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Autore: Pter    19/09/2012    2 recensioni
E mentre i due occhi color nocciola della ragazza alla mia sinistra mi esaminavano, mi resi conto che nessuna di queste persone sapeva nulla di me.
La consapevolezza di essere una persona nuova con una personalità ancora indefinita mi colpì come un fulmine.
Mentre la voce monotona della prof scorreva in sottofondo, pensai che nessuno di quegli occhi mi aveva visto essere maltrattata nella vecchia scuola, solo perchè cercavo di salvare qualche ragazzino di prima dalla noia del bulletto di turno.
Nessuna di quelle labbra aveva forzato una risata mentre venivo spinta nei corridoi.
Nessuna di quelle orecchie aveva registrato gli insulti con cui mi apostrofavano.
Mentre pensavo gli occhi mi si spalancavano inconsapevolmente sempre di più.
Non avevo sempre pensato che il successo di una persona dipende dall'idea che la gente si fa di lui, più che dai suoi veri meriti?
Avrei anche potuto essere una sirena, per quei pochi occhi che ancora non si erano stancati di esaminarmi. Nessuno mi conosceva.
Fu in quel momento, che presi una decisione.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore di un cassetto che viene chiuso con violenza mi raggiunse nel mondo dei sogni in cui mi ero rintanata, facendomi socchiudere l'occhio destro.
- mmmhhhh
Mugolai con forza, sperando di far sentire in colpa quei due in cucina per avermi svegliata, o almeno incitarli a fare silenzio.
Il cane cominciò a ringhiare, provocando una risata, che continuò senza ritegno per trenta secondi buoni, mentre il suddetto quadrupede dava la dimostrazione pratica della potenza delle proprie corde vocali intonando una scala di ringhi intervallati da qualche guaito.
Ma certo, manca solo che parta una fanfara e quei due possono dire di essersi impegnati al massimo per svegliarmi.
Mi girai pigramente verso il muro – mugolando di nuovo, per sicurezza – e mi chiusi la testa nel cuscino piegato in due.
Stavo per sprofondare di nuovo nel mio sogno popolato da sosia di Francisco Lachowski a petto nudo quando il cane riprese a dare sfogo alla propria esasperazione. Il sorriso provocato dal carosello di pettorali da cui ero stata tirata fuori a forza mi si spense sulle labbra.
Mi sollevai con uno scatto seduta sul letto e vidi attraverso la porta aperta l'inutile amico di Ethan seduto sul divano con un panino grondante di nutella – il
mio panino – in mano, mentre con l'altra teneva l'indice in avanti, stuzzicando ripetutamente quella pallina di ciccia, pelo ed esasperazione che è Coffee, ridendo sguaiatamente.
Da come mi guardò il ragazzo, vista la velocità con cui lasciando il dito a mezz'aria fece finta di niente e strappò in un morso mezzo panino, intuì di avere come minimo il fumo che mi usciva dalle orecchie.
Soddisfatta, mi risdraiai con calcolata lentezza, ritrovandomi purtroppo irrimediabilmente sveglia a fissare il soffitto rosso mentre le braccia incrociate sopra al cuscino mi reggevano la testa.
Sospirando, allungai la mano e con movimenti pigri cercai il telefono sul ripiano dietro al letto.
Il nome che lessi sul display mi fece innervosire.

« Ti prego, rispondi all'ultimo messaggio, ci sto male »

Inarcai un sopracciglio.

Ma certo,
lui ci sta male, poverino. Dura avere una coscienza, Nat?
Mi alzai con rabbia, per poi risedermi, notando un secondo messaggio.
« Aggiornamenti dall'idiota? »
Mihael.
Sorrisi, mentre le mie dita, sveglie già prima di me, componevano freneticamente una risposta.
« Si, finalmente inizia a sentirsi in colpa. Fa bene. Ti chiamo dopo. »
Sollevai pigramente lo sguardo verso l'orologio, soffocando uno sbadiglio, chiedendomi a che ora mi avessero tirato giù dal letto quelle scimmie che campeggiavano a casa mia.

-
Mi avete svegliata alle sette e mezza!? - strillai da camera mia, irrompendo in cucina con rabbia. Ethan e il suo inutile amico mi guardarono, il primo con aria di sfida e annesso sorrisino strafottente, il secondo esitante, ponendosi chiaramente qualche domanda sulla salute mentale della sorella del suo migliore amico.
- Tu! - Esclamo indicandolo – Non basta il fatto che tu ti sia praticamente trasferito a casa nostra, devi anche svegliarmi a quest'ora?
- Ma tu il sabato non vai a scuola? - Chiese spostando lo sguardo su Ethan, come per chiedere una conferma che non arrivò – Non credevo che fossi in casa, scusa.
Aprii la bocca pronta a ribattere, ma la richiusi. Aveva ragione.
- Oggi entriamo alla terza ora, manca una prof – borbottai tornando sui miei passi in camera mia, strascicando i piedi con aria sconfitta.
Mi stiracchiai sollevando un braccio e tirandolo con l'altro, guardandomi allo specchio.
Il fatto che il mio primo giorno mancasse già un prof mi faceva seriamente dubitare sull'organizzazione della nuova scuola. E' anche vero erano i primi di Dicembre e non Settembre, ma tralasciamo i dettagli insignificanti.
Il mio sguardo, che vagava perso fuori dalla finestra, notò un movimento sospetto.
Sbuffai.
- Ethan!
Una voce seccata mi rispose dalla cucina.
- Che vuoi ancora?
- Da quanto nevica?
- Sta nevicando?
- No, il cielo bluffa per infastidirmi - Borbottai a mezza voce, più rivolta a me stessa che a lui. Tornai a guardare fuori con aria esageratamente malinconica.
Quei fiocchi di neve molliccia che cadevano implacabili mi stavano guardando con aria sarcastica, sono sicura.
Perfetto, quella adorabile poltiglia nevosa che si sarebbe inevitabilmente formata è certamente la sostanza in cui preferisco affondare con le scarpe fino alle caviglie.
Bello schifo.
Mentre facevo questi pensieri mi infilai un paio di jeans e una canottiera con annessa giacca gigante. La me stessa dello specchio mi dedicò un sorrido di incoraggiamento.
Guardai di nuovo l'ora, le otto meno venti. Sbuffai.
Tornai in cucina, dove inizia a sgranocchiare un pan di stelle con aria metidabonda mentre componevo il numero di Mihael sul cellulare.
- Pronto?
- Ehi, quintessenza dell'inutilità umana!
- June? Ma lo sai che ore sono? - Mi chiese il mio migliore amico, con la voce impastata dal sonno.
Ops.
- Non perderti in inutili dettagli, ascolta piuttosto l'ultima trovata del deficiente!
E con un biscotto ancora in bocca, tenendo il cellulare in bilico tra l'orecchio e la spalla, trafficai con le chiavi uscendo sul pianerottolo, annunciando a gran voce alle scimmie rintanate da qualche parte in casa mia:
- EHCO, FE DOETE USHIRE 'NDETE LE CHIAVI
Che senza biscotto incollato ai molari dovrebbe voler dire qualcosa del tipo “esco, se dovete uscire prendete le chiavi”.
Schiacciai il tasto dell'ascensore con la fronte, senza smettere di parlare, e mi diressi fuori da casa, senza sapere con precisione dove andare.
Sarebbe stata una giornata come tutte le altre.


~ Writer's corner
Ciao gente :3
Prima di tutto ringrazio chiunque abbia letto il prologo, forse vi sembrerà noioso, è perchè volevo semplicemente presentare la protagonista senza troppe pretese, la trama effettiva comincia nel prossimo capitolo!
Vi dico fin da subito che le recensioni negative non mi offendono, se avete qualcosa da dirmelo scrivetelo, sul serio! Mi aiutereste a migliorare :)
Vorrei dire taaante cose, ma mi limito a suggerirvi di leggere la storia di Francisco, che è una personcina adorabile che ha dovuto farsi implorare per postarla.
Spero che riuscirò ad aggiornare presto, sto già lavorando al primo capitolo.
Okay mi sto chiedendo come cavolo dovrei concludere, quindi opto per un finale a sorpres


  
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