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Autore: dragon82    18/09/2012    0 recensioni
“chi si macchia del sangue della morte brancolerà in eterno nell’oscurità del male e non potrà mai aver salva la sua anima!”
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente ricominciò la scuola. Uscii di casa ancora molto nervoso per come mi fossi sentito il giorno prima, arrivai all’istituto che ancora non si era fatto orario per entrare, così pensai, come abitudine, di accendermi una sigaretta, questa volta da un luogo diverso che dai pressi dello stadio. Quando però me l’appoggiai tra le labbra, non l’accesi. Fu come fosse scattata una scintilla nella mia testa, e dal quel preciso istante decisi che non avrei più fumato, così rimisi la sigaretta nel pacchetto, lo accartocciai schiacciandolo tra le mani e lo gettai nel primo cestino che adocchiai.
Così aspettai senza fare nulla, e da lontano intravidi anche Madalene. Notai che mi aveva visto ma né si avvicinò né mi salutò, neppure da lontano.. ed io, comunque, feci lo stesso; il fatto è che stava con Steven e né a me, e, molto probabilmente, neppure a lei, andava di fargli sapere che ci fossimo conosciuti. Inoltre non intravidi neppure Sally, non sapevo se fosse in ritardo oppure avesse deciso di non venire affatto.. e scoprii che era giusta la seconda solo al corso di Banks, constatando che il suo posto era vuoto. Ebbi, invece, una piacevole sorpresa al corso di letteratura, che avevo in comune con Madalene. Sotto il mio banco trovai un bigliettino dove mi ringraziava di essere venuto e si dispiaceva che me ne fossi andato senza salutare, non era firmato ma si capiva chiaramente chi fosse, inoltre mi dava appuntamento nel giardino dietro la scuola dicendomi di avere qualcosa di importante da dirmi. Aspettai con ansia quel momento, e durante la lezione cercai insistentemente lo sguardo di Madalene, la quale era seduta sulla parte destra dell’aula due banchi davanti al mio, ma non si girò neppure una volta a guardarmi, forse per non destar sospetti, quindi mi convinsi di dover aspettare necessariamente la fine delle lezioni per capire cosa volesse dirmi, e d’altronde, forse, non m’interessava neppure ciò che avrebbe voluto dirmi, ero solo molto emozionato per il fatto che avrei avuto l’occasione di riparlarle di persona.
Così arrivò il momento, mi portai dietro la scuola nei pressi del giardino, dove ancora non c’era, quindi incominciai un po’ a guardarmi intorno, ma oltre al retro della scuola l’unica cosa visibile nei dintorni era la capanna degli attrezzi, posta nei pressi proprio del giardino. Passarono una decina di minuti, camminando nervosamente avanti e indietro, in cui pensai che mi avesse dato buca o avesse avuto dei problemi nel tragitto a venire, ma la realtà era un’altra! All’improvviso, nel mentre ero girato di spalle, sentii una porta cigolare.. la porta della capanna!.. così mi girai, ma guardandola, pensai che si fosse aperta per il vento o perché lasciata aperta dal custode, quando ad un tratto incominciai a sentire un rumore.. dapprima sbucò fuori una punta d’acciaio che qualcuno dall’interno sbatteva ripetutamente e con forza a terra, poi venne fuori quello a cui era attaccata quella punta … era un ombrello azzurro (subito riconobbi che era quello di Madalene)! … a primo acchito pensai fosse assurdo che Madalene fosse stata tutto quel tempo appostata dentro la capanna - a che scopo poi? – ed infatti dietro quell’ombrello non c’era Madalene … … uscì fuori Steven:
<< Vilmond!.. Vilmond!.. Vilmond >> pronunciò con tono compassionevole;
<< piaciuta la funzione ieri mattina??.. sai c’ero anch’io tra le prime file!! >> continuò;
non sapevo cosa rispondergli, pertanto rimasi in silenzio.
<< Non so!.. non so proprio come tu abbia avuto questo ombrello!!.. forse lo hai rubato??... oppure lo hai trovato??...mah!?!? comunque è azzardato venirlo a restituire proprio a casa della mia donna … non mi va che lei abbia a che fare con un verme come te!! >> disse con tono minaccioso;
a quel punto, consapevole che le sue intenzioni non erano delle migliori, decisi ancora di stare in silenzio, forse la cosa più importante era che davvero non sapesse che l’avessi conosciuta in quella serata di pioggia, poi feci due passi all’indietro e mi girai per andarmene … ma come se non bastasse, quando mi voltai mi ritrovai a bruciapelo Tim, che, neanche il tempo di farmi rendere conto della situazione, mi spintonò facendomi cadere a terra:
<< ehi Vilmond … stai di nuovo a rompere … questa volta Steven sta dalla mia!! … una bella lezione non te la toglie proprio nessuno oggi!! >> esclamò felice.
In pratica mi ritrovavo a terra, con Steven da una parte che maneggiava nervosamente l’ombrello di Madalene, dall’altra Tim che si sfregava eccitato i pugni.. ma in realtà in quel momento non provavo alcun sentimento di paura, solo amarezza per non aver potuto parlare con Madalene:
<< peccato aver gettato le sigarette, mi va proprio di fumare adesso!! >> dissi tra me e me, sbuffando;
quel mio atteggiamento indifferente innervosì ancor di più Tim:
<< non ti immischiare Morton… con questo piscia sotto io basto ed avanzo!! >> disse impaziente Tim;
<< fa pure!!... non era mia intenzione sporcarmi le scarpe oggi!! >> rispose Steven, acconsentendo.
Non m’importava di prenderle, ma in quel momento ci fu qualcosa che sconvolse di nuovo la mia vita, ancor peggio dei pugni di Tim. Appena si avvicinò, pronto per iniziare a colpirmi, un grido spaventoso giunse dai pressi del campo da football che ci fece gelare il sangue, e fecero distogliere l’attenzione dei due da me. E poi ancora altre grida ed esclamazioni di paura:
<< oh mio Dio!!! >> - << tiratelo giù Santo Cielo!! >>;
e ancora un altro grido da cui si riconobbe la voce di Madalene.
Appena la riconoscemmo, ci dimenticammo di quello che stava per accadere ed accorremmo sul campo.
 
La scena che ci si presentò davanti era talmente agghiacciante da giustificare l’inorridire di tutti i presenti (tranne uno). Quella scena non mi procurava alcuna emozione, e solo quando iniziai ad avvicinarmi riuscii a provare una sensazione: “la preoccupazione”.
Vi era una pozza di sangue ai piedi del tabellone del campo da football, che si faceva sempre più grande a causa del continuo gocciolare, e sopra, appeso ad una corda penzolava un corpo inerme, sgozzato ed impiccato, talmente sporco di sangue, che non si capiva da quale parte del corpo provenisse quel gocciolare. Quando iniziai ad avvicinarmi tutto intorno a me diventò silenzioso, nonostante il baccano e le urla degli altri studenti, la mia mente percepiva solo quel corpo e cercava di star attenta che quello che stava pensando fosse solo un’assurda immaginazione, ma la preoccupazione si realizzò a due passi da quel corpo.
Neanche mi accorsi chi fosse, notai solamente il sangue uscire dalla sua bocca e le ferite al petto, sgranai gli occhi e cominciai a sudare freddo. Lentamente allungai la mano verso la bocca, gliela aprii quel tanto che bastava per scorgerci dentro, e forse in quell’attimo si realizzò in me la paura Mancava!!

  
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