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Autore: xhisjuliet_    18/09/2012    7 recensioni
-Posso sapere almeno come si chiama il tuo ‘boyfriend?’-chiesi a mia madre.
Mi sorrise.
-Paul,si chiama Paul-mi disse
-Paul,bel nome,molto originale,davvero-dissi.
-Convive con 5 ragazzi,hanno più o meno la tua età, farete amicizia-mi disse.
-C’è qualcos’altro che devo sapere?-chiesi.
Scosse la testa.
-il resto verrà da se-mi disse.
Mi aspettava una serata,molto ma molto lunga.
Credo che già avrete capito più o meno che accadrà. E in seguito?
Leggete e lo scoprirete:)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Immagino Ale,così:

 

 

-Sei pronta?- mi chiese mia madre.
Sbuffai.
-perché sei così triste?-mi chiese.
-Mi chiedi perché? Boh non lo so,dimmi tu. Un giorno mia madre va a Londra per lavoro,incontra un uomo e si innamora. Ritorna a Milano e mi dice che andremo a vivere da quest’uomo di cui non so nemmeno il nome. Devo lasciare la mia amata città, i miei amici e le mie migliori amiche. Ti sembra normale?-le chiesi.
Sbuffò.
-Smettila di essere così noiosa,ti divertirai-mi disse.
Feci spallucce.
Salimmo nel taxi e ci dirigemmo in aeroporto.
 
                                                                    ***
 
Non mi sono ancora presentata,che sbadata.
Sono Alessia, ma chiamatemi pure Ale;
Ho 18 anni,e da come avete capito vivevo a Milano fino a circa.. 2 secondi fa.
Sto per trasferirmi a Londra dal nuovo ‘boyfriend’ di mia madre; così lo definiva,io ho solo una parola:patetica.
Vi starete chiedendo, il padre?
Il padre,è morto 8 anni fa in un incidente.
 
                                                                  ***
 
#durante il tragitto.
 
-Posso sapere almeno come si chiama il tuo ‘boyfriend?’-chiesi a mia madre.
Mi sorrise.
-Paul,si chiama Paul-mi disse
-Paul,bel nome,molto originale,davvero-dissi.
-Convive con 5 ragazzi,hanno più o meno la tua età, farete amicizia-mi disse.
-C’è qualcos’altro che devo sapere?-chiesi.
Scosse la testa.
-il resto verrà da se-mi disse.
 
Presi il mio ipod e iniziai ad ascoltare musica.
 
 
Verso sera;
Atterrammo, uscimmo dall’aeroporto  e un signore alto,robusto con un sorriso da ebete stampato in faccia si  avvicinò a noi.
Mia madre aveva lo stesso sorriso,doveva essere Peter,no scusate,Paul.
-ciao Katia!-le disse.
Mia madre  si fiondò tra le sue  braccia,la gente che passava li definiva teneri,io al massimo li definivo disgustosi.
-Tu devi essere Alessia- mi disse l’uomo.
Mi porse la mano, la  strinsi forte.
-E lei dev’essere Paul-dissi.
Annuì.
-Dammi del tu,mi fai così vecchio?-mi chiese.
Stavo per dire di si,inutile mentire.
Mia madre mi tirò una gomitata.
-No,scusa,da ora ti darò del tu-dissi.
Mi fece l’occhiolino.
 
Dopo circa mezz’ora;
Arrivammo in quella villa che da quella sera avrebbe dovuto essere casa mia.
Era enorme,c’era un giardino grande quanto la mia ex casa che non era affatto piccola, con una piscina splendida. Entrammo ed era enorme.
-Ti piace?-mi chiese Paul.
Feci una smorfia.
-è bellissima,ma non sono abituata a tutto questo lusso-dissi.
-abbiamo fatto il possibile per renderla pulita e profumata-disse Paul.
-Come abbiamo?-chiesi.
-Tua madre non  ti ha detto dei ragazzi?-mi chiese.
Ah già,i 5 ragazzi.
-Mi ero dimenticata-dissi.
Mi sorrise.
-Ti va se andiamo in giro per Londra?-chiese Paul a mia madre.
La guardai sperando che dicesse di no.
-Certo,Ale vieni con noi?-mi chiese.
Scossi la testa.
-Rimango qui  a sistemare un po’ di cose-dissi.
Mi sorrisero.
-Ti faccio vedere camera tua-mi disse.
Annuii.
-Non c’è problema se condividerai la stanza con 2 ragazzi? La tua ancora non è pronta è questione di settimane-mi disse Paul.
Sbuffai e mi portai le mani in viso.
-Che sarà mai- disse mia madre.
Ovviamente,il problema non era il suo.
-Non fa niente-dissi.
Mi sforzai di sorridere con scarsi risultati.
Aprii la porta della camera era ordinata,c’erano 3 letti singoli da una piazza e mezzo e due armadi enormi, avevo anche il bagno in camera,wow.
-Quello è il mio armadio?-chiesi.
Paul annuì.
-i ragazzi hanno faticato per pulire tutto e per sistemare,pensa che fino a due ore fa c’erano calzini sparsi ovunque- disse Paul.
Mia mamma scoppiò a ridere insieme a lui,io da ridere sinceramente non ci trovavo un bel niente.
Aprii l’armadio e una montagna di vestiti mi cadde addosso. Per poco non cadevo.
-Ops-disse Paul.
Gli lanciai un occhiataccia,prima a lui poi a mia madre che se la rideva.
-Harold!-urlò Paul.
Scostai un calzino che avevo sulla spalla e uscii di fretta da quella stanza.
 
15 minuti dopo;
 
-Sono mortificato-disse Paul.
-Tranquillo-dissi.
I due ‘piccioncini’ uscirono-
-Questo è il mio numero,se hai bisogno chiamami-disse Paul.
Annuii.
 
30 minuti dopo;
 
Inizio ad avere fame.
Andai in cucina ma non c’era niente di che nel frigo. C’era vicino al telefono un bigliettino:
 
Nando’s.
 
Sotto c’era l’indirizzo.
Lo presi ed uscii.
Indossai:
 
Iniziai a camminare e con fatica raggiunsi il locale.
Notai da lontano un tavolo per una persona e mi avvicinai. Mentre camminavo per i tavoli da sbadata come sono andai a sbattere contro un ragazzo. Mi voltai,il caffè che poco prima aveva tra le mani gli si era rovesciato addosso.
-Scusa,io non l’ho fatta apposta-  dissi.
Arrossii,era mio solito quando ero imbarazzata.
-Non fa niente,può capitare-mi disse il ragazzo.
Sorrisi e incrociai il suo sguardo.
 
Ero sicura,quello sguardo mi sarebbe rimasto impresso,per sempre.
  
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