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Autore: Will P    18/09/2012    6 recensioni
[Rise Against]«Vuoi morire di freddo?» dice Zach, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo come chi non ha la minima intenzione di andarsene. Il bus ripara il peggio della pioggia e del vento e no, Tim non vede motivo di rientrare, non quando è qui che si sta scaldando, con le dita di Zach tra i capelli e la sua gamba tra le proprie.
[Tim McIlrath/Zach Blair]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: PWP
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Disclaimer: Sporche bugie! Titolo da Dirt And Roses.
Note: Per il prompt Tim/Zach, dietro il tourbus di Heaven @ Notte Bianca #4 (maridichallenge), perchè abbiamo deciso che si meritano un fandom. Idealmente ambientata il 04/07/2010, all'Heineken Jammin' Festival, dopo il loro set e e durante la tempesta dell'anno. Good times.




Then came the rain

Il fango si aggrappa alle loro caviglie mentre corrono al riparo verso i bus, lo schiocco dei piedi nelle pozzanghere coperto dalle urla e dal vento e dalla pioggia che viene giù senza sosta. Brandon scivola imprecando e Tim scoppia a ridere, senza fermarsi, afferra il polso di Zach e se lo tira dietro, correndo e ridendo finché non vedono più né Brandon né Joe, rimasto ad aiutarlo. Si ferma solo una volta arrivato al bus, zuppo, senza fiato, con le guance rosse e il sangue che gli canta nelle vene più forte del temporale. È la pioggia, è l’adrenalina del concerto, è sentire Zach che gli allenta la presa per far scivolare le dita tra le sue, è l’energia che gli ribolle dentro che lo fa scoppiare a ridere ancora una volta, felice e completo, finché non sente la voce degli altri avvicinarsi e si rimette a correre, trascinando Zach dietro il loro bus.

«Che stai facendo?» urla Zach sopra il vento e l’acqua, la voce smorzata dalle risate e la corsa, poi si appoggia alla parete del bus e si volta a guardarlo con un piccolo sorriso incuriosito. Tim lo bacia, perché è quello che ogni cellula del suo corpo lo sta implorando di fare; si tende verso di lui e preme le labbra contro le sue, piano, senza toccarlo se non per le loro dita intrecciate e la barba con cui gli graffia il mento. Le labbra di Zach si curvano in un sorriso più pronunciato sotto le sue poi Zach gli accarezza la guancia, la nuca, si ferma con le dita sotto lo scollo della sua t-shirt e il pollice contro la sua gola, dove sente il sangue pulsare forte e veloce.

Tim allora si avvicina, scivola via dalle dita di Zach e gli appoggia entrambe le mani alla vita, facendole scorrere sulla stoffa bagnata un po’ per scaldarlo un po’ per liberare più pelle possibile tra l’orlo della maglietta e la cintura; quando le braccia di Zach gli passano attorno al collo fa un altro passo avanti, invade il suo spazio finché non è bloccato tra di lui e il bus e lo sente rabbrividire per colpa del metallo contro la schiena. Gli prende un labbro tra i denti e gli accarezza con i pollici le ossa del bacino, dove sta sbocciando la pelle d’oca, e sente direttamente contro il petto il nuovo, diverso tremito che lo attraversa.

«Vuoi morire di freddo?» dice Zach, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo come chi non ha la minima intenzione di andarsene. Il bus ripara il peggio della pioggia e del vento e no, Tim non vede motivo di rientrare, non quando è qui che si sta scaldando, con le dita di Zach tra i capelli e la sua gamba tra le proprie.

Le magliette sono fradice, il cotone pesante oppone resistenza e si trascina ruvido sulla pelle mentre viene spostato – Tim che esplora la schiena di Zach, Zach che gli sfila la t-shirt di dosso e lo lascia esposto alle intemperie. Il freddo gli mozza il fiato per un secondo perciò si stringe ancora di più a Zach, la bocca sul suo collo e i capezzoli duri contro la stoffa bagnata. Zach trattiene il fiato bruscamente, si aggrappa alle sue spalle e ai suoi capelli e gli preme con decisione una coscia tra le gambe. Tim punta un braccio contro il bus e ansima “cazzo” tra i denti, asseconda i movimenti di Zach finché non lo sente contro il proprio inguine, duro e bollente anche attraverso il denim, e può andare incontro alle spinte sentendo Zach sciogliersi tra le sue braccia.

Ogni tocco è doloroso, stoffa troppo ruvida e pelle troppo sensibile, ma di quel doloroso che ti infiamma ogni nervo e ti svuota i polmoni, quel doloroso che è a tanto così dal diventare qualcosa d’altro che continui ad inseguire, stringendo gli occhi e tenendoti forte a quello che puoi – braccia, fianchi, maglia e cintura. Zach gli affonda il viso tra spalla e collo e gli si stringe addosso come ad uno scoglio nella tempesta (fin troppo appropriato) e Tim lo tiene forte, cedendo al piacere che gli annebbia la vista e copre di rumore bianco la violenza della tempesta.

Torna in sé lentamente, per gradi; sente prima il respiro di Zach contro il proprio collo, poi l’acqua che gli scivola sulla schiena nuda, poi il freddo, poi l’improvviso, viscerale bisogno di scoppiare a ridere ancora. Lo fa, perché non c’è motivo di non farlo, ride contro la tempesta e bacia Zach, di nuovo, e continua a baciarlo finché non si presenta Joe, sotto un ombrello, a sgridarli perché credevano che fossero annegati e poi a trascinarli di peso nel bus. Tim lascia che li rimproveri e nasconde un sorriso tra le pieghe di un asciugamano.

   
 
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