Cambiamenti imminenti.
<<
Gwen.. Gwen ma mi stai ascoltando? >>
Sua
madre continuava a chiamarla, ma Gwen stava navigando tra i pensieri
della sua mente, ancora non era riuscita ad assimilare quello che poco
prima suo padre le aveva riferito. Per lei era un trauma, non voleva
fare ritorno in quella cittadina tanto odiata da lei. Qui si era fatta
molti amici, non erano gran ché ma poteva almeno
considerarli tali, qui si era costruita una vita sociale e non voleva
sostituirla con la città che due anni fa l’aveva
fatta soffrire. Qui la gente era cordiale con lei, tutti la salutavano
quando la scorgevano per
le strade, a scuola andava tutto a gonfie vele ed era anche abbastanza
popolare.
<<
Gwen >> la richiamò suo padre.
<<
Si? >> rispose lei.
<<
So che è molto difficile per te lasciare tutto, ma questa
è l’unica soluzione. Li ho trovato un lavoro
importante e con tutti i soldi che guadagnerò
potrò risolvere tutti i nostri problemi finanziari, quindi
per favore piccola mia, cerca di sostenermi, ho bisogno anche del tuo
appoggio e vederti triste non mi aiuterà di certo
>>
Suo
padre continuava a parlare ma lei non riusciva a stargli dietro, i
troppi pensieri la confondevano ma nonostante ciò
abbozzò un sorriso per far capire al padre la sua
approvazione. Avrebbe fatto di tutto per renderlo felice e sapeva
benissimo che quest’ultimo si stava sacrificando per
mantenere la sua famiglia in ottime condizioni.
<<
Papà, tranquillo. Mi fa piacere che tu abbia trovato questo
lavoro, io posso tranquillamente farmi altri amici li invece tu non
puoi trovare lavoro migliore di questo >> Disse
sorridendo Gwen.
La
mattina era già tutto pronto per la partenza, la
città in cui si sarebbero trasferiti distanziava da quella
attuale 2 orette, quindi appena finito di fare colazione e sistemato
tutti gli scatoloni nel camion che li avrebbe portati a destinazione,
s’incamminarono.
Gwen
aveva salutato tutti i suoi amici la sera prima, le avevano organizzato
una festa d’addio e lei ne fu molto felice. Si ripromisero
tutti che si sarebbero sentiti e magari un giorno anche rivisti.
Appoggiò
la sua testa sul finestrino e cominciò ad ascoltare musica
attraverso gli auricolari, ma poco dopo si addormentò.
<<
Tesoro, siamo arrivati >> Affermò Merie, sua
madre.
Piano
piano aprì gli occhi e cominciò ad ammirare tutto
ciò che la circondava. Questo quartiere doveva essere uno
dei più belli e sofisticati del suo paesino, non ricordava
di averlo visto quando stesse li. Scese dalla macchina e vide
l’incredibile villa che era d’innanzi a lei.
<<
Wow >> Esclamò
Suo
padre accennò un sorriso, sapeva che sarebbe piaciuta alla
sua amata figlia. Prima
ad ora non avevano mai vissuto in una casa del genere, si erano
trasferiti due volte ma come dimore avevano sempre avuto dei
semplicissimi appartamenti. Questo gli rincuorò il cuore,
era a conoscenza del fatto che sua figlia ,anche se non dava a
vederlo,era molto triste da quando lui aveva annunciato il loro
imminente trasferimento.
Gwen
corse in casa e cominciò ad esaminarla.
All’interno vi era un atrio e al centro vi era posizionato un
tavolino in vetro con sopra del favolosi fiori di diversi colori. Ai
lati vi erano le scale di marmo che portavano al piano superiore e al
di sotto di quest’ultime vi erano due porte. Gwen
entrò in quella a sinistra, si stupì della
meravigliosa cucina che c’era sotto ai suoi occhi, era tutta
fatta in legno con dei particolari in vetro variopinto, gigantesca e
meravigliosa ecco quali erano gli aggettivi che Gwen le attribuiva.
Uscì e intraprese la strada per entrare nella stanza della
porta a destra. Anche qui rimase meravigliata, il salottino stile reale
che vi era in questa stanza era qualcosa d’indescrivibile,
era perfino più grande della cucina e ci si poteva perdere.
Sparsi qua e ma con stupenda armonia vi erano poltrone e divani. Un
super televisore era posizionato sulla sua destra e alla sua sinistra
vi era anche un enorme libreria stracolma di libri che sembravano
essere abbastanza vecchi. Ma a Gwen non importava, lei amava leggere
qualsiasi cosa. Dai thriller ai romanzi d’amore ottocenteschi
insomma a lei tutto andava bene purchè scritto in maniera
aggraziata. Uscì
anche da quella stanza e cominciò a salire quelle
incantevoli scale che poco prima aveva ammirato. Il piano superiore era
ancor più grande di quello inferiore. Cercò
immediatamente la sua stanza, diverse porte s’innalzavano ai
lati delle pareti, ma fu attirata subito dall’unica porta di
colore più chiaro rispetto alle altre. Essendo alla fine del
corridoio si avvicinò pian piano mantenendo il passo che
aveva avuto precedentemente. Quando arrivò si
fermò ad osservarla e notò che al centro vi erano
incise delle immagini ,ma non volle aspettare ancora, aprì
quella porta ed entrò nella stanza. Rimase a bocca aperta,
le pareti erano d’un colore tra il blu e il celeste,
difficile da definire. Vi era una meravigliosa finestra che affacciava
sul mare che vi era a pochi metri dalla casa e un terrazzo solo suo
dove c’erano altre piante. Il letto era matrimoniale con
tanti cuscini sopra. Si sedette sopra e scoprì anche quanto
morbido era. Due divanetti erano situati dall’altra parte
della stanza insieme alla tv. Alla sua sinistra vi era
un’ennesima porta che rappresentava l’armadio
già colmo di vestiti nuovi e alla sua destra vi era il
bagno. Non aveva mai avuto un bagno tutto suo, e sicuramente doveva
essere molto comodo, pensò. La permanenza li stava
cominciando a piacerle.
<<
Gwen, tesoro mio. Vieni giù che dobbiamo parlarti
>>
Marie
chiamò sua figlia. Anche lei era rimasta estasiata dalla
casa. Ma d’altronde chi non lo sarebbe stato.
Gwen
scese di corsa per cercare sua madre, e un magnifico odore le invase le
narici, sicuramente sua madre stava cucinando uno dei suoi famosi
piatti, pensò. Corse in cucina e la trovò ai
fornelli, ma non era sola. Sorrise alla vista di suo padre e sua madre
che si baciavano, erano così carini. Ma sfortunatamente
rovinò il momento poiché si sporse troppo alla
porta e quella fece rumore. I suoi genitori sgranarono gli occhi ma non
videro nessuno e ancora straniti dal rumore si allontanarono.
<<
Sono io, non volevo rovinare le vostre effusioni >> Disse
Gwen scherzosamente.
Anche
i suoi genitori risero e l’invitarono a prendere il
necessario per apparecchiare fuori in giardino. Gwen non aveva ancora
finito di esplorare la casa quindi appena vide il maestoso giardino
rimase incantata.Tutto quel verde le metteva allegria e come se non
bastasse al centro del giardino vi era anche un’enorme
piscina con una finta cascata. Suo padre le toccò la schiena
e ciò la fece sobbalzare.
<< Ti
piace la nostra nuova e umile dimora? >> chiese il padre
abbozzando un sorriso.
<<
Umile proprio non direi caro paparino, ma devo proprio dire che mi
piace da impazzire >> Rispose Gwenny
Quando
si sedettero tutti e tre a tavola cominciarono nuovamente a
chiacchierare.
<<
Sta sera dovremmo partecipare al ballo che il mio socio ha organizzato
per darci il benvenuto nella città >> Disse
Jeorge << Quindi vestitevi elegantissime che voglio
presentare a tutti le mie bellissime donne >>
Continuò.
Sia
Marie che Gwen furono felicissime di udire quelle parole, ad entrambe
piaceva la moda e i balli quindi si misero d’accordo per
quando andare a scegliere il vestito che avrebbero indossato quella
sera stessa, proprio come delle amiche.
<<
Gwen, esci dai. Voglio vedere come ti sta questo benedetto vestito
>> Disse Marie.
Gwen
era stanca, aveva provato una quindicina di vestiti ma nulla che
lasciassero la madre a bocca aperta.
<<
Si mamma , ma questo è l’ultimo >>
replicò Gwenny
Marie
restò incantata alla visione della sua piccola bambina.
Quell’abito le stava splendidamente. Era lungo e blu notte.
Vi era un interminabile spacco sul lato sinistro del vestito, le
spalline le contornavano le sue esile spalle e la scollatura le
risaltava la sua 4° di seno e dietro,la schiena era quasi
completamente scoperta
<<
Wow >> Riuscì solo a dire Marie.
Gwen
si avvicinò allo specchio che c’era in camera sua
e sorrise alla sua vista. Doveva proprio dirlo, con quel vestito era
proprio una bomba sexy.
<<
Mamma come pensi mi stia? >> Disse sorridendo
<<
Woow >> Continuò a dire sua madre.
<< La mia piccola è cresciuta, oh figlia mia
quanto sei bella. Sta sera tutti gli occhi dei presenti saranno puntati
su di te >>
Gwenny
era felice, qualcosa di vero in quello che le aveva appena detto sua
madre ci doveva essere. Ecco, ora si sentiva orgogliosa di se stessa.
Perdere tutti quei chili era pur servito a qualcosa, due anni fa non si
sarebbe potuta permettere di mettere un vestito del genere, invece ora
sfoggiava il suo bellissimo corpo con addosso una meraviglia di abito.
<<
Ora finisci di prepararti che tra poco dobbiamo andarcene
>> Marie interruppe i pensieri della figlia, le diede un
bacio sulla fronte e s’incammino nella sua stanza per
sistemarsi.