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Autore: Cicciopalla    18/09/2012    3 recensioni
[Destiel]
La relazione fra Dean e Cas alla fine di Supernatural. Come secondo me va a finire fra ‘sti due in pratica #lol
« Dean! Dean! Non puoi morire, così. Non ora! » continuava a ripetersi.
Le guance rigate dalle lacrime, gli occhi gonfi e rossi dal pianto, un rivolo di sangue che, dalla fronte, gli scendeva fino al mento.
Prese il capo del cacciatore tra le mani e se lo avvicinò al corpo, ripetendo quella litania come una preghiera.
Dopo un’infinità di minuti, interminabili per l’angelo, Dean riprese coscienza con qualche colpo di tosse accompagnato da gocce di sangue.
« C-Cas… » lo chiamò, aprendo piano gli occhi.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: You know Dean? Im really happy.
Fandom:Supernatural
Pairing/Personaggi:Castiel/Dean Winchester
Rating:Verde, come il prato dove rotolano arcobaleni.
Genere:a little bit of angst, fluff in the end.
Warning:Probabilmente mi picchierete per sapere in che cosa consisteva la battaglia, ma non ne ho la più pallida idea :’D
Words:1.263
Plot:La relazione fra Dean e Cas alla fine di Supernatural. Come secondo me va a finire fra ‘sti due in pratica lol
Note: Thanks to Curu, il gatto più morbidoso del mondo, che dorme nella sua cuccetta in camera mia e mi ispira tanto fluff; ad Annamary che la betata e la Panta che ha trovato il nome (ho due schiave YO) e niente, a voi che la leggerete :3
Ps: buon #DestielDay *w*
Disclaimer:I personaggi non mi appartengono. Sono Kripke e Edlund a detenere la loro sessualità e le loro avventure amorose, ahimé.
 

You know Dean? I’m really happy.

 
 
Il braccio era avvinghiato al ventre, con l’intento di tenere uniti i lembi di pelle squarciati.
Un fiotto di sangue emergeva copioso dalla ferita, inzuppandogli in breve tempo tutta la maglietta.
Dean Winchester stava morendo.
Il suo corpo era percosso da brividi che gli facevano tremare le membra, ma non aveva paura.
Anzi, era sollevato. Non avrebbe più dovuto lottare per vivere, per salvare gli altri, per vendetta.
Poteva finalmente assaporare quella pace che a lungo aveva bramato, e che gli spettava di diritto.
E ci avrebbe avuto Sam con sé, inseparabile come sempre.
Sentiva il rumore della battaglia che infervorava a stento, ovattato.
Non se ne preoccupò più di tanto, perché sapeva che stavano vincendo, che avrebbero vinto.
Solamente i singhiozzi convulsi di Castiel giungevano alle sue orecchie in maniera chiara, cristallina.
L’angelo si era precipitato da lui, appena il bagliore che li colpì si era diradato, e da allora non lo aveva lasciato un attimo.
« Dean! Dean! Non puoi morire, così. Non ora! » continuava a ripetersi.
Le guance rigate dalle lacrime, gli occhi gonfi e rossi dal pianto, un rivolo di sangue che, dalla fronte, gli scendeva fino al mento.
Prese il capo del cacciatore tra le mani e se lo avvicinò al corpo, ripetendo quella litania come una preghiera.
Dopo un’infinità di minuti, interminabili per l’angelo, Dean riprese coscienza con qualche colpo di tosse accompagnato da gocce di sangue.
« C-Cas… » lo chiamò, aprendo piano gli occhi.
« Dean! Dean, sono qui. » rispose Castiel, grato di poter risentire quella voce ancora una volta.
« Cas… ascoltami… ascoltami attentamente… perché non potrò ripetermi… » prese fiato.
Poteva percepire, senza nemmeno sforzarsi troppo, la Vita che lentamente lo abbandonava, ma si fece forza per restare sveglio, almeno per svelargli quel suo piccolo segreto.
« Sssh, Dean. Non devi sforzarti troppo. Posso, posso ancora curarti sai? » L’Angelo non era del tutto certo, ma se in Dean c’era anche solo un po’ di Vita, un tentativo male non faceva.
« No, Cas… non mi devi curare, okay?  I-io… non posso abbandonare Sammy, capisci? » un altro colpo di tosse, altro sangue.
Cas scoppiò in un nuovo pianto, silenzioso. Non voleva arrendersi, avrebbe trovato un modo per convincerlo.
Dean riprese a parlare, col fiato corto: « S-sai, se le circostanze fossero state diverse… avrei probabilmente scelto te… »
L’Angelo lo guardò senza capire, piegando leggermente il capo di lato, com’era solito « Scelto per cosa, Dean? »
Il cacciatore sorrise a quel gesto.
« Come… compagno con cui trascorrere il resto… della mia vita, Cas. V-vedi, mi ci è voluto un po’… e per questo mi scuso… ma finalmente ho capito. Sei tu… che amo, Castiel. »
Le sue membra vennero percosse da un ennesimo brivido, più forte degli altri, che lo fecero gemere di dolore. Il volto era l’incarnazione stessa del dolore.
Era la fine.
Fece appello alle sue forze rimaste, per compiere quest’ultimo gesto.
« Ecco… vieni, avvicinati… »
L’angelo gli ubbidì, ancora shockato per la rivelazione di poco prima.
Non gli sembrava vero. Dopo così tanto tempo, così tanti sforzi, Dean aveva ammesso di amarlo.
Il cacciatore gli prese il volto con la mano, lasciandogli un’impronta di sangue con la guancia, e lo baciò dolcemente, intensamente, felicemente.
« C-ci… vediamo… in Paradiso, quindi. Sai dove trovarmi… » gli fece un occhiolino, e con un sorriso in volto si accasciò su di lui, senza vita.
Castiel lo strinse forte al petto, dondolandolo.
Pianse in silenzio le sue ultime lacrime, fino a svuotarsi completamente.
Attorno a loro, il campo di battaglia si era trasformato in un cimitero all’aperto.
L’angelo non riusciva a lasciar andare il corpo inerme, ormai vuoto, del suo cacciatore.
Si addormentò col suo capo tra le braccia e, al risveglio, sapeva già cosa fare.
 
 

˜ • ˜ • ˜ • ˜ • ˜ • ˜
 

Castiel si materializzò nel garage della casa, ormai distrutta, di Bobby, lì dove si erano conosciuti per la prima volta.
Quei ricordi ancora vivevano dentro di lui, e gli facevano male, ma sapeva che non doveva disperarsi oltre.
Con entrambi i corpi dei Winchester tra le braccia, si fece strada tra le macchine in rovina che circondavano  l’esterno dell’abitazione.
Scavò un paio di fosse e li seppellì con premura.
Recitò una breve preghiera per garantirsi la purezza delle loro anime e, allo schioccare di dita, diede fuoco alle carcasse, controvoglia.
Un’ultima lacrima gli pizzicò l’occhio, ma l’asciugò prima che potesse scendere sulla guancia.
Era pronto a tornare a casa.
 
 

˜ • ˜ • ˜ • ˜ • ˜ • ˜

 
 
Arrivato in Paradiso, Castiel si guardò intorno, confuso.
Non si trovava più nell’eterno martedì pomeriggio di un uomo autistico annegato nella vasca da bagno nel 1953.
No, era circondato da delle mura e da un forte odore di whiskey e libri antichi, piacevole.
D’un tratto capì subito dove fosse, e sorrise.
« Cas! »
L’Angelo si voltò e si vide un Dean, raggiante come non mai, piombargli addosso.
« De-» Castiel non fece in tempo a salutarlo che il cacciatore lo zittì con un bacio passionale, avvolgendogli le braccia in vita, tirandoselo addosso.
Ci doveva fare ancora l’abitudine a questa sua… nuova dimostrazione d’affetto.
« Oh, per favore, prendetevi una stanza! » sbuffò una voce a lui conosciuta.
« Sta zitto, Sammy! » l’apostrofò Dean, dopo essersi staccato da Castiel.
« Siete finiti insieme, dunque. Non avevo dubbi. » Castiel sorrise ai due fratelli.
Per due anime così profondamente legate assieme c’era la possibilità di condividere persino il Paradiso, e così era stato. Castiel, in un certo senso, se lo aspettava.
« E non è finita qui! » aggiunse Dean, sornione.
Dalla cucina emerse la figura di un anziano dall’aria burbera, con un cappellino con visiera in testa e dei vestiti non proprio lindi e pinti addosso.
In una mano portava tre birre piene, nell’altra una quasi svuotata del tutto.
« Birra? » domandò, offrendo ai tre la bibita fresca.
« Bobby! » esclamò sorpreso Cas, contento di vederlo.
« Non ci si sbarazza di noi così facilmente, hai visto? » rise il vecchio, assaporando un altro sorso di birra.
« Grazie al cielo ci sei tu, Bobby. Avrei ucciso qualcuno per della birra fresca. » ammise Dean, sedendosi insieme a Sam sul divano dietro di lui.
« Attento a come parli, ragazzo. Non vorrei che ci sbattessero fuori appena arrivati. » lo canzonò Bobby, prendendo posto sul sofà.
Tutti e quattro scoppiarono a ridere.
Una risata fresca, libera, senza preoccupazione.
Parlarono per tantissimo tempo, soprattutto i tre umani.
Rivangarono il passato e si aggiornarono sulle ultime notizie.
Castiel si limitò ad ascoltare per la maggior parte del tempo, seduto comodamente a fianco a Dean.
Piano, piano si fece buio e Sam si chiese se in Paradiso potesse effettivamente scendere la sera.
Iniziarono a sentirsi tutti stanchi, e andarono a dormire. Prima Bobby, poi Sam.
Rimasero sul divano solamente Cas e Dean.
« Hey, tutto bene? Non hai detto una parola. » Dean si accorse che effettivamente Cas era stato particolarmente taciturno.
« Sì… sì sto bene. Non volevo interrompervi. » Castiel sorrise, Dean lo imitò.
« Sai Dean? Sono davvero, davvero felice. » concluse, perdendosi tra lo sguardo magnetico del cacciatore.
Dean si avvicinò lentamente, rapito da quelle iridi così blu, e lo baciò, questa volta con molta più passione dei due precedenti baci.
Castiel si fece trasportare, lasciando esplodere dentro di sé un turbinio di nuove sensazioni ed emozioni.
Gli prese la mano, intrecciando le dita con quelle di Dean.
Fecero l’amore sul divano quella stessa sera.
Ed erano felici.
Fottutamente felici.
   
 
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