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Autore: Phoenix3    21/09/2012    17 recensioni
Perché sul computer di suo figlio era apparsa la scritta CHAT?
Che quello fosse il vero motivo per cui Trunks si stava rammollendo come un terrestre?
Che fosse il caso di intervenire prima che fosse troppo tardi?
Il principe dei saiyan alle prese con uno degli strumenti più usati dai terrestri. Cosa succederà? ^_^
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! ^_^

Avete presente quando volete scrivere per forza qualcosa anche se non sapete cosa potrebbe venir fuori? Beh, è quello che è successo a me con questa storia. XD Diciamo che l'idea generale ce l'avevo in testa da anni e non ho resistito alla tentazione di trovare un metodo per renderla credibile. Mi sono divertita molto, sia a scrivere che a rileggere e correggere, così ho pensato di condividere con voi anche questo piccolo lavoro.

BUONA LETTURA!


Nota: la sigla IA sta per Intelligenza Artificiale

 

Degna di un saiyan

 
 

Installare una tastiera sotto il monitor della Gravity Room si era rivelata una bella idea.
Vegeta non l’avrebbe mai ammesso, dopo che per giorni aveva continuato a imprecare contro l’ennesimo cambiamento effettuato dalla moglie senza il suo consenso, ma la sua famiglia aveva imparato da tempo che ciò che lui diceva a voce non sempre era importante.
Il saiyan osservò l’orario sul monitor. Trunks era in ritardo.
Premette un pulsante blu e una voce sintetica femminile disse:
«Pronunciare un comando.»
Ecco perché la tastiera era una bella idea. Quando si allenava, Vegeta non aveva voglia di pronunciare un bel niente, se non una serie di taci! e chiudi il becco! che il computer non perdeva mai l’occasione di dichiarare: «Comando non valido.»
Ma la frase registrata che più odiava in assoluto, e che l’IA della Gravity Room gli ripeteva ogni volta dopo i suoi eccessi di rabbia, era:
«Per lanciare un SOS, dire AIUTO.»
Vegeta si irrigidì a quel ricordo.
Lui non diceva aiuto.
Mai.
Osservò la tastiera e digitò: “Chiama Bulma.”
«Comando in esecuzione» rispose l’IA. «Sollevare la cornetta e attendere.»
Il saiyan ubbidì.
La voce cristallina della donna risuonò al telefono. «Vegeta?»
«Dov’è Trunks?» domandò lui.
Dall’altra parte si sentì un mormorio. «È a Satan City, dovrebbe rientrare tra poco.»
Vegeta inarcò un sopracciglio. «Come sarebbe? Mi aveva assicurato che stasera sarebbe venuto ad allenarsi!»
«E dai, Vegeta, ha diciotto anni, lascialo stare ogni tanto!»
«Ogni tanto?!» sbottò il saiyan. «Quello si sta rammollendo ogni giorno di più! Ma stasera mi sente!» Detto ciò, riattaccò con un gesto deciso e digitò sulla tastiera: “Spegniti.”
La gravità tornò al livello terrestre e Vegeta si avviò verso l’uscita. Stava per varcare la soglia, quando l’IA disse:
«Buon riposo, tesoro.»
Vegeta si bloccò.
E quella che novità era?
 

***

 
Da quando Trunks aveva iniziato a occuparsi di un settore della Capsule Corporation a Satan City, Vegeta aveva visto il suo appartamento solo una volta. Il figlio non lo usava spesso, dato che non lavorava a tempo pieno, ma ogni tanto capitava che non tornasse a casa per fermarsi lì.
Vegeta raggiunse in volo l’ottantatreesimo piano del grattacielo e si piazzò davanti alla finestra.
Il giovane dai capelli lilla, seduto a una scrivania, venne ad aprirgli con gli occhi spalancati. «Papà» disse. «Che ci fai qui?»
Lui entrò, le braccia conserte. «Non ci arrivi da solo?»
Il figlio si sbatté una mano sulla fronte. «Accidenti, ora ricordo! L’allenamento!»
Vegeta strinse i pugni. «Solo adesso ci pensi?! Lo sapevo, sei sempre il solito scansafatiche! Come diamine hai potuto dimenticarti di una cosa così importante?!»
Trunks arretrò. «Scusa, papà, non l’ho fatto apposta! Sto lavorando a un progetto impegnativo, per cui mi è sfuggito l’orario!» esclamò, e si avviò verso il bagno. «Mi faccio una doccia e arrivo, va bene?»
Vegeta non ebbe il tempo di ribattere, perché il figlio si era già chiuso nella stanza. Sussurrò quindi un tsk! a denti stretti e cercò qualcosa su cui sedersi. Prese posto sulla sedia da ufficio dietro la scrivania del figlio e il suo sguardo venne catturato dal computer posto lì di fronte. Sul monitor acceso c’era una finestra bianca su cui si leggeva a chiare lettere CHAT.
Vegeta inarcò un sopracciglio, e la sua mente rievocò alcune frasi di una delle tante conversazioni inutili che si era ritrovato a udire negli ultimi giorni alla Capsule Corporation. Goten, con grande entusiasmo, aveva annunciato all’amico di sempre di avere un appuntamento con una ragazza conosciuta in chat.
Il saiyan si avvicinò alla scrivania. La tastiera posta sotto il monitor aveva le lettere disposte in modo identico a quella della Gravity Room. L’idea di provarla lo disgustava, ma ancor più lo disgustava sapere che Trunks si era dimenticato dell’allenamento per perdere tempo con sciocchezze simili.
La sua mente rievocò un altro ricordo. Goten, il mese scorso, si era presentato da loro tenendo a braccetto una terrestre starnazzante che per tutta la cena non aveva fatto altro che elogiare i vestiti dell’ultimo negozio in cui era stata, per poi iniziare a piangere quando aveva scoperto che senza conoscere le tabelline non sarebbe mai stata ammessa al liceo.
Il principe rabbrividì.
Se Trunks si fosse accoppiato con una femmina del genere, lui non avrebbe più garantito l’incolumità della Terra.
Che fosse il caso di intervenire prima che l’influenza del figlio di Kakaroth lo rammollisse del tutto?
Allungò le dita sulla tastiera e scrisse: “Chi diavolo sei?”
Sullo schermo apparve la foto di un gatto, e una certa Ichigo rispose: “Amore, sei tu?”
Dannazione, lo sapeva. Trunks non stava lavorando ad alcun progetto, aveva trascurato gli allenamenti per rimorchiare. Vegeta sollevò una mano, pronto a generare un’onda di energia verso la scrivania, ma un nuovo pensiero lo costrinse a bloccarsi.
C’erano vari modi con cui i terrestri si tenevano in contatto, e il computer non era certo l’unico che suo figlio usava. Distruggere l’attrezzatura di Trunks non avrebbe impedito a quella ragazza di cercarlo.
No, non andava bene.
Lei doveva lasciarlo stare, in un modo o nell’altro.
Si mise di nuovo alla tastiera e scrisse: “Trovati qualcun altro da importunare. Trunks non ha tempo per certe cose.”
La chat si aggiornò all’istante. “E tu chi saresti, scusa?”
Vegeta ci pensò su. Ammettere che il principe dei saiyan si fosse abbassato a fare una cosa del genere era già troppo per il suo orgoglio, per cui non restava che una via. “Sono un suo collega.”
“Ah sì?” fu la risposta. “E come ti permetti di dirmi che sto importunando il mio Trunks?!”
Bel caratterino, per quel che una chat poteva mostrare.
“Trunks non ti appartiene.”
La risposta fu rapida. “Cosa?! Bada a come parli! Trunks appartiene a me più di quanto appartiene a te, quindi ora levati dal suo computer e fammi parlare con lui!”
La bocca di Vegeta si incurvò in un ghigno. Quella donna stava giocando con il fuoco. Non aveva idea di essere in contatto con il principe dei saiyan.
“Ti consiglio di abbassare la cresta, se non vuoi che decida di passare alle maniere forti.”
Sullo schermo apparve una faccina che si rotolava dalle risate.
La tempia di Vegeta pulsò. “E questo che significa?” scrisse.
“Secondo te? Trovo tutto ciò molto divertente, tutto qui. Se davvero sei un collega del MIO Trunks, dovresti sapere infatti che non è il caso di minacciare le persone a cui vuole bene!”
“Che assurdità! Potrei stendere quel rammollito con un colpo!”
“Davvero? Allora perché non ci provi?”
Vegeta strinse i pugni. Se quella terrestre pensava di potergli tener testa, si sbagliava di grosso. Era solo una povera illusa, come tutti quelli con cui aveva avuto a che fare finora.
Sul suo volto si disegnò un nuovo ghigno.
Lei ci sapeva fare, però, con le parole.
Per quanto detestasse ammetterlo, quella situazione stava iniziando quasi a divertirlo.
Spostò lo sguardo sulla porta chiusa del bagno, immaginando suo figlio in compagnia di una donna del genere.
Il pensiero lo attraversò come un raggio di energia.
In fondo, perché no?
Trunks era cresciuto su quel pianeta, quindi era ovvio che prima o poi avrebbe messo su famiglia con una terrestre. E se proprio doveva sceglierne una, molto meglio una donna di quel tipo che l’oca starnazzante di Goten.
Vegeta spostò lo sguardo verso il monitor. Sotto le ultime frasi era apparsa la scritta: “Beh, ti hanno mangiato la lingua, collega del MIO Trunks? Oppure hai capito che il MIO Trunks potrebbe stenderti anche con il pensiero?”
Non c’era più niente da dire, ormai.
Si alzò e raggiunse il tasto per staccare la corrente.
A quanto pare, lei è degna di un saiyan.
«Papà, cosa stai facendo?!»
Vegeta si voltò.
Trunks corse verso di lui, i capelli ancora umidi. «Perché hai staccato tutto? Stavo lavorando!»
Il principe inarcò un sopracciglio. «Tsk! Da ciò che ho visto sullo schermo non si direbbe.»
«In che senso?» domandò il giovane.
Vegeta lo fissò sprezzante. «Non fare il finto tonto, Trunks!» Come osava fingere con lui?
Non gli era bastato dimenticarsi dell’allenamento? Come si permetteva di prendersi gioco di suo padre in quel modo?
Avanzò di un passo, pensando a come fargliela pagare, quando il ragazzo pronunciò quelle parole.
Vegeta si bloccò, sentendosi raggelare.
Rimase immobile, la bocca semiaperta, lo sguardo fisso nel vuoto.
«Hai capito, adesso?» domandò il figlio.
Vegeta non rispose. Si diresse verso la finestra, gli occhi fissi verso l’esterno, e la spalancò con un braccio.
Di questa storia in fondo non gli era mai importato nulla.
Al diavolo i terrestri e le loro stupide invenzioni.
Lui, con le tastiere, aveva chiuso.
«Papà, il progetto era davvero impegnativo,» ripeté Trunks, «per questo mi ero appena messo in contatto con la mamma.»


 

FINE

 
 
 ---

Ok, vi ho fregato, non c'era nessun nuovo personaggio. XD D'altronde però se non l'avessi scritto avreste indovinato subito. Anzi, sono proprio curiosa di sapere se avevate capito subito cosa c'era sotto. ^_^
Per quanto riguarda la scelta del nick e dell'avatar, il gatto è quello del padre di Bulma, mentre ichigo significa fragola in giapponese, ovvero il cibo preferito di Bulma quando incontra Goku.
Altra curiosità: la macchina di mio padre ha un tasto che quando viene premuto fa partire una voce che dice appunto: "Pronunciare un comando o dire aiuto". Ho immaginato come reagirebbe Vegeta sentendosi dire una cosa del genere. XD

P.S. Altre mie storie comiche/romantiche sono "Promessa saiyan", "Scommettiamo?", "Solo il suo nome" e "Prima volta da saiyan" (quest'ultima ancora in corso). Se volete scrivermi in privato sono disponibile, così come se volete lasciare recensioni (sempre molto gradite ^_^). A rileggerci!

 

  
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