Fanfic su attori > Cast Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: _fedss    18/09/2012    7 recensioni
“Ciao Nathan!” hai detto sventolando la mano sinistra.
Ti sorrido, guardo la tua mano salutarmi e mi blocco.
Cosa è quello?
Un anello?
Un anello di fidanzamento?
Che diamine è quel coso?
-
Questa shot fa parte della serie: STANATHAN DA RICOVERO.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Love how it hurts.


Image and video hosting by TinyPic 



“Ciao Nathan!” hai detto sventolando la mano sinistra.
Ti sorrido, guardo la tua mano salutarmi e mi blocco.
Cosa è quello?
Un anello?
Un anello di fidanzamento?
Che diamine è quel coso?

Mi avvicino impaurito, il sorriso è sparito dal mio volto.
Ansia.
Hai un anello all’anulare della mano sinistra e lo sbandieri in aria, felicissima di quei brillanti che ti incorniciano il dito.
Hai addirittura gli occhi che luccicano?
E’ una cosa seria allora.

“Stana… oggi sei raggiante!” riesco a dirti.
“Si, sono felicissima!” Non sei felicissima, sei euforica. E a me questa cosa fa male, se tu stai così per un altro uomo. “Ho una notizia da darti…”
 
Ti tiri i capelli dietro l’orecchio e io mi fingo più allegro di te. Sono un attore, dovrebbe riuscirmi bene. “Fammi indovinare” provo, “si tratta di quell’anello che sta illuminando il set?”
 
“Te ne sei accorto?”
Mi abbracci. Mi abbracci fortissimo.
Vorrei condividere questa gioia con te ma, proprio non ci riesco.
Scusami.
In questo momento riuscirei solo a piangere ma mi contengo.
“Me l’ha dato Louis ieri sera! Mi ha portata a cena fuori e me lo ha dato! Non è bellissimo?” Me lo mostri meglio e io ho voglia di correre lontano.
Lontano da te, lontano dal tuo anello, lontano dalla tua felicità che non posso ricambiare.
 
“Sono davvero felice per te!” Falso. “Ora devo proprio andare, scusa…”
“Nathan, ma cosa hai? Sei pallido”.
Mi allontano da te arretrando. Il sorriso scompare anche dal tuo viso.
 
Non essere triste.
Scusa, ma proprio non posso.
Vorrei, ci provo.
Ma ti amo.
Come posso essere contento quando tu ti stai per sposare con un altro uomo?
Come potrei riuscirci?
Scusa, Stana.
Ma ti amo.
E non posso fingermi un buon  amico in eterno. Ho anche io dei sentimenti. Ho anche io un cuore. E tu me lo stai martoriando. Inconsapevolmente, forse. Ma è così.
Scusa.
Devo andarm-…
 
 
 
Mi sveglio sudato, col fiatone.
Un incubo.
Un incubo tremendo.
Eppure sembrava così reale… così vero. Così doloroso.
Sarà perché ho visto quelle foto. Che sogno strano.
Forse è una visione. Forse ho visto il futuro. Forse accadrà realmente.
Mi alzo e guardo la sveglia: le dieci.
Oh cazzo! Sono in un ritardo mostruoso, le riprese iniziano alle dieci e mezza.
Una doccia al volo, la barba e un cornetto. Prendo la macchina e sfreccio verso gli studios.
Quando arrivo non rivolgo parola a nessuno, non vengo a portarti il caffè nel camerino. Mi chiudo nel mio e mi siedo davanti allo specchio.
Ho delle occhiaie tremende. Dei segni neri mi incorniciano il volto. I capelli vanno in ogni direzione e forse ho una nuova ruga sulla fronte.
Oh mamma, sono un disastro.
 
Bussano alla porta ed ecco che arriva la mia salvatrice. La ragazza addetta al trucco mi guarda e scuote la testa.
“Eh, lo so. Stamattina avrai molto da fare con me” le dico.
Lei ride e mi sento un po’ meglio.
Vorrei che fosse Stana a ridere con me, però.
 
Mezz’ora dopo abbiamo finito. Ringrazio la ragazza e lei se ne va.
Mi spoglio e rimango in boxer a fissare gli abiti di oggi, poi mi infilo gli eleganti pantaloni.. Mi sono dimenticato la scena che dobbiamo girare, non ho ripassato il copione.
 
Rimanendo in pantaloni, mi siedo sul divano e afferro i fogli. Le battute sono tante, ma leggendole le ricordo. Le sto ripetendo per la quarta volta quando qualcuno bussa alla porta.
Non do molta importanza al fatto di essere a torso nudo e vado ad aprire.
Il cuore batte all’impazzata quando ti vedo fuori al mio camerino ma provo a rimanere impassibile. Non mi hai mai parlato di un fidanzato.
Avevi detto che ero il tuo migliore amico.
I migliori amici non si dicono certe cose? A me sembra di si.
Forse non sono così importante per te.
O almeno, non come tu lo sei per me.
 
“Ciao Stana”. Freddo, distaccato, perfetto.
“Nathan!”
I tuoi occhi si spostano sul mio corpo mezzo nudo e un leggero rossore colora le tue guance. Poi, mi guardi con occhi indagatori.
“Che fine hai fatto stamattina? Non ti sei fatto vedere, non hai parlato con Andrew…” abbassi lo sguardo. “…non mi sei venuto a salutare”.
 
Il tuo ultimo sussurro fa scatenare dentro me emozioni contrastanti.
Da una parte sono felice, dall’altra sempre più arrabbiato.
Perché continui a giocare con me quando ti stai per sposare con un altro uomo?
Ti diverti? Bene, io no.
Mi fai male!
“Scusa, ero molto impegnato…” ti dico.
“Uh, sei con qualcuno?” Provi a sbirciare dentro al camerino ma io ti blocco la visuale.
“No. Vuoi entrare?”
Annuisci e ti lascio entrare. Chiudo la porta dietro di me e rimango un attimo a fissare il pavimento, dandoti le spalle.
Non ho ancora guardato le tue mani ma, non posso evitare di posarci lo sguardo per sempre.
Devo fare qualcosa.
Devo farti andare via. Devo ferirti.
 
“Che faccia, Nate! Cosa è successo?”
Ti siedi sul divanetto senza aspettarmi.
Così mi volto.
Boom, eccolo lì.
Lo stesso anello che portavi al LAOpera.
Anche adesso non ti preoccupi di mostrarlo. Sei sempre stata riservata con le tue faccende private eppure, questa volta…
 
Rimango in piedi appoggiato alla scrivania, quella davanti al divano dove sei seduta tu.
Distanza di sicurezza.
I tuoi occhi ricadono sul mio petto e io sorrido compiaciuto.
“Occhio a quello che guardi, qualcuno potrebbe essere geloso” dico, acido.
Tu non capisci, aggrotti le sopracciglia.
“Come, scusa?”
“Avanti, ormai l’hanno capito tutti! Certo, però, al tuo migliore amico potevi dirlo!”
“Nathan, scusa. Ma non capisco dove tu voglia arrivare…” Ti alzi.
Io incrocio le braccia davanti al petto.
“Ma forse è meglio così, no? Amici solo quando fa comodo. Va bene. Ne terrò conto”.
 
“Nathan! Di che diamine stai parlando?” Sei sconcertata.
Ti avvicini a me minacciosa e io sposto lo sguardo sulla tua mano sinistra. Un alone di tristezza mi avvolge di nuovo.
Segui la traiettoria dei miei occhi e capisci. Ti togli l’anello dal dito e me lo fai vedere bene.
“Cretino” dici. “Ti sembra un anello da fidanzamento?”
Provo a rispondere ma mi blocchi.
“Sai, sei proprio uno scemo! Quest anello me l’ha regalato mio padre! Come hai potuto pensare che fosse da parte di un uomo? Tu non capisci niente!” Sei rossa dalla rabbia e mi batti un pugno sul petto, nudo.
La tua pelle a contatto con la mia mi provoca un brivido lungo tutta la schiena e forse, anche a te.
Blocchi la mano dove hai colpito e la apri.
 
Mi accarezzi, fissando quel punto che è diventato rosso per la botta.
Poi, forse inconsciamente, ti avvicini e ci poggi le labbra sopra.
Io mi irrigidisco e tu te ne accorgi. È per questo che ti scansi di scatto, mortificata.
 
“Na… Nathan, scusa. Io… io devo proprio andare”. Non mi guardi negli occhi nemmeno una volta, fai per andare via ma ti afferro il polso.
Non ti volti ancora, continui a fissare il pavimento.
“Ti chiedo scusa, Stana. Sono stato un cretino ad aggredirti in quel modo, è che… pensavo che.. l’anello…”
“Cosa stai cerando di dirmi?”
“Sono geloso” ammetto finalmente sconsolato, abbassando lo sguardo a terra.
Sei tu a farmi rialzarmi il capo con la mano.
I tuoi occhi brillano.
“Veramente?”
Annuisco. Annuisco semplicemente e le tue labbra sono sulle mie.
 
Dopo un attimo di smarrimento ricambio il bacio e ti sento sorridere.
Apro gli occhi quando la tua lingua si intrufola nella mia bocca socchiusa. Sei bellissima.
Vuoi condurre i giochi e ti faccio fare.
Le tue mani passano su ogni centimetro di pelle del mio torso e io ti cingo la vita con le braccia.
 
Sono tuo, fai di me ciò che vuoi.
 
“Dio, quanto ti amo” sospiro.
Ti stacchi da me.
Cazzo, ho rovinato tutto.
Poi sorridi e mi baci di nuovo. Questa volta più dolcemente, senza foga.
“Sul serio?” chiedi come una bambina curiosa.
Annuisco, di nuovo, ma stavolta non mi baci subito.
“Anche io” dici.
“Sul serio?”
Ora sei tu ad annuire e poi sono io a baciarti.
Questo scambio di ruoli mi piace molto.
 
Ti prendo in braccio e mi cingi la vita con le gambe.
Ci spostiamo sul divano e ti faccio sdraiare sotto di me.
Riprendiamo a baciarci e, questa volta, nemmeno la mancanza d’aria riesce a farci separare.
Ti ho aspettato così tanto. E adesso sei qui.
Non ti lascerò più andare via.
 
 
 
“Andrew, lo so che è da tanto che aspettiamo questo momento ma, dobbiamo girare! Possiamo andare a chiamarli, per favore?”
Terri guarda spazientita il marito portando le braccia davanti al petto.
“Lasciamogli altri cinque minuti, forza!”
Andrew sorride leggendo un copione.
“Stiamo. Perdendo. Tempo.”
E’ impaurito dalla moglie, così prova a tranquillizzarla.
“Amore, se avessero interrotto noi due mentre facevamo sesso in un camerino, cosa avresti  fatto?” le chiede.
La donna spalanca la bocca.
“Andrew! Non abbiamo mai fatto sesso in un camerino!”
Fa per allontanarsi ma la lui blocca per un polso.
“Ci sono una decina di camerini liberi in questo studio” ammicca.
La donna, sconcertata, si allontana e sente il marito urlare da dietro:
“Non vuoi fare nuove esperienze?”
Si volta. Lo guarda male.
“Il divorzio è una nuova esperienza. Vuoi provarla?”
“Quanto sei acida!”
“Si, ti amo anche io. Ora vai a prendere quei due che devono lavorare!”
 
 
 
Angolino della Fe! :)
Ecco la cazzata del mese  *-*
Ve lo giuro, dopo questa, non parlerò più dell’anello..
Che dire? Mi sono fissata!
…No, non è vero, lol. La shot non è per dare una spiegazione all’anello. Fondamentalmente è per addolcire il fandom perché poi mi odierete con il prossimo capitolo della Caskett! D:

Grazie per l’attenzione :)

Baci,
Fede.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Castle / Vai alla pagina dell'autore: _fedss