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Autore: Melissa_    21/09/2012    1 recensioni
Un incontro particolore..
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avrei voluto fosse stato solo un sogno, un sogno lunghissimo che può trasformarsi in un incubo che però dura semplicemente tre minuti. Proprio così, l’avrei preferito ottantamila volte.

Ero appena entrata in quella piccola chiesa con la mia famiglia, ci andammo a sedere e aspettammo l’arrivo della sposa. Mi guardai intorno, per la prima volta mi sentivo la più bella, tra i pochi invitati c’era soprattutto gente adulta e con vestiti poco adatti a una cerimonia. Mia nonna mi tirò per un braccio, distogliendomi dai miei pensieri.
“Lei è mia nipote!” Disse contenta verso l’ennesimo parente sconosciuto.
“Davide” disse il ragazzo sulla venti cinquina d’anni porgendomi la mano.
“Lucrezia” dissi rivolta anche ad un’altra ragazza sempre più grande di me. Quest’ultima era a dir poco bella, anche se portava i capelli corti era stupenda.
“Valeria” mi disse sorridente. Tornai a sedere velocemente, non volevo correre il rischio di stancarmi subito su quegli enormi trampoli neri. Quando, finalmente, entrò la sposa notai due occhi castani fissarmi. Mi fissavano in modo strano come se incuriositi, affascinati o ammaliati, ebbi una brutta sensazione così mi girai a guardare la sposa arrivare all’altare. Iniziò la cerimonia e io inizia a sventolarmi con il ventaglio rosso che avevo trovato sul banco. Era Estate e c’era caldo. Ci fu ancora più caldo quando mi girai e vidi un ragazzo sorridere verso “i miei due cugini Valeria e Davide”. Un ragazzo semplice. Carino e Sorridente. Si sedette d’avanti a me e non feci altro che guardare il suo fisico asciutto e i suoi capelli folti e neri che subito dopo mi accorsi erano castano scuro. La cerimonia passò in fretta. Durante il segno della pace il primo ragazzo cercò di avvicinarsi a me ma io feci finta di niente così ritornò infastidito al suo posto.
“Tu sei maleducata..” disse mia nonna scherzando all’uscita della chiesa.
“Perché?” dissi ridendo, io amo mia nonna.
“Quel povero ragazzo è un ora che ti guarda!” continuò mia zia, indicandolo.
“e con la scusa del segno della pace era venuto a stringerti la mano..” disse ancora mia nonna.
“Ma chi l’ha visto?!” mentì.
Dopo varie foto e pochi minuti di viaggio arrivammo in sala. Il ristorante si affacciava sul mare. Un panorama stupendo che mia nonna mi strascinò a vedere. Il sole diede spazio alla luna mentre mia nonna continuava a parlare con tutti lasciandomi da sola alla balconata quando il primo ragazzo si avvicinò a me.
“Fabrizio!” disse porgendomi la mano.
“Lucrezia” Mia nonna mi sorrise e si avvicinò. Brava nonna!
“Siamo cugini, noi?” disse il ragazzo guardando me ma rivolgendosi alla mia cara dolce nonna. Lei, così, iniziò a raccontarle la storia della nostra famiglia e io con un sorriso li abbandonai dirigendomi dalla persona più protettiva che avevo nelle vicinanze, mio nonno. Lo abbracciai da dietro con difficoltà dato la sua corporatura grassa (?) e possente. Mi girai a guardare quei due parlare e mi passò d’avanti il ragazzo carino della chiesa. Un brivido percorse la mia schiena.
“Sa, io vengo spesso nelle vostre zone!” disse mia nonna imitando Fabrizio quando arrivò al tavolo.
“Nonna..!” la richiamai ma feci scatenare solo le risa di lei e di mia zia mentre mio nonno fu l’unico a non ridere e a non aver capito.
Durante la cena arrivò un signora magra a salutarci e a presentarsi, Paola un’altra delle tante cugine e a quanto parve una grande amica di mia zia.
“Ma avete conosciuto i miei figli? Valeria e Lorenzo?” disse la signora.
“Valeria è identica a te!” disse mia zia.
“Lorenzo no.. non l’abbiamo visto..” disse mia nonna curiosa.
“Lorenzo!” urlò in direzione di un ragazzo che si girò con la sigaretta in mano. Quel ragazzo. Il ragazzo della chiesa,quello carino. Si avvicinò.
“Scusate..” disse per la sigaretta. Che voce dolce. Pensai.
Il ragazzo strinse le mani a tutti quando alla fine arrivò a me e mi lascio quegli occhi neri di sopra quasi morì. Loro parlavano quando lui li interruppe.

*Ricordo ancora sai, ricordo ancora i tuoi occhi nei miei..*

“Quanti anni hai?” mi chiese con uno sguardo delicato.
“15 anni..” risposi timida.
“E tu?” si intromise subito mia zia.
“Eee.. io 22 anni!” disse dispiaciuto (?)
La serata continuò Lorenzo non si fece vedere più mentre Fabrizio quando poteva si avvicinava al mio tavolo con qualche scusa. Mangiammo la torta e subito dopo a suon di chitarra acustica e di canzoni in dialetto tutti iniziarono a ballare. Era una serata che tutti mi guardavano, era una serata che mi facevano complimenti, era una serata che mi chiedevo perché avevo avuto la voglia di conoscere i miei lontani parenti. Volevo tornare a casa e dimenticarmi quegli occhi neri per sempre quando vidi mia zia insieme a delle mie cugine indicarmi. Mi avvicinai a loro.
“Stai qui con noi..” disse mia zia facendomi sedere vicino alla pista da ballo. Ero rossa, rossissima. Volevo ritornare al mio posto.
“Dove sono i giovani? Tutti in pista!” Urlò uno dei tanti signori che ballava. La mia testa iniziò a formulare storie ‘Non è che Fabrizio ti viene a chiedere di ballare?’ si perché quel ragazzo ne era proprio capace. Un momento prima, quel tizio era riuscito a conversare con me e a farsi fare una o meglio due foto. Non lo sopportavo minimamente. Quando ritornai alla realtà mi ritrovai una mano di fronte a me.
“Vuoi Ballare?” alzai lo sguardo e lo vidi. Lorenzo. Strinsi la sua mano e lui ne restò sorpreso.
“Si?” mi chiese piano. Io non risposi, gli sorrisi.

*Bastava poco per, per far sembrare un po’ tutto più magico, tutto fantastico..*

“Però non so ballare..” mi avvertì.
“Nemmeno io!” mentì. Quel giorno ero proprio diventata una bugiarda. Io avevo otto anni di esperienza di ballo cioè quasi tutta la mia vita.
“In che scuola vai?” mi chiese dopo un po’
“Liceo Classico!”
“Liceo Classico?” e fece uno sguardo di ammirazione.
“Io ho fatto il Liceo Scientifico e ora faccio l’Università.. studio..” continuò.
“Filosofia! Me l’ha detto tua madre..” finì io. Mi imbarazzava parlargli pensa anche ballargli appiccicata?!
“Ti vergogni così tanto?” mi chiese. Se n’era accorto.
“si..”
“Va beh.. ora passa!”e iniziò a cantare quella canzone in dialetto. Cantavano tutti così lo feci anch’io, infatti non mi vergognai più. Volevo solo essere ancora più vicina a lui quando mi accorsi che ballavamo solo noi e gli feci un piccolo sorriso.

*bastava poco per, per stare bene con te, bastava averti con me..*

“Vado..” lo lasciai lì e corsi ad insultare mia zia.
Mi sedetti e aprii il cellulare. Avevo un messaggio.
‘Ti stai divertendo al matrimonio? Stefano.” Mi sentii terribilmente in colpa di aver ballato con mio cugino. Ma insomma, Stefano non era il mio ragazzo e Lorenzo era mio cugino.. cavolo! No, Lorenzo non era mio cugino e a differenza di Fabrizio lui sapeva quella famosa vecchia storia. Ecco perché mi stavo facendo tutti questi trip.
“Ti racconto tutto domani. Lù.”
Dopo 5 minuti nuovamente ci fu la chiamata a ballare per i ragazzi.
“Non vieni a ballare? C’è la penitenza poi..” disse Lorenzo. Mi alzai e mi avvicinai alle ragazze e avendo un vestito e delle scarpe con il tacco non potevo muovermi un granché come tutti gli altri così mi limitai a battere le mani. D’altronde era musica siciliana. Lorenzo. Lui mi guardava sempre e mi sorrideva e io facevo lo stesso. Ci guardavamo e sorridevamo.
“Andiamo?” disse mia nonna quando tornai al tavolo.
Salutai tutti anche quelli a cui non ero stata presentata. Quando arrivai a lui, gli diedi solo la mano, a differenza di tutti gli altri ai quali avevo dato i bacini sulle guance. Lui non la staccava e mi guardava dritto negli occhi.
“Maa.. Lore ha la morosa!” disse un ragazzo avvicinandosi a noi.
“No.. bhee...” cercò di chiarire Lorenzo.
“ Siete cugini? Bee.. non fa niente sapete il detto no?!” e disse un proverbio abbastanza strano che no, non conoscevo. Ci guardammo negli occhi un ultimo instante, la sua mano stringeva ancora la mia e quel ragazzo biondo ci fissava. Volevo andare via.

*Ma tu non ci sei più..*

“Se vuoi restare ancora un po’ con noi ti possiamo accompagnare noi dopo..” disse alla fine
“No.. grazie, grazie lo stesso!” e lo lasciai con un sorriso. Uno di quelli timidi, uno di quelli che dicono “Per favore, ricordati di me!” Io mi ricordo ancora di lui.

*Ricordo ancora sai, ricordo ancora i tuoi occhi nei miei.. i miei discorsi che ti trascinavano dentro di me, parlavo talmente piano che.. le mie parole sembravano favole..* 
*

Grazie Lorenzo, per avermi fatto sentire un principessa solo ballando una mazurca. Grazie! 


*Regina delle Stelle - Modà 

Con questa piccola storia mi voglio scusare per aver cancellato la storia "Bambola di Porcellana" 
Grazie a tutti quelli che hanno letto queste righe, per me è importante perché è una storia reale non personale ma importante ugualmente. 
Spero di leggere qualche recensione. 
#Melissa_ 

  
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