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Autore: Momoko The Butterfly    20/09/2012    3 recensioni
All’inizio, non avrebbe pensato che una semplice donna umana potesse scatenare in lui tanti affanni e cambiamenti, che gli facesse provare delle vere emozioni; le stesse che lui repelleva con tanto disgusto perché ritenute deboli e inutili.
Però, dopo averla conosciuta, qualcosa di lei lo aveva scosso. Era il suo sorriso, i suoi modi cordiali, la sua sincerità o i suoi occhi smeraldini illuminati dalla passione? Forse tutto, forse niente. Ma probabilmente Clara gli aveva solo ricordato i piaceri dell’essere umano, che lui aveva da tempo – forse volutamente – dimenticato.

La mia prima fanfiction, enjoy ♥
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 10
Perché non mi sorridi più?

 
 
 
 
 
 
 
Tyki tornò tra la confusione della battaglia, con la polvere che si sollevava sempre più densa tra le macerie. I tre Esorcisti combattevano senza sosta, distruggendo un Akuma dopo l’altro, facendoli schiantare al suolo ed esplodere con un boato assordante.
Il Conte del Millennio si beava di quello spettacolo, anche se in realtà cercava di individuare con lo sguardo l’ospite d’onore. Road e Cheryl osservavano divertiti la scena, nascondendo abilmente nei loro sorrisi una certa preoccupazione nei riguardi del parente.
Il Noah del Piacere saettò da una parete all’altra nascondendosi sfruttando le ombre della notte, i rumori e il caos provocato dagli Esorcisti. Quando l’ennesimo Akuma andò in pezzi bruciando, scattò dietro al muro accanto a lui, ritrovandosi proprio davanti al Conte che, ignaro, era concentrato a guardare la scena in un’altra direzione.
Tese le mani davanti a sé, e in un attimo una miriade di farfalle nere ne fuoriuscì svolazzando attorno al padrone, creando una massa compatta molto più simile a una nuvola nera che, a causa della nebbia grigia sollevatasi, non permetteva loro di essere intercettate. Mentre sbattevano le ali silenziose, il Noah emanò un ordine, e così volarono veloci, come proiettili, verso il Conte distratto, spostandosi come uno stormo di corvi.
Il quel momento Road si girò, e quando vide l’imminente attacco scagliarsi contro di loro, urlò tempestivamente:
- Millennio!
L’interessato fece in tempo a voltarsi e ad accorgersi del pericolo; senza la minima fatica, schioccò le dita. E in un attimo le farfalle nere presero fuoco, cadendo come fogli di carta sul terreno, diventando cenere prima di poterlo però raggiungere.
Dal punto in cui era nascosto, Tyki si vide in evidente difficoltà. Con quale coraggio gli aveva mandato contro le Tease? Le aveva inventate lui, dopotutto! La sua era stata un’avventatezza!
Il Lord del Millennio si mise una mano sulla fronte, usandola come visore, mentre scrutava attento attorno a sé con occhi luccicanti di determinazione.
- Tyki-poooon? ♥ - chiamò allungando le ‘o’ con aria interrogativa – Dove sei? ♥
Tyki schioccò la lingua, stizzito. Davvero pensava che avrebbe abboccato a una cavolata simile? Il suo ex capo stava perdendo punti…
Rimase nascosto e in silenzio dietro il muro. Contava sull’appoggio di Road e Cheryl, se non per aiutare lui, almeno per Clara. Dopotutto, erano una famiglia, anche al di fuori di quella dei Noah. Sperava davvero che lo supportassero, in qualche modo.
Non si sarebbe lamentato di nulla, nemmeno se suo fratello avesse avuto la malsana idea di stampargli un sonoro bacio sulla guancia…
“Forse sto esagerando” si disse, rendendosi conto di quanto fosse orribile la sua idea. Cheryl che gli dava un bacio… era il suo peggior incubo.
 
Si affacciò sul bordo del muro, pronto a muoversi, quando sentì qualcosa. Era una voce lontana, echeggiante. Si guardò attorno, ma non vide nessuno e comunque, in mezzo a quella confusione, sarebbe stato difficile distinguere i rumori della battaglia dalle parole, sempre più sommesse e irraggiungibili.
Non fece un altro passo che la sentì ancora, questa volta più nitidamente. Non apparteneva a nessuno che conosceva. Rimase però atterrito quando la udì dire:
Ciao, Joyd…
E a quel punto si portò una mano alla tempia, massaggiandosela infastidito. No, non veniva dalla battaglia… Era nella sua testa. C’era una voce nella sua testa.
Perché l’aveva chiamato Joyd? Che significava?
Si voltò, pronto ad andarsene da lì, ma davanti a lui c’era il Conte del Millennio, con una luce sinistra nei piccoli occhi gialli e un ghigno ricco di malvagità in volto.
- Troooovato! ♥ - esclamò euforico, colpendolo allo stomaco con un calcio violentissimo.
Tyki finì sbalzato via, attraversando l’aria e la polvere. Evitò di scontrarsi contro un muro e un attimo prima di rotolare per terra riuscì a raddrizzarsi, riacquistare il controllo e fermarsi a mezz’aria, riprendendo il fiato che gli era venuto a mancare all’improvviso a causa del colpo.
Il primo apostolo uscì saltellando felice dal suo nascondiglio, ridacchiando contento. In mano stringeva Lero.
- L’avete colpito forte, lero – commentò l’ombrello parlante, turbato.
Per tutta risposta il padrone rise, senza curarsi troppo delle considerazioni dell’altro.
Tyki gli rivolse un’occhiata di sfida, accennando un sorriso stupito.
- Come sapevi dov’ero? – domandò, sprezzante.
Il Conte rise ancora, contenendosi la pancia.
- Oh oh oh… Me lo ha detto Wisely! ♥ - affermò, come se fosse ovvio.
 
La prima cosa che venne in mente a Tyki fu:
“E chi sarebbe?!”
Subito dopo sentì di nuovo quella voce nella sua mente che, vaga, gli diceva:
Sono io. Wisely, il quinto apostolo, l’Occhio Stregato…
Tyki fece una faccia confusa. C’era davvero un Noah che gli leggeva la mente?
Sì…
Si sentì rispondere.
Ancora non lo conosceva, ma già cominciava a dargli sui nervi.
Il Conte ridacchiava senza controllo, rendendosi conto di aver colto il Noah di sorpresa. Tenendo saldo Lero davanti a sé, lo trasformò in una lunga spada dall’elsa dorata. Poi con un uno scattò agilissimo si diresse contro Tyki, sogghignando malignamente.
Il terzo apostolo fece appena in tempo a parare il colpo con una Tease, che brillò diventando gigantesca nella sua mano; ma il Conte la distrusse, riducendola in brandelli. Il Noah allora fece un salto all’indietro e gli lanciò una sfera di energia.
Sapeva di essere svantaggiato, e che da solo non l’avrebbe mai potuto battere.
Il colpo che aveva sferrato contro il primo apostolo fu evitato, ma in compenso si schiantò a terra sollevando polvere ed erba.
Tyki allora s’infilò tra i resti di un vecchio corridoio abbastanza stretto perché solo lui, con i suoi poteri, potesse attraversarlo. Era lungo e in ombra, ma il Noah non vi badò e, veloce, cominciò a correre.
A quel breve attimo di tregua seguì un boato che si dilungò per qualche secondo, simile a quello che segue un grosso proiettile o una palla di cannone; subito dopo i muri iniziarono a crollare verso l’interno, andando in frantumi dietro di lui. La polvere avanzava rapida nella sua direzione, intenzionata a sommergerlo, ma Tyki continuò a correre, usando i suoi poteri per evitare di essere colpito dai calcinacci e dai mattoni che volavano ovunque, spaccandosi a terra con un rumore orribile.
Quando ormai sentiva di essere in trappola, fece uno scatto a destra e si buttò letteralmente contro il muro, attraversandolo. Finì per cadere all’interno di una stanza, ancora perfettamente intatta nonostante il tempo si fosse pesantemente abbattuto su di essa.
Quando si rialzò un po’ dolorante si guardò attorno: l’ambiente era vuoto, privo persino di pavimentazione.
Non era difficile pensare al perché fosse in tali condizioni. Poteva esserci stato qualche furbo che si era dedicato a ripulire per bene la stanza, dopo l’incendio.
Sul muro opposto a lui, Tyki individuò un buco nel muro di forma quadrata, forse una finestra. Vi si affacciò e fu lì che vide Allen Walker, assieme ai compagni, combattere contro gli Akuma. Non ne erano rimasti molti, ma i tre Esorcisti sembravano ugualmente in difficoltà.
Tyki si rese conto proprio in quel momento di quanto l’albino potesse essergli utile. Solo lui poteva aiutarlo a tenere testa al Conte; solo lui poteva proteggere Clara…
 
Uscì dalla stanza e si precipitò verso di lui. Fortunatamente la distanza tra loro era poca, cosicché non gli ci volle molto per raggiungerlo.
Un Akuma stava per aggredirlo alle spalle. Il Noah allora tese una mano nella sua direzione e gli lanciò contro un raggio di energia, che lo ridusse in pezzettini.
Allen avvertì l’esplosione dietro di lui e si voltò verso Tyki.
- Guardati le spalle, Shounen! – si sentì gridare da quest’ultimo con aria di superiorità.
La creatura svanì nel nulla, e con essa anche l’anima al suo interno. Una lacrima cremisi gli scese lungo la guancia sinistra, mentre con il suo occhio maledetto la vedeva gridare straziata e dissolversi in una nuvola di dolore e disperazione.
Raggiunse Tyki e gli gridò contro, in preda alla rabbia:
- Perché… ?!
- Ti ho fatto un favore – rispose il Noah distogliendo lo sguardo dal suo.
L’Esorcista però non ne volle sapere. Alzò un braccio e indicò il punto in cui fino a qualche attimo prima c’era l’anima che avrebbe voluto poter salvare.
- Ci avrei pensato io! Non dovevi distruggerlo! – gridò esasperato – Quella persona…
Ma Tyki lo interruppe.
- Avresti preferito morire, allora? Spiegami, Shounen, sarebbe stato meglio l’Akuma… o te?
L’albino non seppe cosa rispondere. Sapeva solo che per quell’anima non ci sarebbe stata salvezza. Che era perduta per sempre, oramai. Strinse i pugni e sollevò lo sguardo, determinato, pulendosi la guancia dal sangue.
- Sta’ zitto – disse solo, schietto.
Tyki nascose un sorriso divertito. Quel piccoletto avrebbe sicuramente imparato la crudeltà della guerra, un giorno.
- Allora, che cosa c’è? – tornò a domandare l’albino con una nota stizzita nella voce.
- Devi farmi un favore… - biascicò il Noah dopo qualche secondo, vincendo il suo orgoglio che gli imponeva di non chiedere aiuto. La fatica con la quale lo aveva detto erano talmente innaturali per lui che Allen quasi non ci credette.
- Che genere di favore? – domandò allora l’albino, curioso.
Tyki prese un profondo respiro, raccogliendo tutta la sua forza di volontà in quell’unica parola che, qualche attimo dopo, pronunciò con fare solenne:
- Proteggila.
Allen sbarrò gli occhi.
- Come? – domandò, certo di non aver compreso ciò che gli aveva detto.
Il Noah si grattò la testa, senza sapere come farglielo capire senza sembrare troppo sdolcinato; un passo falso e la sua reputazione sarebbe stata definitivamente annientata.
- Devi… proteggere Clara… - ripeté – Se non potessi più farlo io… prenditi cura tu di lei…
Allen rimase a bocca aperta, incredulo.
Si rese conto in quel momento di quanto il Noah fosse cambiato. Sembrava avesse fatto una metamorfosi, come una farfalla. E ora finalmente aveva aperto le ali per volare.
Non gli stava mentendo; non lo aveva mai fatto. Non era mai riuscito a capire dove finisse la verità e cominciasse la menzogna, ma l’amore per quella donna vi aveva posto in mezzo un confine netto e chiaro, per cui ora lo mostrava ai suoi occhi più umano di qualsiasi altra persona.
Allen era semplicemente impressionato. Così, alla fine, mostrando la faccia più affidabile del mondo, rispose:
- Farò del mio meglio.
Tyki si sorprese. Mai si sarebbe immaginato tanto da quel piccoletto. Lo ringraziò con un sorriso complice, e tra i due ci fu un attimo d’intesa.
 
- Allen! – si sentì chiamare a gran voce l’albino. Si girò e vide Lavi, che avanzava verso di lui, soddisfatto.
- Li abbiamo distrutti tutti – spiegò il giovane Bookman, passandosi una mano tra i capelli, esausto – Tyki aveva ragione, qui c’è sicuramente qualcosa.
Linalee, dietro di lui, annuì sicura.
- Tu non hai visto niente? – domandò la cinesina disattivando la sua Innocence, che tornò a cingerle leggera le caviglie.
Allen stava per rispondere, quando si rese conto che continuare con quella farsa non sarebbe servito a niente. Ormai erano certi della sincerità di Tyki, per cui poteva provare a raccontar loro la verità. Si voltò verso il Noah, che era girato di schiena e pareva non interessarsi troppo alla loro discussione. Stava cercando qualcosa tra le rovine, forse il punto in cui Clara era nascosta. Si chiese se stesse bene, se fosse scappata via o se non si fosse mossa.
Non poteva preoccuparsi all’improvviso per lei e Tyki, altrimenti Lavi e Linalee si sarebbero insospettiti e avrebbero messo in dubbio sia lui, sia l’intera faccenda.
Perciò doveva dir loro ogni cosa, di ciò che aveva omesso la prima volta. Poi si sarebbero occupati tutti insieme della ragazza.
- Linalee… Lavi… - li chiamò, serioso.
I due si voltarono verso di lui, incuriositi dal suo improvviso comportamento.
- Che cosa c’è, Allen? – domandò il giovane Bookman.
- Ehm… D-devo dirvi una cosa – biascicò a bassa voce, un po’ timoroso delle loro reazioni.
Tyki si voltò verso di lui, intuendo che l’albino stava per vuotare il sacco; ma non lo fermò, perché era anche nel suo interesse avere l’appoggio degli altri Esorcisti.
- Ecco…
 
Ma non finì di parlare che si sentì tirare improvvisamente per la divisa. Perse l’equilibrio e volò per aria, mentre il terreno esplodeva dietro di lui.
Cadde a terra con un tonfo e ci mise un po’ a rialzarsi, dolorante da ogni parte, per poi scoprire che Tyki era accanto a lui. Tossì un paio di volte e si alzò tremolante, mentre la polvere li circondava velocemente impedendogli di vedere a un palmo dal loro naso. Nel punto in cui un attimo prima si trovavano, ora c’era un cratere largo e profondo che si apriva nel terreno, fumante. Dall’altra parte c’erano Lavi e Linalee, ancora vivi, che si rialzavano sostenendosi a vicenda. Ma Allen fu in grado di vederli solo per pochi attimi, poiché subito dopo furono sommersi nuovamente dalla nube, che li nascose completamente ai suoi occhi.
Alzò lo sguardo verso il cielo, da cui aveva pensato fosse arrivato il colpo, e incontrò la figura tondeggiante del Conte, che continuava a ridacchiare contento volteggiando a mezz’aria.
- Non è il tempo per le chiacchierare, questo ♥ - vociò agitando a destra e a sinistra l’indice in segno di diniego.
Allen si rialzò, attivò la sua Innocence e si lanciò contro il nemico sfoderando tutte le sue forze.
- Ha ragione! – gli ringhiò a denti stretti cercando di attaccarlo con la sua spada.
Il Conte però trasformò anche Lero e così i due finirono per scontrarsi con le loro due, identiche armi. Le lame sibilavano violente, producendo scintille e brevi e fugaci bagliori nel cielo.
Lavi ingigantì il suo martello, mentre sul terreno compariva un grosso simbolo luminoso. Abbatté l’arma su di esso e una grande colonna di fuoco serpeggiante illuminò a giorno l’ambiente, ringhiando come un’animale mostruoso e scagliandosi disastrosa verso il primo apostolo a fauci spalancate. All’ultimo momento fu però evitata, per andare poi a distruggersi sul terreno esplodendo in migliaia di fiammelle scintillanti.
Dopo l’attacco di Lavi, Linalee si librò in aria con un salto potente ma la tempo stesso, aggraziato. Gettò la testa all’indietro e chiuse gli occhi, mentre si fermava a mezz’aria per un unico, solo frangente, sopra al Conte. Quando cominciò a ricadere verso il basso, girò su sé stessa e si lanciò a piedi uniti come un missile sul suo obbiettivo.
In Quel momento anche Allen tentò un attacco frontale, e così il Conte si protesse liberando dal proprio corpo un’ondata di energia che si propagò nell’aria travolgendo i due Esorcisti.
L’albino cadde a terra e si rialzò, mentre Linalee non riuscì a spiccare un altro salto e cominciò a cadere gridando di paura. Stava per schiantarsi a terra.
Allen tentò di alzarsi ma avvertì un dolore improvviso alla gamba. Ogni sforzo che fece fu vano, perché irrimediabilmente perdeva le forze e cadeva a terra nuovamente. Ebbe solo il tempo di gridare il suo nome con tutta l’aria che aveva nei polmoni.
- LINALEE!!!
La cinesina stava ormai per toccare il suolo, gridando e invocando aiuto, quando un’ombra si gettò su di lei e l’afferrò prima che fosse troppo tardi. Quando riaprì gli occhi e sollevò lo sguardo, rimase sorpresa di vedersi tra le braccia di Tyki.
Il Noah la riportò a terra e la mollò, senza un minimo di interesse.
Linalee lo guardò a lungo, stupita e anche un po’ intimorita dalla sua presenza. Riuscì però ad abbozzare un sorriso e a mormorare, con un filo di voce:
- Grazie.
Tyki non rispose, ma voltò la testa altrove e si allontanò.
Immediatamente arrivò Allen, sorretto da Lavi perché non riusciva ad appoggiare il piede destro.
- Linalee! – la chiamarono i due Esorcisti, preoccupati.
La compagna andò loro incontro, gettando un’occhiata impensierita verso Tyki alle sue spalle.
- Sto bene. Mi ha salvata lui – spiegò.
Allen individuò con la coda dell’occhio il Noah. Avrebbe voluto ringraziarlo, ma non era quello il momento per farlo. Avevano un’altra faccenda di cui occuparsi, prima.
Il Conte si posò in punta di piedi sul soffitto dei resti di una vecchia stanza, ridacchiando in modo sinistro.
Si era stufato di giocherellare con loro, voleva finirla al più presto. E sapeva già come…
- Oh oh… Tyki-pon? – lo chiamò con una nota divertita nella voce.
Tyki si voltò verso di lui, guardandolo con aria di sufficienza.
- Sei proprio un galantuomo, sai? ♥ - continuò il primo apostolo – Ma è un’altra, la fanciulla che dovresti salvare…
Come terminò la frase il Noah si sentì ingarbugliare lo stomaco per la preoccupazione. Accennò qualche passe verso il luogo in cui Clara era nascosta, ma una voce lo costrinse ad arrestarsi, velata di disprezzo:
- Non ti muovere.
 
Road spuntò dall’ombra con il giovane viso corrugato in una spaventosa espressione di rabbia. Aveva avuto soltanto una volta quello sguardo, sull’Arca. E non prometteva nulla di buono.
Tyki spalancò gli occhi per lo stupore quando, dietro di lei, comparve Clara. Era priva di sensi, e veniva trascinata dalla Noah per il colletto del vestito sul terreno.
- Road, che diamine stai facendo?! – le gridò contro lo zio.
La nipote portò la giovane in mezzo a uno spiazzo d’erba, accanto a un vecchio muro. La mollò, facendola cadere a terra con pochi convenevoli. I suoi capelli castani chiari si sparsero sul suo viso e sull’erba, disordinati.
- Quello che avresti dovuto fare tu – pronunciò atona, gli occhi avvolti da un’ombra di malvagità mai vista.
Si allontanò di qualche passo da Clara. E subito dopo una grossa candela, lunga e appuntita, comparve sulla testa della donna.
- L’avresti dovuta uccidere tu, quando ne hai avuto l’occasione.
- Fermati, Road! – gridò Tyki, quasi supplicandola.
- Non avresti dovuto abbandonare la tua famiglia – continuò la Noah, sorda alle sue parole – Mollare tutto per una come lei… Un essere umano!
Strinse i pugni, sulla gonna piena di fiocchi che indossava, talmente forte che le nocche sbiancarono.
- Tu… - mormorò, la voce tremava di rabbia. E alla fine, esplose - … Maledetta!!
 
La candela si mosse rapida come un fulmine su Clara, pronta a colpirla.
Tyki cominciò a correre verso di lei. Le gambe sembravano sempre sul punto di cedergli, come se si trovasse in un orribile incubo. Si diede una spinta in più e si gettò su di lei.
L’avrebbe protetta, a qualsiasi costo! Non avrebbe più dovuto rinunciare a nulla, non avrebbe mai più dovuto dire addio a niente!
E quando l’ebbe circondata con le sue braccia, fu un attimo di sollievo.
Poi, solo dolore.
 
Road restò come paralizzata, gli occhi spalancati e le labbra socchiuse in un’espressione di amara sorpresa. Le tremavano le mani. Qualsiasi parola volesse pronunciare le moriva in gola, incapace di uscire fuori, come soffocata. Si era resa conto solo in quel momento di quando fosse stata stupida. Nel momento in cui aveva realizzato ciò che era successo, ebbe la viva sensazione di avere sbagliato tutto.
Indietreggiò, con movimenti meccanici e rigidi, senza staccare gli occhi dallo zio.
 
Il Conte saltellò da un piede all’altro agitando festoso Lero. Finalmente aveva ottenuto quello che voleva…
- E’ la fine, Tyki-pon ♥ - pronunciò con voce solenne ghignando in modo maligno.
 
Tyki riprese lentamente coscienza.
C’era lui, e c’era Clara. Aveva gli occhi chiusi, ma sembrava stare bene. Per fortuna non era ferita…
Tentò di muoversi, quando sentì un agghiacciante gocciolio sotto di lui e, subito dopo, una dolorosa fitta al ventre.
Abbassò lentamente lo sguardo. Poi la vide.
La candela di Road era conficcata nel suo stomaco, sporca del suo sangue. Lo stesso che ora colava a terra sempre più copiosamente.
Sentì il respiro mancargli, farsi pesante, le braccia cedergli e gli occhi chiudersi. Stava per svenire; e morire.
Per un attimo il dolore fu lancinante, insopportabile. Sentiva il sangue salirgli in gola, come un conato, e perdere lentamente il controllo delle braccia.
No, non poteva abbandonare Clara, lasciarla nelle grinfie del Conte. Non poteva e non voleva.
Non gli importava di sputare fiotti di sangue, di morire o essere torturato. Voleva stare con lei, e non dovervi mai rinunciare. Nonostante la grave ferita che aveva non si sarebbe mai tirato indietro, l’avrebbe difesa a qualunque costo.
 
Subito dopo, si sentì venir meno. Stava ansimando, e tutto attorno a lui diventava sempre più soffuso e indistinto. Il mondo gli vorticava intorno, perso nella totale confusione.
Qualsiasi sforzo di non cedere svaniva nel dolore. Poi, all’improvviso, perse le forze.
Si lasciò cadere, esanime, a terra, accanto alla donna che amava. Ma prima di toccare il suolo, gli si affiancò Linalee, che si passò un suo braccio sulle spalle e lo sorresse.
La sua giacca si era tinta di cremisi, e il Noah non dava segni di vita. La candela era scomparsa, dissolvendosi nel nulla così com’era apparsa, e lasciando che il sangue si spargesse ovunque.
Nonostante l’odore acre e pungente della sostanza le pizzicasse il naso, la cinesina non demorse, e riuscì a mettersi in piedi con Tyki accanto, privo di sensi.
Comparve Lavi, che come un fulmine si gettò su Clara e la prese in braccio. Poi entrambi si allontanarono in fretta per mettersi al sicuro, in un luogo nel quale non li avrebbero attaccati e dal quale avrebbero poi potuto informare l’Ordine.
Il Conte, disturbato dall’intervento dei due Esorcisti, fece per andar loro dietro, ma si ritrovò a respingere all’ultimo secondo un affondo della spada di Allen, che si era avventato su di lui con violenza per distrarlo e permettere a Lavi e Linalee di fuggire.
Ancora non poteva credere che Tyki si fosse sacrificato per Clara. Ma ciò che i Noah avevano fatto era imperdonabile, nulla li avrebbe salvati dalla sua collera!
- Maledetto!! – gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, stringendo sempre più l’elsa della sua arma e tentando di colpirlo ancora.
Il Conte lo allontanò da sé in malo modo, poi ghignò in maniera inquietante, nascondendo perfettamente la frustrazione provata per essere stato interrotto.
- Eh eh eh… E’ arrivato il momento di salutarci, Allen Walker! – vociò con una punta di rabbia – Ci rivedremo molto presto. ♥
 
Dietro di lui comparve un gate dell’Arca, nero e liquido come la superficie di un lago d’inchiostro. Ci passò attraverso e sparì, senza dire nient’altro.
Allen rimase da solo, lasciando che il silenzio inghiottisse nuovamente le antiche rovine.
Mentre raggiungeva Lavi e Linalee, vide Road e Cheryl. Erano ancora lì, immobili, a pochi metri da lui. La Noah del Sogno avanzò qualche passo verso Tyki, ma il padre la afferrò per un braccio, costringendola ad arrestarsi. Scosse la testa, affrancato. Non disse nulla. Gli bastò guardarla negli occhi, per farle capire che non poteva fare nulla. Le voleva troppo bene per lasciarla, per dovere dire addio anche a lei.
Road capì, e così i due Noah se ne andarono, in silenzio, dentro al Gate dell’Arca. Ma prima di sparire completamente, la Noah si voltò verso Tyki. Una lacrima, una sola, le scese leggera, eppure carica, di tutto il dolore provato, lungo la guancia. Poi se ne andò, e scomparve.
 
Clara aprì lentamente gli occhi.
Vide il cielo che cominciava a schiarirsi all’orizzonte, tingendosi delle tenui sfumature dell’arcobaleno. Le nuvole brillavano d’oro, sostando nel cielo, simili a cumuli di panna montata.
Tutto era calmo e tranquillo, avvolto da un’insolita nebbiolina bianca, che s’insinuava tra le antiche rovine rinfrescando l’ambiente.
La giovane sbatté le palpebre un paio di volte, svegliandosi del tutto. A quel punto udì delle voci, vicino a lei, di cui una famigliare. Infatti, subito dopo, la figura amichevole di Allen Walker fece capolino davanti a lei e, prendendole la mano come un vero gentiluomo, la aiutò a mettersi a sedere. La testa era affollata di pensieri, che sembravano muoversi a velocità inconcepibile senza nemmeno darle il tempo di riflettervi sopra.
- State bene? – si sentì domandare dall’Esorcista, con un sorriso confortante. Dopo essere riuscita a mettere a fuoco ciò che aveva davanti, Clara rispose:
- Sì, ho solo un po’ di male alla caviglia. Grazie.
- Posso vedere? – chiese Allen facendo per scoprirgliela con delicatezza. La giovane annuì, ancora visibilmente confusa. Mentre l’albino le esaminava la caviglia senza trovarci nulla di rotto o grave, si guardò attorno. C’erano le Rovine, avvolte dalla nebbia. I muri erano crollati, e ovunque sul terreno comparivano segni di bruciature, enormi crateri, buchi, e sangue.
La battaglia era stava davvero estenuante, non aveva permesso un attimo di riposo a nessuno. Ancora si potevano vedere i resti di Akuma, sparsi qui e là, e i loro pentacoli che avvelenavano il terreno circostante come macchie d’inchiostro sull’erba.
Rispetto a quegli attimi, però, ora si respirava un’aria diversa: un’aria tranquilla, che sapeva di mattino, di erba, di sole. Stava cominciando un nuovo giorno, uno di quelli che significa cambiamento, vita nuova, grandi svolte.
Clara si sentì stranamente bene, per quel misero momento, completa di tutto e niente. Perfettamente equilibrata.
Poi Allen pronunciò qualcosa che cambiò tutto:
- Per fortuna quei Noah non vi hanno fatto nulla.
 
“Noah… ?

Noah?!

NOAH!”
 
- Tyki! – esclamò improvvisamente, ricordando all’istante ogni cosa. Un fiume di pensieri distrusse le barriere della sua mente e si riversò nei suoi ricordi, facendoli scorrere velocemente davanti a lei tanto che, per un secondo, le parve di vederli con i suoi stessi occhi.
Allen sussultò, sorpreso da quella reazione improvvisa. Ma non ebbe il tempo di fare nulla che Clara lo afferrò per la divisa e, tirandola a sé, esclamò:
- Dov’è?? Dimmelo!
L’Esorcista tentò di biasciare qualcosa, facendole notare che lo stava soffocando. La giovane se ne accorse e, con uno scatto imbarazzato, levo immediatamente le mani da lui.
- Perdonatemi… - si scusò abbassando la testa.
- No, no! State tranquilla, non è niente! – si affrettò a negare l’albino, agitando le mani a destra e a sinistra nel tentativo di distogliere i suoi pensieri da quel futile sbaglio. Poi capì ciò che gli aveva chiesto, e a quel punto la sua faccia si fece seria, per non dire dispiaciuta.
- Ecco… Tyki è…
Non riuscì a terminare la frase. Volse lo sguardo a destra, e Clara lo seguì, preoccupata.
Tyki era a pochi metri da lei, steso a terra e con gli occhi chiusi. La ferita al ventre era stata coperta da un panno, ma il sangue era ugualmente ben visibile su di esso e sulla camicia bianca e lacerata.
Clara non ci pensò un attimo. Si alzò e, zoppicando, corse da lui, poggiando la sua testa sulle sue ginocchia.
- Tyki! Tyki! – lo chiamò con le lacrime agli occhi, disperata. Lo scosse, scostò i suoi capelli dalla fronte scoprendo le stigmate, lo chiamò e lo chiamò ancora, agitata, frenetica.
All’improvviso il Noah socchiuse le palpebre, tossendo debolmente un po’ di sangue.
Clara si sentì sollevata; poi, tornò a preoccuparsi.
- Tyki… - mormorò ancora, mentre le lacrime cominciavano a rigarle le guance.
- Cla… ra… - sussurrò Tyki, respirando a fatica - … Sta… te… bene…
Tentò di alzarsi, ma la ferita cominciò a dolergli e a sanguinare ancora. Il suo viso si piegò dal dolore, mentre ricadeva sulle ginocchia della giovane, che premendo il panno sulla lesione esclamò:
- State fermo, altrimenti sanguinerete ancora!
Prese un fazzoletto dalla manica dell’abito, scoprì la fronte cinerea del Noah e iniziò ad asciugarla dal sudore, tamponando con delicatezza.
- Andrà tutto bene, vedrete. Ogni cosa si sistemerà – ripeté, quasi ossessivamente, cercando di arrestare le lacrime.
Tyki cercò di sorridere come meglio poteva, a quella dimostrazione di forza e coraggio.
Nulla sarebbe andato bene. Lo sapeva. Quelli, se ne rese conto in quel momento, erano i suoi ultimi attimi con lei.
 
Allen osservava i due, addolorato. Aveva visto la ferita del Noah, e sapeva bene quanto lui che non ci sarebbe stato niente da fare. L’Ordine non l’avrebbe mai aiutato. Se loro l’avessero fatto sarebbero stati puniti col carcere.
Abbassò lo sguardo, trattenendo le lacrime, sentendo la rabbia montare dentro di lui. Non avrebbe mai perdonato il Conte. Non avrebbe mai perdonato i Noah.
Strinse i pugni, resistendo all’impulso di batterli sul terreno e gridare. Non capiva il perché di quelle sensazioni, sapeva solo che tutto ciò era ingiusto. Non doveva accadere, assolutamente.
E poi, all’improvviso, sentì una lacrima scendergli lungo la guancia. Ne fu sorpreso. Davvero piangeva per un suo nemico?
 
Tyki sorrise ancora. Gli veniva sempre più semplice e spontaneo, davanti a Clara. Ed era così che voleva essere per lei, in quegli ultimi attimi.
Ammirava la sua forza, il suo inguaribile ottimismo, che né guerre né tempeste avrebbero mai potuto abbattere.
- Eh eh… Mi chiedo… se sia questo… il vostro lato… più bello… - mormorò flebile, carezzandole la guancia delicata con dolcezza; Clara arrossì - … O questo…
La giovane ricominciò a piangere. Prese la mano e la premette contro la propria guancia, come fosse stata qualcosa di prezioso, da coccolare.
- Perdonatemi per avervi dato quello schiaffo… ho sbagliato tutto… - cercò di spiegare, in lacrime. D’istinto aumentò la presa sulla mano del Noah. Voleva che sentisse che le dispiaceva, che vedesse quanta fiducia aveva riposto in lui; che lei lo amava.
Tyki soffocò una risatina, che si ridusse a un altro colpo di tosse secca.
- Me lo… meritavo… - cercò di sdrammatizzare, ansimando – Avrei dovuto… dirvi… la verità… invece di…
Tossì ancora sangue, stringendosi la ferita per resistere al dolore, crescente.
- Non parlate troppo … - raccomandò Clara, pulendogli la bocca dal sangue le gli colava dal labbro inferiore – Avremo tutto il tempo per parlare. Ora riposatevi.
Il Noah scosse piano la testa, sorridendo triste.
- No… il tempo è scaduto…
La giovane tremò appena, a quelle parole. Per poco non gli gridò contro di farla finita, che tutto si sarebbe sistemato. Si chiese invece perché non avesse già finito le lacrime da versare…
- Non dite così… vi prego… - supplicò, con la voce tremula – Vi prego…
 
Tyki sentì le forze cominciare a mancargli. Non gli rimaneva molto. Quel momento sarebbe stato l’unico a sua disposizione. Non sapeva che conseguenze avrebbe avuto, ma era l’ultima cosa che voleva fare, prima di chiudere gli occhi per sempre, prima di non poter più rivedere il viso della donna che amava.
Sorrise di nuovo, passando una mano dietro al suo collo, carezzandoglielo con il pollice.
- C’era… una cosa… che volevo fare… - sussurrò, raccogliendo finalmente il coraggio che avrebbe dovuto tirare fuori mesi prima.
Attirò a sé il viso della giovane, la quale arrossì, capendo cosa volesse fare. Ma non si allontanò. Era quello che voleva anche lei… Il momento che il suo cuore bramava, per il quale si era tormentata…
 
Le loro labbra si sfiorarono, per poi unirsi in un bacio. Nel Bacio. Quello che entrambi stavano aspettando, frementi. Quello che sanciva un amore pieno di ostacoli, impossibile, ma che aveva trovato la forza di sbocciare e diventare bellissimo, come una rosa.
Rimasero così a carezzarsi i visi, lasciando perdurare il più a lungo possibile quel primo e ultimo segno del loro amore, ad occhi chiusi, come in un sogno. Un sogno che finalmente era diventato realtà. Le lacrime si erano fermate. Non c’era più posto per il dolore. C’erano solo Clara, Tyki, e il loro amore, che sembrava creare attorno ai due innamorati un bellissimo giardino rigoglioso, che fioriva tingendosi dei colori dell’arcobaleno; e di bianco e nero. La completezza, la perfezione di quell’attimo che valse tutto il tempo per il quale lo si era aspettato; tutto il dolore patito e tutto il sangue perso.
E quando infine le loro bocche si separarono, Tyki disse le parole più veritiere di tutta la sua vita…
- Ti amo…
Poi chiuse gli occhi, ed esalò l’ultimo respiro, lasciando ricadere la testa all’indietro. La sua mano scivolò via dal collo della giovane, senza vita.
Clara spalancò gli occhi, entrando nel panico. Iniziò a tremare, e le lacrime tornarono a premerle forti sugli occhi.
- Tyki… - mormorò prendendogli il viso, scuotendolo leggermente. Ma il Noah non si svegliò.
- Tyki! – gridò ancora, iniziando a piangere copiosamente – TYKI!!
Ma non ricevette alcune risposta…
Si voltò verso Allen.
- Fate qualcosa, vi prego! Vi prego!
Ma l’Esorcista abbassò lo sguardo, sconfortato. Non c’era più nulla da fare, oramai…
Clara sentì il proprio cuore esplodere. Prese tra le mani il viso del Noah e lo avvicinò a sé, abbracciandolo, abbandonandosi completamente al pianto. Non poteva credere che fosse morto… non poteva assolutamente crederlo!
- Avevi detto che mi avresti spiegato tutto! Perché mi hai abbandonata?? – gridò stringendo ancora di più il corpo senza vita di Tyki – PERCHE’???
 
Lavi e Linalee comparvero al fianco di Allen, che guardava la giovane disperarsi sempre più.
- E’ finita… - pronunciò l’albino con voce tombale. Linalee si asciugò una lacrimuccia con l’indice della mano, mentre Lavi corrugò le sopracciglia, abbassando il viso. Anche loro erano dispiaciuti, per aver scoperto soltanto tardi le vere intenzioni del Noah.
- Dobbiamo chiamare l’Ordine e fare rapporto – sospiro il giovane Bookman senza staccare gli occhi da Clara, che piangeva e gridava e chiedeva perché al vento.
- Lo faccio io – si offrì Allen, senza il minimo entusiasmo. Si avvicinò a Clara, posandole una mano sulla spalla.
La giovane si voltò verso di lui, gli occhi rossi e segnati dalla disperazione.
- Mi dispiace… - disse, cercando di confortarla – Vi voleva molto bene…
Clara tirò sul col naso, mentre si calmava gradualmente.
- Penseremo noi a lui, non preoccupatevi – continuò Allen, abbozzando un sorriso amichevole, per cercare di tirarle su il morale.
La giovane adagiò il corpo di Tyki a terra, guardandolo in viso e carezzandone una guancia, come se stesse semplicemente dormendo.
- Grazie… - disse sorridendo debolmente, cercando di mostrare tutta la gratitudine che in quel momento riusciva a estraniare.
- Vi riporterò a casa, va bene? – domandò l’Esorcista, prendendole una mano per farla alzare, con gentilezza.
A quelle parole Clara s’intristì, abbassando lo sguardo.
- Ecco… - disse, tormentandosi le mani – La mia villa è stata distrutta… Io non… non ho più una casa in cui tornare…
Allen sorrise, trovando subito un modo per risolvere quel piccolo problema:
- Vedrò se il Signor Komui ha delle stanze libere…
 

Fine


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♣ Angolo di Momoko 

Tadaaaan!! Eccomi qua!
Credevate che vi avessi abbandonati, eh??  Invece ho semplicemente deciso di posticipare la pubblicazione a oggi perché oggi è il 20 settembre. E il 20 settembre... è il compleanno di Tyki xDD
Tyki: bel regalo davvero! >.> Mi fai pure morire!
Su, un po' di allegria! Oggi è il tuo compleanno! :D
Allen: *compare da nulla* oggi è il tuo compleanno?!
Lavi: Come come? 
Linalee: Oh, davvero?
*Appare Road*
Road: è il tuo compleanno, Tyki? <3
Cheryl: ma guarda chi mi compie gli anni oggi! Auguri caro! <3
Tyki: ò_ò Oddio...
Komui: *compare anche lui* facciamo festaaa!!!
*Parte musichetta da discoteca, il pavimento s'illumina e si accendono luci stroboscopiche ovunque*
Tyki: Ma che #*?%£!$ succede?! OAO''

Ecco, parte seria delle note dell'autore...
Wow, sono felicissima! Sono riuscita a terminare qualcosa! xD Spero che il finale vi soddisfi.
Vi giuro, mentre lo scrivevo ogni tre secondi mi mettevo a piangere come una depressa... Spero di essere riuscita a farvi piangere ù_ù Io ci sono riuscita xD
Comunque, ho finito la mia prima storia, ma non credete che mi fermi qui. Ho in programma altre storie dopo questa, sempre su D. Gray-man... Cercherò di farmi viva il prima possibile^^
Diciamo che questa è stata la mia pista di partenza. Rileggendo i vecchi capitoli e poi quelli 'nuovi' ho visto un certo miglioramento. Sono contenta, perché anche grazie a voi autrici ho potuto affinare al meglio il mio stile e arrivare dove sono ora. Grazie!! Avrò ancora molta strada da fare, ma sapere che ci sarete voi a deliziarmi con le vostre opere mi riempie di gioia^^
EFP è una comunità bellissima.
Ora, per ringraziarvi e per soddisfare la curiosità delle mie recensitrici, vi svelerò altri dettagli scabrosi riguardo alla fanfiction xD
*Parte la 5° sinfonia di Beethoven*

Allora... La prima chicca delle due di oggi, si ricollega alla storia della nottata di fuoco dei due innamorati svelata alla fine del precedente capitolo. Ricordate?
Tyki: Sì che se lo ricordano, e ora continua!
Bene, dovete sapere che, dopo la morte di Tyki, Clara scopriva di essere... ehm... incinta.
Tyki: O.O Oh santo Noè...
Clara: O.O
Sì sì, e alla fine la si vedeva in compagnia di questo bambino moro, dai capelli ricci e gli occhi smeraldini. E... sorpesa sorpresa... Il bambino avrebbe preso, in futuro, il posto del padre nel ruolo di Noah xDD E con questo chiudiamo il 'Finale Alternativo'.

La seconda cosetta che volevo dirvi, riguarda solo Clara. In particolare, il suo aspetto. Ecco, io me l'ero immaginata come una bella donna, dalla pelle chiara, i capelli castano chiaro e gli occhi verde smeraldo. Ecco, mi sono accorta solo dopo averla introdotta nella storia, di essermi palesemente ispirata ad un altro personaggio.
Lo volete vedere? xD Rimarrete sorpresi...
Tyki: io non penso.
Be', eccovela qui:


http://i47.tinypic.com/j90q3k.png

Il mio subconscio ha visto loro due ballare insieme, e mi ha inculcato questa idea in testa x°DD Grazie Subconscio!
Subconscio: di niente! B)

Bene, siamo alla fine.

 

Vorrei ringraziare di cuore tutte quelle che mi hanno recensita: Nuirene, _Butterfly_ (che cambia nick senza dirmi niente xD), Guchan, Asami chan e ShimizuBookman_ .
Ringrazio anche chi la messa tra le seguite, le preferite, le ricordate, o che l'ha semplicemente letta^^
A presto,

Momoko.


 
   
 
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