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Autore: Luly Love    21/09/2012    7 recensioni
Che la fortuna possa essere sempre a vostro favore.
A Faccia di Volpe questo augurio non serve. Perchè? Perchè lei non crede alla fortuna. Lei ha un altro alleato...
Dal testo:
I numeri erano suoi amici, gli unici che non l’avessero mai tradita né fatta sentire ridicola o rinfacciato il suo essere così distaccata e calcolatrice; le probabilità il suo pane quotidiano, il suo modo di pensare, di vedere il mondo e di vivere. O per meglio dire, sopravvivere.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Faccia di Volpe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don’t wait for luck
 

 
Non credeva alla fortuna. Nemmeno agli Hunger Games, se è per questo.
La fortuna non esisteva, così come il suo opposto, la sfortuna. Esistevano solo le probabilità.
Al massimo, la fortuna te la crei. Lei faceva così, la fortuna se la creava, a volta addirittura la cercava, pur non credendoci. E questo grazie ai numeri.
I numeri erano suoi amici, gli unici che non l’avessero mai tradita né fatta sentire ridicola o rinfacciato il suo essere così distaccata e calcolatrice; le probabilità il suo pane quotidiano, il suo modo di pensare, di vedere il mondo e di vivere. O per meglio dire, sopravvivere.
Quante probabilità c’erano che il suo nome venisse estratto alla mietitura? Quante probabilità aveva di essere uccisa nel bagno di sangue?
Era arrivata tra gli ultimi otto, ma la cosa non l’aveva stupita, perché aveva calcolato le probabilità e queste erano a suo favore. Purtroppo, e questo l’aveva imparato a sue spese, non sempre le probabilità sono tue alleate. Era più probabile che fosse  uccisa da Cato o Thresh o Clove che da delle stupide bacche velenose. Così come era più probabile che fosse Peeta il primo a morire per mano di quei danni frutti.
Invece no. Quei piccoli numeri a sole due cifre l’avevano presa in giro, si erano fatti beffa di lei e degli altri numeri che avevano molte più cifre improvvisandosi protagonisti.
Aveva adottato una tattica perfetta, ovvero tenersi nelle vicinanze dei tributi più deboli per poter approfittare dei loro momenti di debolezza o addirittura della loro morte. E questo, ovviamente, dopo aver osservato, appreso e calcolato.
Ma non aveva fatto i calcoli con la cecità che ti regala la fame. D’altronde, non aveva fatto caso nemmeno a quello che si era infilata in bocca, fidandosi del ragazzo del dodici.
Se avesse avuto più tempo, avrebbe sorriso amaramente: aveva passato la vita a fidarsi dei numeri e a scansare le persone e i sentimenti e l’unica volta che decideva di andare contro la maggior parte dei suoi principi era anche l’ultima volta?
Ma d’altro canto, se avesse avuto più tempo le cose che avrebbe fatto sarebbero state moltissime.
Tra cui, forse, cominciare a credere alla fortuna.
Perché Peeta Mellark era evidente, maledettamente, fortunato. Al contrario di lei.
Quando si dice oltre al danno anche la beffa.
 
 
Angolo autrice:
* risata malefica * E così son arrivata anche qui, a infestare questo meraviglioso fandom. Mi dispiace per voi.
Faccia di Volpe. Che personaggio interessante, eh? Così enigmatico, affascinante. Di lei sappiamo così poco, troppo poco. La sua morte è una beffa, secondo me. È stata così attenta a tutto e tutti e alla fine mi va a morire per delle bacche? Cavolo!!! Chissà, forse sarebbe potuta diventare amica di Katniss. Chissà...
Spero di aver reso bene le mie idee su di lei e che vi sia piaciuta, mi lasciate una recensione? Thanks so much.
Luly
 
Ps: la frase in corsivo è tratta da “Batman - Il ritorno del cavaliere oscuro” 

  
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