due ragazzini che si danno il primo bacio e non sanno cosa succederà dopo, quanto cambierà questo bacio le loro vite. Ci baciammo come due amanti che non si vedono da anni e hanno il cuore martoriato dalla sofferenza.

Ci baciammo come due persone che si erano trovate troppo tardi, due persone che il destino non voleva vedere insieme, ma che nonostante ciò si amavano. 

  
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