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Autore: irytvb    21/09/2012    7 recensioni
Bonnie è solo una bambina, ma certe cose le sa.
Sa che la mamma le dice sempre che non c'è niente dentro l'armadio.
Sa che è una bugia, perchè il mostro aspetta sempre che si addormenti prima di strisciare fuori.
Il problema è che i mostri nell'armadio non dovrebbero essere belli come i principi delle favole...
p.s. il primo VERO incontro di bonnie e damon
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Lasciami entrare.

A volte è meglio che certe cose

 

rimangano nascoste nel buio.

 

irytvb

 

Bonnie era distesa sul letto, le lenzuola rimboccate dalla madre solo poche ore prima erano tirate sopra la testa piena di rossi ricci.

Stringeva con le manine piccole e piene di fossette le lenzuola, mentre pensava, con l'assoluta convinzione di ogni bambina di sei anni, che qualcosa la guardava dall'anta dell' armadio, che era socchiusa.

E naturalmente, quel qualcosa non era benevolo.

Era il mostro dell'armadio, quello che a volte si nascondeva anche sotto il letto o nei pertugi più scuri e impensabili, che attendeva con pazienza che la mamma finisse la storia della buonanotte, per attaccare i bambini.

E adesso, quel mostro la guardava.

Vedeva i suoi occhi nerissimi, che quasi si confondevano con il fondo dell'armadio, che attendevano che lei si addormentasse.

Ma lei, non si sarebbe addormentata.

Bonnie era più furba.

Se ne stava con gli occhietti marroni spalancati, ed a volte lo fissava con aria di sfida, come a dirgli: "bhè, cosa aspetti a prendermi?"

Di chiamare la mamma era inutile: era un adulto.

E chiunque avesse mai visto un film horror avrebbe saputo che gli adulti non sarebbero stati d' aiuto, anzi, avrebbero addirittura peggiorato la situazione.

E poi Bonnie era grande, ormai.

a sei anni bisognerebbe già sapere come combattere i mostri, vero?

Appena formulato quel pensiero, l' anta dell' armadio si aprì.

Bonnie trattenne il fiato, mentre cercava convulsamente un arma o un posto per nascondersi.

Non vedeva niente.

Strinse le lenzuola con più forza, mentre teneva stretta nell'altro pugno la catenina con su il crocifisso che la nonna le aveva regalato.

"Ciao bambina." Disse una voce al suo orecchio.

Bonnie alzò gli occhi verso la fonte di quel suono, trovandosi a guardare un bel corvo nero, poggiato sulla tastiera del letto.

"Tu...tu parli?"

"Certo." Rispose il corvo.

"Ma sei un uccellino."

Il corvo emise un rumore che Bonnie collegò ad una risata.

"Perchè ridi? Non hai paura di quello?" Chiese, indicando l' anta dell'armadio.

"Oh, no, non ho paura."

"Ma il mostro potrebbe mangiarti!"

"Già potrebbe. Ma non credo che lo farà."

"Certo che lo farà!" Esclamò la bambina. "E' un mostro! Ti mangerebbe anche se sapesse che tu sei l' uccellino più buono del mondo... Ma tranquillo, ti proteggerò io."

"Ah si?" Chiese il corvo con voce divertita.

Bonnie annuì energicamente: "Ho questo qui, me lo ha regalato la nonna." Disse, mostrandogli la collanina che teneva in mano.

"Non credo che ti servirà..." Le comunicò l' uccellino. "E non credo che sia me che devi proteggere."

"Perchè no?"

"Perchè dentro l' armadio c'ero io."

"Ma tu non sei un mostro." Gli comunicà Bonnie.

"Tu credi?" chiese il corvo, per poi sparire.

Bonnie si voltò a destra e sinistra, cercando di capire dove fosse volato.

"BU!" Le sussurrò una voce all' orecchio.

Bonnie si girò di scatto, vedendo seduto davanti a lei un ragazzo dai capelli nerissimi.

"Come...?"

"Molte ragazze pagherebbero per avermi nell' armadio, sai?Sei una bambina fortunata." Le disse con dolcezza, mentre le spostava una ciocca di capelli dal viso.

"Cosa hai fatto all' uccellino?"

"Niente."

"Non dire bugie! Ho promesso di proteggerlo, adesso dimmi dov'è!"

"Streghetta, l' uccellino ero io."

"Oh."

Il ragazzo la guarò attentamente, e Bonnie potè fare altrettanto.

Aveva i capelli lisci e setosi, e degli occhi belli, anche se facevano un po' paura.

La pelle era pallida, e per contrasto le labbra erano rosse e sottili.

Bonnie pensò che fosse bello, forse più del principe azzurro, ma in maniera più spaventosa.

Se lui fosse stato davvero un principe nessuna strega avrebbe avuto il coraggio di dare fastidio alla sua principessa.

"Sai cosa faremo adesso?" Le chiese dolcemente.

Bonnie scosse la testa, assolutamente intrigata dalla proposta che lui le avrebbe fatto.

Se tutti i mostri dell'armadio erano così, allora avrebbe fatto meglio a conoscerne il più possibile.

"Adesso tu chiuderai gli occhi, Bonnie."

"Come fai a sapere il mio nome?" Chiese lei, invece di fare ciò che le era stato ordinato.

"L' ho letto nella tua testa."

"Sai leggere nel pensiero?"

"Si. E, sono assolutamente d'accordo: sono molto meglio rispetto a qualunque principe delle favole."

Bonnie arrossì.

"Allora, adesso puoi fare ciò che ti ho chiesto?"

"Va bene." Rispose la bambina, chiudendo gli occhi. "Adesso che devo fare?"

"Devi dimenticarti di avermi visto, va bene?"

"E perchè?"

"Perchè non avresti dovuto vedermi."

"Ma sei stato tu a venire nella mia casa."

"Perchè tua madre mi ha aperto, bimba. Altrimenti non potrei essere qui."

"Quindi hai bisogno di un invito per entrare?"

"Si, esatto. Adesso puoi fare ciò che ti ho chiesto?"

"Ma allora perchè sei entrato? Perchè sei nella mia stanza?"

"Perchè avevo fame."

"E cosa hai mangiato? Non avrai finito la mia scorta di caramelle, vero? Ti verrà mal di pancia!"

"Non ho magiato niente."

"Allora hai ancora fame?"

"Si." Rispose lui, e questa volta la sua voce sembrava spazientita.

"Se vuoi puoi prendere una caramella." Concesse la bambina. "Ma non i cioccolatini, perchè la mamma dice che quelli si devono mangiare solo prima di cena, altrimenti poi si sta male."

"Io non mangio caramelle. Io bevo sangue. E se non vuoi che ci ripensi ti conviene fare ciò che ti dico."

"Oh. Va bene, allora. Grazie."

Il ragazzo sembrava confuso. "Perchè mi ringrazi?"

"Perchè non mi hai mangiato." Rispose con un sorriso Bonnie, prima di chiudere gli occhi.

Bonnie sentì soltanto una risata, prima di cadere in un sonno profondo.

La mattina dopo, quando la madre le chiese se avesse avuto incubi, Bonnie rispose di aver sognato un principe delle favole.

____________________________________________________________________________

 

Damon non aveva mai incontrato una persona che non avesse paura di lui. Mai.

E quella bambina... Quel piccolo Uccellino, era davvero impertinente.

Avrebbe fatto bene a ricordarsi di Fells Church...

Magari avrebbe potuto fare una visitina alla bambina tra una decina d'anni...

Di sicuro si sarebbe divertito.

 

fine.

 

^Il mio angoletto^

Ed ecco perchè, secondo me, Damon ha baciato Bonnie nel primo libro del diario del vampiro.

Sono assolutamente convinta che si conoscevano già, come sono assolutamente convinta che il termine uccellino non provenga solo dal fatto che lei avesse succhiato il sangue da lui e tutta quella roba lì.

Loro si conoscevano già punto e basta XD

spero che questa ff vi sia piaciuta, e grazie per aver letto!! 

  
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